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Real Politik energetica

Una notizia attesa ma molto scomoda. Il governo tedesco ha deciso di prolungare in media di dodici anni la vita delle centrali nucleari in esercizio nel paese, anche quelle più vecchie ed obsolete. A questo link la “preoccupazione” della corrente ambientalista tedesca documentata da Greenreport.

Ora, piaccia o no, se è stata presa questa decisione forse vuol dire che dell’energia prodotta da quelle centrali c’è bisogno. E questo è preoccupante, perché la Germania è un paese leader nella produzione di energia da fonti rinnovabili, anche se, come tutti gli altri, paga lo scotto di aver dovuto installare una potenza complessiva 3/4 volte superiore alla quantità di energia che riesce a ricavarne.

Può darsi che si tratti di una “norma ponte”, ma è più probabile che invece sia una presa di coscienza, segnale senz’altro poco incoraggiante per i mercati dell’eolico e del fotovoltaico di tutto il mondo, perché alla leadership nella produzione, la Germania affianca anche una importante capacità industriale nel settore delle rinnovabili. Da notare che anche la Germania è tra quei paesi che aveva deciso di cessare la produzione di energia da centrali nucleari dopo aver adottato una moratoria a partire dall’anno 2000. Invece di farlo sul serio, hanno atteso un po’ e poi, a quanto pare, ci hanno ripensato. Si vede che ce n’era bisogno.

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Un commento

  1. Filippo Turturici

    Contando che molte centrali nucleari sono state costruite a cavallo tra gl ianni ’70 ed ’80, la decisione del governo tedesco è semplicemente quella di…portarle a fine vita, al limite concedendo loro qualche anno di più (previe verifiche tecniche), invece di chiuderle anticipatamente.
    La decisione ha dunque senso anche sul piano finanziario: le centrali si sono sicuramente già ripagate abbondantemente (a differenza di quelle italiane chiuse con molto anticipo dopo il 1987), ma anche il mancato guadagno costituisce una perdita.
    E dopo? Essendo molto scettico sulla possibilità che eolico e solare soddisfino una grande parte delle necessità energetiche di una potenza industriale di prim’ordine entro 20 anni, cosa succederà? Costruiranno nuove centrali nucleari (ma dovrebbero programmarle ora e costruirle a breve)? Passeranno in massa al carbone (dando anche un grosso impulso economico a tutta l’area dalle Ardenne alla Slesia)? O magari costruiranno centrali nei Paesi dell’Europa centro-orientale, che potrebbero diventare così i nostri “produttori d’energia” (di fatto noi lo stiamo già facendo con Slovenia e Slovacchia)?

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