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[S]fortuna [non] juvat

Chissà se la Dr.ssa Vicky Pope, capo della divisione cambiamenti climatici del Met Office conosce il latino. Qualora fosse così è probabile che sarebbe venuto in mente anche a lei di modificare questa celebre locuzione, dovendo rispondere alle domande del giornalista del Guardian in mezzo alla tormenta di neve. Ben due pezzi sulla versione on line del quotidiano riportano le dichiarazioni della Pope (li trovate qui e qui).

Con molta saggezza e con rinnovato spirito dibattimentale ella infatti esorta a non tener conto degli eccessivi catastrofismi che eccheggiano sui media,  arrivando persino a dire che l’accelerazione del trend di scioglimento dei ghiacci artici potrebbe avere origini naturali, pur in una generale tendenza alla diminuzione nel lungo periodo a causa del riscaldamento del pianeta. Parimenti, prega anche di prestare attenzione a non confondere la recente inversione di tendenza – leggi ghiaccio che pian piano recupera e temperature globali che da un decennio non crescono più – con un vero e proprio cambiamento di rotta: il mondo comunque continua a scaldarsi.

Ella evidentemente ignora che non sono pochi gli addetti al suo stesso settore che paventano una tendenza al raffreddamento a causa delle ferie che si è preso il sole. Ne consegue che questo intervento vorrebbe forse più che altro riddurre i danni in vista di un dibattito politico-decisionale importante come quello di Copenhagen del prossimo dicembre. I decision makers, a cui una certa parte del mondo scientifico adora rivolgersi, giungeranno infatti all’appuntamento alquanto malconci causa crisi economica e piuttosto confusi dal clima non proprio “riscaldato” di quest’ultimo decennio. La loro volontà di assecondare le previsioni apocalittiche così generosamente dispensate potrebbe dunque vacillare.

Forse è per questo che la Pope ci spiega anche che la confusione generata dal dibattito distoglie il pubblico dal vero problema: ridurre le emissioni. Peccato, occasione persa. Il vero problema è aver preteso di azzerare il dibattito proclamando al mondo tutto di possedere la verità assoluta. Se la natura non ci avesse messo lo zampino, detto dibattito non sarebbe stato neanche possibile riaprirlo. Mi rendo conto che avere un numero sempre maggiore di dissenzienti che, dati alla mano, pretendono di essere ascoltati dagli stessi policy makers con i quali si vorrebbe avere l’esclusiva deve essere seccante.

Per consolazione, fornirei perciò qualche reale problema di specifico interesse ambientale su cui forse varrebbe la pena di concentrarsi: risorse idriche, urbanizzazione ed invivibilità delle città, destinazione d’uso del suolo – leggi sconfinate coltivazioni di vegetali per biocarburanti ad esempio a danno della Foresta Amazzonica – e molto altro ancora. Siamo sicuri che a dicembre non sarebbe meglio parlare di queste cose piuttosto che di CO2?

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4 Comments

  1. Lorenzo Fiori

    ‘Problema Energetico’ no? Risolverebbe quello ambientale sotto tutti i punti di vista (inquinamento, Co2)…e risolverebbe il peso delle ‘bollette energetiche’ nazionali con ovvio respiro dell’economia come si propongono di fare ora negli States cercando di risollevare l’economia stessa dalla ‘crisi attuale’…

  2. Sergio Musmeci (Copernicus64)

    Giustissimo! Come sempre il Col. Guidi ha centrato il problema e le priorità sulle quali forse varrebbe maggiormente la pena di discutere. Alcune delle emergenze: Erosione dei suoli, perdita galoppante di biodiversità, deforestazione, depauperamento delle risorse idriche, inquinamento dell’aria, dei fiumi e dei mari (ci sono migliaia e migliaia di sostanze nocive disperse negli ecosistemi e si pensa solo alla co2, magari ci si potesse preoccupare solo di quello!) degrado estetico dilagante dell’ambiente in cui viviamo (anche questa è una “risorsa” tra le più importanti per la psiche umana). Daccordissimo nel controllare le emissioni di GHG ma teniamo gli occhi aperti su tutti i gravi problemi ambientali e, soprattutto, non facciamoci abbindolare dalla propaganda che è sempre figlia di interessi particolari!!!

  3. flavio

    centrato il problema come sempre, d’altronde oltre dieci anni sono, fà, un nobel per la chimica ( lo scopritore della PCR ) in un libro illuminante sconfessava i membri IPCC sostenendo che il grande regista del clima sulla terra fosse sempre e sempre sarà il sole. Invitando i politici a rivolgere attenzioni ( denaro ) verso cose ben più importanti dell’aumento CO2…
    Non è più stato invitato a convegni….
    Ciao

  4. max

    come non essere d’accordo con te, Guido….

    aggiungo solo però un pensiero volante:
    “…risorse idriche, urbanizzazione ed invivibilità delle città, destinazione d’uso del suolo – leggi sconfinate coltivazioni di vegetali per biocarburanti ad esempio a danno della Foresta Amazzonica – e molto altro ancora….” e CO2, nel senso più ampio che questo argomento può avere, non sono argomenti distinti e non correlati tra loro, volendo…..

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