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Dimissioni dalla scienza o scienza dimessa?- Aggiornamento #5

Aggiornamenti in coda al post.

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Si dice che non si dovrebbero mai presentare le dimissioni, perché si corre il rischio che vengano accettate. Nel caso di cui ci occuperemo oggi questo non è vero. Harold Lewis, professore emerito di fisica all’università di Santa Barbara, con un passato incredibile nel campo della ricerca scientifica, ha scritto una lettera all’attuale presidente della American Physical Society per rassegnare le sue dimissioni dalla società.

Ci credereste? Il problema, parole sue, è la più grande frode pseudoscientifica che abbia mai visto, il global warming, e l’atteggiamento fortemente inquinato dall’enorme quantità di denaro che questa smuove, che l’APS ha tenuto e continua a tenere rispetto a questo tema.

Alcuni giorni fa vi avevo dato conto della parziale inversione di rotta che la Royal Society (la prestigiosa Accademia delle Scienze britannica) avrebbe intrapreso con la pubblicazione di un nuovo documento che “fissa” lo stato dell’arte della scienza del clima.

Chissà. Di sicuro dalle parole accorate di Harold Lewis, sembra proprio che oltreoceano le cose vadano diversamente. A questo link, trovate l’originale della lettera e il curriculum dell’autore. Sarà difficile dire che “anche questo è andato”, oppure, date le sue argomentazioni, insinuare che possa aver ceduto alle lusinghe delle multinazionali del petrolio, ma ne sono sicuro, la comunità dei benpensanti lo ripudierà senza mezzi termini.

Buona lettura.

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Da: Hal Lewis, University of California, Santa Barbara

A: Curtis G. Callan, Jr., Princeton University, Presidente della

American Physical Society

6 ottobre 2010

Caro Curt:

Quando sono entrato nell’American Physical Society 67 anni fa era molto più piccola, molto più disponibile, e non ancora corrotta dall’inondazione di denaro (una minaccia contro cui Dwight Eisenhower mise in guardia un mezzo secolo fa). Infatti, la scelta della fisica come professione era allora garanzia di una vita di povertà e di astinenza — la seconda guerra mondiale ha cambiato tutto questo. […] Non più tardi di 35 anni fa, quando ho presieduto il primo studio APS di contenuto sociale e scientifico, il Reactor Safety Study, sebbene ci fossero zeloti in abbondanza intorno a noi, non vi era alcuna traccia di eccessiva pressione su di noi come fisici. Siamo stati quindi in grado di produrre ciò che credo sia stata ed è una valutazione onesta della situazione in quel momento. […] Ero orgoglioso di quello che avevamo fatto in un’atmosfera così elettrizzata. Alla fine il comitato di sorveglianza, nella sua relazione al Presidente APS, preso atto della completa indipendenza in cui avevamo svolto il lavoro, previde che la relazione sarebbe stata attaccata da entrambi i lati. Quale più grande riconoscimento avrebbe potuto esserci?

Com’è diverso ora. I giganti non camminano più sulla terra, e il diluvio di denaro è diventato la ragion d’essere della maggior parte della ricerca nella fisica, il sostentamento vitale di molto altro, e fornisce il supporto per un numero imprecisato di posti di lavoro professionale.

Per ragioni che presto diverranno chiare, quello che una volta era il mio orgoglio di essere un componente dell’APS per tutti questi anni si è trasformato in vergogna, e io sono costretto, senza provare alcun piacere, ad offrire le mie dimissioni dalla Società.

E’, naturalmente, la truffa del riscaldamento globale, con (letteralmente) migliaia di miliardi di dollari che la guidano, che ha corrotto così tanti scienziati, e ha travolto l’APS come un’onda anomala. E’ la truffa pseudoscientifica più grande e di maggior successo che ho visto nella mia lunga vita di fisico. Chiunque avesse il minimo dubbio dovrebbe sforzarsi di leggere i documenti del ClimateGate, che lo mettono a nudo (il libro di Montford riporta i fatti molto bene). Non credo che un vero e proprio fisico, anzi, scienziato, possa leggere quella roba senza repulsione. Vorrei anzi quasi fare di quella repulsione una definizione della parola di scienziato.

Che cosa ha fatto l’APS come organizzazione di fronte a questa sfida? Ha accettato la corruzione come la norma, se ne e’ adeguata supinamente. Per esempio:

  1. Circa un anno fa alcuni di noi hanno inviato una e-mail su questo tema a una frazione dei soci. L’APS ha ignorato il problema, ma l’allora Presidente ha immediatamente avviato un’indagine ostile su dove avessimo preso gli indirizzi e-mail. Nei suoi giorni migliori, l’APS era solita stimolare la riflessione su temi importanti, e infatti lo Statuto dell’Associazione indica questo come il suo scopo principale. Non più. Tutto ciò che è stato fatto lo scorso anno è stato pianificato per silenziare il dibattito.
  2. La dichiarazione spaventosamente tendenziosa dell’APS sui cambiamenti climatici sembra sia stata scritta in fretta da poche persone durante una pausa pranzo, e non è certo rappresentativa delle capacita’ dei membri APS per come li ho a lungo conosciuti. Così alcuni di noi hanno inviato una petizione al Consiglio chiedendo di riconsiderarla. Uno dei segni (negativamente) distintivi nella comunicazione era la velenosa parola ‘incontrovertibile’, riferibile a poche aree della fisica, non certo a quella dei cambiamenti climatici. In risposta l’APS ha nominato un comitato segreto che non si e’ mai riunito, nè si è mai preso la briga di parlare con qualsiasi scettico, eppure ha sottoscritto la dichiarazione originale nella sua interezza. (Hanno ammesso che i toni erano un po’ forti, ma hanno sorprendentemente mantenuto la velenosa parola ‘incontrovertibile’ per descrivere l’evidenza scientifica, una posizione che nessuno sostiene.) Alla fine, il Consiglio ha mantenuto la dichiarazione originale, parola per parola, ma ha approvato un molto più a lungo documento “esplicativo”, ammettendo che ci sono delle incertezze, ma mettendole da parte per fornire un’approvazione tout-court della dichiarazione originale. La quale dichiarazione originale, che rappresenta ancora la posizione dell’APS, contiene quello che io considero un pomposo e stupido consiglio a tutti i governi del mondo, come se l’APS fosse a capo dell’Universo. Non lo è, e io sono imbarazzato dal fatto che i nostri leader sembrano pensare che lo sia. Questo non è un gioco, questi sono argomenti seri che coinvolgono una larga parte del nostro reddito nazionale, ed è in gioco la reputazione della Società [APS] come società scientifica.
  3. Nel frattempo è esploso lo scandalo del ClimateGate, e le macchinazioni dei principali allarmisti sono state rivelate al mondo. E’ stata una frode su una scala che non ho mai visto, e mi mancano le parole per descrivere la sua enormità. Effetti sulla posizione APS: nessuno. Niente di niente. Questa non è scienza; altre forze sono al lavoro.
  4. Così alcuni di noi hanno cercato di rimettere la scienza al centro delle cose (cosa che, dopo tutto, è il presunto scopo storico dell’APS) e abbiamo raccolto le necessarie 200 firme per portare in Consiglio una proposta di un Gruppo di Lavoro focalizzato sulla scienza del clima, pensando che una discussione aperta dei problemi scientifici, nella migliore tradizione della fisica, sarebbe stata vantaggiosa per tutti, oltre che un contributo alla nazione. Potrei osservare che non è stato facile raccogliere le firme, visto che ci è stato negato l’uso della lista di appartenenza all’APS. Ci siamo attenuti in ogni modo ai dettami dello Statuto APS e abbiamo descritto in dettaglio ciò che avevamo in mente — semplicemente per portare l’argomento allo scoperto.
  5. Con nostro stupore, in barba allo Statuto, hai rifiutato la nostra petizione e hai invece usato il controllo della mailing list per eseguire un sondaggio circa l’interessamento dei membri ad un Gruppo di Lavoro sul clima e sull’ambiente. Tu hai chiesto ai membri se avrebbero firmato una petizione per formare un Gruppo di Lavoro quando il soggetto doveva ancora essere definito, ma non ha fornito la petizione, ricevendo un sacco di risposte affermative. (Se l’argomento fosse stato il sesso sarebbero giunte ancora più manifestazioni di interesse.) Non c’era, naturalmente, nessuna petizione o proposta, e ora hai abbandonato la parte dell’ambiente, in modo da rendere tutta la materia opinabile. (Qualsiasi avvocato direbbe che non è possibile raccogliere firme per una petizione vaga, e dopo riempirla con quello che si vuole). L’intero scopo di tutto questo sforzo era quello di evitare la tua responsabilità statutaria di accogliere la nostra petizione al Consiglio.
  6. Ora è stato formato un altro comitato segreto per organizzare il vostro Gruppo di Lavoro, semplicemente ignorando la nostra legittima richiesta.

Il management APS ha sviato il problema fin dall’inizio, per sopprimere una seria discussione sulla fondatezza delle affermazioni sul cambiamento climatico.

Ti meravigli che io abbia perso perso la fiducia nella Organizzazione?

Sento la necessità di aggiungere una nota, e questa è una congettura, perché è sempre rischioso discutere le motivazioni degli altri. Questo manovrare del quartier generale dell’APS è così bizzarro che non può avere una semplice spiegazione. Alcuni hanno affermato che i fisici di oggi non sono così intelligenti come quelli di una volta, ma non credo che sia un problema. Penso che sia il denaro, esattamente ciò su cui Eisenhower ha lanciato un monito circa mezzo secolo fa. Ci sono infatti migliaia di miliardi di dollari coinvolti, per non parlare della fama e gloria (e frequenti viaggi su isole esotiche) che accompagnano l’essere un membro del club. Il Dipartimento di Fisica (di cui sei Presidente) perderebbe milioni l’anno se dovesse scoppiare la bolla del riscaldamento globale. Quando la Penn State [University] ha assolto Mike Mann dall’accusa di illeciti e l’Università di East Anglia ha fatto lo stesso per Phil Jones, non possono essere state all’oscuro della sanzione pecuniaria di una eventuale decisione diversa. Come dice un vecchio proverbio, non c’è bisogno di essere un meteorologo per capire da che parte soffia il vento. Dal momento che io non sono un filosofo, non ho intenzione di investigare su a che punto l’esaltazione dell’interesse personale attraversi il confine della corruzione, ma un’attenta lettura dei documenti ClimateGate rende chiaro che questa non è una questione accademica.

Non voglio averci nulla a che fare, così ti prego di accettare le mie dimissioni. APS non mi rappresenta più, ma spero che resteremo ancora amici.

Hal

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……………no comment.

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NB: il post è stato aggiornato con alcune modifiche alla traduzione di cui ringrazio l’amico Maurizio Morabito.

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Aggiornamento #2

Da WUWT, l’APS risponde con un comunicato stampa alla lettera di Hal Lewis. Una lettura interessante che rigetta in toto le accuse mosse da Lewis ma si rende disponibile a rivedere la propria posizione (comunque ritenuta sin qui valida) qualora gli associati ne dovessero far richiesta seguendo le procedure statutarie. Nel comunicato si legge anche che l’APS, pur ribadendo la propria posizione in materia di cambiamento o disfacimento climatico (ebbene sì, il neologismo fa la sua prima uscita ufficiale), riconosce che i modelli di simulazione climatica sono “lungi dall’essere adeguati” e che pertanto “l’impatto che potrebbe produrre un continuo incremento di CO2 atmosferico è ancora incerto”.

Sembra un po’ difficile continuare a parlare di settled science evidentemente.

Nel frattempo, sempre da WUWT, apprendiamo che William Connelly, editor di Wikipedia in materia di clima e co-fondatore di Real Climate (il bastione dell’AGW nella blogosfera), per non saper nè leggere nè scrivere, si è adoperato per rimuovere dalla pagina wiki dedicata a Lewis ogni riferimento alla sua lettera di dimissioni dall’APS. Chissà se ora che la stessa Società ha risposto facendo sentire tutto il suo peso, questa vicenda sarà reintegrata.

Di voci sul bias ideologico sulle pagine di wikipedia in materia climatica ne giravano parecchie, tanto che lo stesso Connelly ha rischiato di perdere i suoi privilegi di editor, però ci piaceva pensare che si trattasse solo di voci. Ora abbiamo la certezza che anche il tempio della libera informazione è pieno di mercanti. Buono a sapersi.

Aggiornamento #3

Come segnalato dal lettore Fabrizio Giudici, lLa pagina wiki è stata aggiornata di nuovo e il periodo riguardante la lettera di dimissioni di Lewis dall’APS è tornato al suo posto. La discussione continua.

Aggiornamento #4

Giuro che poi smetto, non importa come finirà questa storia. E’ apparso su Icecap.us un articolo che contiene una risposta alla risposta dell’APS alla lettera di Hal Lewis. L’ho letto per inerzia, perché la faccenda sta diventando stucchevole. Se ne avete voglia lo trovate qui.

Nel frattempo, qualcuno deve essere entrato nel tempio, perché William Connelly ha rimediato un provvedimento di interdizione alla pubblicazione su wikipedia di qualsiasi genere di informazione collegata al Climate Change. Con la decisione presa dal comitato qui, potrà scrivere di gerani se crederà, ma non più di queste cose. Così va il mondo.

Aggiornamento #5

Lo so, avevo promesso che non sarei tornato su questo argomento, ma devo farlo per darvi una notizia: Lassù qualcuno ci ama! E ci segue, oh, se ci segue!

Mi spiego, su Oggi Scienza parlano di noi, non è la prima volta né sarà l’ultima, ma questo ci riempie di soddisfazione. Intendiamoci, non è che siano proprio complimenti quelli che arrivano, però, non so perché, la faccenda fa piacere.

Può darsi che questo accada perché ancora una volta le previsioni erano “azzeccate”. Infatti  i benpensanti iniziano il loro commento sottolineando la veneranda età (87 anni) del protagonista di questa vicenda. Non si tratta di una donna, per cui si può dire quanti anni ha, e il numero torna utile alla bisogna, cioè per insinuare il dubbio che possa peccare di lucidità. Del resto, sappiamo bene che le schiere dei benpensanti sono zeppe di diciottenni e passano direttamente dai rave notturni alle conferenze sul clima, perciò, perché perdere tempo con uno che “forse è andato”?

Altro dubbio. Nella foga di gettarci sulla notizia potremmo aver sbagliato clamorosamente bersaglio, scambiando il nostro Hal Lewis per il suo omonimo, altro eminente fisico. Difficile, perché purtroppo quest’ultimo risulta essere passato a miglior vita e, dall’aldilà in genere ci si fa vivi per dare i numeri (del superenalotto please, perché i cordoni della borsa delle multinazionali del petrolio si sono stretti ultimamente e 160mln di Euro ci tornerebbero buoni per continuare la nostra sordida attività) e non per scrivere lettere.

In chiusura di commento un bel riferimento ai finanziamenti che Lewis ha preso per fare ricerca. Soldi sporchi, sporchissimi, i soliti soldi dei cattivi.

Ah, quanto ci piace fare previsioni!

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Published inAttualità

21 Comments

  1. Maurizio

    Patè(tica) 🙂

  2. Guido Botteri

    Sono deluso e amareggiato. L’autrice dell’ultimo articolo, citata nell’aggiornamento nr 5, aveva scritto che si sarebbe occupata di me, perché altri si sarebbero occupati di persone più importanti di me (lo dico perchè lo penso e senza ironia).
    cito da:
    http://ocasapiens-dweb.blogautore.repubblica.it/2010/08/19/dimagrimenti-in-serie/
    [ (Il signor Botteri è un bersaglio troppo facile. Ma Steph s’è preso il ten. col. Guidi, Ugo Bardi il sottoten. Costa e mi restano solo i caporali.) ]

    E invece non mi scrive e non scrive di me, non mi telefona e forse (questo a dir la verità non lo so) al telefono non parla di me, non mi faxa, non mi telegramma, non mi chatta, non mi pensa (credo)…insomma, dopo una dichiarazione d’interesse così toccante, mi trascura del tutto, e non è giusto, perché io nel frattempo ho scritto e fatto molto di più di quel che avevo fatto e scritto per “meritare il suo interesse”.
    Inconsolabile…
    🙂

  3. Stupende parole Guido! Questa è la testimonianza che c’è gente ancora che crede in queste cose…baste cercare.

    Un grazie sentito!

  4. Io non mi spiego perchè queste notizie EPOCALI come le dimissioni del Dott. Hal lewis non vengono neanche citate in tv.
    Io sono appena entrato nel mondo della scienza prendendo Fisica dell’Atmosfera a Roma…ma se è il denaro la ruota che muove il carro allora non so che futuro posso avere!
    Se è la corruzione il fine della scienza quale motivo mi può spingere a continuare?
    Credevo, Sognavo molte cose…ma se queste sono le promesse, queste sono le facce della scienza che sogni possiamo avere?
    Quello di finire un giorno a giostrare denaro sporco?
    PESSIMISTA, CHIAMATEVI COME VOLETE.

    • Maurizio

      Magari negli USA la notizia è stata data, non so. Comunque la “ggente” è molto più presa dalla cronaca che dalla scienza.
      Alla mia età ho ben capito che il “forcing” principale dell’umanità è il denaro-potere, ma non è, fortunatamente esclusivo di altri forcing, e poi il sistema sociale umano, analogamente a quello climatico, presenta moltissimi feedback. Mi fermo qui, perchè non voglio farti la predica, ma ti consiglio di amare la vita.

    • Guido Botteri

      Daniele, se persone oneste come te si lasciassero scoraggiare dalla dilagante corruzione, sarebbe la fine. Abbiamo bisogno di persone come te, e per questo sento di doverti esprimere il mio totale appoggio.
      Mio padre ha gestito direzioni dove altri si sono arricchiti, senza guadagnarci una lira oltre quello che gli spettava.
      Però ha guadagnato la mia stima, e non solo la mia, quando ho visto al suo funerale persone che neanche conoscevo piangere come bambini, e mi son sentito orgoglioso di quel padre che non si era arricchito di soldi, ma di stima e riconoscenza anche della gente più umile.
      E per me questa è una cosa che mi fa venire un groppo alla gola.
      Credo che basti a dare un senso ad una vita onesta.

  5. “il tempio della libera informazione”

    Ho grande rispetto per Wikipedia, che è un gran contributo all’informazione, ma non ho mai creduto che possa esistere un “tempio della libera informazione”. È un altro mito urbano che alla fine discende dalla supposta superiorità di una categoria di persone sulle altre (un po’ come la supposta superiorità dello scienziato di cui si parlava giorni fa). L’informazione oggettiva (diciamo la più oggettiva possibile) si può solo costruire nelle nostre teste leggendo più fonti e cercando una sintesi.

    Comunque, almeno mentre scrivo, i riferimenti critici di Lewis all’AGW e alla condotta dell’APS sono stati ripristinati sulla sua pagina.

    Reply
    E questo ci fa piacere, ora verifico e ovviamente aggiorno il post. Interessante come la discussione sulla pagina che lo riguarda si sia accesa così tanto. Evidentemente quella di Connelly è stata una “nice try”.
    Comunque pur con tutti i rischi che comporta e che sono mitigabili solo dall’apertura ad una molteplicità di contributi e controlli incrociati che volendo tutti possono fare, è proprio la gran quantità di opinioni espresse in modo soggettivo che ne rende la somma il più possibile oggettiva. Certamente, come dimostra questo episodio, per quanta libertà si possa avere, c’è sempre qualcuno più libero degli altri (che quindi diventano automaticamente meno liberi), però l’importante è che questo valga per tutti, nella fattispecie, Connelly compreso.
    gg

  6. […] Dimissioni dalla scienza o scienza dimessa?- Aggiornamento […]

  7. Non so a voi, ma a me l’aspetto che più preoccupa è la posizione dei media. Possibile che non esista un giornalista veramente indipendente (Vietti fa naturalmente eccezione) che, indipendentemente dalla testata di appartenenza, scriva con oggettività sul problema? Allora veramente l’informazione risponde a poteri o interessi superiori? L’AGW è dunque solo un aspetto del problema.

    • Guido Botteri

      Quanto hanno parlato i media del video ‘no pressure’ dove si facevano esplodere bambini (e altri) solo perché non erano focosi sostenitori dell’AGW ?
      Sarò stato sfortunato, ma non ho sentito NESSUNO che ne parlasse in tv.
      Dobbiamo forse pensare che ai media italiani stia bene che si facciano esplodere scettici, dissidenti e anche sostenitori troppo tiepidi ?

    • Meteogeek

      No non sei stato sfortunato: non ne hanno proprio parlato. Immagino che se al posto dei bambini, o degli scettici (ma mettiamoci dentro alcune altre categorie che non sto qui a elencare per evitare di debordare), dicevo se al posto di queste categorie di persone, avessero messo, chessò, alcuni appartenenti alla comunità gay o un altro paio di categorie (che di nuovo non sto a enunciare)… secondo te cosa sarebbe accaduto? Te lo immagini uno spot dove fanno saltare in aria un omosessuale? Apriti cielo.

      MG

    • Ci sono evidenti legami tra alcuni media e interessi nel settore, anche nel nostro paese. Se non erro la policy del blog è di non fare riferimenti diretti, e non li faccio. Detto questo, non credo nei complotti mondiali. I media, semplicemente, seguono le tendenze, specialmente in questi anni in cui il settore, per via dell’impatto di internet, è in crisi e sta cercando di capire dove andare. Nel momento in cui una ‘buzzword’ inizia ad imporsi (magari alcuni casi specifici alcuni media specifici la spingono per interessi precisi), si instaura un meccanismo a feedback positivo che la sostiene a lungo. Sull’AGW, poi, si è innestato anche il feedback positivo di Hollywood, che è molto potente.

      Vi faccio un esempio piccolo piccolo. Due anni fa, più o meno quando si è iniziato a riparlare di nucleare in Italia, fu segnalato un incidente (di minima entità) alla centrale nucleare di Pierrelatte, in Francia. Nelle settimane e mesi seguenti sono state date notizie di altri incidenti in Francia ed in Slovenia. Dopo un po’ di tempo, l’argomento si è “spento”. Ora, secondo voi, c’è stato un picco di incidenti solo in quel periodo? Io dico di no, e se andiamo a vedere le statistiche i piccoli incidenti ci sono sempre, distribuiti uniformemente nel tempo. Semplicemente, i direttori di media hanno individuato in quel momento che la notizia attirava l’attenzione. Dopodiché, come tutte le cose, ha iniziato a stufare.

    • Guido Botteri

      Ho notato anch’io questo fenomeno mediatico. Come, si dice, “denaro attira denaro”, vale anche il detto “notizia attira notizia”, e succede che gruppi di notizie, anche importanti, dormono sogni indisturbati, mentre quelle che tirano vengono sbandierate quotidianamente, finendo per alterare del tutto la percezione che ha l’utente (necessariamente) poco informato (come sono io in molti campi). E concordo col dire, con te, che non è necessario che ci sia per forza un burattinaio perché si instauri questa distorsione informativa. E’, credo, un difetto di fondo del sistema mediatico.

  8. Alfonso

    caro teo,
    tanti anni fa questo paese non nera cosi.
    Siamo troppo ricchi questo è il problema.

  9. teo

    La causa e’ una scienza aggettivata, fatta di responsabili, solidali, pacifisti, tutti con un obiettivo, che pero’ non e’ quello della scienza.
    La causa e’ una scienza povera, fatta di 4 soldi per pagare i propri precari, che ti fa avere paura di andare contro corrente.
    La colpa e’ una scienza che deve dare sempre risposte e mai dubbi.
    La colpa e’ una scienza che fai carriera se pubblichi, qualunque cosa.
    La colpa e’ di una scienza fatta da amici, e da amici degli amici, e da amici degli amici degli amici che fanno commissioni, revisioni, valutazioni.
    La colpa e’ di una scienza fatta da una classe di scienziati che e’ rimasta ancorata per troppo tempo alle proprie poltrone, piu’ accorta a non farsele portare via che a crescere nuovi talenti critici, che quelle poltrone avrebbero potuto portar via.
    La colpa e’ di una scienza che si e’ inventata gli indici bibliometrici, quando una volta di pubblicazioni ne poteva bastare anche solo una, meglio sull’effetto fotoelettrico.
    La colpa e’ di una scienza che va a mode, che va a braccetto con l’industria, con i politici, con i nani e le ballerine.
    La colpa e’ di una scienza fatta da rock-star che se non compaiono in televisione si sentono male, ma se lo fanno stiamo male noi.
    La colpa e’ nostra che non dovevamo accettare questo gioco, che dopo avere pubblicato 10-20-30-40…lavori ISI non riusciamo a far capire che un telo esposto ad una finestra non si sporca perche’ l’aria e’ cattiva ma perche’ un muro si scalda.
    Ma la colpa e’ anche di un paese al quale della scienza in fondo non gli frega assolutamente nulla!

    • Asfalto

      Quindi alla fine la colpa è del capitalismo e del nostro sistema economico.

    • Guido Botteri

      Lungi da me stabilire colpe e meriti, io sono solo un osservatore che ama la Scienza e il progresso, però, osservando osservando noto che c’è una bella lotta tra le varie anime dell’ambientalismo vero, convinto, e magari, per qualcuno, sedicente.
      Ci sono forze che lottano per fermare il progresso e magari arrivare ad un ritorno indietro “oh, com’eran belli i tempi di una volta, si stava meglio quando si stava peggio, com’era verde la mia valle, non ci sono più i sapori di una volta, il progresso è regresso…” e simili.
      Questa linea di pensiero non è compatta, ma contiene al suo interno fazioni dagli scopi straordinariamente opposti, come quelli che si propogono di distruggere l’uomo, o almeno l’Occidente, e quelli che, forse furbescamente, si prefiggono invece di fermare e negare il progresso al terzo mondo, con iniziative anche forti, dal sapore a cui non oso dare un nome, ma che suona del tipo “se inquini te la faccio pagare” (e “inquinare” sarebbe emettere un po’ di – per me salutare – CO2), o di minacciare ritorsioni nel caso qualche malcapitato gli venisse la balzana idea di voler sfamare i suoi affamati con l’uso di OGM, o di salvarli dalla malaria col DDT.
      Poi ci sono quelli che vedono il nucleare come unica soluzione ecologica al “dramma” delle emissioni di CO2 (per carità, io sono favorevole al nucleare, ma NON per questa ragione, per me “fantasiosa” e non scientificamente rispondente a verità – che la CO2 sia “un pericolo”… non che l’energia nucleare non sia, da quel punto di vista, un’energia “pulita”),
      e ci sono per contro altri che invece vedono, ma proprio vedono col sangue agli occhi, qualsiasi iniziativa nucleare, adducendo i soliti argomenti antinuclearisti, sui quali vi risparmio la mia opinione.
      Ci sono quelli che sulla base dell’impronta ecologica vedono nell’auto e nell’aereo il sommo dei mali,
      e quelli che ti presentano l’auto “ecologica”, come se per loro l’impronta ecologica non avesse alcun valore, e riescono a farsi vantaggio dell’essere comunque “il sommo dei mali”.
      Ci sono poi quelli che nelle loro azioni non partono da posizioni ideologiche o politiche, ma solo da valutazioni economiche di convenienza, e nel mondo degli incentivi, e nell’oceano di danaro che gira intorno all’ambientalismo, traggono grandi fonti di ispirazione, come ci raconta la cronaca.
      Insomma c’è di tutto e il contrario di tutto, senza andar oltre in questa frettolosa analisi, e non mi stupirebbe che anche… no, mi fermo qui, e lascio ad analisti di maggior livello del mio di andar oltre, se lo ritengano opportuno.
      Per tornare alla risposta al gentile Asfalto, che io stimo enormemente, e che, se mi permetti un innocente scherzare, vorrei sostituisse ovunque quelle oribili strade a basoli o sanpietrini che scassano le auto napoletane (ahi ahi, ne so qualcosa, e anche proprio oggi), la mia conclusione è che nel nostro (poi resterebbe da capire “quanto” nostro) sistema economico sono entrate delle variabili, come dire, gonfiate e false, che portano a stravolgimenti strani ed innaturali.
      Ma questo è solo il mio personale, opinabile giudizio, di persona che non ha titolo a parlar di fenomeni economici.

  10. Luigi Mariani

    Caro Guido, grazie per aver portato a conoscenza questa lettera coraggiosa, che è l’ennesima testimonianza (ricordo ad esempio quelle di Dyson, Mullis, Landsea e Wegman) del fatto che esiste un problema etico per chi fa ricerca in climatologia e che non si può eluderlo come si sta oggi facendo, dicendo che il fine – salviamo il pineta – giustifica i mezzi, leciti o illeciti che siano (da altra parte di climate monitor si sta commentando l’incarceramento di Hansen e la sua difesa di attivisti di Greenpeace che avevano assaltato una centrale elettrica, il che la dice lunga sul rigore morale di alcuni “colleghi”).
    Peccato che coloro che denunciano siano in gran parte persone ormai fuori dal giro e che dunque la loro si riduca (temo) solo una testimonianza personale.

    Luigi

    Reply
    Luigi, forse il problema è che ci sia un giro non credi? Quanta forza e capacità di indirizzo hanno ormai istituzioni come quella di cui si parla in questa lettera, o come quella di cui abbiamo parlato solo pochi giorni fa, oppure ancora come quella che le vorrebbe racchiudere tutte in un unico involucro a guida politica sovranazionale? Quanto sono governate effettivamente per fare scienza?
    gg

  11. Tore Cocco

    Questo è lo stesso identico discorso che è stato mostato con minore enfasi su queste pagine alcuni giorni fa, decine di milioni di euro che vanno a coloro che fanno “studi” sui futuri effetti del riscaldamento climatico, quei soldi servono per garantire le poltrone a troppe persone, per pagare gli assegnisti che svolgono la maggior parte del lavoro di ricerca nelle università e nei vari centri, anche a nome dei baroni che stanno in cima al vertice. Tutti questi soldi sono troppo importanti, senza di essi le persone interessate avrebbero dei grossi problemi, dall’ultimo assegnista al professore ordinario. Tutto questo in altri ambiti verrebbe chiamato conflitto di interesse, mentre in questo ambito lo si chiama la “sacrosanta verità”.
    Mai che nessun giornalista che scrive per le grandi testate si sia degnato di porsi la semplice domanda:

    Se uno scienziato che vive dai finanziamenti dati per l’agw scoprisse domani che quella era un’ipotesi completamente sbagliata, cosa farebbe? Rivelerebbe la verità sapendo di perdere i finanziamenti e forse anche il lavoro o mentirebbe garantendosi una vita economica più serena?…questo è il conflitto di interessi.

    Reply
    Tore, sono sicuro che il tuo volesse essere un esempio di “rottura”, ma non possiamo fare il processo alle intenzioni. Il conflitto di interessi è nell’aver lavorato perché tutte le risorse confluissero in una sola direzione, fornendo risposte ad una classe politica sempre molto ansiosa di averne, pur sapendo che molto spesso il margine di incertezza è di gran lunga superiore alla risposta stessa. Il problema è sistemico, non individuale, almeno spero.
    gg

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