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Categoria: News

Come volevasi dimostrare

Un report per tutte le stagioni quello appena pubblicato dall’IPCC. Nel senso che si affronta a 360° il tema degli eventi estremi, dal caldo al freddo, dalla pioggia alla siccità? Sì, ma anche nel senso che vi si può leggere tutto e il contrario di tutto.

Ieri l’Unità titolava così il suo commento: “La strage del clima impazzito“. Nel testo la sconvolgente notizia che il 95% delle perdite di vite umane avviene nei paesi poveri, mentre la maggior parte delle perdite di beni materiali – cresciuta fino a 200 mld di dollari negli ultimi trenta anni – è a carico dei paesi economicamente e socialmente più sviluppati. Leggiamo anche che tanto le vittime, quanto i danni, sarebbero causati dai cambiamenti climatici.

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IPCC e Nature: Titoli che passione!

Definizione di “weird”:

  1. Di, riferito a, o che suggerisce qualcosa di preternaturale o sovrannaturale;
  2. Di un particolarmente strano o inusuale personaggio; strano;
  3. Arcaico, di, o riferito al fato o alle Parche.

Così titola Nature il suo commento a caldo allo Special Report IPCC (SPM SREX) sugli eventi estremi uscito nella sola forma di Summary for Policy Makers venerdì scorso:

[blockquote]Climate panel says prepare for weird weather

Despite uncertainties, the IPCC warns that climate change will bring more extreme weather.[/blockquote]

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Che si decidano, magari rifacendo qualche conto…

Leggiamo su Meteoweb:

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In 20 anni nel mondo si sono registrati oltre 650mila morti causati da circa 14mila eventi meteorologici estremi, con una perdita di oltre 2mila miliardi di dollari. E gli eventi estremi che hanno funestato l’Italia nelle ultime settimane, mietendo anche molte vittime, sono un campanello d`allarme anche per il nostro paese: “L`Italia – l’allarme lanciato dal Wwf – non può continuare a ignorare il cambiamento climatico, anche perché il suo territorio, reso fragile dall`intervento umano, dalla cattiva gestione e dalle caratteristiche morfologiche, è fortemente a rischio. Al contrario, la urgente pianificazione della messa in sicurezza del territorio e della prevenzione dei rischi dovrà tenere conto dell`aumento del numero e dell’intensità dei fenomeni, provocata dal riscaldamento globale“.
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Pillole di saggezza in un mare di Yuan

Da corriere.it: La Cina punta forte sulle rinnovabili.

Valerio Rossi Albertini, professore di chimica fisica dei materiali innovativi e ricercatore del Cnr, racconta al corriere la sua esperienza al al summit di fine ottobre a Dalian, dal titolo Leading the green economy: returning to harmony with nature.

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Tirare l’acqua al proprio mulino

Certo, di questi tempi parlare d’acqua non è proprio il massimo, tuttavia, siamo comunque nella stretta attualità. Gli eventi atmosferici recenti ed attuali hanno fatto suonare più di qualche campanello d’allarme. Siamo di fronte ad una deriva incontrollabile degli effetti del maltempo sul territorio? Siamo alle prese con danni e perdite economiche sempre più ingenti?

Uno dei cavalli di battaglia di quanti sostengono che gli eventi estremi siano aumentati per numero e intensità, è quello che tale segnale sarebbe inoltre evidenziato dall’aumento esponenziale dei costi sociali di questi eventi (qui un esempio). In tutti questi interventi tuttavia, non è chiaro perché ci si dimentichi sempre di specificare che, in particolare per il nostro Paese, la bibliografia scientifica sull’argomento è decisamente scarsa, spesso contraddittoria e, soprattutto, assolutamente poco ‘robusta’, per effetto di una sostanziale assenza di dati storici che siano stati resi opportunamente omogenei ed affidabili. E questo vale tanto per gli aspetti puramente meteorologici e climatici, quanto per quelli economici.

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Open source #2: Nuovo satellite niente dati

Venerdì scorso la NASA ha lanciato un nuovo satellite meteorologico polare. L’NPP, con i sensori che ha a bordo, dovrebbe costituire un ponte tra la generazione di satelliti polari attualmente operativi ma prossimi alla dismissione e il nuovo programma JPSS. A programma implementato e cioè non prima della fine di questa decade, la NASA si è proposta l’obbiettivo di sostituire la rete osservativa terrestre con quella satellitare, che offre potenzialità enormemente superiori in termini di omogeneità spaziale e standardizzazione delle informazioni.

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Comunicazione efficace, ovvero, per rinfrancar lo spirito

Dalla rassegna quotidiana di Science Daily di giovedì scorso. Per dilettare il vostro week end, qualora mai aveste deciso di trascorrerlo senza un po’ di sana contrizione, di consapevolezza elle vostre colpe e di fiducia nei salvatori della patria.

Prehistoric greenhouse data from ocean floor could predict Earth’s future, study finds

New research indicates that Atlantic Ocean temperatures during the greenhouse climate of the Late Cretaceous Epoch were influenced by circulation in the deep ocean. These changes in circulation patterns 70 million years ago could help scientists understand the consequences of modern increases in greenhouse gases.

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Temperature stabili e scienziati turbolenti

Ok, i giorni passano e l’operazione di ricalcolo delle temperature medie superficiali relative alle sole terre emerse portata avanti dal gruppo Berkeley (BEST) si sta rivelando per quello che è. Un’ottima pietanza per i media, una stampella per i traballanti negoziati che vedranno l’ennesimo nulla di fatto a Durban, una bombola di ossigeno per il moribondo movimento che promette di salvare i Pianeta da un disfacimento climatico che non c’è.

Troppo? No, perché questa non è la mia opinione. Questo è quello che viene da pensare nel vedere che la critica più feroce e più autorevole al lavoro del gruppo viene da dentro il gruppo stesso.

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Mirror posting: La “Borsa dell’ambiente” paradosso ecologista

La superficie boschiva italiana è in costante aumento. Ormai siamo a quota 10,6 milioni di ettari, con una crescita negli ultimi 25 anni del 19 per cento. Questo patrimonio, se utilizzato al meglio e in modo corretto, potrebbe rappresentare una grande opportunità. Maurizio Gardini, presidente di Fedagri, parte dai numeri: «La superficie boschiva italiana copre ben il 34,7% del territorio nazionale, una percentuale superiore a quelle di Paesi tradizionalmente considerati “verdi” come la Germania (31%) o la Francia (28,6%)».

E’ difficile far credere alle persone ormai convinte dell’imminente catastrofe ambientale che in Italia la superficie forestale da anni è in costante aumento, è opportuno quindi segnalare che i dati riportati sopra hanno finalmente trovato spazio, dovremmo scrivere purtroppo solo, sul sito del quotidiano “Terra” dei Verdi il 14 ottobre 2011, in un articolo a firma di Michele Fiorito.

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Ciliegie fuori stagione

Se chiedete a chi è convinto della totale o quasi responsabilità umana sui cambiamenti climatici se è anche favorevole al cibo a chilometri zero, risponderà sì senza esitare un attimo.

Provate però a chiedergli se gli piacciono le ciliegie. Otterrete un’altro sì. Un gradimento così sfrenato da non resistere alla tentazione.

Studi come quello di cui parliamo oggi dovrebbero avere la bontà di uscire solo a maggio, nel mese delle ciliegie, così sapremmo in anteprima di cosa si tratta.

Ecco qua, dal Blog di Roger Pielke jr:

Increase of extreme events in a warming world

 

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Il Medioevo in Patagonia

Una delle cose che pare siano scaturite dalla rianalisi delle serie di temperatura sulle terre emerse operata dal Berkeley Group, è che in un contesto di trend in aumento a scala globale, le oscillazioni a scala spaziale più limitata appaiono in molti casi in contro-tendenza. Questo non stupisce, dal momento che le dinamiche del clima conservano ancora molti segreti, specie in termini di variazioni di medio periodo.

Il discorso appare ancora diverso a scala locale. Tuttavia, è per certi aspetti stupefacente come, anche con queste premesse, ci siano alcune informazioni tipicamente ‘locali’ che recano indelebili i segni di quelle che si ritiene siano delle variazioni climatiche di respiro globale. E’ il caso del ghiacciaio Jorge Montt in Patagonia. In questo studio

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Scettici siete, scettici resterete. Ora si può.

Ci stiamo girando intorno da qualche giorno. L’amico Teo ha detto che studierà e, se del caso, rivedrà le sue posizioni sul peso che può aver avuto nel computo dell’aumento delle temperature medie  globali l’effetto riscaldante delle aree urbanizzate. L’amico Donato si è detto tutt’altro che sorpreso, come molti altri, dalle affermazioni di base delle quattro draft presentate dal Berkeley Group. L’amico Maurizio, come sempre piuttosto disincantato, ha voluto sottolineare gli aspetti a suo dire poco corretti dell’aver provocato un battage mediatico sulle proprie conclusioni prima di averle sottoposte a revisione.

Ma il succo qual’è?

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