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L’assedio

Mi è sempre piaciuto leggere Focus, la trovo, ma forse dovrei dire trovavo, una rivista interessante, capace di destare la curiosità dei lettori e soddisfarne le esigenze. Tutto questo c’è ancora, ma ultimamente si è aggiunto dell’altro. Le esigenze non sono più soddisfatte, sono generate.

Attenzione, non sto parlando di pubblicità, se è per quello le pagine di Focus ne sono piene come lo sono quelle di tutti i rotocalchi, SUV, tecnologia, abiti, orologi, le solite cose, c’è persino McDonald (ma subito dopo anche un lassativo)! Sto parlando di contenuti, perché mi è capitato tra le mani il numero di settembre 2010, del quale vi do brevemente conto:

  • Pag. 5, titolo “Una ventata di energia pulita”. Splendido peana dell’energia eolica, con molti accattivanti numeri condensati in appena 9 righe, tra i quali troneggia la potenza installata nel nostro paese. Ne manca solo uno, cosa ci facciamo oggi con quella potenza. Forse manca perché è un po’ piccolo tale numero.
  • Pag. 10, titolo “Passa al verde”, con l’immagine epica del governo maldiviano riunitosi in seduta plenaria sott’acqua qualche mese fa. Con le Maldive, la Danimarca (sott’acqua pure loro? Speriamo di no), indicate come le comunità ecosostenibili più efficienti del pianeta.
  • Pag. 10 (subito sotto), titolo “L’atomo fa CO2?” Ahimè, sì, l’atomo non è poi così verde come lo raccontano.
  • Pag. 33, niente titolo, solo la pubblicità di un bel giaccone. La marca è Breach, comprandolo aderirete al progetto Save the Whale Campaign. Qualche centinaio di Euro e passa la paura (alle belene, non a voi).
  • Pag. 48, titolo “Sulla rotta del ghiaccio”, decisamente il pezzo forte. Reportage della spedizione del rompighiaccio canadese Amundsen, con dovizia di particolari sulle misure in lungo e in largo di ieri e di oggi della massa glaciale. La fa da padrone il catastrofismo, con tanto di previsioni sul futuro definitivo scioglimento dei ghiacci. Anche qui numeri che farebbero impallidire anche i più accaniti sostenitori di Greenpeace, i quali tra l’altro quei numeri li hanno ritrattati. Ma ci sono anche i SUV, come detto, per cui occorre strizzare l’occhio agli eventuali acquirenti, per cui si prospetta anche qualche beneficio (sopratutto estrattivo) di questo presunto prossimo scioglimento.
  • Pag. 54, titolo “Il nuovo Fido”. Trattasi della nuova generazione di amici a quattro zampe, sempre più amici dell’uomo ma decisamente troppo costosi, infatti, si legge, inquinano più del SUV della pagina prima. La tabella di confronto tra i kWh “consumati” da un ipotetico Rin Tin Tin e un frigorifero è veramente un must.
  • Pag. 87, nella sezione gli indirizzi del mese: Quanto è grande la macchia di petrolio al largo della Louisiana? Una nuova fantastica applicazione ti permette di sollevarla e spostarla sulla tua città, così per farti un’idea. Ne sentivamo davvero bisogno.
  • Pag. 111, titolo “Golf: ecocarrelli e palline…per pesci”. Per caddies nati stanchi, la sacca la si carica su una bici appositamente equipaggiata, la pallina se va nel laghetto si biodegrada e diventa edibile per i pesci. Se proprio non avete voglia di pedalare, monopattino elettrico per scorrazzare per il green. Accanto, una fantastica piscina con pavimento a scomparsa, misura 4×8 metri a soli 100.000 Euro, del resto, pare che chi gioca a golf abbia pure la piscina.
  • Pag. 66, titolo, “Il prossimo sarà un Leone?”, adotta un felino anche tu, ma solo se non trova più posto nella savana. La chiosa del pezzo è spettacolare: come nelle attività faticose il robot si sostituisce agli operai nelle fabbriche, così domani tra un elefante e il fuoristrada sceglieremo il fuoristrada. Molto più facile da addomesticare aggiungerei.
  • Pag. 70, titolo “New York, 2060”, super città ecologica. Simpatici robot stile wall-e che sminuzzano all’istante i rifiuti e li trasformano in travi da costruzione o pezzi d’arredo e case “viventi” realizzate innestando impalcature intelligenti e controllate al computer con alberi veri.
  • Pag. 145, titolo “Bombe ecologiche per le grandi città”, acquista anche tu un distributore di sacchetti carichi di semi e concime da gettare nelle città per riempirle d’erba, 400 dollari subito e 2.000 Euro “possibili” di rendita annua, non molto ma qb per arrotondare lo stipendio (di chi li vende).

Basta, finito. Magari un po’ schizofrenico, ma sempre di assedio si tratta.

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Published inAttualitàNews

15 Comments

  1. Guido Botteri

    Vorrei segnalare questo articlo del Washington Post, che mi pare confermi alla grande quello che ho voluto dire:
    http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2010/09/03/AR2010090304151.html?hpid=opinionsbox1
    Ma per i più frettolosi, proporrei qualche stralcio assai interessante
    [ That is, a small band of skeptics became the dogmatic establishment. In his Via Meadia blog, Mead, a professor of politics at Bard College and Yale, notes that “t…he greenest president in American history had the largest congressional majority of any president since Lyndon Johnson,” but the environmentalists’ legislation foundered because they got “on the wrong side of doubt.”
    Environmentalists, Mead argues, have forgotten their origins, which were in skeptical “reaction against Big Science, Big Government and Experts.” Environmentalists once were intellectual cousins of economic libertarians ]
    …e ancora
    [ environmentalism was skepticism. ]
    Concludo con questa citazione (invitando a leggere l’intero articolo)
    [ Mead, who says that he is a skeptic about climate policy rather than climate science, says that the environmental movement has “become the voice of the establishment, of the tenured, of the technocrats.” ]
    Credo comunque che i primi a dover riflettere dovrebbero essere gli ambientalisti stessi… da che parte state ?
    Secondo me.

  2. max pagano

    Focus è una rivista che lascia il tempo che trova, è pseudo-divulgazione scientifica da “attesa dal barbiere”, però certe considerazioni qualunquiste, generiche oltre il limite, sull’ignoranza e la “presunta” malafede del mondo ambientalista non mi fa piacere leggerle….anche perché sulle pagine di questo blog sembrano ormai la linea conduttrice….

    PS: io amo alla follia i gatti (e non solo i miei)…. sarò un ambientalista in via di estinzione? 😉

    • Ciao Max,
      perdonami ma avrei bisogno di sapere quale tra le cose scritte in questo post pensi sia qualunquista, generica oltre il limite o adombri presunta malafede. A me sembra solo che metta in luce una certa schizofrenia, di un settore dell’informazione che sa perfettamente cosa tira e cosa no, e per questo mescola tra le cose che tirano (belle pubblicità e simboli propri del nostro sistema sociale) anche delle sane iniezioni di consapevolezza, sulla quale si può riflettere anche per ore bloccati nel traffico, l’importante è che il SUV abbia i sedili riscaldati.
      Questo è il messaggio della rivista, questo sì, qualunquista.
      gg

    • max pagano

      ciao Guido, non mi riferivo al post, ma ai commenti….

    • Guido Botteri

      Caro Max,l’accenno ai gatti mi fa dedurre che ce l’hai con me.Non sarò certo io a giudicare il tuo tipo di ambientalismo, del resto nell’ambientalismo c’è di tutto e il contrario di tutto.C’è una forte spinta a favore del nucleare (energia pulita che aiuta a tener basse le emissioni di CO2… prendendo per buono che queste emissioni farebbero male…), e una forte spinta antinuclearista (della serie “continuiamo a farci male, visto che non abbiamo perso abbastanza soldi”, alla ricerca di un chimerico “rischio zero” che esiste solo nell’immaginazione di qualcuno); c’è chi vorrebbe la fine dell’occidente, e chi invece vorrebbe impedire lo sviluppo del terzo mondo, senza contare quelli come James Lee che vorrebbero la fine dell’intera specie umana;c’è chi proviene da ambienti popolari e chi da case reali, o dalle più ricche famiglie di miliardari; c’è chi sogna una romantica vita avventuriera, con assalti pirateschi ai pescatori di balene, o altri pescatori o cacciatori, dimenticando che se l’umanità è sopravissuta fino ad oggi è stato perché oltre alla raccolta si dedicava alla caccia e alla pesca;c’è chi pratica la violenza, e chi la condanna;c’è chi condanna l’uso di auto ed aerei, e chi ci racconta dell’auto ecologiche…;c’è chi condanna il progresso, per motivi ideologici, e chi invece, in nome dell’ambientalismo, mette su industrie “ecologiche”;c’è chi condanna le emissioni di CO2 e chi commercia in crediti d’emissione;e potrei continuare a lungo, ma penso che si sia capito.Dunque, tu a che ambientalismo appartieni ?A quello che condanna il progresso, senza se e senza ma, o a quello che fa ricerca ?Son problemi tuoi, in questa galassia di motivazioni e posizioni ambientaliste così diverse e così contrastanti, io personalmente sono uno che l’ambiente lo ama davvero.Ma amo anche questa umanità così ricca di genialità e di capacità artistiche ed umane, e che non vorrei veder tornare indietro a epoche ed economie che non potrebbero più “sostenere” una popolazione così grande, a differenza di questa, proiettata nel futuro, e che ha dimostrato di saper e poter affrontare anche la sfida che terrorizzava Malthus…quel Malthus le cui profezie sono miseramente fallite, ma il cui fallimento non è stato sufficiente a dimostrarne l’infondatezza delle idee, purtroppo, a giudicare dal seguito che ha tuttora.Secondo me.

    • max pagano

      “….C’è una forte spinta a favore del nucleare (energia pulita…)

      pulita? discutibile…… ampiamente discutibile…..

      a proposito di generalizzazioni e qualunquismo:

      “….c’è chi sogna una romantica vita avventuriera, con assalti pirateschi ai pescatori di balene, o altri pescatori o cacciatori, dimenticando che se l’umanità è sopravissuta fino ad oggi è stato perché oltre alla raccolta si dedicava alla caccia e alla pesca…..”

      io non dimentico nulla, si, ma il passato è passato, e se come dite continuamente, nel mondo di oggi si vive meglio grazie al progresso e alla tecnologia che “noi ambientalisti retrogradi e nostalgici dell’età dell’oro” demonizziamo, si può, E SI DOVREBBE, tranquillamente vivere e nutrirsi di carne e pesce senza distruggere ecosistemi marini, senza ridurre al lumicino la popolazione di tonni del mediterraneo, senza portare alla quasi estinzione la popolazione di merluzzi del baltico, senza massacrare migliaia di balene e delfini da mettere in scatola con la scusa della ricerca scientifica, etc etc etc…..etc etc etc etc……etc etc etc

      e comunque, i casi (esistenti, certo e chi lo nega) di “devianze culturali” (se mi passate il termine) da voi elencati sono casi, appunto;
      il mondo dell’ambientalismo in generale, pur se con molti limiti, è fatto da decine di migliaia di persone nel mondo, di cui non parla mai nessuno e che operano senza stare sotto i riflettori, magari per il bene di una piccola riserva faunistica, o per la tutela di un’area dove convivono tranquillamente arti, tradizioni culturali, natura etc etc;
      è troppo facile prendere l’idiota criminale psicotico invasato che sequestra 3 persone nella sede di Discovery Channel e dire: “ecco, questo è il mondo di pace e non violenza che gli ambientalisti vogliono”….

      sui contenuti di Focus mi sono già espresso, non ho nulla da eccepire a quanto riportato nell’articolo iniziale….

    • Guido Botteri

      Caro Max,
      il termine “enrgia pulita” NON è mio, ma è quello che viene usato, in riferimento alle emissioni di CO2, proprio per convincere a passare al nucleare chi (“diversamente” da me) crede che la CO2 sia “un inquinante” (io, personalmente, credo che sia uno dei più importanti costituenti della vita su questo pianeta).
      Personalmente sono per “un mix” di fonti energetiche, comprendente quindi “anche” l’energia nucleare (per quel poco che vale la mia personale opinione).
      Quanto al fatto che non dovremmo causare l’estinzione dei tonni, e di qualsiasi altra specie, con una caccia dissennata, sono completamente d’accordo. Una persona intelligente non amazza né la gallina dalle uova d’oro, né la fonte del suo cibo, ma ne fa un uso razionale, pensando anche al futuro.
      Quello su cui NON sono d’accordo (lo dico in generale e NON in riferimento alla tua opinione, che non conosco su questa particolare questione) è la lotta alla caccia alle balene, o anche ai tonni, fatta per principio. Che cioè gli animali non dovrebbero essere pescati o cacciati in assoluto. Questo è assolutamente innaturale (moltissimi animali in natura cacciano o pescano).
      Giusto cacciare e pescare salvaguardando il futuro, sbagliate le esagerazioni.
      Secondo me.

    • Maurizio

      Ma tonni, merluzzi, delfini e balene, sono il fine o il mezzo di una politica ambientalista? In altre parole, il politico cerca una soluzione al problema o sfrutta il tonno anche senza mangiarlo?

      Discutibile la “pulizia” del nucleare? Certamente, ma a questo punto sono discutibili anche le cosiddette rinnovabili, a partire dall’idroelettrico che è ben conosciuto come rischio insito negli sbarramenti e come impatto ambientale sul territorio, il biocarburante che porta a sfruttamento del territorio e impoverimento delle popolazioni, l’eolico ed il solare FV o termico che finiscono per consumare più risorse di quante ne rendano disponibili.
      Tre domande sul nucleare.
      Possiamo farne a meno?
      Dobbiamo farne a meno?
      Vogliamo farme a meno?

    • Guido Botteri

      Le mie personali, opinabili, risposte alle tue domande:

      “Possiamo farne a meno?”, si ma sarebbe inutile masochismo (a maggior ragione se continuiamo ad essere gli unici a rinunciarci)

      “Dobbiamo farne a meno?” NO

      “Vogliamo farme a meno?”, qui ci vorrebbe il buon Vianello a fare un coro con me:
      “Noi no, noi no, noi no…” 🙂

      Secondo me.

  3. Giuseppe Tito

    Attenzione! Questo genere di riviste, la cui fioritura negli utlimi due decenni è stata davvero esplosiva e multivariata (si pensi anche alle varianti per bambini, tipo focus junior – e in questo mi aggancio al pensiro di Guidi sulle esigenze create), sono il frutto invitante, ma tossico, di una inflazione tecnologica basata essenzialmente sui consumi e sul commercio, piuttosto che sulla soluzione effettiva di problemi reali. Si tratta per lo più di valori aggiunti (quindi generalmente inutili) creati per favorire i guadagni e le speculazioni di un elite a scapito del resto della popolazione. Anche Quark è diventato nel frattempo super… ma ormai di scienza nè è rimasta davvero poca. Una pseudocultura che è sottocultura; fumo negli occhi e pugni di mosche che mortificano le residue positività e la genuina volontà di cambiamento. Mi viene in mente l’immagine del Titanic che affonda e il capitano che invita i musicisti a suonare e la gente a ballare; metafora inimitabile della fede estrema nella tecnologia e nella sua infallibilità. Quando un giorno saremo tutti motorizzati, illuminati, abbronzati, connessi, laureati, sportivi, aggiornati, correttamente nutriti e protesizzati, forse ci renderemo conto che il mondo, così com’è, non fa per noi. Cambiare strada, non significa tornare indietro e l’evoluzione biologica (nella quale nostro malgrado siamo immersi, invischiati direi – perchè qualche freno per fortuna ancora riesce a mettercelo) ce lo insegna. I dinosauri (esempio degli esempi…) non ritornarono piccoli, ma cacciarono fuori le penne! Quelli che invece persistettero nell’inflazione delle dimensioni… sappiamo come andò a finire. Non fu la loro mole a punirli, ma i suoi effetti negativi allorché l’ambiente mutò. Nel nostro caso non è il cervello che ci danneggerà, bensì lo spreco delle sue capacità in surrogati dello sviluppo.
    E’ già successo in passato… duole ammetterlo, ma questa è una delle più grandi ere della tecnologia, non della scienza. Per fare un paragone sta procedendo un pò come nel neolitico: ci stiamo specializzando nel lavorare ogni tipo di pietra, per gli usi più disparati e nelle forme più impensate; siamo quasi all’apice della nostra età della pietra… sarebbe ora di passare ai metalli, fosse anche uno dei più scadenti.

  4. matteo baldinini

    ho letto in un numero di focus, trovato nella sala di attesa del mio dottore, un articolo che trattava degli effetti del riscaldamento nel quale apparivano sulle foto degli avvisi evideziati in rosso, del tipo ” ricordatevi di votare per un partito che difende l’ambiente”…forse eravamo sotto elezioni..
    La rivista e’ interessante ma troppo superficiale, sono stato anche abbonato per 1 anno, ma alla fine della lettura ho sempre avuto la sensazione di saperne quanto prima.

  5. Guido Botteri

    Ho letto l’articolo sull’atomo. A parte l’affermazione delle emissioni di CO2 non zero, che mi pare tanto discutere del sesso degli angeli (visto anche il confronto con le energie rinnovabili, ma non vorrei parlare di questo, che lascio a commentatori più qualificati di me), mi colpisce questa frase:
    [ NON CI SONO PASTI GRATIS Che l’abbia detto un economista degli anni ’90, Einstein all’inizio del secolo scorso o un cinese di 4.000 anni fa, il risultato non cambia: tutto quello che “succede” ha un prezzo. ]
    Non vi sembra che somigli a quello che avevo scritto io su CM, quando dicevo che la verità è tale di per sé, chiunque l’abbia detta ?
    Sono d’accordo che nessun pasto sia gratis, perché se qualcuno non lo paga (il fruitore) qualcun altro ne paga le spese (chi lo mette a disposizione).
    A me non interessa però il fatto singolo, ma il metodo.
    La verità di questo fatto (e di qualsiasi altro fatto) non dipende infatti da chi l’abbia detto.
    Permettetemi di dire allora che gli attacchi denigratori alle persone non possono cancellare o mettere sotto silenzio il contenuto di ciò che viene detto.
    Ne prendano atto coloro che usano questi sistemi invece di argomentare.
    Secondo me.

    • Filippo Turturici

      Tutto produce* CO2: non credo che le pale eoliche crescano spontaneamente come gli alberi, e nemmeno coltivate; e lo stesso dicasi per i pannelli solari, laddove la sabbia non ne vuole sapere di trasformarsi magicamente in un wafer di silicio.
      Per cui una minima produzione della famigerata anidride carbonica (come la si chiamava una volta) ci sarà anche nella filiera nucleare: anche se, in un ciclo ideale, tutto, dalla produzione al trasporto, potrebbe essere alimentato direttamente con l’elettricità, e quindi prodotto da una centrale nucleare a costo (ecologico) zero. Si potrebbe persino sostituire l’operaio con il robot: è noto che la fatica incrementa il consumo di ossigeno e quindi la produzione di a.c. da parte del corpo umano.
      Sarebbe dunque interessante quantificarli e rapportarli, tutti questi numeri.

      * ma il celebre principio di Lavoisier, per il quale “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, è ormai dimenticato?

    • duepassi

      Filippo, quando, in qualità di borsista, mi occupavo di ergonomia sembrava che il consumo di ossigeno dovesse essere una misura dello stress (allora la demonizzazione della CO2 era ancora lontana).
      Io, però, mi domandavo che senso avesse. Per non parlare del consumo… di coppia, che non mi pare poi così strassante, quando degli amici organizzano una partita di calcio, e a spese loro, non consumano un bel po’ di ossigeno ? E neanche quello mi pare poi così stressante. Anche se poi, respirando più intensamente, si produce (orrore!, per gli ambientalisti) più CO2.
      Secondo me.
      Comunque, se ti interessano i dati di Focus, eccoli:
      da:
      http://www.focus.it/natura/news/energia-nucleare-co2-effetto-serra-2010081454.aspx
      (grazie a Giampiero Borrielli, che ha fornito nil link)
      [ una tabella riassuntiva, molto sintetica, delle emissioni in grammi di CO2eq rapportate al chilowattora elettrico (kWhel) prodotto durante l’esercizio commerciale di una centrale elettrica:

      # fonti fossili: 600-1.200 grammi di CO2eq / kWhel
      # solare fotovoltaico e termico: attorno ai 90 g CO2eq / kWhel
      # nucleare: 10-130 g CO2eq / kWhel
      # eolico, idroelettrico: 15-25 g CO2eq / kWhel

      Questi risultati sono tratti dallo studio Life cycle energy and greenhouse gas emission of nuclear energy: A review, di Manfred Lenzen, PhD in fisica nucleare all’Università di Bonn (Germania) e ricercatore alla Sydney University (Australia), pubblicato su ScienceDirect nell’aprile 2008. ]

  6. Guido Botteri

    Non leggo focus, ma mi piacerebbe sapere cosa hanno da dire sull’atomo e la CO2. Sono davvero curioso.Il giaccone per gli amici delle balene, il SUV, il golf con pallina per pesci la bici per caddies, il monopattino elettrico, la piscina, le bombe ecologiche…tutto questo mi conferma nella mia idea che l’ambientalismo sia il figlio del brioscismo di figli di papà che amano gli animali e le piante (senza magari conoscerli, ma questo varia di caso in caso, perché qualcuno che li conosce c’è) e odiano l’uomo, inquinatore e cancro del pianeta. Come ha detto Lee, l’ecologista sequestratore ucciso dalla polizia ieri, il pianeta potrebbe fare a meno degli umani, secondo loro. Chi però salverebbe le specie animali in pericolo di estinzione, se non l’uomo, i cavalli o i gatti ? Non so…
    Ma quali animali sono amati dagli ambientalisti ? Non certo i gatti, maltrattati da tanti cartoni animati, e ora pare nemmeno i cani, e questa è una novità, visto che le loro quattro zampe non possono competere con le quattro ruote del SUV dei figli di papà. Magari il leone di pagina 66 ? Mio padre fu molto tentato da portare a casa un leoncino, promessogli dal direttore dello zoo, per tenerlo qualche mese e poi restituirlo allo zoo quando si fosse fatto troppo grosso, ma come sopportare di vedere in gabbia il cucciolo con cui hai giocato ? A dir la verità l’argomento, definitivo per il no, fu quando seppe quanta carne mangiava…Del resto di animali ne abbiamo avuti tanti, di tante specie diverse, come quel passerotto che curai, avendolo trovato ferito, e che mi si appoggiava sul dito, quando lo lasciavo libero nella stanza. Ma per i veri ambientalisti, gli animali prediletti sono i topi (Disney docet), anche se, se se ne trovano uno vero davanti, l’atteggiamento cambia. Al solito, impera il brioscismo, soluzioni inutili e sbagliate, mal pensate e peggio portate avanti, per problemi a volte veri e a volte semplicemente inventati.
    Secondo me.

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