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Tempo o clima, non ha importanza

Dire che la primavera sia latitante è un eufemismo. Lo è meno ricordare che pur se molto poco piacevoli, stagioni così instabili non rappresentano una novità, semmai negli ultimi anni ci avevamo un po’ perso l’abitudine. Tuttavia non bisogna andare tanto indietro nel tempo per trovare ad esempio una piena del Tevere nel maggio del 1991, evento dunque con tempi di ritorno medio lunghi ma niente affatto unico né particolarmente anomalo.

E’ un fatto però che, almeno fino ad ora, il pattern della circolazione atmosferica abbia seguito lo stesso copione della trascorsa stagione invernale, certamente lunga e caratterizzata da molti disagi. I danni sono stati ingenti e le difficoltà non da meno. Abbiamo ad esempio scoperto che l’asfalto non è idrosolubile (cioè si scioglie con la pioggia) solo in Campania, come ci racconta Roberto Saviano in Gomorra, ma lo è in tutta Italia. E non è tutto, le cronache dall’estero ci hanno ricordato purtroppo anche che dove l’organizzazione della società è ben lungi dall’essere solida, il freddo ed il maltempo non hanno portato solo disagi, ma anche molte vittime (vedi ad esempio cosa è successo in Mongolia).

Fonte WUWT

Che succede in atmosfera? Proviamo a rifletterci su. Il fattore climatico più importante di quest’anno è stato certamente El Niño, che però proprio in questi giorni sta attenuandosi definitivamente. Ora forse arriverà la Niña, cioè un raffreddamento delle acque di superficie del Pacifico tropicale. Come abbiamo già avuto modo di commentare questo non è scontato che avvenga, ma i sistemi di prognosi di cui disponiamo sembrano piuttosto sicuri. Nel frattempo il Sole continua a latitare, e non mi riferisco alla gran quantità di nubi che lo hanno oscurato sin qui, quanto piuttosto all’attività solare in senso stretto, ancora decisamente debole nonostante il 24° ciclo solare sia iniziato da parecchi mesi. Per non farci mancare nulla, sull’area Europea abbiamo anche un po’ più di solfati e particolato in sospensione in troposfera, grazie al gentile contributo del vulcano islandese (forse non abbastanza per avere degli effetti tangibili, ma intanto sono lì, e il fatto che non siamo in grado di capire se e quali effetti possano avere non è una buona ragione per non metterli nel conto).

A questo punto verrebbe voglia di tirare i dadi. Già perché la storia ci insegna che gli anni in cui El Niño si è fatto sentire, la traccia sulle temperature superficiali si è vista molto bene, ma, quest’inverno, più che cantarsela El Niño ce le ha suonate il Vortice Polare. Come dire, clima dettato dalle dinamiche delle alte latitudini stratosferiche più che dalle basse latitudini troposferiche, almeno, ovviamente, per la gran parte delle terre emerse dell’emisfero nord. Sicché, invece di avere un clima mitigato dalle elevate temperature di superficie, lo abbiamo avuto più rigido per effetto degli intensi e persistenti scambi meridiani che hanno dominato e dominano ancora l’area atlantica. Per inciso e per evitare fraintendimenti, faccio notare che anche quest’anno le temperature medie superficiali hanno fatto segnare un record positivo, il fatto che abbia nevicato a cariolate è però puramente accessorio visto che ci si ostina a considerare questi dataset come traccianti del clima.

Fonte Woodfortrees.org

E sia, ma credo sia giunto il momento di aggiungere un altro ingrediente alla nostra discussione. L’ultima transizione Niño-Niña, avvenuta nel 2007, ha portato le anomalie di temperatura media superficiale ad una consistente diminuzione, e allora il Sole ancora brillava vigoroso. Mi domando quale potrà essere l’impatto sullo stato termico del pianeta -e quindi sulle dinamiche del clima- di una eventuale analoga transizione, con le condizioni accessorie cui abbiamo accennato poco fa.

Un primo effetto positivo potrebbe essere quello di non dover assistere più alle incantate dichiarazioni di vari sedicenti esperti (soprattutto d’oltremanica), che nel presagire inverni sempre più miti annunciano laconicamente che i bambini conosceranno la neve solo su internet, e le stazioni sciistiche dovranno riconvertirsi alla raccolta delle margherite. Ma sarebbe probabilmente l’unico. Infatti, una volta superato di slancio l’impatto con una stagione estiva parecchio lontana dai canoni del 2003 (ricordate? Doveva diventare la norma, e per chi non lo sapesse siamo già fuori tempo massimo, visto che maggio sta passando tra fulmini e saette), ci faremo ancora trovare impreparati a combattere i climi rigidi sugli aeroporti, sulle strade, nelle case o nei campi coltivati? Saremo ancora troppo intenti a distogliere risorse importanti da queste azioni di adattamento in favore di policy che vorrebbero preparare il mondo alle condizioni esattamente opposte? Ha senso investire fantastiliardi nella mitigazione di un clima che è reale solo negli schermi dei computer ed essere impreparati a fronteggiare quello che fa fuori della porta di casa?

Come dite? Questo è tempo non è clima? Oh, sì, ma quanto deve durare perché avvenga la magica trasformazione? Due inverni con piogge e nevicate record bastano? Vabbè, forse no, dobbiamo avere ancora un po’ di pazienza (e di freddo), prima che si calmino i “bollenti” spiriti dei sostenitori del climarrosto.

Una pazienza con diritto di parola però. Per cui vi lascio con questa breve domanda: ma a qualcuno interessa davvero la differenza tra tempo e clima quando a farti campar male è il primo e non il secondo?

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Published inAttualitàClimatologiaNews

9 Comments

  1. Mario

    scusate ma cosa c’entra tutto questo con il GW??
    si deve guardare alle temperature globali e non a singoli episodi..
    http://2.bp.blogspot.com/_ix1qRsD71DE/S_AjOTDGheI/AAAAAAAACvs/r3l0gFymyFc/s1600/heat2010.png

    Continuano i record di temperatura, uno dopo l’altro. A questo punto, i primi quattro mesi del 2010 si prefigurano come parte di quello che potrebbe essere l’anno più caldo della storia, da quando si fanno misure di temperatura. La cosa si sta facendo preoccupante, soprattutto in considerazione del fatto che siamo a un minimo storico dell’attività solare – se il riprende a salire, cosa succede?

    Tutto questo avviene in corrispondenza di una fluttuazione artica che sta portando aria fredda dall’Artico sulle regioni Europee e degli Stati Uniti che, di conseguenza, stanno subendo un raffreddamento. Come vedete nel diagramma in alto a sinistra, c’è una striscia blu di raffreddamento che parte dalla Cina e arriva fino agli Stati Uniti. Chi vive in questa zona, incluso noi, ha difficoltà a rendersi conto della situazione. Nel resto del mondo, invece, ci sono delle zone, come il Canada, dove abbiamo sei gradi in più rispetto alla media stagionale. Non oso pensare cosa potrebbe succedere se avessimo temperature del genere qui da noi.

    Insomma, il riscaldamento continua; così come continua la testardaggine di chi rifiuta di rendersene conto

    • Fabio

      Caro Mario, trovi tutti i dati del mese di Aprile 2010 su http://lwf.ncdc.noaa.gov/sotc/?report=global&year=2010&month=4&submitted=Get+Report dove potrai vedere che le differenze sono dell’ordine dei centesimi. Se mi indichi dove vendono termometri capaci di misurarli te ne sarò grato, altrimenti sono solo numeri e non dati.Le misure di temperatura sono iniziate nel 1654 nel Granducato di Toscana. Quale sarebbe per te il valore dell’oscillazione mensile della temperatura fisiologico?A presto

    • Alessio

      The worldwide ocean surface temperature was 0.57°C (1.03°F) above the 20th century average: 57 centesimi di grado o 5.7 decimi di grado. Quindi la differenza e’ dell’ordine delle decine di centesimi, ergo decimi di grado. Misurabili.
      The April worldwide land surface temperature was 1.29°C (2.32°F) above the 20th century average: 1 grado e 3 decimi di grado su una media globale non sono pochi. E misurabili.

  2. È chiaro che tutti esperiamo la meteo e non questo fantasioso “clima” che è una media arbitraria di 30 anni. Un altro problema per i poveri cambioclimatisti e il loro conformismo…

    • Alessio

      Già. Pensi che a me che odio il caldo piacerebbe vivere a Khartoum dato che ho letto che c’è stato un temporale e la temperatura era sui 25 gradi. Tuttavia ho saputo che negli ultimi 30 anni le massime si aggirano sui 40 gradi da aprile ad ottobre. Fantasioso indeed….

  3. Luca Fava

    ma mi spiegate perchè l’asfalto si spacca così tanto solo in Italia?
    Qui a Copenhagen ha nevicato e da Natale a marzo la temperatura è rimasta sempre sotto zero, ma le strade hanno resistito benissimo…

    • Alessio

      A Tromsø pagano una tassa cittadina sulla benzina per risistemare le strade dopo ogni inverno…

    • Andrea Pierotti

      Perché l’asfalto che regge il freddo non va bene nei climi caldi. Indi se vuoi un asfalto che regga il freddo devi accettare di vedertelo squagliare sotto la canicola, viceversa se d’estate non vuoi che ti si appiccichino le suole al marciapiede, l’inverno devi lottare con le buche. O pensate che il clima della Scandinavia sia lo stesso della Penisola? E già… viviamo in un paese bellissimo, ma come tutte le cose belle come case, donne (o uomini per chi non è del mio stesso sesso o ha altri gusti), barche, automobili, e via dicendo, più è bello e più è scomodo.

  4. Filippo Turturici

    Forse in certe zone l’asfalto non è idrosolubile, ma ha subito lo stesso una bella botta dal gelo e dalla neve di quest’inverno! Con diverse centinaia di migliaia di euro, se non milioni, di spese eccezionali per riasfaltare le strade per diverse amministrazioni comunali già colpite dalla crisi (economica e dei fondi).
    Il quale, come media, non è neppure stato tanto freddo in Italia…eppure i record mensili di dicembre, al Nord e specialmente nel Triveneto, sono caduti come birilli! E chi se lo ricorda più che, domenica 20 dicembre 2009, la base aerea di Udine Rivolto toccò i -18°C, suo nuovo record ufficiale di tutti i tempi, ma in realtà scese addirittura a -19.8°C con una centralina non validata? http://it.wikipedia.org/wiki/Stazione_meteorologica_di_Udine_Rivolto#Temperature_estreme_mensili_dal_1969_ad_oggi Questo dopo che il giorno prima l’intera Pianura Veneta era stata battuta dalla più forte nevicata da diversi anni! E il tutto per pochi giorni di grande gelo.
    Come nessuno ricorderà che l’ultimo inverno è statao il più nevoso degli ultimi decenni per diverse località di pianura venete, friulane ed emiliane, con diverse nevicate da metà dicembre a metà marzo. Ricordo che, anni fa, girava voce che il comune di Ferrara, a fine anni ’90, avesse venduto tutti i propri mezzi spazzaneve*: dopo il decennio appena trascorso (inverni 2001-2010) direi che fu una decisione quasi tragica!
    Per non parlare del povero UK, che in un paio d’anni è passato dalla scomparsa dell’inverno alla neve ed al gelo ormai da ottobre (2008) a maggio (2010): quale sarebbe allora la “mitigazione” richiesta?

    *in realtà, spesso le amministrazioni locali non hanno veri spazzaneve, ma usano (oculatamente) i mezzi della nettezza urbana montandovi una pala da neve, oppure allo stesso modo i trattori degli agricoltori che volontariamente puliscono le strade di campagna, come avviene a Padova e provincia.

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