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Uragani e Global Warming: ……..

I puntini non sono un errore, rappresentano esattamente quanto c’e da dire se si prova a mettere in correlazione il riscaldamento globale con gli uragani. Infatti, per le tempeste dei nostri nipoti, come le chiama James Hansen, pare che dovremo attendere,  anche perché questo è implicito nello stesso titolo del suo ultimo libro. L’importante è che sia rispettata la regola d’oro di ogni previsione di successo: mantenere un target della prognosi superiore all’aspettativa di vita di chi la fa.

Il problema è che pare si debba attendere anche per quelle nostre di tempeste e, cosa ancora peggiore, non sappiamo neanche fino a quando. Mi spiego, soprattutto a beneficio degli affezionati del “Dipartimento il tempo non è il clima se fa freddo, ma lo è se fa caldo”. Uno degli spauracchi agitati più di frequente di fronte agli occhi degli scettici miscredenti dell’AGW, è quello del presunto aumento dei fenomeni atmosferici particolarmente violenti, tra tutti, sicuramente i cicloni tropicali. Bene, qualche giorno fa sul Japan Times è apparso un articolo che annunciava che il numero di Cicloni e Tempeste tropicali formatesi nel Pacifico nord-occidentale e sul Mar della Cina, quest’anno potrebbe far segnare un record negativo.

Un fatto decisamente positivo che gli esperti dell’Agenzia Meteorologica Giapponese pare attribuiscano alla presenza del Niño, aggiungendo in calce all’articolo una frase buona per tutte le stagioni:

Simulations run by the agency show that progress in global warming will reduce the number of typhoons but make each one more intense.

Le simulazioni condotte dall’agenzia mostrono che la prosecuzione del riscaldamento globale ridurrà il numero dei tifoni, ma li renderà più intensi.

Tutto come previsto dunque. Non proprio, per una serie di ragioni.

Innanzi tutto, El Niño c’è stato ed è stato anche intenso, ma c’è anche stata la transizione ad una altrettanto intensa Niña proprio in concomitanza dell’inizio della stagione dei cicloni tropicali. E’ altresì noto che, normalmente, è quest’ultima a favorire stagioni particolarmente povere di cicloni tropicali nell’area del Pacifico, favorendone invece l’insorgenza nel settore dell’Atlantico. Questa transizione era palese anche nelle previsioni, infatti, dall’altra parte dell’oceano e anche tra chi prova a far previsioni sul numero di questi eventi in Europa, si immaginava una stagione degli uragani più intensa in Atlantico che nel Pacifico. Comunque, tra un paio di settimane la stagione sarà ufficialmente conclusa e si potranno tirare le somme. Per adesso sappiamo che anche quest’anno nessun evento è arrivato a toccare le coste degli Stati Uniti, esattamente come è accaduto l’anno scorso e due anni fa, in un contesto generale di assenza di trend nell’intera serie, come dimostra il grafico elaborato da Steven Goddard con i dati ufficiali della NOAA.

Con riferimento alla lapidaria conclusione dell’articolo, questa assenza è fondamentale, perché se una delle maggiori difficoltà degli studiosi di questa materia è capire quali siano state in passato la frequenza e l’intensità della totalità degli eventi, una delle poche certezze che si hanno è proprio il numero e l’intensità dei cicloni che sono arrivati sulle coste americane, perché lì, diversamente da quanto accade sull’oceano, quando arrivano lasciano il segno. Il fatto che il trend di questi ultimi sia indistinguibile nel lungo periodo e decisamente negativo nel breve, contraddice sia la supposta diminuzione del numero degli eventi che il presunto aumento della loro intensità. Infatti, nell’annoso dibattito tra quanti cercano di trovare un collegamento tra l’aumento delle temperature e l’intensità o frequenza dei cicloni tropicali e quanti non sono affatto convinti che questo collegamento ci sia, ha sin qui prevalso quest’ultima ipotesi, soprattutto per assenza di dati attendibili lungo tutta la fascia latitudinale interessata dai cicloni tropicali, con cui si possa percorrerne efficacemente a ritroso la storia.

Tutto quel che abbiamo, e non è poi così poco, è l’andamento dell’indice ACE (Accumulated Cyclone Energy). Anche per questo non sembra ci sia alcun trend nel lungo periodo, e ne ha uno invece negativo nel breve periodo.

Nel frattempo, il global warming è in pausa, le temperature hanno smesso di crescere da una decina d’anni, ma non si può dire che siano scese. Per cui i presunti effetti dell’accresciuta disponibilità di energia dovrebbero essere rimasti invariati. E invece no, la forchetta tra le temperature elevate e il numero e l’intensità dei cicloni tropicali continua ad allargarsi. Incuranti di tutto ciò, le simulazioni che ci vengono propinate continuano ad alimentare proclami di tempeste sempre più distruttive, gli esperti di turno continuano a raccontarlo e i giornali continuano a scriverlo. Complimenti.

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Published inAttualitàNews

10 Comments

  1. giovanni pascoli

    Caro Guido Botteri, allora diciamo che anch’io amo l’ambiente, anzi direi di più lo rispetto e cerco di “conviverci” senza distruggerlo, nè metterlo in una teca.
    Per quanto riguarda la geologia. Ormai sono anni che non leggo libri di introduzione, ma solo ariticoli pubblicazioni e testi specifici. Penso che il libro vada bene. Altrimenti ti consiglio anche
    Elementi di geologia generale
    Autori: Casati P. CittàStudiEdizioni Prezzo: 53,00 €

    Mi permetto di cercare altri titoli e di comnicarteli.
    Nel contempo ti consiglio vivamente le guide geologiche regionali

    http://www.bema.it/OpGuide1.html

    che ti permettono di conciliare escusioni e passeggiate con la conoscenza geologica del territorio, oltre a fornire delle buone introduzioni sull’evoluzione geologica regionale e “italiana” ( anche se in geologia l’Italia non esiste, esiste la micro placca adriatica, un’estensione della placca Africana, quindi l’Italia è Africa!).
    Su internet potrai anche trovare testi su geologia e vino e anche una collana della UTET molto interessante sulle Scienze della terra.

    Poi una precisazione la geologia è come la medicina, al suo interno racchiude molte branche specialistiche che si occupano di particolari fenomeni (come le patologie nel caso della medicina). Quindi dopo un’introduzione alla geologia generica ti potrai rendere conto delle tante specialità che al suo interno racchiude e che riguardano lo studi dei molteplici aspetti evolutivi del nostro pianeta.
    Bouna lettura.

    • Guido Botteri

      Grazie.

  2. giovanni pascoli

    Caro Guido Botteri, ho letto con interesse il tuo commento che condivido pienamente e che in qualche modo sembra rispecchiare il mio stesso percorso. Anch’io ero un “sostenitore” del GW fino a un po di anni fa, non per credo o convizione ma semplicemente perchè affrontandolo in maniera superficiale accettavo le teorie, i proclami, i rapporti ufficiali di quello che credevo fosse all’epoca un collega e rappresentante, cioè il mondo scientifico e l’IPCC.
    La svolta vi fu nel gennaio 2007 quando seguii un approfondito corso di specializzazione all’Università di Ginevra sui GIS. un meso di corso per 8 ore al giorno e fu li che scoprii la stretta relazione tra GIS e i modelli previsionali climatici e non ( ex modelli di sviluppo di gestione del traffico di gestione di un incidente in una centrale, di gestione della C02 anche a livello borsistico), fu li che ascoltai emeriti professori, molti implicati nell’IPCC, cercare di venirci a spiegare il perchè e il percome di tutte queste teorie e previsioni. Ecco il punto fondamentale però era che questi professori che pontificavano di clima, di pianeta, di evoluzione e cambiamenti erano tutti geografi, economisti, chimici, ingegneri ambientali. Io ero e sono un geologo, sono abituato a studiare la Terra a leggerne i suoi scritti celati nelle rocce, nei sedimenti, nelle forme, sia sul terreno a livello macroscopico e megascopico che in laboratorio a livello microscopico. Sono stato abituato a vedere il mondo dall’ottica del geologo, che ha una dimensione dello spazio e del tempo che non è quella umana ma quella terrestre. Sono stato abituato a vedere il nostro pianeta in continuo cambiamento ed evoluzione da sempre (dalla tettonica al vulcanismo,dalle variazioni paleoambientali alle glaciazioni,passando per la paleontologia, l’evuluzione delle specie e la loro estinzione). Bene nelle lezioni di questi emeriti professori Ginevrini non ho mai trovato nulla di tutto ciò, vedevo solo numeri, dati da inserire in un programma che li trasformava ( a nostro piacimento oseri dire) in bellissime immagini e grafici a colori, molto coinvolgenti, ma molto sterili, molto artefatti. Vedevo come tutto quello che era il mio background di geolgo, tutto quello che ci era stato insegnato per capire la Terra, a queste persone non interessava, anzi lo ignoravano proprio. E ho sentito una specie di violazione, fatta da persone che si arrogavano il diritto di essere esperti di una materia che nemmeno conoscevano, perchè il clima in fondo fa parte della Terra della sua evoluzione e dei sui cicli e non si puo parlare di clima prescindenso dalla geologia e oggi mi rendo conto che non se ne puo parlare prescindendo anche dall’astronomia ( almeno quella solare e del sistema annesso). E comunque apro una parentesi, che le glaciazioni e gli interglaciali fossero legati ai cicli astronomici ce lo avevano insegnato già al primo anno di università.
    Disgustato da questa situazione mi sono via via ineressato ai dati ai grafici alle basi su cui si fondava questa teoria dell AGW e proprio come lei Guido Botteri, piu cercavo di approfondire e piu mi rendevo conto che il tutto era fondato sul nulla, che i grafici e i diagrammi dovevano venire sempre rielaborati con equazioni per farli venire come volevano loro perchè altrimenti semplici grafici con dati grezzi non dimostavano nulla o dimostravano il contrario delle loro teorie…erano tutti degli artefatti. Si ricorreva ad esempio alla velocità di cambiamento della temperatura in funzione della concentrazione della C02 ponderata e mediata e si dimostrava che c’era un riscaldamento antropico ( ho ancora i grafici dei corsi da qualche parte)….. Alla fine dal gennaio 2007 ad oggi mi sono sempre piu documentato sull effetto serra, la concentrazione di CO2, l’effetto dei cicli solari, l’effetto delle correti atmosferiche ed oceaniche, l’ifluenza del campo magnetico terrestre e solare, l’inconsistenza delle correlazioni C02-causa Temperatura-effetto le questioni sulla saturazione dello spettro di assorbimento e della sovrapposizione con altri gas ecc. ecc. ecc. e alla fine spinto esclusivamente dalla conoscenza e sorretto dalle mie basi scientifiche-applicate di geologo sono diventato un anti AGW.
    O meglio in base a dati osservazioni e altro ho raggionto la personale conclusione che le teorie AGW sono delle mistificazioni e moti di questi scienziati sono dei mistificatori( come disse qualcuno)
    E la cosa ache più mi stupisce è che in fondo io mi sento un ambientalista, sono contro le centrali nucleari e penso che il nostro modello di sviluppo abbia bisogno di una pausa di riflessione e di un cambiamento di rotta, poi guardo in faccia chi la dovrebbe pensare come me e condiidere le mie opinioni e mi spaventa, mi spaventa il suo credo, il suo misticismo, la sua religiosità e intransigenza nel difendere l’indifendibile. QUesto mi insegna una volta in più a pensare con la mia testa ad andare avanti per la mia strada ed a evitare ( come ho sempre fatto nella mia vita) di aderire a qualunque corrente politico-etico-religiosa, perchè in ognuna di esse alla fine ci sarà sempre un motore dogmatico e falso che deve spingere sull’emotività delle persone.
    Concludo con un pensiero da geologo, poco scientifico. In maniera banale ma sintetica dopo tutto quello che ho letto e considerando la mia esperienza scientifica e tecnica mi viene da dire questo. Mi sembra assurdo che una qualsiasi scienziato con un minimo di basi in scienze della Terra possa pensare che un gas naturale come la Co2, presente dalla formazione del nostro pianeta in quantità molto superiori a quelle attuali, coautore insieme all’ossigeno della vita sul nostro pianeta e presente in tracce nell’atmosfera, possa essere in grado di provocare le catastrofi climatiche più volte annunciate. Se così fosse, con tutti gli eventi geologici e astronomici del passato che la Terra ha dovuto subire, oggi sul nostro pianeta non vi sarebbe uomo nè essere vivente in grado di testimoniare nulla. E chi non la pensa in questo modo mi sebra sia un alieno, sia unuomo di plastica, non di cerne ed ossa, figlio di un’altro mondo. Concludo con questo pensiero. Personalmente ritengo che il nostro stile di vita non sia sostenibile, ciononostante per interessi economici piuttosto che affronttare i veri problemi sociali, politi e ambientali dell’umanità di cui l’uomo è autore e complice si è preferito dare la colpa a un gas innoque e rarefatto. Piuttosto di ammettere che è la nostra società a non essere più in grado di adattarsi alla vita su una Terra de sempre in continuo cambiamento, preferiamo dire che è la Terra a ribellarsi, quando invece essa continua nel suo corso evolutivo, infischiandosene di noi piccoli uomini.

    • Guido Botteri

      Caro Giovanni, ti ringrazio per questa testimonianza che ritengo preziosa. A livello personale penso che la tua esperienza possa dirci molto, e spero che tu voglia raccontarci ancora di più, perché molte delle cose che dici le condivido, ma, avendo un’estrazione diversa (sono un ingegnere elettronico), sono interessato a capire questi fenomeni anche da altri punti di vista. In fondo, penso, il sistema climatico è un qualcosa di complesso che richiederebbe un approccio interdisciplinare per studiarlo meglio. E credo che i geologi, come te, possano portare preziose informazioni e un punto di vista finora troppo trascurato. Anch’io amo l’ambiente, anche se preferisco dire così e non definirmi “ambientalista” perché diffido degli -ismi in generale.
      Nella mia preparazione manca la geologia, e stavo quasi per seguire dei corsi attinenti a questa materia, anche se poi un accumularsi di impegni mi ha costretto a rimandare quest’idea. Ma prima o poi colmerò anche questa lacuna della mia preparazione. Intanto mi sono comprato “introduzione alla geologia” di Trevisan e Giglia. Pensi che sia un buon libro ? Hai qualche consiglio da darmi per orientare la mia preparazione ? Scusami se ti scrocco questi consigli, ma è anche per dirti che valorizzo la tua esperienza e la considero importante anche in questo campo.

  3. Bruno Stucchi

    Per quanto riguarda gli uragani e tempeste tropicali, vi segnalo questo sito (se gia’ non lo conoscete) che ogni anno, all’inizio della stagione degli uragani (giugno-novembre), fa delle previsioni e aggiorna i grafici quasi giornalmente. Anche quest’anno le loro previsioni sono state buone.
    http://www.weatherstreet.com/hurricane/2010/Hurricane-Atlantic-2010.htm

    Reply
    Grazie Bruno, interessante. Stagione attiva terminata piuttosto precocemente. Vediamo cosa dirà la NOAA a breve.
    gg

  4. teo

    Per me e’ stupefacente l’esistenza di manuali ‘anti-scettici’.
    Una specie di breviario o, meglio, manuale di scuola guida: “se lo scettico ti dice cosi’ tu allora rispondi….”. Guareschi, Guareschi…

  5. giovanni pascoli

    Ciao a tutti , sono un vostro lettore, e sono in qualche modo coinvolto nel (A)GW per motivi di lavoro/ricerca, anche se per fortuna im maniera per ora “leggera” ai miei impegni quotidiani, ma non mi soffermo oltre. Come già detto leggo il vostro e numerosi altri siti e apprezzo Costa forse perchè condivido, almeno in campo di GW il suo pensiero e il suo stile.
    Volevo solo aggiungere una comunicazione di servizio rispetto alla diatriba AGW si AGW no. In risposta al mio scetticismo documentato alcuni colleghi proAGW mi hanno inviato questo pdf

    http://www.proclim.ch/4dcgi/proclim/fr/Media?669

    pubblicato da proclim svizzera.

    Non so se lo conosciate già.
    IN breve questo mini documento si propone di rispondere alle principali domande fornite dai climascettici in modo da chiudere il dibattito. La cosa “divertente” è che per le risposte questo documento rimanda al sito http://www.skepticalscience che già conosvevo e sicuramente già conoscete anche voi. Personalmente questo sito mi sembra che si distingua per la faziosità delle risposte, pseudoscientifiche, per la faziosità della scelta delle domande a cui rispondere e per il grande merito di trattare come “SCIENZA” tutto quello che fa parte del pensiero unico dell IPCC e come “argomentazione degli scettici” tutto quello che si discosta dalla loro linea.
    Purtroppo benchè come si diceva non sia giusto metterla in politica, mi sembra che come gistamente diceva Csta qui si sta cercando di far passare come scintifico tutto quello che fa comodo e non scintifico tutto quello che non fa comodo, anche se quest’ultimo puo essere il frutto di ricerche di scienziati e centri universitari. Inoltre c’è sempre il tentativo subdolo di screditare l’avversario con giri di parole, appellativi e altro. Oltre alla novità di questi ultimi mesi in cui i pro AGW, dopo aver fatto anni di camagne mediatiche terroristiche, si lamentano della disinformazione fatta dai no AGW, che si portano dietro la stampa la televisione e quant’altro. Ora aspetto che i pro AGW dicano che i no AGW sono tutti comunisti e poi le similitudini con un celebre personaggio italiano che si lamenta della disinformazione dei media saranno perfette. E qui mi fermo visto che non vorrei buttarla troppo in politica, comunqe c’è da riflettere anche in questo senso.

    • Sì, è un sito piuttosto fazioso.

      Seguo questi temi su internet da un decennio e me ne occupo attivamente dal 2003. Ho visto moltissimi e promettenti progetti basati sulla perfetta ed equa ripartizione delle informazioni, una sorta di par condicio climatica, sono tutti naufragati, nel senso che dopo un po’ o pendevano da una parte o dall’altra. Personalmente non ci trovo davvero nulla di scandaloso, mi chiedo come mai, soprattutto i sostenitori dell’AGW “suggeriscano” ai siti scettici di essere più equi nel riportare le informazioni… Forse perchè la gallina che ha fatto l’uovo, è sempre la prima a cantare?

    • giovanni pascoli

      Quello che trovo “scandaloso” è che vi sia una denigrazione da parte della “scienza ufficiale” nei confronti di quasi tutti i siti noAGW presenti sulla rete (indipendentemente dai loro autori che possono essere scienziati, ricercatori o altro), che vi sia un blocco da parte di alcune riviste scientifiche alla pubblicazione di articoli con indicazioni No-AWG e poi si veda un ente scintifico-governativo-statale-ufficiale come proclim che dall’altro della sua ufficialità per controbattere “scientificamente” a quest’armata di NO-AGW rimanda ad un sito internet, ufficioso e fazioso. Questo mi da l’idea di una facciata di un palazzo regale dietro la quale si masconde una misera stalla. Non so se mi soono spiegato. Comunque penso che l’unico modo per uscire fuori da questo scontro dialettico, ormai trasformato in una diatriba politico-culturale-religiosa, sia quello di sfruttare al massimo studi, ricerche e dati sul passato storico e geologico.

    • Guido Botteri

      Caro Giovanni, concordo su quello che dici.
      Personalmente sono interessato a capire la realtà, e non certo al prevalere di una fazione.
      Questo non vuol dire che io non mi sia formato un’idea. Me la sono formata, e sempre più rafforzata negli anni.
      Sono attualmente uno scettico, ma amo dire di non esserlo per “professione” ma solo per attuale convinzione.
      Ho sempre detto e ripetuto che, a fronte di prove convincenti passerei dall’altra parte nel momento stesso in cui me ne convincessi.
      Purtroppo invece il mio scetticismo, invece di attenuarsi dopo le prime impressioni, man mano che studio ed approfondisco peggiora sempre, e mi allontana dalla mia aspirata adesione all’ipotesi AGW.
      Non posso farci niente, non riesco a prendere una posizione contraddittoria rispetto a quello che penso.
      Eppure sarebbe così comodo. Non avrei più chi mi critica perché “perdo tempo” a occuparmi di problemi che non mi porteranno mai vantaggi personali, ma solo grane.
      E quindi è scomoda e infruttuosa questa mia posizione, che mi impedisce di dedicare il tempo che vorrei ad altre attività, che mi interessano molto.
      Ma è tutta colpa di mio padre e di quell’educazione che mi ha inculcato, volta alla coerenza e all’onestà, che ti riempie di orgoglio, ma è anche tanto gravosa, perché combatte luoghi comuni tanto falsi quanto radicati.
      Ma non è solo tutta colpa di mio padre, che comunque stimo per le lacrime che ho visto piangere al suo funerale, e che mi fanno pensare che l’onestà non passa sempre inosservata, e forse qualche lacrima sincera valga una vita scomoda alla ricerca di valori veri.
      Questo mio scetticismo è anche colpa di certi atteggiamenti, come quelli che denunci tu, di gente che ti vuole zittire, che si appella all’autorità di questo o di quello, al consenso.
      Cosa ha a che fare tutto questo con la Scienza ? E poi aggiungici la costante denigrazione di chi non la pensa come loro, i riferimenti alle lobby, ma poi magari si scopre che quelli che sarebbero pagati dalle lobby non ricevono invece un soldo, mentre coloro che mettono costantemente in mezzo quest’argomento sono finanziati da… lasciamo perdere, son cose che possono solo amareggiare e avvelenare un clima (non quello atmosferico).
      Ebbene io dico, possibile mai che ci si debba battere come nemici, come tifosi ultrà, come se fosse più importante la posta in palio che non la verità ?
      Perché non si può parlare con chi è sinceramente convinto dell’ipotesi AGW, e confrontare civilmente le idee, sulla base di argomentazioni, dati, fatti, grafici seri…ci sarà pure una base di fondamenti sperimentali che si possa condividere con chi non la pensa come noi ?
      Un giorno provai ad iniziare una discussione, offrendo rispetto e cercando rispetto. Chiesi di non usare, per favore, la parola “negazionista” perché molto offensiva. Essa infatti prevede che la verità sia nota ad ambedue le parti prima ancora della discussione (semmai potrebbe uscire fuori dalla discussione, e non certo esserne una premessa) e che una delle parti la “neghi” per abietti motivi.
      Mi risposero ribadendo l’insulto ed anzi rincarandolo dicendo che non era nemmeno abbastanza.
      Si può discutere in queste condizioni ? La mia risposta è NO, e da quel giorno ho evitato quel gruppo di persone.
      Ma spero sempre che qualcuno ci sia disposto ad un confromnto civile, interessato al confronto, al fine di avvicinarci alla verità, o per lo meno chiarire il perché delle rispettive posizioni.
      Se da una parte e dall’altra non si hanno interessi personali, non è forse conveniente che si arrivi ad un chiarimento, che ci si avvicini alla verità ?
      Chi non ne ha paura, se anche fosse diversa da quello che attualmente pensa (come me) non può che essere disponibile al dialogo, con chiunque la pensi diversamente.
      Io la penso così.

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