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Rinnovabili con le polveri bagnate

Avrei voluto aggiungere nel titolo “per fortuna”, ma poi sarebbe stato troppo lungo oltre che facilmente fraintendibile. Degli affanni che il settore sta avendo abbiamo parlato più e più volte, e non ci tornerò su in questa sede. Del resto si sa che c’è chi la pensa molto diversamente, come ad esempio Pierluigi Adami (Ecologisti Democratici), che con un intervento su Il Riformista di alcuni giorni fa, si diceva preoccupato che il rinnovato interesse per l’energia nucleare possa sottrarre risorse allo sviluppo delle fonti rinnovabili. Queste, sempre secondo Adami avrebbero avuto un incremento negli ultimi due anni pari a quello che si sarebbe ottenuto costruendo due centrali nucleari.

Tralasciamo i conti, perché non è chiaro se si parli di potenza installata o di effettiva produzione, a prima vista potrebbe trattarsi del primo caso, ma non è detto. Questo sarebbe già sufficiente a invalidare il paragone, visto che, a parità di potenza, il rendimento della produzione dall’atomo e dalle rinnovabili più diffuse è molto diverso, naturalmente in favore del primo. Ma c’è un altro elemento di incertezza, che Adami forse tralascia per dimenticanza, e che invece ha sottolineato Chicco Testa rispondendogli direttamente con un altro breve intervento sullo stesso quotidiano e specificando che trattasi di produzione e non installazione.

Il saldo positivo di energia ottenuta da fonti rinnovabili di oltre 10Twh è stato possibile per ben il 75% dalle ottime performances dell’idroelettrico (di gran lunga la fonte rinnovabile più redditizia), che ha beneficiato delle piogge davvero generose degli ultimi due anni, e da quanto ottenuto con le biomasse, che disgraziatamente non si può certo dire che incontrino il favore di una certa parte dell’ambiente ecologista.

Una cosa è certa, ad oggi non si può rinunciare alle fonti fossili, non si può rinunciare allo sviluppo di quelle rinnovabili, cercando di risolvere insieme i problemi di stoccaggio e distribuzione che il loro impiego comporta, e men che meno si può rinunciare al nucleare. L’unica soluzione è il mix energetico, e mettere in contrapposizione queste alternative non avvicina di certo la soluzione del problema.

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7 Comments

  1. Scusate il ritardo nella replica ma ero fuori. Con l’attuale trend di crescita di fotovoltaico, eolico e biomasse (intorno a 3 Terawattora di ebergia aggiunta all’anno), gli obiettivi europei (96 TWh – oggi siamo a 67 circa) saranno raggiunti anche senza grande crescita di idroelettrico. Bisogna adeguare la rete a un diverso modello di produzione energetica, ma questo processo è già in atto, se il nucleare non lo fermerà, imponendo di nuovo il modello di produzione fortemente centralizzato.
    iPochi giorni fa in un convegno al GSE con gli studi di Terna, Fondazione Sviluppo Sostenibile ed Enea, le previsioni parlano di rinnovabili al 40-50% verso il 2030.
    Sono stati presentati due scenari di previsione consumi al 2030, uno che punta sulla riduzione dei consumi e l’efficienza energetica, e uno – improbabile – nel quale l’effetto dell’efficienza energetica è minimo e i consumi crescono, e si ricava che in entrambi gli scenari il contributo del nucleare è del tutto inutile per la produzione elettrica nazionale. Per una sintesi vedi http://www.fondazionesvilupposostenibile.org/f/Documenti/Presentazioni+Seminario+GSE/COMUNICATO__STAMPA_7_maggio_GSE.pdf

    • Grazie per l’informazione. Non so se debba essere nucleare, fossile o in qualunque altra forma, quel che è certo è che in previsione di un ricorso così massiccio alle fonti rinnovabili, pur con le adeguate modifiche al sistema di distribuzione e dispacciamento, se non si acquisiranno tecnologie nuove per l’accumulo di energia (ad oggi il sistema più efficiente è proprio l’acqua), sarà comunque necessario avere delle fonti stabili che sopperiscano alla endemica intermittenza del contributo delle rinnovabili. Ripeto, non credo che la competizione spesso anche ideologica tra diverse fonti, possa rappresentare la soluzione al problema.
      gg

  2. Angelo

    Scusate! Il documento da scaricare è questo:

    L’idrico – Dati statistici al 31 dicembre 2008

  3. A proposito delle obiezioni qui formulate al mio articolo sul Riformista, vorrei sottolineare che se c’è dimenticanza è dell’estensore delle obiezioni, in quanto nel mio articolo, parlando esplicitamente di 10 terawattora ho evidentemente fatto riferimento al dato di energia reale prodotta e immessa in rete, non alla potenza installata (che sarebbe stata indicata in terawatt).
    Dunque in questo caso le questioni sull’efficienza posta da Chicco Testa non si applicano: si tratta proprio di energia vera, concreta, immessa in rete.
    Nel mio articolo parlo di “energia pulita” e ovviamente includo l’idroelettrico – che sta avendo un rinnovato interesse grazie a centinaia di miniimpianti, alle biomasse, oltre ovviamente all’eolico e al fotovoltaico.
    Un caro saluto
    Pierluigi Adami

    • La ringrazio per aver chiarito ciò che per mia ignoranza, evidentemente per me chiaro non era. Con riferimento alle performance della produzione di energia pulita, si tratta effettivamente di una quota pari al 75% dell’incremento proveniente dall’idroelettrico? E se così è, quanta parte di quell’energia è stata prodotta con nuovi impianti e quanta con impianti vecchi ma comunque più produttivi per l’abbondanza delle piogge? In tempi di clima che cambia e previsioni di periodi siccitosi sempre più lunghi questo potrebbe fare la differenza. Non vorrei che l’energia prodotta fosse così pulita da essere del tutto assente qualora dovessero venir meno le piogge.
      gg

  4. gbettanini

    La questione è tutta nei costi di generazione….
    Ma è inutile confrontare i costi del nuovo nucleare con i costi di produzione da gas, carbone ed eolico in Inghilterra o negli Stati Uniti come fa Adami per portare acqua al proprio mulino, sono realtà troppo deiverse da quella italiana.
    Ad esempio il costo del kWh da eolico in Italia è quasi doppio rispetto al costo del kWh eolico in Scozia.

    In Italia:
    Costo eolico: 10-12 c€/kWh
    Costo termoelettrico : 5 c€/kWh con tendenza all’aumento
    Costo nucleare : 5-8 c€/kWh

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