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Stratwarming, ci voleva il deterministico

Nelle ultime settimane ne abbiamo lette – e scritte – un pò di tutti i colori. Dai toni a volte entusiastici a volte delusi a volte distaccati dei forum, alle incursioni di questo o di quell’altro esperto su fonti più o meno accreditate, all’attendismo di chi, non sapendo che pesci pigliare, ha preferito aspettare che le cose fossero più chiare per allineare il proprio pensiero.

Su queste pagine abbiamo fatto una scelta diversa. Pur tra mille incertezze e perplessità, abbiamo preferito dar la precedenza alla convinzione che determinati meccanismi atmosferici, se pesantemente alterati da dinamiche interne ed improvvise come quelle dell’ultimo Sudden Warming stratosferico, avrebbero necessariamente dovuto portare degli effetti più che tangibili. Qualcuno, con malcelato distacco, non essendo salito per tempo sul treno in corsa, ha preferito sentenziare che in fondo un pò di freddo in inverno, indotto da “normali” movimenti meridiani dell’aria, non rappresenta nulla di speciale. Al riguardo mi ha colpito un’affermazione di Carlo Colarieti Tosti, sul cui sito sono disponibili più informazioni sulla stratosfera di quante non ce ne siano in qualunque altro sito italiano e con il quale abbiamo seguito e studiato questo sudden warming sin dall’inizio. Poche ma eloquenti parole: “in un contesto di dinamiche atmosferiche per loro natura prevalentemente zonali, rappresenta già un errore catalogare una brusca inversione di tendenza come normale”. Ma tant’è, per entrare nel merito di questa questione occorrerebbe riprendere dal principio la teoria della circolazione generale atmosferica ed ora, per quanto attraente, una tale azione finirebbe per essere un puro esercizio di stile.

Mi premono tuttavia un paio di considerazioni. Innanzi tutto una premessa: non siamo alla ricerca dell’evento eccezionale, nè del primato nell’averlo individuato. Le manifestazioni estreme delle dinamiche atmosferiche, in quanto tali, hanno una importante componente caotica, proprio per la natura assolutamente non lineare del sistema in seno al quale si manifestano. E’ dunque impossibile, con gli strumenti di cui disponiamo, prevedere con esattezza dove e quando queste saranno più incisive, perchè non disponiamo di informazioni esatte sullo stato iniziale del sistema. Ma, confidando nell’esperienza, nell’osservazione e nella lettura di ciò che è accaduto in passato, possiamo andarci vicino. La natura è più precisa di qualsiasi altro meccanismo e l’atmosfera non fa eccezione.

Un paio di esempi relativi a quanto sta accadendo in alta atmosfera. L’effetto più tangibile del riscaldamento stratosferico è quella che in gergo tecnico viene definita retrogressione. In sostanza il vortice polare subisce prima un rallentamento della sua rotazione ciclonica e poi con l’inversione dei venti zonali l’intera struttura inizia a ruotare nel senso opposto. Questo accade progressivamente dalle quote più alte a quelle più basse, perchè, come abbiamo sottolineato anche in un precedente post, nelle strutture anticicloniche il traferimento dell’energia avviene dall’alto verso il basso. Non c’è un orologio che scandisce i tempi di questo trasferimento, ma quando il riscaldamento è imponente come quello che ha caratterizzato questo sudden warming, il processo è inesorabile e può avvenire anche a più riprese. Il primo effetto sul territorio europeo del cambiamento di circolazione lo abbiamo visto arrivare nei primi giorni del mese. Il Mediterraneo è stato solo sfiorato ed è tornata a prevalere temporaneamente la componente zonale. Il secondo - più deciso – arriverà come da programma nei prossimi giorni, con una componente artica più marittima che continentale. Sarà dunque la Valle del Rodano e non la Porta della Bora a favorire l’ingresso dell’aria fredda sul nostro territorio.  E questo accadrà circa venti giorni dopo il massimo del riscaldamento alla quota di 10 hPa, verificatosi attorno al 25 del gennaio scorso, rispettando quanto accaduto anche in altri analoghi episodi.

Ma il bello, si fa per dire, deve ancora venire. Infatti se il primo manifestarsi del cambiamento di circolazione è stato indotto dal distacco di un debole polo freddo del vortice polare, il secondo – quello prossimo venturo – sarà prodotto da una circolazione fredda alle medesime quote più vasta ed organizzata, ma pur sempre derivata, cioè non appartenente al core del vortice polare che continua a stazionare molto più ad est. La differenza è nel fatto che questo passaggio sarà molto meno temporaneo e vedrà prevalere la componente meridiana in troposfera parecchio più a lungo, caratterizzando tutta la seconda parte di questo mese. A seguire, complice il fatto che la stagione sta progredendo, il vortice polare farà sempre più fatica a riprendere vigore, perchè stiamo andando verso la stagione della rottura definitiva della sua struttura,  quello che viene solitamente definito final warming.

Con buona pace delle previsioni di primavera anticipata, già sbandierate da alcuni blasonati centri di calcolo, è più che probabile che una buona parte del prossimo mese di marzo, veda prevalere frequenti scambi meridiani che notoriamente non portano le margherite. Questo la natura lo sa, ed infatti, mentre l’anno scorso di questi tempi c’erano già le mimose in fiore, ora la natura è ancora addormentata, segue il suo orologio e se ne frega altamente delle previsioni. Curiosamente, ora che i modelli deterministici mostrano in tutta evidenza di “sentire” nel tempo giusto gli effetti in troposfera di questo stratwarming, si sente parlare di brusco ed improvviso cambiamento di circolazione. Brusco ed improvviso? Direi di sì, ma eviterei di dire inatteso.

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Published inAttualitàClimatologiaMeteorologia

14 Comments

  1. stefano64

    Complimenti, dott. Guidi. Un plauso particolare alla chiarezza delle Sue esposizioni, con termini accessibili anche ai meno addetti ai lavori, alla pacatezza del Suo argomentare ed alla coerenza previsionale.
    Grazie davvero!

  2. rob

    Per ora (09.30 AM) timidi fiocchi di neve sui Castelli Romani…
    Buona giornata a tutti.
    Rob.

  3. @ Matteo
    Grazie, questo è lo spirito giusto. Quello che cerchiamo di fare non sono delle previsioni con anticipo superiore al consentito (che comunque ci piacerebbero tanto), quanto piuttosto cercare di comprendere per tempo quale sarà il pattern dominante nel medio lungo periodo. Rivolgere lo sguardo più in alto non significa certo mettere gli strati più bassi in secondo piano, visto che il “tempo” è tutto lì.
    gg

  4. Simone R.

    dott. Guidi, complimenti, è sempre un piacere leggere i suoi articoli, ma le devo porre una domanda da profano.
    Da semplice informatico e quasi a digiuno di conoscienze fisiche, mi chiedevo: come può un riscaldamento stratosferico riversare tutta quell’aria fredda nei bassi strati? In pratica mi piacerebbe sapere le dinamiche fisiche che provocano il rallentamento del vortice polare o addiritura lo split.
    Ringrazio tutti dell’eventuale risposta, e spero che nevichi bene qua in Umbria!

  5. Matteo (Venezia)

    I miei complimenti per la chiarezza espositiva e la fluidità e coerenza di pensiero. Le dinamiche stratosferiche non mi hanno mai “acceso”, vuoi per la inefficacia con cui spesso i warming si sono trasmessi ai piani più bassi, vuoi per il fatto che il caotico modo troposferico lo ritengo più affascinante del relativo “ordine” che regna alle quote più elevate. Beh, mi sono sbagliato. Avere una vision abbastanza deterministica (ancorché non una previsione) sulla circolazione generale con 25 giorni di anticipo è senza dubbio grandioso ed eleva i nostri orizzonti a livelli più nobil di una, talvolta miope, semplice consultazione modellistica. A questo punto non importa se dove e quando nevicherà. Quel che è certo è che ci troviamo dinnanzi ad un evento spettacolare e come tale dobbiamo viverlo, senza nevrosi o frustrazioni per gli eventi mancati.
    Grazie
    Un saluto

  6. Stefano De C.

    Ottimo articolo

  7. […] da CM, ad oggi le conferme – tutte – sono arrivate… Buona lettura e buon evento a tutti! Stratwarming, ci voleva il deterministico | Climate Monitor __________________ "Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne" […]

  8. Lorenzo Fiori

    Ottime spiegazioni: per la prossima puntata suggerisco a Guidi di parlane delle ‘onde planetarie’, fantomatico fenomeno atmosferico di cui però ne capisco molto poco l’origine, la consistenza e l’evoluzione e che invece sembrano avere effetti notevoli proprio sulla stratosfera, come peraltro già discusso in altri post…

  9. Sergio Musmeci (Copernicus64)

    Gentile col. Guidi, le confesso che anch’io ad un certo punto ho avuto qualche perplessità su un effetto evidente di questo SSW anche per l’Italia. Avrei dovuto avere più fiducia dal momento che è senz’altro molto più preparato di noi tutti su certi argomenti!…insomma questo episodio ci insegna ancora una volta che non dobbiamo assolutamente fidarci dei GM oltre i 2 giorni di previsione quando abbiamo a che fare con SSW così imponenti.

    ps. questo ci fa vedere anche quanto sia importante la stratosfera e il potenziale ruolo del sole nel modulare il coupling stratosf-troposfera

  10. gianluca

    Complimenti dott. Guidi,
    non sapevo di questo sito,
    l’ho scoperto da pochi giorni,
    anche se per le mie conoscenze meteo
    forse è un po’ troppo “alto livello”!
    Comunque speriamo che questo fine settimana riusciro’ a vedere un po’ di neve dalle mie parti (Irpinia, 600 m.),
    dalle previsioni sembra proprio che questa volta finalmente toccherà anche a noi del Sud!
    Saluti

  11. Maurizio

    Egregio Col.Guidi, complimenti per la sua chiarezza e grazie per riservarci qualche speranza di un bel periodo invernale che gli amanti del freddo e della neve come me, aspettano con ansia.
    Leggo nel suo articolo che la configurazione che si sta creando convoglierà l’aria fredda verso il Mediterraneo dalla porta del Rodano invece che da quella della bora. Ovviamente questo mi fa estremamente piacere abitando a Massa, in Toscana, perchè le cosiddette “rodanate” potrebbero portare rovesci nevosi anche fino a quote basse.
    Altri siti meteo invece prevedono aria molto fredda in arrivo da E/NE quindi con particolare interessamento delle zone adriatiche.
    Come mai questa discordanza?
    In attesa di una risposta porgo cordiali saluti.

  12. Come sempre esaustivo, chiaro, semplice!!!
    Grazie ancora!
    Ciao,
    Giorgio-Rimini

  13. Fabio

    Non finirò mai di farLe i complimenti Sig.Guidi.Comprensibile a tutti e impeccabile.
    Con tono ironico, ma veritiero, dico solo una cosa.Forse i 20-25gg miti che si sono avuti, non ricordo nemmeno a quanto tempo risale l’ultima minima sotto lo 0, qui ci sono le margherite in fiore, le mimose che riprendono vita, e nella parte collinate del Friuli ho visto Aironi e una ventina di Cicogne.Se arriverà tutto quel gelo, beh, madre natura si prenderà una bella mazzata.

    Complimenti ancora e grazie.

    Fabio

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