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L’effetto serra al tempo dei dinosauri

Il gruppo di ricerca, guidato da Gregory Price dell’Università di Plymouth, e dalla Dr Elizabeth Nunn, dell’Università di Mainz, ha scoperto analizzando i fossili di carbonato marino, che circa 137 milioni di anni fa, durante un periodo in cui i dinosauri camminavano sulla Terra, la temperatura media oceanica delle isole Svalbard scese da 13 a circa 4 gradi centigradi, malgrado gli alti livelli di CO2 presenti in atmosfera nello stesso periodo che era circa 1500 ppm.
La ricerca pubblicata su Geology1 sembra contraddire l’ipotesi che correla gli alti livelli di anidride carbonica (CO2) registrati nel Cretaceo con la riduzione delle calotte polari2

Durante un certo periodo nel passato geologico, il pianeta è stato dominato dall’effetto serra con elevati livelli di CO2 e temperature elevate nelle regioni polari questo è visto come analogo del clima globale del futuro. Ma questa ricerca suggerisce che per brevi periodi di tempo la terra ritornò a temperature più basse, Questo pone questioni interessanti su come i dinosauri si siano più o meno adattati, ma anche sulla natura del cambiamento climatico stesso. La diffusione dei dinosauri e una serie di altri dati indicano che il cretaceo era considerevolmente più caldo di ora ed era caratterizzato da un alta concentrazione di CO2 nell’atmosfera. Ma per un periodo di poche centinaia o poche migliaia di anni, la temperatura degli oceani (alle Svalbard) si è abbassata da una media di 13 gradi a una compresa tra gli 8 e i 4 gradi centigradi.
Nonostante l’episodio di raffreddamento nelle zone polari fu geologicamente breve, questo è potenzialmente in contrasto con l’alta concentrazione di CO2 presente nell’atmosfera del pianeta durante lo stesso periodo. I nostri dati dimostrano la variabilità del clima nel lungo periodo

Al tempo dei dinosauri la terra era molto diversa, l’albedo era diversa c’erano meno ghiacci ecc e i dati paleoclimatici più sono remoti e più sono dominati dalle incertezze, inoltre il periodo era caratterizzato da una fortissima attività vulcanica.
E’ plausibile che le ceneri in stratosfera abbiano schermato la radiazione solare, facendo precipitare le temperature, una delle grandi estinzioni di massa che ha conosciuto la terra sembra proprio sia legata ad una super attività vulcanica.
In modo particolare nel permiano triassico con l’estinzione del 96% dei generi marini. Le ipotesi sulle cause di questa grande estinzione di massa sono varie ma fu probabilmente qualche sostanza tossica che finì in acqua in quantità enormi ed in brevissimi tempi.

Non ho idea di cosa abbia buttato giù così le temperature nel cretaceo, certo che la forzante che ha agito era enorme perchè la concentrazione atmosferica di CO2 era di 1500 ppm.

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  1. http://geology.gsapubs.org/content/38/3/251.abstract
    Gregory D. Price1 and Elizabeth V. Nunn2 ”Valanginian isotope variation in glendonites and belemnites from Arctic Svalbard: Transient glacial temperatures during the Cretaceous greenhouse” GEOLOGY October 2009 []
  2. http://www.physorg.com/news191527326.html). Nonostante si trovino all’interno del circolo polare artico, le Svalbard nel cretaceo furono colonizzate da numerose specie di dinosauri favorite dalle acque calde e dalle paludi presenti sulle isole, che ora sono per lo più ghiacciate.

    Cito il dottor Gregory Price ((http://www.physorg.com/news191527326.html []

Published inAttualitàClimatologia

25 Comments

  1. pescatori ugo

    devo dire che spesso alcuni concetti su il passato della terra si avvicinano alla verità non riesco a capire come ancora oggi con tutte le conoscenze scientifiche raggiunte ancora non si riesca a capire la storia del nostro pianeta e della sua evoluzione compresa quella dei viventi; eppure è tutto scritto nel grande libro della natura, basta leggerlo, come hanno fatto i nostri umili predecessori. Quando si parla dei dinosauri si pensa solo alla loro dimensioni io aggiungo che senza di loro noi oggi non ci saremmo , loro hanno modificato la carica positiva del pianeta riempiendolo di petrolio, la terra aumentata la sua controspinta ha modificato la sua posizione il suo clima. Loro se ne sono andati e siamo arrivati noi.

  2. Claudio Costa

    @ Max Pagano

    purtroppo di risposte non ne ho, ma ritengo le sue considerazioni molto interessanti

  3. max pagano

    riguardo all’articolo di Claudio, sarebbe interessante sapere se evidenzoe di questi dati si riscontrano anche in altre regioni geograficamente lontane dalle Svalbard;
    mi viene da fare alcune considerazioni;
    parto da alcuni presupposti:
    1:si parla di ipotetica diminuzione delle temperature delle acque oceaniche, non dell’atmosfera, quindi potenzialmente un fenomeno più localizzato (..forse…);
    2: le isole suddette, se pur a latitudini settentrionali, erano comunque all’epoca decisamente meno a nord di oggi (vedi deriva dei contintenti e migrazioni apparenti dei poli magnetici);
    3: nel periodi compreso tra 150, 135 e 95 milioni di anni fa, in 3 fasi distinte, ci furono le aperture dei rift che portarono all’origine dell’attuale oceano atlantico;

    che sia stata una sovrapposizione di fattori:
    a) ipotetica apertura di rift nel proto-oceano atlantico settentrionale => attività vulcanica => emissione di ceneri => velatura dell’irradiazione solare

    b)ipotetica apertura di rift nel proto-oceano atlantico settentrionale => cambiamenti della disposizione di terre emerse e bacini marini => cambiamenti nella circolazione delle acque => arrivo di acque più fredde con rimescolamento e circolazione profonda mutata rispetto a prima;

    c)ipotetica apertura di rift nel proto-oceano atlantico settentrionale => attività vulcanica subacquea => acidificazione dell’acqua => difficoltà e drastica diminuzione da parte degli organismi marini con scheletro a base carbonatica, di sintetizzare il CaCO3 per la struttura scheletrica

    d) …. boh….. 🙂

  4. max pagano

    da laureato in geologia mi sono fino ad ora astenuto dal commentare le affermazione del Sig. Barbolini;

    caro Alessandro, mi permetto solo di farle notare una cosa semplice ed essenziale:

    se lei in questi giorni può scrivere pensieri ed affermazioni su un terminale elettronico che le diffonde istantaneamente sul web disponibili in tutto il mondo, lo si deve alla stessa scienza, agli stessi principi, metodi, e leggi della fisica, della matematica e della chimica, che permettono di datare le rocce, i fossili, di calcolare i periodi di decadimento radioattivo dei radionuclidi, di misurare le anomalie magnetiche memorizzate nei basalti fuoriusciti dalle dorsali oceaniche, di misurare analiticamente le emissioni di radon dei depositi vulcanici su cui mezza Italia entrale ha costruito le proprie cantine, di NON saper prevedere con certezza né i terremoti, né le condizioni meteo di qui a 20 giorni, etc etc etc,
    quindi, a meno che lei non ammetta che la sua intera vita odierna(come quella della maggior parte di noi), che non fa a meno né di computer, né di cellulari, né di automobili e radio/tv, e di altre “diavolerie elettroniche demoniache” non sia basata tutta su falsità scientifiche o peggio non sia tutta un’illusione, converrà che un minimo in più di “razionalismo”, pur con tutto lo scetticismo che vuole, le consentirà di accettare senza troppe sofferenze che nel mondo esistono anche ricercatori e scienziati che possono essere in grado di datare eventi del passato con una più che buona e sufficiente precisione…..
    🙂

  5. Roberto

    Barbolini, forse mi sbaglio ma ho come l’impressione che lei sia di idee creazioniste.

  6. alessandro barbolini

    per carita..lasciamo perdere queste date e questi numeri,dove possono dire quello che vogliono ..e chi li smentisce RIPETO….milioni di anni sono incalcolabili..altro che dati sulle pietre..chi li interpreta puo scrivere quello che vuole ..MA DI CERTEZZA NON CE NE SARA MAI…altro che scherzare..
    mi sembrate quelli che dicono che per smaltire naturalmente una bottiglia di plastica ci VOGLIONO MILLE ANNI….mi spiegate ,come hanno fatto a sperimentare che ci vogliono tutti quei anni!!?? non pensavo che certi ricercatori sono IMMORTALI..ma perfavore!!

    • Barbolini, se ha argomenti più solidi, è il benvenuto. Altrimenti sarò costretto a moderare i prossimi suoi interventi. Il concetto l’ha già espresso, ritengo sia inutile andare avanti in questa discussione.

      CG

    • alessandro barbolini

      carissimo signor gravina,se le sue tesi che va difendendo sono solide e FONDATE,io sono l,uomo ragno..ma stiamo scherzando ?..la scienza esiste ,ovvio,ma un conto é studiare periodi piu accessibili,un conto studiare quello che é avvenuto uno ..o 30 milioni di anni fa…essere di idee creazionistiche in tempi cosi eterni é piu logico che ragionare con scienza,saremmo alla pari..
      la vita di un albero piantato ai tempi di napoleone (ESEMPIO) é piu capibile che buttare li ragionamenti su milioni di anni fa..
      moderi pure le mie idee,se come concetto di liberta di pensiero la vede cosi,,non mi meraviglio che pensi a periodi di milioni di anni fa..BOUNA NOT…tradotto in modenesse buonanotte e sogni scientifici D;ORO

      ADMIN: non dica che non era stato avvertito.

    • alessandro barbolini

      alla faccia della liberta di idee….

    • Guido Botteri

      Caro Alessandro, nessuno ti ha impedito di esprimere le tue idee, cosa che chiunque può verificare, perché i tuoi commenti sono ancora tutti lì. La tua idea l’hai espressa, e l’abbiamo ben capita. Non abbiamo perso una virgola della tua opinione, ti assicuro, e quindi non puoi lamentare la “mancanza di libertà delle idee”.
      Ora cosa vorresti, che licenziassimo tutti i paleoclimatici che lavorano nel mondo solo perché tu non conosci le loro tecniche ?
      Capirei se avessi contestato, puntualmente, i loro metodi spiegando perché sarebbero sbagliati. Sei in un sito dove ci sono anche persone che non accettano conclusioni scientifiche solo sulla fiducia, ma cercano di verificarle, per quanto possibile. Quando uno non ha una sufficiente conoscenza ( e a me personalmente capita spesso 🙂 ), non sentenzia. La mia ignoranza NON può avere più peso dell’idea di ricercatori esperti nel loro campo, anche quando, a sensazione, la cosa non mi convinca. Anche per questo, con necessaria modestia, conscio dei limiti del valore delle mie idee, aggiungo quel noioso e ripetitivo “secondo me” a chiusura dei miei commenti.

    • Guido Botteri

      Chiedo scusa a Claudio se faccio un ultimo, disperato tentativo.
      Caro Alessandro, lo sai che gli alberi ogni anno aggiungono un anello ?
      Se tagliamo un albero, la sua sezione mostra un certo numero di anelli, uno per ogni anno. Se abbattessi il mio pino, che è ultracentenario, conterei il numero degli anelli e saprei la sua età precisa.
      SENZA BISOGNO DI ESSERE CENTENARIO IO STESSO.
      Conto gli anelli, ogni anello un anno.
      Lo può fare anche un bambino di 10 anni. Non ho bisogno di piantare un albero, e aspettare che cresca per sapere la sua età.
      La calcolo. Chiaro ? CALCOLO.
      Così esistono tanti metodi per calcolare l’età delle cose, e non c’è bisogno di Matusalemme per datare reperti di centinaia di anni fa, ed anche migliaia o milioni di anni fa, cosa che non riuscirebbe nemmeno al volenteroso e longevo Matusalemme.
      Informati sui metodi al carbonio 14, per esempio
      http://it.wikipedia.org/wiki/Metodo_del_carbonio-14
      La scienza esiste, prendine atto, prima di…
      Un caro saluto, sperando di esserti stato utile.

  7. Claudio Costa

    @ Alessandro Barbolini

    Già le ho risposto che non sono favolette ma la peer review e l’intervista di uno scienziato le ho abche già detto ch i dati remoti (milioni di anni fa) sono da prendere con le pinze, ma la paleoclimatologia non può essere banalizzata come fa lei.
    Senza gli studi sul paleoclima non sapremmo nemmeno che il nostro è un periodo cadlo interglaciale, e nemmeno sapremmo che all’interno dei periodi interglaciali vi sono fluttuazioni con periodi caldi (optimum) e freddi (piccole glaciazioni)
    A riguardo la invito a commentare questo mio articolo
    http://www.climatemonitor.it/?p=11877#comments

    Quando gli ippopotami nuotavano nel Tamigi

    da dove si evince che lo studio del paleoclima può essere molto utile a comprendere il clima attuale e del futuro
    certo non si tratta di milioni di anni fa ma di centomila anni fa

  8. alessandro barbolini

    e chi li smentisce certe idee!!? per esempio ,il pianeta puo avere anche 7 miliardi di anni come ne puo avere 5 ..o 10 ecc ecc….nessuno lo sa..ce poco da studiare o andare in paranoie…
    a meno che……non ce lo dica gesu cristo..allora le cose cambierebbero…ma fin che a sostenerlo sono persone di pelle e ossa che campano da miseri 50 ..o 40 .o 70 anni .mi scappa da ridere…parlare di milioni di anni ,non é come parlare di 4 settimane e mezzo

    • francesco salvadorini

      Alessandro, spero che Lei stia scherzando; non c’è nulla da smentire, sono solo dati rilevati da alcune rocce ed elaborati secondo precise metodologie, scientifiche (vedi post Botteri). E per fortuna, c’è parecchio da studiare.
      Saluti

  9. alessandro barbolini

    primo….il clima di uno ,due o 40 milioni di anni fa non sta scritto su nessuna pietra se non nella fantasia di persone che sparano trovate e nulla di piu….e perfino nel prevedere o specificatamente nel buttare li uno scenario tra 100 anni o ancor di piu siamo alle comiche di mister bean….mi sa che qua se ce qualcuno che fa qualunquismo o scrive favole senza fondamento ,quello sia chi ha scritto sto articolo e quei scienziati che si perdono in queste inutili argomentazioni..
    fate attenzione a questo punto che qualche famoso meteorologo del passato ,a leggere certe cose non si rivolti nella tomba

  10. alessandro barbolini

    conoscere un passato di milioni di anni é impossibile…sono tutte ipotesi buttate li senza un fondamento …lo trovo sciocco come prevedere il clima tra 100 anni…sono utopie fantasiose scientifiche che lasciano il tempo che trovano

    • A parte il fatto che un conto è prevedere, e un conto è leggere qualcosa che sta scritto nella pietra. In secondo luogo, cosa significa “ipotesi buttate lì senza fondamento”? Suvvia, non facciamo del qualunquismo spiccio.

  11. Claudio Costa

    @ Roberto
    molto interessante

    @ Barbolini

    la ricerca da me descritta è una èeer review, sono gli autori citati che adombrano il dubbio sul ruolo del CO2 atmosferico rispetto al raffreddamento riscontrato.
    Io ho aggiunto che effettivamente come lei dice i dati paleoclimatici sono da prendere con le pinze perchè riguardano situazioni in cui la terra era molto diversa da ora, ad es una delle ipotesi sull’estinzione dei grandi sauri è l’impatto con un gigantesco meteorite. questo secondo alcuni potrebbe aver cambiato l’inclinazione e l’orbita terrestre

    • Claudio Costa

      L’ipotesi che l’estinzione dei dinosauri sia la conseguenza di un impatto con un asteroide caduto nello Yucatan in Messico è ormai confermata,

      http://news.bbc.co.uk/2/hi/8550504.stm

      così pure è confermato che l’intensa attività vulcanica del cretaceo potrebbe aver determinato dei periodi di raffreddamento per oscuramento da ceneri e aerosol solfato

    • Guido Botteri

      Mi veniva da pensare che se l’impatto ha cambiato l’inclinazione dell’asse terrestre, e se è vera la teoria dei Milankovicevi ciklusi, allora dovremmo vedere in corrispondenza un cambiamento drammatico della temperatura, intorno a 65 milioni di anni fa, non credi ?

  12. alessandro barbolini

    137 milioni di anni fa…..
    ma ci rendiamo conto di cosa siano milioni di anni?
    capisco nel voler parlare di ipotesi climatiche dai tempi del doge.(PEG)ma parlare di milioni di anni lo trovo inutile se non assurdo

    • Barbolini, qual è il problema? La paleoclimatologia è l’unica branca di questa materia che possa dirsi fondata su dati (proxy) e non su previsioni. Parlare di milioni di anni fa, non solo è utile, ma andrebbe fatto più spesso. Vivere senza conoscere il proprio passato, anche in climatologia, è il primo di una serie di enormi errori.

      CG

  13. Roberto

    Io ho una possible spiegazione seppure tutta da verificare. Bisogna partire dalla grande estinzione di massa del Permiano-Triassico. All’inizio del Triassico si registra la più bassa concentrazione di ossigeno nell’atmosfera. Questo potrebbe essere la causa principale del successo dei dinosauri. Infatti gli uccelli, che sono derivati dai dinosauri, hanno un complesso sistema respiratorio che gli consente di respirare anche a basse concentrazioni di ossigeno.

    Con una bassa concentrazione di ossigeno nell’atmosfera, probabilmente c’era uno strato di ozono molto sottile o quasi del tutto assente.

    Alla fine del cretaceo i livelli di ossigeno erano paragonabili a quelli attuali e quindi è possibile che lo strato di ozono fosse maggiore.

    Forse è possibile che le temperature diminuirono a seguito di un maggiore filtro dei raggi ultravioletti.
    Non saprei dirvi se la nascita delle piante da fiore (le angiosperme) che iniziarono proprio nel cretaceo e che diventarono dominanti possa essere correlata ai livelli di ossigeno. Non saprei dire infatti se producono più ossigeno le angiosperme o le gimnosperme oppure piante come le felci.

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