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Zelo a senso unico

Leggo da Greenreport questa notizia: “Wmo: la tesi dell’inverno europeo 2010/2011 più freddo da mille anni è una balla” (se qualcuno, magari anche da Greenreport trova la fonte ufficiale la segnali, perché io non sono riuscito a trovarla). In pratica sarebbe una smentita di quanto circola per la rete da qualche settimana, praticamente da quando sono state prodotte le prime previsioni stagionali per i prossimi mesi, e cioè che anche questo inverno ci sarà da battere i denti.

A prescindere dal fatto che comunque con i prodotti di prognosi attualmente disponibili non è materialmente possibile dare alcuna indicazione circa la possibilità che possa far freddo o caldo, piovere o essere secco, nuvoloso piuttosto che assolato e dunque ogni post-elaborazione contiene un elevatissimo contenuto interpretativo e soggettivo, perché al massimo si parla di scostamenti più o meno significativi dalle medie statistiche (anomalie) su vasta scala spaziale, registriamo una puntualità sconcertante nello smentire ciò che negli ultimi anni non è mai stato smentito, ovvero dei proclami più o meno inutili circa l’evoluzione dei mesi a venire.

Per circa un decennio (ma forse anche due), abbiamo visto uscire annunci di inverni miti e estati torride, spesso provenienti anche da fonti ufficiali o comunque accreditate come tali -leggi ad esempio lo UK Met Office e le risibili previsioni di “winter warmest on record” sotto metri di neve degli ultimi anni-, ma mai una volta sono comparse delle smentite, non già fondate su pareri difformi, quanto piuttosto, come in questo caso e come sempre dovrebbe essere, sul fatto che fare prognosi di questo genere ad oggi non è possibile. Chi ci prova, pur lecitamente e come è capitato di fare anche qui su CM, lo deve fare specificando che si impiega un approccio assolutamente fenomenologico e, non mi stancherò mai di ripeterlo, del tutto soggettivo, non certo analizzando quanto prodotto dai modelli di simulazione climatica di breve-medio termine.

Adesso, dopo due inverni che per l’Europa, ma anche per la gran parte delle terre emerse dell’emisfero nord dovevano essere miti e invece sono stati decisamente freddi, anche i più duri e puri del “Dipartimento farà sempre più caldo”, o tacciono o vanno come si dice in gergo tecnico per la persistenza, presagendo il classico non c’è due senza tre. Sicché, con un apprezzabile ma decisamente tardivo rigore scientifico, giungono le smentite.

Bene, benissimo, però ci sarebbe piaciuto che fosse accaduto sempre, o che magari questa autorevole organizzazione sovranazionale si ricordasse di questi concetti in occasione dell’ondata di calore che ha investito la Russia la scorsa estate, invece di affrettarsi a definire l’evento come un chiaro segnale di sconvolgimento del clima da forcing antropico, portando a supporto di questa tesi il fatto che l’accaduto fosse esattamente quanto previsto dagli apocalittici scenari dell’IPCC che si basano, guarda un po’, proprio sui sistemi di previsione climatica di cui sopra, evidentemente buoni per allora, ma inutili per ora.

Potere della globalizzazione, Cancun, prossima sede del vertice di color che tutto sanno è dall’altra parte dell’oceano Atlantico, ma, evidentemente, qualcuno la sente tremendamente vicina. Il cielo non voglia che qualcun’altro (sbagliando per carità), vedendosi la porta di casa bloccata dalla neve, possa cominciare a pensare che questa faccenda del riscaldamento globale di origine antropica fa neve, ehm…scusate, acqua da tutte le parti. O che, peggio ancora, si insinui nelle menti di chi legge, l’eretico pensiero che le simulazioni climatiche, in quanto inaffidabili, non sono utilizzabili per pianificare l’impiego delle risorse energetiche o alimentari dei prossimi mesi, ma sono buone per programmare e implementare strategie trentennali.

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Published inAttualità

Un commento

  1. […] dell’oceano si è già sbilanciato, e qualcun altro da qui gli ha rifatto il verso, mentre le autorità meteorologiche sovranazionali li hanno giustamente smentiti, per non dire […]

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