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Il consenso in dieci punti

Climate Monitor è nato poco meno di un anno fa con lo scopo di aprire un canale di scambio di informazioni ed opinioni in materia di clima. Oggi, ma è una sensazione che ho già da qualche tempo, credo di poter dire che abbiamo fatto centro. Non passa giorno ormai, che la nostra compagine non si arrichisca di contributi acuti ed interessanti, che testimoniano quanto interesse “disinteressato” ci sia attorno a questa parte dello scibile umano. I più affezionati di voi avranno già letto le righe che seguono, si tratta infatti di un commento al nostro ultimo post “Galeotta fu la Coca Cola“. Lo ha scritto un lettore, Carlo Colarieti impegnato da anni ad approfondire la sua (ed anche la nostra) conoscenza sul clima. Il suo interesse specifico è rivolto all’alta atmosfera, come potrete scoprire visitando il suo sito a questo link. Vi lascio alle sue più che condivisibili opinioni.


Il problema, senza offendere i poveri Orsi polari, non credo che stia nel caso specifico ma nella trattazione generale. Senza fare troppi preamboli vado subito al sodo. Allo stato attuale delle conoscenze sia coloro i quali sostengono la validità dogmatica dell’AGW e sia coloro i quali ne rimangono dubbiosi non riuscirebbero certamente a convincersi l’un l’altro del contrario. Per dirla alla politichese non ci sarebbero “spostamenti di voto”. Questo perché? Perché nessuna delle due tesi ha finora trovato la chiave di lettura definitiva in grado di stabilire con rigorosa prova scientifica dove risieda la verità. I sostenitori dell’AGW hanno più volte dichiarato di aver trovato la prova provata, ovvero la cosiddetta “pistola fumante” rilevatasi fino ad ora più che altro una modesta scacciacani, e dall’altra parte studi e ricerche che avvalorano sempre più le motivazioni dei dubbi. In entrambi i casi le posizioni sono destinate a rimanere tali e il fatto che non si sia ancora, come si dice popolarmente, “cavato il ragno dal buco” significa che in base alle nostre attuali conoscenze non siamo in grado di stabilire con certezza né da dove veniamo e né dove andiamo. Porto, a solo titolo di esempio certamente non esaustivo, alcuni punti di discussione che non mi sembrano del tutto secondari:

1. il pianeta si è riscaldato e di quanto (a seconda di come vengono gestiti i dati e del database usato si hanno non poche differenze);

2. l’aumento di concentrazione di CO2 atmosferico è interamente causato dall’attività dell’uomo o ne è solo compartecipe (il cosiddetto riscaldamento globale è iniziato nella prima metà dell’ottocento in periodo poco sospetto da alterazioni umane);

3. adeguata e definitiva risposta ai mutamenti climatici del passato remoto o più recente (faccio riferimento al fatto che le motivazioni astronomiche del Milankovitch non sono ancora così unanimemente condivise e che non sono affatto chiare le motivazioni delle variazioni climatiche ad onda corta come il più recente Periodo Caldo Medievale o l’ancora più recente Piccola Età Glaciale);

4. confusione sulla efficacia di assorbimento della CO2 negli infrarossi (la letteratura impazza di valori anche sideralmente differenti) e sul suo livello di saturazione (mi riferisco al fatto che un aumento lineare di CO2 non segue un altrettanto lineare aumento della temperatura fino all’infinito ma tende invece a stabilizzarsi indipendentemente dalla quantità elevata del gas seguendo una curva logaritmica crescente);

5. adeguata conoscenza sull’attività solare e sulla sua capacità di indurre modifiche al sistema climatico (fenomeno, e non solo questo, praticamente ignorato dai modelli climatici se non minimizzato all’uso della variazione dell’irradiazione solare);

6. discussioni sulla qualità della vita in un mondo più caldo o più freddo (mi riferisco alle differenze di vedute che vedono la catastrofe in un clima più caldo e forse il paradiso in uno più freddo smentendo di fatto la storia che è piena del contrario);

7. tornando al tema della CO2, usando un famoso paradigma, “chi viene prima: l’uovo o la gallina?”. Ovvero è l’aumento di CO2 che provoca l’aumento delle temperature o è viceversa? (studi ad alta definizione condotti dal paleoclimatologo artico Prof. Ian Clark dell’Università di Ottawa e dal Prof. Lowell Stott dell’Università della California del Sud sembrerebbero testimoniare che la CO2 segua la temperatura e non viceversa);

8. il ruolo degli oceani nelle modificazioni climatiche nella loro funzione di sequestratori o emettitori di CO2 seguendo il ritmo della circolazione profonda (uno studio condotto da Britton Stephens, dell’università del Colorado e Ralph Keeling dell’Università della California, San Diego, hanno dimostrato che una maggiore estensione del ghiaccio nel mare antartico provoca una diminuzione netta della concentrazione di CO2 atmosferico. L’emisfero sud gioco un ruolo importante nelle modificazioni climatiche. Il loro studio è stato pubblicato sulla rivista Nature del 9 marzo del 2000);

9. il ruolo della chimica stratosferica sulle variazioni della circolazione troposferica con particolare riferimento all’Oscillazione Artica (vedi uno studio pubblicato sul Geophysical Research Letters, Brand et al, e da uno studio da me ultimato in via di stesura finale che pubblicherò a breve);

10. ruolo delle onde lunghe planetarie nella variazione totale di ozono e nella variazione di temperatura stratosferica (studio compiuto da ricercatori della NASA e pubblicato nel 2001).

I temi qui sopra esposti, da non confondersi con i dieci comandamenti, non sono che la punta di un iceberg chiamato “conoscenza della macchina climatica”. Senza maggiori certezze non saremo in grado di fare alcuna previsione accettabile sui possibili climi futuri. In sostanza come scritto dalla Prof. Naomi Oreskes in una articolo pubblicato nel 1994 su Science, ma ancora del tutto attuale, nel quale dubitava delle uscite dei modelli climatici perché difficilmente verificabili e validabili e anche perché fondati sulla base di ancora scarse conoscenze sul funzionamento del clima. Inoltre la previsione modellistica, allo stato attuale delle cose, rischia di essere più uno studio di sensibilità che una previsione perfetta senza fornire informazioni adeguate sul clima.

Che dire, ieri a Padova c’è stata una manifestazione molto particolare. I partecipanti hanno sfilato in bicicletta indossando soltanto la biancheria intima. In mutande per il clima era il titolo dell’evento. Con quel che costa la benzina meglio senz’altro andare in bici e, con il caldo che fa, ancora meglio andarci seminudi. Chissà se qualcuno ha detto loro quanto incide sul costo dell’energia la campagna mediatica dell’AGW. Ad averlo saputo in anticipo sarebbe stato bello stampare questi dieci punti e farne volantinaggio tra gli allegri ciclisti. Peccato, chissà che qualcuno di loro non capiti su queste pagine, magari per errore.

Grazie Carlo, a nome della redazione di CM ma, credo di poter dire, a nome di tutti i nostri lettori.

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Published inAttualità

5 Comments

  1. carlo bongiovanni

    anche su questo articolo che dire: condivido il 100%

    avanti così

    C.

  2. alessandrobarbolini

    in una delle tante trasmissioni di GAIA ricordo benissimo che MARIO TOZZI dipinse che l,italia da penisola rischia di diventare un,arcipelago..grande divulgatore scientifico,bravissimo geologo,ma facendo parte del centro ricerche CNR,si nota benissimo che subisce le influenze PRO RISCALDAMENTO da MARACCHI…..lo sanno pure i non addetti ai lavori che al CNR,ogni estate che si sfiorano i 40 gradi ,loro gridano all,imminente arrivo del deserto del sahara in italia,e appena siamo toccati da una normale ondata di aria fredda gridano ad una imminente era glaciale…..posso capire che ci cerchi di predire la prossima eruzione di un vulcano (AL LIMITE)ma non che in futuro veda molti CAMMELLI IN GIRO in un,italia ridotta a un arcipelago…………………

  3. @ Davide
    Salve Davide, la boutade dell’Adriatico a Milano è uscita qualche anno fa in un programma di Rai3, credo che fosse quello di Mario Tozzi, e c’era anche una grafica spettacolare in stile The day after tomorrow. Che il mare salga 1cm, 7m o 20m (dipende dall’umore dello speaker) difficilmente potrà arrivare ai 103 metri di altezza sul livello del mare della città. Questo la gente non lo sa ma noi stiamo qui per questo :-).
    Grazie per i complimenti che comunque giro a Carlo Colarieti, perchè in questo caso sono solo latore della presente.
    gg

  4. Molto belli questi chiamiamoli 10 comandamenti,ma infatti c’è troppa troppa speculazione su sto benedetto riscaldamento globale,si sparano migliaia di stupidate,ne cito una in particolare,il mare Adriatico in piazza duomo a Milano,a me sembra che stiamo cadendo nel ridicolo,invece di creare confusione sarebbe ora di fare conferenze serie,con paroli semplici in modo di spiegare veramente il CLIMA terrestre con o senza riscaldamento,con o senza colpa dell’UOMO,come sempre faccio i complimenti a Guido Guidi

  5. alessandrobarbolini

    una cosa resta certa ,oramai in nome della spinosa questione climatica,si ci inventa di tutto ,manifestazioni concerti dibattiti viaggi in giro per il globo ,dove il dibattito si affievolisce nel come e in quali tempi abbattere le emissioni di gas serra ,dal 2020 entro il 2050…ma come? ci delineano mari a bologna e parlano di date lontanissime!e nel frattempo recandoci a sinistra e destra per il mondo inquiniamo ..peccato ,che la bugia si nascondi in questo passaggio ,quello del predicare bene profetizzando catastrofismi alla NOE ,ma si continui a razzolare molto male..comunque vada questo mistero scientifico climatico ,non saremo certamente noi a sperimentarlo sulla propria pelle …penso anzi credo che ,le riduzioni di gas serra avverranno solamente quando il petrolio si sara esaurito totalmente..ripeto,il paradosso si nasconde proprio qui,ovvero PER PARLARE DI EFFETTOSERRA ,guarda caso hanno immesso in atmosfera piu GAS SERRA…quella parte di scienziati in giro per il mondo,(AL QUALE PORTO RISPETTO )andando al mulino si sono infarinati…meditiamo gente meditiamo

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