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Categoria: Economia

Più clima, meno Tornado

Solo pochi giorni fa Luigi Mariani esprimeva in un commento il suo parere circa la relazione tra le oscillazioni del clima e gli eventi stremi.ne riporto qui sotto i tratti salienti:

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[..] penso che dobbiamo intenderci su cosa si intende per evento estremo, nel senso che la definizione di evento estremo che usiamo oggi è del tutto antropocentrica. Quando Lindzen indica che in un pianeta più caldo diminuisce il gradiente termico equatore-polo e dunque cala l’energia per li eventi estremi, penso che questo vada riferito ad eventi tipo cicloni tropicali o perturbazioni delle medie latitudini o piogge estreme. Nel caso delle grandi siccità, legate alle grandi anomalie circolatorie (quali i blocchi anticicolonici), penso che la considerazione di Lindzen non sia applicabile e che dunque durante le fasi calde (come la nostra) la siccità sia un rischio da tenere presente, come ci insegna la lezione dei gradi optimum sopra citata. Il concretizzarsi di tale rischio dipenderà ad esempio dalla frequenza e persistenza dei blocchi o dall’intensità del monsone o…..

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Sull’orlo del disastro

Di catastrofismo ne abbiamo parlato spesso (e malvolentieri). Chi ci conosce sa che preferiamo ragionare a mente fredda sugli eventi, così come sa che invece ci “disturba” la notizia urlata e l’annuncio della catastrofe prossima ventura. Personalmente ritengo che a forza di urlare alla catastrofe, si genera una tale assuefazione nei lettori, tale da ottenere un danno doppio: primo, non gliene importa più niente a nessuno, secondo, quando arrivano le vere catastrofi, nessuno se ne accorge (finchè non sia troppo tardi).

Tutto questo preambolo per dire cosa? E’ semplice: per la terza volta in 5 anni potremmo essere prossimi ad un baratro, ad una catastrofe umanitaria prima e chissà cosa poi.

Che questo 2012 sia stato un anno a dir poco periglioso per i raccolti di mezzo mondo è un dato di fatto innegabile (peraltro Guido Guidi ne ha parlato più volte nelle ultime settimane, qui su CM e in particolare negli ultimi giorni sono stati approfonditi proprio questi stessi temi, a riprova che l’argomento è veramente un hot topic). Che cosa sta per accadere? Prima un breve riassunto dei fatti.

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É solo questione di protocollo

Etichetta, non nel senso del bon ton, ma in quello del cartellino. Se la CO2 viene da un paese che ne produce poca ha un valore, se viene da uno che ne produce tanta ha un costo. Questa, a grandissime linee e senza alcuna pretesa di entrare nel dettaglio, la filosofia dell’ETS, il mercato dove si scambiano le quote di emissione. Filosofia e norme che scaturiscono dal Protocollo di Kyoto.

Ora, che in quella surreale attività che a molti piace definire ‘lotta ai cambiamenti climatici’ il suddetto protocollo e tutto quello che questo comporta non servano a un accidente é cosa nota. Qualora infatti tutti i paesi firmatari lo ratificassero e decidessero di fare di tutto per centrare gli obbiettivi fissati, in termini di simulazioni climatiche forse il global warming arriverebbe nel 2106 anziché nel 2100. Che invece in termini finanziari sempre il suddetto protocollo sia un affarone per pochi e un disastro per tutti gli altri é forse meno noto, benché anche su queste pagine lo si vada dicendo da tempo.

Ma no, é necessario, vedrete, quando il sistema andrà a regime sarà un’altra cosa, ci saranno ricchi premi e cotillons per tutti, ci dicevano.

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L’insostenibile leggerezza del calcolo

Questo e’ un post sulla sostenibilità, vocabolo di gran moda e molto spesso abusato. Lo affronteremo con calma, grattando appena la superficie, sperando che si voglia scendere più a fondo nel dibattito che seguirà.

Cominciamo con una domanda da bar. Considerato il modo in cui si sente continuamente parlare della disponibilità di risorse e della scarsità delle stesse in un contesto di insistente crescita demografica, secondo voi, le risorse alimentari disponibili su questo pianeta, sono sufficienti a sfamare tutti? In poche parole, il fatto che ci siano ancora circa un miliardo di persone in condizioni di denutrizione e’ frutto dell’assenza di cibo?

La risposta e’ semplice: no. E non sarebbe così neanche se al mondo fossimo da uno a tre miliardi in più.

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Dalla CECA alla Comunità Europea del pannello solare e delle banche

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“Cinquantatre settimane di sciopero, nel 1984, in Inghilterra. da una parte il sindacato dei minatori guidato da Arthur “King Arthur” Scargill, dall’ altra il nuovo governo conservatore di Margheret Thatcher, deciso a farla finita con l’ estrazione del carbone, ultimo retaggio della rivoluzione industriale, e proiettato verso una politica ultraliberista di demolizione dello stato sociale”.

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Così si descriveva quasi 30 anni fa la decisione della chiusura delle miniere di carbone da parte della “Lady di ferro”, per ricordare il clima si può rivedere il brano finale del film “Grazie, signora Thatcher” in cui i minatori del carbone si lamentavano del fatto che se fossero stati foche o balene la popolazione si sarebbe indignata, invece si trattava solo di comunissimi e normalissimi “esseri umani” (youtube qui).

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Nuova ricetta: Pane e CO2.

Si potrebbe rivisitare così la famosa frase di Maria Antonietta: “Maestà il popolo non ha pane. Dategli la CO2″”.

Allora, il volume d’affari della coltivazione e commercio del grano a livello globale è di circa 182 miliardi di dollari. Il volume di affari del mercato del carbon trading è arrivato nel 2011 a 176 miliardi di dollari. Ciò significa che l’aria, o meglio uno dei suoi componenti, nonostante la sua nota inconsistenza anche quando è fritta,  ora vale come il pane.

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Eventi estremi e Climate Change: Anche in Spagna nulla di fatto

Non è certo la prima volta che parliamo di cambiamenti climatici, eventi estremi e danni da essi provocati. Le analisi che abbiamo avuto modo di commentare sin qui hanno però quasi sempre riguardato l’oltre oceano a firma di Roger Pielke jr, sebbene qualcosa di più generale abbia trovato spazio anche nel recente report IPCC dedicato proprio a questo argomento.

Oggi ci avviciniamo un po’ a casa, più precisamente andiamo in Spagna. Su Natural Hazards and Earth System Sciences  è stato pubblicato un articolo focalizzato sui danni causati dagli eventi alluvionali.

Assessing trends in insured losses from floods in Spain 1971–2008

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Mirror posting: La repubblica Verde tende al fallimento

Questo post di Vito Punzi è uscito ieri l’altro su La Bussola Quotidiana.

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La realtà industriale tedesca legata alla produzione di energia solare sta vivendo una situazione per certi versi drammatica: appena qualche giorno fa ha annunciato l’avvio della procedura d’insolvenza il gruppo Q-Cells e si tratta del quarto grande fallimento nel giro di pochi mesi in Germania, dopo Solarhybrid, Solar Millennium e Solon. Per provare a capire cosa stia succedendo nel contesto della politica energetica tedesca occorre ripartire da Fukushima, dalle ripercussioni che quell’evento ha avuto in Germania. Va detto subito: l’avaria subita da quella centrale nucleare, l’anno scorso, non ha provocato alcun cambiamento nel contesto delle centrali nucleari tedesche.

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