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Niente è come sembra

Già alcune settimane fa, avevo richiamato l’attenzione sulla rubrica che Steve Goddard sta curando su WUWT, il blog di Antony Watts. Goddard sta via via affrontando con cadenza ormai più che settimanale i molteplici e controversi aspetti dell’universo del ghiaccio marino, uno degli elementi su cui si è scritto e detto di più in ordine a tutta la querelle sul clima.

Il suo ultimo post mi sembra molto interessante, perché fornisce delle spiegazioni plausibili sull’ormai famoso annus horribils del ghiaccio marino artico, il 2007. Secondo lui, il minimo dell’estensione raggiunto nei mesi estivi, non è stato da imputare esclusivamente allo scioglimento o, come già detto molte altre volte, all’allontanamento del ghiaccio dall’area artica, ma ha giocato un ruolo importante anche lo spessore che il ghiaccio ha raggiunto proprio in quella fase di importante seppur stagionale declino.

Dal video pubblicato si vede piuttosto bene come il ghiaccio sia scomparso da molte zone dell’artico in quei mesi, andando ad ammassarsi in una zona prossima all’area soggetta al maggiore scioglimento, ove c’è stato un aumento considerevole dello spessore del pack, in alcuni casi anche del 60% in più. Una riduzione d’area cui si è contrapposto un aumento di spessore. Ne avevate mai sentito parlare? Io sinceramente no.

Goddard chiude poi con un interrogativo interessante. Se nel 2007 i pattern atmosferici e marini hanno generato un tale aumento di spessore partendo da uno strato di ghiaccio spessoda 0,5 a 3 metri, cosa potrà accadere quest’anno che il ghiaccio in quella stessa zona già ne misura da 0,5 a 5?
Vedremo, anche perché quest’anno non sono certo mancate le sorprese, tra aumenti dell’estensione (per qualche giorno prossima o uguale alla media del trentennio) e quello che attualmente sembrerebbe un rapido analogo declino.
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