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Un Clima un dataset

Finalmente ci siamo arrivati. La strada è stata lunga e costellata di avvenimenti anche disdicevoli, ma dopo fiumi di parole scritte da voci autorevoli e non, dopo scambi di carta bollata, nomina di commissioni d’inchiesta e pubblicazioni di innumerevoli rapporti, la comunità scientifica si è resa conto che uno dei problemi più grossi che abbiamo, se non il più grosso, è quello di capire esattamente cosa diavolo succede ed è successo in passato su questo pianeta.

Stiamo parlando dei dataset di temperatura, di quelle serie che scaturiscono dalla collezione delle informazioni provenienti da tutto il mondo e prelevate nei modi più disparati che costituiscono il pilastro di ogni discussione in materia di evoluzione del clima, passata, presente e futura.

Dopo essere stato annunciato nel febbraio scorso, ha avuto luogo in questi giorni a Exeter, presso la sede dello UK Met Office, il primo passo di un progetto patrocinato proprio dal Servizio Meterorologico di Sua Maestà, che vede la collaborazione di istituzioni scientifiche di molti paesi del mondo, volto a generare un database unico di facile accesso e soprattutto pubblico delle informazioni in formato sia grezzo che post-elaborato, al fine di arrivare a conoscere con sempre maggiore dettaglio, lo stato dell’evoluzione di questo parametro atmosferico.

Come leggiamo direttamente dal sito del Met Office, non si tratta di un semplice progetto di re-ingegnerizzazione delle informazioni già disponibili, quanto piuttosto della necessità di avere un set di dati che aiuti a comprendere gli impatti delle dinamiche del clima non solo a scala globale (informazione questa che dicono fosse già disponibile seppur eternamente messa in discussione) ma soprattutto a scala regionale e locale, intese sia in senso spaziale che temporale, ovvero dove di fatto si avvertono di più e assumono maggiore importanza gli effetti del clima sulla società.

Questa è l’home page del progetto sul sito del Met office, questo l’articolo di Stott & Thorne, pubblicato su Nature nell’agosto scorso, che spiega perché è necessario procedere in questa direzione e questo è l’articolo sul blog delle news del Met Office dove è possibile leggere l’agenda dei tre giorni di discussione.

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