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Diritti di Madre Terra prima di quelli umani?

Pensavo che l’assegnazione del Nobel al dissidente cinese Liu Xiaobo avesse messo d’accordo tutto il Mondo ad eccezione dei dirigenti cinesi, invece ho letto con sorpresa quanto segue: “Il Nobel a Xiaobo assegnato per innegabili ragioni economiche”. Questo quanto affermato a Bologna dall’ecofemminista ed esponente del movimento dell’”ecologia profondaVandana Shiva, guru dei movimenti ecologisti italiani che per alcuni aspetti sembra più devota alla religione pagana con il culto di “Madre Terra” che ad un pensiero scientifico-razionale.

Liu Xiaobo sta scontando una condanna a undici anni di carcere per «istigazione alla sovversione». L’intellettuale, che già aveva trascorso lunghi periodi in galera, è stato accusato di essere tra i promotori di Carta08, il documento favorevole alla democrazia ed ai diritti umani che è stato firmato da oltre 8 mila persone, tra le quali più di 2 mila cinesi. Xiaobo era stato arrestato alla fine del 2008.

Nell’ambito di un incontro con Nichi Vendola per organizzare iniziative comuni in Italia, la Shiva ha detto che tale riconoscimento “potrebbe davvero portare a un’intensificazione del conflitto a livello globale”, “penso che tutti i difensori della libertà debbano essere premiati, ma non si può negare che in questo particolare momento questo premio venga usato molto più per ragioni economiche che per premiare”. Una volta in Italia, l’ecofemminista non si è fatta sfuggire l’occasione di partecipare al corteo di protesta a Firenze contro l’alta velocità, seguendo il suo pensiero guida contro le attività per la crescita economica come scritto nel 1990 nel suo libro “sopravvivere allo sviluppo”.

“La lobby del cemento, le mafie dell’edilizia stanno distruggendo il pianeta e soprattutto stanno distruggendo il patrimonio dell’umanità: in questo caso quello, assolutamente strabiliante, di Firenze. A Firenze la gente viene da tutto il mondo per vedere le meraviglie che le stanno sopra, non il buco nero di cemento e acciaio che adesso vorrebbero costruirle sotto”.

Questa la sua originale ed arguta affermazione che ha giustificato tutte le emissioni di CO2 causate per il suo viaggio dall’India in Italia, e speriamo ritorno. Senza arrivare ad osservare che a Firenze oltre ai turisti vivono i cittadini, mi domando se il movimento verde ha invitato la Shiva perché tra di loro in Italia nessuno è in grado di dire cose così profonde ed innovative.

Torniamo al Nobel. Nella storia sorprende il fatto che non sia stato assegnato a Mahatma Gandhi, ma è interessante osservare che dopo averlo dato negli anni recenti, per proteggere i diritti del Pianeta e senza interessi economici, ad Al Gore, Obama, l’IPCC, ora invece ad Oslo improvvisamente la stessa giuria diviene faziosa ed incapace di resistere ad interessi “superiori” al punto di rischiare la pace globale utilizzando i diritti degli essere umani solo per coprire dei non meglio specificati interessi terzi.

Alle critiche della Shiva si è unita Cuba, non a caso unico paese a “sviluppo sostenibile” (qui e qui), modello di riferimento “verde” che molti esponenti ecologisti auspicano possa essere copiato in tutto il mondo. Tutto questo nonostante contemporaneamente Cuba stia “rinnegando” nei fatti il proprio sistema, unica nazione che pur dichiarandosi socialista licenzia in blocco mezzo milione di dipendenti pubblici e stia perseguendo un piano di liberalizzazioni. Insomma l’esempio di decrescita felice cubana con “impronta ecologica” tra le minime (leggi qui), un paese dei balocchi sulla carta per gli ecologisti come Vandana Shiva, è divenuto un luogo dove si sta cercando di far di tutto per ottenere una crescita economica. Si è scoperto che con la pancia piena si può essere felici o non, ma nella povertà l’unico problema che si deve risolvere prioritariamente è la fame, e non si ha tempo per domandarsi quanto si è felici. In questa nuova Cuba Castro si preoccupa meno di dare occupazione ai dipendenti statali ma si preoccupa di più del pianeta. Recentemente è divenuto un paladino ambientalista della lotta ai cambiamenti climatici.

Il regime cubano e’ disgustato dai premi nobel per la Pace e la Letteratura, assegnati al dissidente cinese Liu Xiaobo e allo scrittore peruviano Mario Vargas Llosa (qui e qui). Il sito web del governo, Cubadebate.cu, avrebbe preferito che il Nobel per la Pace fosse assegnato al presidente boliviano Evo Morales o alle “Madri di Plaza de Mayo”, impegnate contro la dittatura argentina. Per l’Avana, stretta alleata di Pechino, “non c’e’ differenza alcuna” tra Liu e “il genere di ‘dissidenti’ che gli Usa hanno usato per anni come ‘quinte colonne’ in quei Paesi che dissentivano (qui e qui).

Una riflessione finale sorge spontanea. Quando occorre mettere la “carbon tax” sui prodotti cinesi per spingere la Cina a diminuire l’impatto sull’ambiente o quando si nota che dietro il mercato della CO2 si muovono enormi interessi economici, sembra tutto giustificabile in vista della protezione dell’atmosfera e della biodiversità dall’azione umana. Quando invece è la persona umana di nazionalità cinese da difendere allora si dovrebbe tener conto degli interessi economici in gioco, della possibilità di un conflitto globale, etc. Due pesi e due misure, comportamento coerente con una visione ambiente-centrica. Per qualche importante esponente ecologista l’uomo rimane il “cancro del pianeta”, forse per questo i diritti del Pianeta sembra abbiano priorità sui diritti umani.

Per scrivere “Sopravvivere allo sviluppo” è bastata l’indiana Vandana Shiva che conosce lo sviluppo avendo studiato nei paesi occidentali ricchi, vista la crisi economica globale speriamo che in Europa non si vada nel sottosviluppo, perché “sopravvivere al sottosviluppo” è una cosa molto più seria.

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Published inAmbienteAttualitàNews

11 Comments

  1. Be’, alla Shiva non può piacere uno come Xiaobo, che ha risposto alla domanda “Come democratizzare la Cina?” con un candido “Ci vorrebbero tre secoli di colonizzazione”, cioè di “occidentalizzazione”. La cultura occidentale è sporca, arretrata e puzza di CO2, non ci può essere simpatia per i suoi sostenitori.

    • Fabio Spina

      Grazie per la fiducia e la segnalazione. Appena avremo tempo di leggere il rapporto con attenzione, nel caso ci sia qualcosa d’interessante da evidenziare lo faremo. Cercheremo di farlo quanto prima ma non di fretta. Saluti.Fabio Spina

    • secondo il rapporto del WWF, “se continuiamo a consumare le risorse del nostro pianeta con i ritmi attuali, nel 2030 ci vorranno le risorse di due Terre”.
      Si potrebbe anche dire che se avessimo continuato a produrre con le tecniche di 50 anni fa, avremmo avuto bisogno già oggi di una Terra in più. Per fortuna, insieme alla popolazione, cresce anche la produttività, per cui oggi produciamo più di ieri e domani produrremo più di oggi. Immaginiamo cosa può voler dire nel continente africano il passaggio da un’agricoltura di sussistenza ad una moderna orientata al mercato (Prima della Green Revolution da noi un ettaro di terra dava al massimo 10 quintali di grano, oggi arriva a darne 80). E, ma questo il WWF non lo ammetterà mai, producendo di più impoveriamo di meno il pianeta, (cercare il profitto significa anche trovare tecniche che facciano risparmiare sui costi, per esempio l’acqua) http://lavalledelsiele.com/2010/07/24/agricoltura-ed-emissioni-gli-effetti-positivi-dellintensificazione/.

      Consiglio la visione di questo video (lo so, è stato realizzato da Basf, cioè da una multinazionale chimica, ma i dati che riporta sono reali e comunque rende l’idea 🙂

    • Guido Botteri

      Dici una cosa giustissima:
      [ se avessimo continuato a produrre con le tecniche di 50 anni fa, avremmo avuto bisogno già oggi di una Terra in più. ]
      e dovremmo tutti ragionare su questo.
      Non si può considerare il “consumo” senza considerare la “produzione”.
      Se io consumo il doppio, ma produco il triplo, non ho danneggiato il pianeta, ma l’ho aiutato.
      Solo che questi il concetto di produzione non lo capiscono, e ci riempiono di fiction, film, racconti in cui i cattivi sono sempre quelli che producono (mirano al profitto, i “maledetti” !) e i buoni sono i ladri, i drogati e via dicendo.
      Ormai i film e le fiction sono diventati inguardabili, a meno di rassegnarsi a rinunciare ad ogni critica logica, e accontentarsi solo di godersi gli effetti speciali, spesso spettacolari, perchè in questo non gli si può negare il talento.

    • Fabio Spina

      Nel 2030 serviranno “2 Terre”. Ma che significa? Vista l’evoluzionde dell”overshoot day” http://www.footprintnetwork.org/en/index.php/GFN/page/earth_overshoot_day/ dal 1987 ad oggi, le date su http://en.wikipedia.org/wiki/Ecological_Debt_Day permettono di calcolare ogni anno quanto abbiamo consumato in più del “disponibile”, “i debiti annui” poi possono essere cumulati. Non ci crederai ma dal 1987 ad oggi abbiamo consumato quasi 3,5 pianeti in più, se fossero stati soldi per coprire avremmo dovuto fare un debito con una banca di 3,5 volte il nostro reddito annuo. Visto che però a livello globale non ci sono banche, da dove sono uscite fuori risorse aggiuntive pari a 3,5 pianeti mentre ogni anno consumavamo più della capacità della natura a rigenerarsi? Di solito se consumo ciò che si rigenera e tutte le risorse pari ad UN pianeta non dovrebbe significare che sono sul lastrico? Non è il corrispettivo di aver consumato tutto il reddito e quanto avevo in banca (verosimilmente il messo da parte può essere pari ad un solo pianeta)? Invece si riescono a consumare 3,5 pianeti e probabilmente potrò consumare ancora almeno fino al 2050 in cui la previsione è che “overshoot day” sarà il 1 Gennaio. Boh!Ciao.Fabio

    • Fabio Spina

      Se invece con “pianeta” intendiamo “la sola quota di rigenerazione”, è scorretto usarlo perché confonde le persone che invece capiscono “tutte le risorse disponibili sul pianeta”. Correttamente si dovrebbero dire quanto le risorse disponibili sono multipli della capacità di rigenerarsi. Probabilmente si scoprirà che consumiamo più del reddito, ma che in banca abbiamo consistenti riserve. Non è che il problema scompare, ma assume una diversa e più reale connotazione. Saluti.

    • Guido Botteri

      Guarda, Francesco, che il calcolo del numero di pianeti è una assurdità senza alcun fondamento scientifico, tanto è vero che porta a premiare le nazioni più arretrate e quelle dove più è basso il livello di vita.
      E’ un sistema cervellotico, creato da un’ideologia anti-progresso, che premia l’agricoltura della zappa a danno di un’agricoltura moderna.
      Dimmi tu se potresti sfamare la popolazione attuale producendo cibo con la zappa.
      La popolazione dovrebbe ridursi come nemmeno Pol Pot riuscì a ridurre la sua, e dire che ce ne mise di impegno !
      Parlo di miliardi di persone, non so se rendo l’idea, tant’è vero che ci sono richieste di riduzione della popolazione mondiare a qualche centinaio di milioni, e anche meno…vedi qua:
      http://green-agenda.com/
      l’ultima in ordine di tempo è la riduzione proposta da Bill Gates di circa un miliardo di persone, tramite “Vaccines and Health Care”, vedi qua:
      http://www.naturalnews.tv/v.asp?v=A155D113455FAC882A3290536575C723
      Che senso può mai avere parlare di due, tre pianeti, quando questi ragionano con una visione statica delle risorse, e pensano che se produci di più… le risorse diminuiscono. Invece aumentano, e sfamano più gente.
      Le risorse non sono una torta che quell’è, e se ne mangi una fetta qualcuno rimane senza.
      Lo stesso campo produce di più (e qui chiedo la conferma autorevole di chi ne sa più di me) se viene coltivato secondo le ultime tecniche.
      Le risorse non sono “consumate”, per il semplice motivo che esse entrano nei cicli, e si rinnovano.
      Se ne è ampiamente parlato proprio su CM a proposito dell’acqua che sarebbe “consumata” dalle mucche, proprio a sentire quella scuola di (cattivo) pensiero che tu citi. Mi pare che i dati provino la falsità di queste accuse oltre ogni ragionevole dubbio. Vedi qua:
      http://www.climatemonitor.it/?p=12945
      Ci sono, è vero, alcune risorse che sono definite “non rinnovabili”, perché “allo stato attuale della tecnologia” non si sa ancora come rinnovarle.
      Ma la tecnologia ci ha abituato a cambiamenti straordinari, e forse tu sei giovane, non so, ma io ho visto il mondo cambiare radicalmente. Ho visto la fame quando la popolazione era di gran lunga inferiore, e noto la scomparsa della fame, ora che la popolazione è enormemente aumentata.
      Se non ci credi informati su quant’era la popolazione mondiale all’epoca delle grandi carestie che mietevano migliaia e migliaia di vittime. A me risulta che quando la Francia contava 26 milioni di abitanti, e l’Europa tutta praticamente il doppio, fame e carestie mietevano vittime in quantità.
      Guarda caso la gente, ora, viene a cercare lavoro, e a sfuggire alla fame proprio nei Paesi più castigati da quegli indici di cui parli, e vengono – fuggono, a volte a rischio della vita – proprio da quei Paesi che sono invece premiati da quegli indici.
      Qualcosa non va, già questa considerazione dovrebbe farti scattare il sospetto che quei pianeti siano frutto di una pseudo-scienza ideologica che rappresenta il contrario della realtà.
      E per quanto riguarda la risorsa energia, quella che – al momento – è la più accusata di essere agli sgoccioli, sappi che nell’universo da noi (attualmente) raggiungibile c’è già un’energia praticamente illimitata. Si tratta solo di elaborare tecniche convenienti per sfruttarla. Quanto ci metteremo ? Non un giorno, non un anno, e forse nemmeno cento anni, ma ci riusciremo. E abbiamo abbastanza energia per secoli e forse millenni già con le tecnologie attuali, e quelle di cui disporremo senza immaginare “drammatiche” (come direbbero gli Americani) scoperte.
      Perché le risorse sono funzione di
      1. domanda,
      nessun esercito più richiede armi in pietra, e quindi dalle tecnologie paleolitiche, e neolitiche della lavorazione della pietra per ottenere lame, si è passati ad altre tecnologie, e non c’è più mercato per la pietra da combattimento;
      2. costo,
      se il cliente è disposto a pagare di più, allora ci si sobbarcano costi maggiori e si va a sfruttare giacimenti che, richiedendo una estrazione più costosa non sono appetibili quando il prezzo è basso, com’è il caso delle fonti fotovoltaiche, che non hanno attualmente un mercato “naturale” ma sopravvivono solo grazie a generosissimi incentivi, ma, un domani che i prezzi cambiassero radicalmente, potrebbero rientrare nel mercato vero;
      3. tecnologia,
      la tecnologia può incidere radicalmente sul costo, e anche rendere possibile ciò che prima non lo era.

      Pensa solo all’energia che irradia il Sole. Fermati un attimo a visualizzarla, essa parte dal Sole e si distribuisce su quell’immensa sfera con centro nel Sole e raggio Sole-Terra, 150.000 mila km. Di questa immensa sfera (la stai visualizzando con la fantasia ?) la Terra intercetta solo un’infinitesima parte, di quel minuscolo cerchio di raggio 6,5 mila km.
      Pensa dunque te a quanta immensa energia solare c’è ancora solo nel nostro sistema solare, e noi parliamo di quella frazione che possiamo usare (non possiamo, evidentemente, usare “tutta” l’energia che ci arriva dal Sole) di quell’energia solare che è solo una piccolissima frazione di quella che il Sole distribuisce su tutta l’area di quell’immensa sfera (la cui area è 4 per pigreco per il quadrato del raggio, che già era tanto più grande, figurati al quadrato…).
      E con tutto questo, pensa a quanto si sbatte il movimento ambientalista per quelle briciole di briciole che sono le fonti fotovoltaiche…
      Stiamo parlando di una fonte futuristica ? Certamente, ma, attenzione, anche la “paura” è futuristica, e non ha una reale corrispondenza, ora come ora.
      A paura futura, tecnologia futura…

      La produzione di cibo è funzione essenzialmente della disponibilità di acqua, CO2 ed energia. Il resto è conseguenziale.
      Perché non dovremmo, in un futuro, produrre cibo anche fuori del pianeta Terra ? Qualcuno o qualcosa lo impedisce ?
      E’ solo una questione di costi e tecnologie, che lo rendono impossibile “ora” ma non lo vietano in futuro…
      Ok, sono andato troppo avanti, lo so, ma è sempre meglio che andare indietro, come propongono i (cattivi) profeti di una improbabile catastrofe futura, che vorrebbero portarci ad una inevitabile catastrofe umanitaria per salvare un pianeta che, senza l’umanità, non ha alcun senso.
      Tornando coi piedi per terra, e tornando a oggi, il discorso dei pianeti è senza fondamento, arbitrario ed ideologico, e non solo NON corrisponde a verità, ma porterebbe a scelte assolutamente dannose e pericolose per l’umanità.
      Secondo me.
      ps
      Qualche ambientalista mi spieghi quale altra specie animale, che non sia l’uomo, potrebbe salvare il pianeta in caso di possibile impatto con un grosso asteroide…(neanche l’uomo attualmente, a dir la verità, ma non siamo lontanissimi dal poterlo fare)

    • Francesco

      ringrazio tutti per le numerose risposte al mio quesito ! continuerò a seguirvi come al solito !

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