Salta al contenuto

La terra respira, ma a qualcuno mancherà l’aria!

Prima premessa. L’immagine di un pianeta che gonfia i polmoni e poi li rilassa come un placido gigante ultimamente un po’ affannato è molto poetica, ma l’uso distorto che ne è stato fatto ha finito per renderla un po’ stucchevole. Pensare al pianeta come a un essere vivente ci piace, perché ci mette in condizione di rapportarci a quello che ci circonda nelle stessa dimensione, ma se deve servire a descriverlo come una creatura in balia di questa perfida razza di distruttori ci piace molto meno. Ma, tant’è, l’immagine torna buona comunque.

Seconda premessa. Sono curioso di vedere se adesso qualcuno penserà che il Max Planck Institute sia un covo di negazionisti al soldo dei petrolieri. Devono averlo pensato anche loro, perché nel pubblicare i risultati delle loro nuove ricerche si sono preoccupati di scrivere a chiare note dove hanno preso i soldini per farle.

Ecco di cosa si tratta. E’ ormai qualche giorno che leggiamo sui giornali questa notizia. Qui su CM stavamo aspettando di capirci qualcosa di più del lancio di agenzia praticamente sempre uguale da cui sono stati tratti gli articoli. Due team di ricerca hanno prodotto due lavori appena pubblicati su Science (quiqui) con i quali sembra siano stati fatti molti progressi nella comprensione delle dinamiche di rilascio/assorbimento di anidride carbonica da parte della biosfera, al contempo chiarendo molti aspetti sul ciclo de carbonio e mettendo in evidenza quanto su molti altri sia ancora molto scarso il livello di comprensione scientifica.

Gli aspetti interessanti di questi due lavori sono molti, quello che colpisce di più è forse la stima che viene fatta della quantità di CO2 “rilasciata” dalla biosfera ad ogni ciclo annuale, 123 (+ o – 8) miliardi di tonnellate. Per chi non ne avesse contezza ricordiamo che la CO2 emessa ogni anno dalle attività antropiche è di circa 7 miliardi di tonnellate, cioè inferiore al margine di errore della stima. Questo, almeno in parte, chiarisce i rapporti di forza. Ma vediamo gli altri punti salienti.

Nella maggior parte degli ecosistemi, il rateo con cui le piante fissano la CO2 dall’atmosfera varia relativamente poco al variare delle temperature.

La respirazione degli ecosistemi, ovvero il rilascio di CO2 a fine ciclo, aumenta in modo minore di quanto spesso si è dato per acquisito quando aumentano le temperature.

Questa dipendenza dalle temperature è praticamente uguale su tutto il pianeta, anche negli ecosistemi che differiscono molto tra loro per tipologia delle specie vegetali predominanti.

Il clima è molto imprevedibile: innumerevoli fattori danno luogo a meccanismi di accentuazione dei feedback al pari dell’effetto serra antropogenico. Questo rende difficile far previsioni, specialmente perché molti processi del sistema pianeta non sono ancora compresi con completezza.

I risultati di queste ricerche suggeriscono che la disponibilità di acqua gioca un ruolo decisivo nel ciclo del carbonio all’interno degli ecosistemi. In molti casi è più importante delle temperature.

Scenari particolarmente allarmistici per i feedback tra il riscaldamento globale e la respirazione degli ecosistemi (leggi scambi di CO2 operata dalla biosfera) sono dunque irrealistici.

Il fattore che determina l’accelerazione della respirazione non dipende dalle temperature locali e dalla specifica caratteristica dell’ecosistema. Differenti ecosistemi reagiscono in modo relativamente uniforme alle variazioni di temperatura.

Non è ancora possibile capire se questo attenui il feedback positivo tra la concentrazione di CO2 e le temperature. Lo studio mostra chiaramente che non abbiamo ancora una buona comprensione dei cicli globali e della loro importanza per l’evoluzione nel lungo periodo.

La produzione primaria delle aree tropicali non è così fortemente dipendente dalla quantità delle precipitazioni. Anche in questo caso è necessario esaminare criticamente la previsione elaborata da alcuni modelli di una scomparsa della Foresta Amazzonica in un mondo più secco.

==============================

Beh? State trattenendo il respiro?

NB: da WUWT.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inAttualitàClimatologiaNews

3 Comments

  1. Che coraggio hanno avuto questi scienziati! Ora aspettiamoci la pioggia di se, ma e forse…

    CG

  2. duepassi

    seguendo i link dell’articolo

    [ (…) The respiration of the ecosystems, when flora and fauna release carbon dioxide, also increases to a lesser extent than has recently often been assumed when the temperature rises. Moreover, this temperature dependence is the same all over the world – even in ecosystems as different as the tropical savannah and the Finnish needleleaf forest, for example. (Science Express, July 5, 2010) ]

    (anche la respirazione degli ecosistemi, quando flora e fauna rilasciano CO2, aumenta meno di quanto sia stato spesso recentemente assunto, quando aumenta la temperatura. Inoltre, questa dipendenza dalla temperatura è la stessa in tutto il mondo – perfino in ecosistemi tanto differenti come la savana tropicale e le foreste aghifoglie finlandesi, per esempio.)

    Sono ardito se penso che se la differenza di temperatura tra i tropici e la Finlandia (e cioè differenze di luogo, a parità di tempo) non causano cambiamenti nel comportamento della dipendenza dalla temperatura, lo stesso possa accadere per differenze di temperature nel tempo, nello stesso luogo ?

    [ (…)Some earlier investigations at the ecosystem level resulted in threefold to fourfold accelerations, which would enhance the greenhouse effect. It was not possible to reconcile these data with global models and atmospheric measurements of carbon dioxide concentrations and their seasonal variations, however. “We can now settle obvious contradictions between experimental and theoretical studies,” says Miguel Mahecha, (…) Markus Reichstein adds: “Particularly alarmist scenarios for the feedback between global warming and ecosystem respiration thus prove to be unrealistic.” ]

    (alcune investigazioni precedenti a livello di ecosistemi avevano concluso che ci sarebbero state accelerazioni da triple a quadruple, che avrebbero aumentato l’effetto serra. Non è stato comunque possibile riconciliare questi dati coi modelli globali e con le misure atmosferiche delle concentrazioni di CO2 e delle loro variazioni stagionali. “Ora possiamo sistemare le ovvie contraddizioni tra gli studi teorici e sperimentali” dice Miguel Mahecha, (…) Markus Reichstein aggiunge:”Scenari particolarmente allarmisti per il feedback tra GW e la respirazione degli ecosistemi si dimostrano così non realistici”.)

    …e poi, con contraddizioni tra studi teorici e sperimentali, qualcuno si inalbera se altri hanno dei dubbi, e presenta l’ipotesi dell’AGW come una teoria “settled” e indiscitibile ! (ricordate la famosa frase “the debate is over” ?)
    GB

  3. duepassi

    Giusto ieri avevo scritto, in risposta all’obiezione di Stefano

    [ L’esempio non voleva certo mettere in discussione se esista o non esista un contributo antropico, che nessuno mette in dubbio.
    Quello che personalmente metto in dubbio sono la sua entità, e la sensibilità climatica.
    L’esempio voleva solo far notare che non basta avere una teoria
    Secondo me, che non sono nessuno, la quantità di riscaldamento causata dall’aumento di CO2 è piccola, e va diminuendo logaritmicamente all’aumentare delle emissioni.
    Mi risulterebbe che su questo siano d’accordo anche i sostenitori dell’ipotesi AGW, tanto che parlano di feedback positivi che causerebbero le catastrofi. Secondo Roy Spencer invece la sensibilità climatica sarebbe assai bassa. Io sono con Roy Spencer, anche perché il clima ha tenuto magnificamente testa a variazioni climatiche da quando si è formata 4,57 miliardi di anni fa, secondo
    http://it.wikipedia.org/wiki/Terra
    e quindi un sistema che non si instabilizza così a lungo, secondo la mia personale logica deve avere una prevalenza di feedback negativi, piuttosto che positivi, che prima o poi l’avrebbero instabilizzata. ]

    Ma non l’ho postato, perché sarebbe stato OT in un tema in cui volevo chiarire il concetto che non basta avere una teoria, quando la controparte non ce l’ha, per avere ragione. Serve anche che la teoria sia vera. Se non lo è, avere una teoria sbagliata fa maggiori danni di non averne una.
    Ora, manco a farlo apposta, leggo dal link segnalato dal colonnello

    [ Overall, the results partly explain a less pronounced climate–carbon cycle feedback than suggested by current carbon cycle climate models. ]

    E mi sembra che questo confermi le mie parole di ieri.
    Secondo me.
    GB

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »