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Ci risiamo, e pure in netto anticipo – Aggiornamento #3

Corre voce che la neve sulle regioni tirreniche e, più specificatamente sulla capitale abbia dei tempi di ritorno di venticinque anni o più. C’è stata nel ’56, nell’86 e nel 2010. Più indietro non so, ma direi che la statistica possa dirsi consistente.

Messa così ci sarebbe da mettersi comodi, e aspettare paziantemente il 2035 o giù di lì. Per quegli anni, tra l’altro, ci sta che la neve sarà stata messa in museo in apposita teca refrigerata, almeno stando alle proiezioni climatiche più di moda.

E invece no, reggetevi forte, perché oggi è comparsa una configurazione di medio termine di quelle che fanno tremare i polsi ai meteofili. Se non sapessi che di qui al 9-10 dicembre, i modelli potrebbero cambiare idea almeno tre o quattro volte, salvo poi tornare alla configurazione iniziale, farei subito un giro a controllare l’efficienza dei lampioni sotto casa.

Le cose starebbero così: passata questa azione meridiana, che lascerà un minimo solo soletto al largo delle Canarie, il flusso perturbato principale dovrebbe ritirarsi verso latitudini più elevate, pur mantenendo una discreta profondità sull’Europa settentrionale; per il mediterraneo, un bel flusso secondario derivato ad elevato indice zonale per qualche giorno; poi, nuova spinta meridiana del promontorio atlantico, con conseguente distacco di un gyre al largo dell’Islanda, e Scandinavian Pattern positivo dritto sull’Europa centrale, quello che i più “tecnici” chiamano rodanata; minimo al suolo sottovento al medio-basso Tirreno, temperatura a 850hPa ben sotto i -4°C et voilà, la pioggia diventa neve.

Ma c’è di più, il tutto dovrebbe infatti avvenire nella tarda notte del 9 dicembre, giusto in tempo perché le condizioni ideali si concretizzino nelle prime ore del mattino del 10 dicembre, secondo un cliqué decisamente raro ma anche già visto.

Succederà? Vedremo, per ora è poco più di un vagito. Perciò per adesso diciamo che chi segue CM sa che queste sono le uniche occasioni in cui parliamo di previsioni, per mia chiara inclinazione campanilista e perché la neve a Roma è la sfida prognostica più avvincente di tutte, di quelle che sai di aver avuto la giusta intuizione solo quando il paesaggio comincia a cambiare. L’anno scorso, per esempio, le previsioni numeriche hanno ballato la rumba fino al giorno prima (era il 12 febbraio), salvo poi esserci stati 6°C in città e sulla costa limitrofa fino a un’ora prima che cominciasse a nevicare.

Una cosa è certa, non ci sarà da fare bagni di sole, con buona pace dell’anno più caldo di sempre, questa foto è di ieri l’altro in un aeroporto inglese 🙂

Addendum

Primo significativo ripensamento. La prima discesa di aria fredda scorre a est, mentre la seconda, più occidentale, arriva nel Mediterraneo centrale. Tuttavia la velocità con cui il modello fa evolvere l’onda difficilmente potrà generare il minimo al suolo, indispensabile alla bisogna. Come scritto qualche riga più su, sia sui ripensamenti che sull’evoluzione, vedremo.

Aggiornamento

Uhm…ci pettina ma non ci fa lo shampoo, almeno così sembra. L’evoluzione è ancora nettamente meridiana, ma la tentazione per il flusso di scorrere a est quel tanto che basta per far innescare la tramontata è piuttosto forte. Stando all’attuale situazione prevista, si conferma l’alta velocità dell’onda con scarsa probabilità di ciclogenesi nei bassi strati sul Tirreno. Decisamente interessante, e anche oggettivamente condivisibile, la considerazione del lettore Marcello Libriani, che con il suo commento ha spostato l’attenzione sul secondo impulso, che sembra assumere una matrice molto più nord-orientale. Su questo, tuttavia, la predicibilità è talmente bassa da consigliare prudenza se non proprio mutismo.

Una considerazione. Stando al pattern ipotizzabile nel lungo periodo dall’analisi delle anomalie bariche e termiche delle previsioni mensili e stagionali, la depressione del campo termico nella bassa e media troposfera potrebbe persistere a lungo, con conseguente apertura di altre più favorevoli opportunità di flussi meridiani retrogradi. Con la stagione invernale mediterranea di fatto ancora lontana questo segnale è decisamente interessante.

Aggiornamento 2 (domenica 05 h 09:15)

Niente da fare. L’attenzione si sposta ai primi giorni della prossima settimana. Per il week-end vedremo invece una fantastica omega, ma il freddo vero finisce sui Balkani. Di lì, tra lunedì, martedì e mercoledì, dovrebbe venire a farci visita. Ma è un cut-off, temo che stavolta non basterà neanche il nowcasting. Se succederà qualcosa lo sapremo solo dopo. 🙂

Aggiornamento 3 (mercoledì 8/12 h 10:33)

Ogni promessa è debito, quel che è giusto è giusto, si deve dare a Cesare quel che è di Cesare…servono altri luoghi comuni? Uno solo, forse. Perché arrivi il freddo vero sull’area Tirrenica ci vuole veramente l’evento eccezionale. Quindi non quello che sta per arrivare.

Ormai è assodato che il primo impulso se ne andrà molto a est. Quello che lascia ancora ampi margini di predicibilità è invece il secondo, che comunque il modello continua a spostare in avanti nel tempo ad ogni uscita. In particolare, si è innescato un pendolo interessante tre le produzioni giornaliere, con una che coerentemente continua a proporre la retrogressione del minimo fin sulla Spagna e un successivo interessamento del Mediterraneo centrale, e l’altra che altrettanto coerentemente, tiene questa retrogressione più alta di latitudine presentando sul Mediterraneo occidentale poco più di un veloce asse di saccatura.

A meno di eccezionali sconvolgimenti della prognosi, direi di chiudere qui questa fase e passare oltre. A breve usciremo con il nostro outlook fino a fine mese. Vi prometto che sarà interessante.

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16 Comments

  1. Claudio Costa

    Danno neve a Roma nei prossimi gironi.
    Mi chiedo se qualcuno conosce delle descrizioni degli antichi romani di Roma coperta dalla neve, io non ne ho trovate.
    Se il GW porta la neve a Roma, al tempo dei romani cioè quando faceva caldo come, o più, di adesso, la neve avrebbero dovuto vederla spesso.
    E cosa scaldò la terra al tempo dei romani?
    Non certo il metano dei bovidi romani!

    • donato

      Osservazione molto puntuta.
      Ciao, Donato.

  2. Massimo

    Salve Colonnello Guidi.
    Ha visto? Anche se per poco, ha nevicato a Roma il 17 Dicembre.
    Volevo però farle una domanda abbastanza seria:
    “Lei, personalmente, su quale modello si basa o meglio, quale modello preferisce tra: GFS, ECMWF, NOGAPS, UKMO, GEM o altri ?”.
    In attesa di una Sua celere e cortese risposta, la saluto cordialmente.

    Massimo

    Reply
    Senza dubbio, ECMWF e LAM derivato.
    gg

  3. Massimo

    Salve Colonnello Guidi.
    Volevo ricordare, che a Roma, ha nevicato il 6 Gennaio 1985, per poi ripeterla nel Febbraio ’86. Quindi per ben due inverni, abbiamo avuto accumuli consistenti.
    ’85 = 2010 – ’86 = 2011 ??? 🙂

    Reply
    why not? 🙂
    gg

  4. Fabio

    Sono 1 appassionato ma non ho nessuna nozione scientifica riguardo ai modelli matematici utilizzati per le previsioni.

    Detto questo, la mia domanda è: se i modelli continuano a “vedere” una forte HP posizionata ad ovest dell’irlanda prima alla fine di questa settimana, adesso un po più in la, una ragione ci sarà … 🙂

    Grazie

    Reply
    Ah, ok, bella domanda. Il punto è che i modelli ci servono per capire come gira l’aria, mentre per rispondere alla tua domanda, dovremmo vedere come gira l’aria per capire i modelli. Cosa che tra l’altro si fa pure, ma con la possibilità di avere riscontri solo a cose avvenute. Nella fattispecie, una sovrastima delle retrogressioni è anche abbastanza usuale, peccato che “abbastanza” dal punto di vista interpretativo della singola situazione non significhi assolutamente nulla.
    gg

  5. Fabio

    Bè GFS continua a spostarlo nel tempo ma ripropone sempre lo stesso schema oramai da diversi gg.

    http://www.wetterzentrale.de/pics/Rtavn3241.png

    Mi piacerebbe sapere (a grandi linee) le basi si cui si basa questo riproporsi

    Grazie

    Reply
    Fabio cosa intendi per “basi”?
    gg

  6. Giampiero Borrielli

    Ma è un cut-off, temo che stavolta non basterà neanche il nowcasting.
    Urge traduzione per i profani…..

    Reply
    Chiedo venia. Un cut-off è un minimo che si stacca dalla saccatura che lo ha generato e che quindi cessa di essere efficacemente alimentato dal flusso. Altra caratteristica generale è quella di essere per lo più barotropico, ossia privo, nella sua circolazione interna, di avvezioni termiche accentuate. la sua energia è dunque destinata ad esaurirsi in situ (normalmente attraverso il processo di colmamento (aumento progressivo della pressione) o di “recupero” da parte del flusso, con conseguente assorbimento nella circolazione. Siccome starà lì a ballare sui Balkani per un po’, i dolori per noi verranno dal passaggio degli assi. Ecco perché non basterà il nowcasting, cioè la previsione a brevissimo termine che normalmente non si avvale degli output numerici, quanto piuttosto dell’analisi di quello che accade, sia con le immagini da satelite che con le osservazioni.
    gg

  7. Pierluigi

    Chiaramento la sua analisi è riferita al versante tirrenico.
    Diciamo che qui sull’Adriatico stante alle gfs 06 siamo ancora in gioco, almeno da Ascoli in giù.
    Il versante tirrenico in queste condizioni è sempre fuori, lo si sapeva anche 3-4 giorni fa

    Reply
    Certo Pierluigi, il post era ed è scherzosamente dedicato alla possibilità che arrivi la neve su Roma. Quanto al fatto che si sapesse 3-4 giorni fa non direi proprio, perché 3-4 giorni fa l’output del modello era molto diverso e solo su quello si può ragionare, a meno di non avere la palla di vetro (di quelle con la neve dentro ovviamente!).
    gg 🙂

  8. Leggo sul Corsera:

    ****
    (ANSA) – VENEZIA – Ancora neve sull’Italia, poi clima mite regalato dall’aria africana, infine dopo l’Immacolata il ritorno del gelo. Dopo il freddo di queste ore, arrivera’ fra tre giorni aria africana che portera’ un rialzo termico con pioggia sulle Alpi anche ad alta quota. Per il meteorologo Luca Mercalli, questo tipo di clima e’ un esempio di come potrebbe essere in futuro il processo di ‘appenninizzazione’ delle Alpi, con temperature piu’ elevate che incideranno su durata e qualita’ del manto nevoso.
    ****

    Qualcuno può spiegarmela? A parte che mi sembra il dipartimento “il meteo è il clima”, mi pareva di capire che i ghiacciai si ritirano, ma i manti nevosi invernali non se la passano male (almeno a vedere i tigì quando parlano di sport invernali).

  9. marcello libriani

    sinceramente, quando ho visto il 3d di gravina pensavo ad una previsione più a lungo termine.
    La rodanata “fruttuosa” ci può stare e non ci può stare, quello è un gioco di minimi e direzioni dei getti che per pochi km di differenza possono portare sullo stivale situazioni molto differenti.

    Io però vedo il prossimo affondo artico come un “apripista”, la zampata in grado di rompere l’anomalia calda sui balcani. Se a questo aggiungiamo che abbiamo a disposizione un ottimo serbatoio freddo siberiano e che (probabilmente proprio per questo) sembrerebbe strutturarsi un anticiclone con matrice termica sulla siberia centrale e dinamico sulla russia, allora la possibilità di generazione di un ponte di W. non sono peregrine.

    A quel punto avremo molti punti favorevoli per una retrogressione veramente efficace sull’italia, questa volta non attraverso il rodano come è stato per tutta la stagione scorsa e l’inizio di questa, ma attraverso la “pista balcanica” ed est europea.

    Il resto è tutto da vedere, ma le potenzialità ci sono 😉

    Un appunto: per il prossimo affondo lei ha parlato di scandinavian pattern: non mi sembra tanto, se non in una seconda fase che rigonfia l’hp “diagonale” con asse sulla scandinavia: l’hp in grado di alitare aria artica continentale. A tal proposito approfitto per segnalare un indice che meglio si addice al target mediterraneo in quanto ad irruzioni artiche continentali: il pcai

    su base reading:
    http://www.tempoitalia.it/gfs/pcaidata/pcai_ecmwf.png

    su base gfs
    http://www.tempoitalia.it/gfs/pcaidata/pcai.png

    http://www.meteogiornale.it/notizia/7771-1-pcai-un-tentativo-di-indicizzazione-delle-irruzioni-artiche-continentali

    Reply
    Interessante. Ci spieghi cos’è, come funziona e su cosa si basa?
    gg

  10. comodavide

    c’è da ballare parecchio ma nelle determinazioni primo o dopo roma può sperare! il rodano diretto sarà difficile meglio sperare nella difficile determinazione di rientro retrogrado a seguire fiorero di molto freddo.

  11. stefano

    Illustre colonnello Guidi,
    in primis complimenti per la competenza e lo stile!
    per quanto concerne il suo articolo, beh ovviamente ci fa ben sperare..il suo “addendum” non credo vada preso come una ritrattazione completa,giusto? penso che l’impianto di base sia quello, poi certo basta poco per uno spostamento di 50-100 km..la mia profana impressione è che comunque quest’anno la nostra penisola sembra maggiormente coinvolta dalle irruzioni artiche, me lo conferma?
    un saluto
    stefano

    Reply
    Ci vorrebbe la palla di vetro per confermarlo, e quella la lascio volentieri ai vaticinanti. Per ora registriamo una stagione precoce e “frizzante”, i conti, come sempre, li faremo alla fine.
    gg

    • stefano

      Grazie…e a presto,allora!
      stefano

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