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James Hansen e il “Patto col Diavolo”

Continuiamo con  l’analisi del libro “Tempeste” di James Hansen iniziata qui:

“La dipendenza dai combustibili fossili è il patto con il diavolo dell’umanità, e il tempo rimasto per la redenzione è scarso” James Hansen da Tempeste pag. 124

SATANA A S PETRONIO
Nell'immagine Satana in S Petronio, Bologna.

Malgrado Hansen sia certo di questo patto con il diavolo, non sembra affatto certo sulla stima delle forzanti che regolano i cambiamenti climatici.

A pag. 66 il noto climatologo si chiede quale sarà il ruolo delle nubi sul clima in seguito riscaldamento globale:

”Ci saranno più nubi o meno nubi? L’altezza del livello di condensazione delle nubi aumenterà o diminuirà?”

e si risponde

“Ancora non sappiamo nemmeno se il feedback delle nubi è positivo o negativo”

E sugli aerosol a pg 92-93 dice:

“..le nubi cambiano anche per altri motivi – forse in relazione ai cambiamenti nell’irradiazione solare – quindi le misurazioni dovrebbero protrarsi per almeno un paio di cicli solari di 10-12 anni ciascuno…Il risultato è che dopo quasi 20 anni ancora non conosciamo la forzante climatica indotta dagli aerosol o come questa stia cambiando”

Senza sapere in che modo agiscono sul clima le nubi e gli aerosol, e senza consocere quali siano le influenze esterne sulla fromazione delle nubi, le proiezioni climatiche sono quantomeno monche (vedi Prodi e Visconti), non hanno alcun valore, perchè l’andamento del clima potrebbe essere in effetti molto diverso.

Ancora Hansen a pag. 58

” il clima è notevolmente sensibile – grandi cambiamenti climatici possono cioè avvenire in risposta a forzanti molto deboli”

Dunque le stime delle forzanti di naturali da parte di Hansen sono minime dal 1750 al 2000 ma sono esattamente le stesse forzanti che hanno dato gli altri picchi caldi dell’olocene, come periodo caldo medioevale, romano miceneo ecc (e anche dell’Eemiano come picchi) tema che è stato già affrontato qui.

Picchi di riscaldamento del tutto simili al nostro, il che vuol dire

  • o che le forzanti naturali sono enormemente sottostimate
  • o che la terra è ipersensibile ad esse (vedi Svalgaard)

In entrambi i casi non può essere l’uomo a dare il 90% del valore delle forzanti come stima Hansen, ci sono quelle naturali come ci sono sempre state, oppure c’è l’ipersensibilità della terra come c’è sempre stata.

Sulla sottostima delle forzanti solari Hansen dice:

“Di conseguenza i risultati di Tung e Camp implicano che esista una forzante solare indiretta che raddoppia l’impatto climatico della forzante solare diretta –un’efficacia del 200%. Forse i sostenitori della teoria solare hanno parzialmente ragione – l’effetto del sole è maggiore di quanto implicato dal solo cambiamento nell’irradiazione, con un’amplificazione dovuta ai raggi cosmici galattici, o ad altri meccanismi” (pag. 133)

Quindi i bilanci radiativi fatti finora devono essere rivisti, e mettono in dubbio l’efficacia di mitigazione con la riduzione delle emissioni. Vale sempre la pena ricordare le varie ipotesi sull’amplificazione del sole, perché sono in tanti a pensare che siano solo i raggi cosmici galattici.

Secondo Katya Georgieva l’effetto del sole sul clima si suppone che si esplichi attraverso:

  • la modulazione del flusso di raggi cosmici galattici che colpiscono l’ozono stratosferico
  • la modulazione dei raggi ultravioletti con azioni sempre sull’ozono stratosferico
  • e / o la formazione di aerosol di ionizzazione che fungono da semi di nebulizzazione
  • e / o con la modifica del circuito elettrico globale
  • e/o, a causa della variazione della trasparenza dell’atmosfera.

Infine c’è l’ipotesi Scafetta-Mazzarella che trovo la più affascinante. Nicola Scafetta ha riscontrato con un’analisi statistica a densità spettrale, che le variazioni climatiche sono correlate all’allineamento Sole, Giove Saturno. Secondo il prof. Adriano Mazzarella lo spostamento del centro di massa solare dovuto all’attrazione di Giove e Saturno, potrebbe comportare una diversa velocità di rotazione della Terra che influenzerebbe direttamente il clima variandone la circolazione atmosferica.

Malgrado queste ammissioni di non conoscenza sempre Hansen dice a pag. 63:

” Jimmy Carter approvò una serie di progetti finalizzati all’estrazione di petrolio e gas dal carbone e di petrolio dagli scisti bituminosi…se tutti quei progetti fossero stati portati a termine, avrebbero potuto sterminare tutti gli esseri viventi sulla Terra.”

Anche bruciando tutti i combustibili fossili non si supereranno le 800-1000 ppm di CO2 in atmosfera, ma la Terra ha già conosciuto periodi con concentrazioni di CO2 anche più alte di 1000 ppm e sono stati caratterizzati dal massimo sviluppo della vita nei mari e sulla terra, non dall’estinzione di tutti gli esseri viventi. Non c’è nulla che giustifichi questo catastrofismo degno del drago dell’apocalisse.

“Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla Terra. …………”.da l’Apocalisse

S MICHELE E IL DRAGO
Nell'immagine S. Michele e il drago dell'Apocalisse

Il climatologo della NASA è però sempre convinto che il riscaldamento globale sia dovuto soprattutto ai gas serra climalteranti. Leggiamo ancora:

L’attuale squilibrio energetico..è probabilmente inferiore a quanto calcolammo..nel 2005… sappiamo che la differenza non può essere dovuta ad un errore nella sensibilità climatica del nostro modello, visto che i dati paleo climatici confermano la sensibilità climatica di 3° c per un raddoppio della CO2”

Ma non è vero! I dati paleo climatici confermano sempre che il CO2 e il CH4 salgono dopo le temperature sia nel clima remoto (PETM) sia negli ultimi milioni di anni, mentre le fluttuazioni climatiche all’interno dell’Olocene come il periodo caldo medioevale, romano e miceneo (e dell’Eemiano) non sono affatto correlate ai gas serra climalteranti, piuttosto stabili nel periodo, ma bensì al flusso solare magnetico con un correlazione causa effetto che ancora non si conosce, che ancora non è stata stimata ma che è dominante senza dubbio alcuno. Quindi l’ipersensibilità climatica di cui parla Hansen riguarda per forza di cose il flusso solare magnetico non i gas serra climalteranti.

Nel raccontare la sua vicenda di scienziato J. Hansen fa a mio giudizio un clamoroso autogoal: nel 2001 scrisse un articolo per Scientific American dove criticava il rapporto IPCC 2001 per la sottostima dell’innalzamento del livello del mare e per la totale assenza di sforzi mirati a ridurre le emissioni, ma l’articolo fu bocciato!

Secondo Hansen per questi motivi:

“Naturalmente questo (articolo) era inaccettabile – viste le ampie critiche all’IPCC contenute nell’articolo, non c’erano realisticamente possibilità che venisse pubblicato da una rivista scientifica ufficiale – era probabile che la maggior parte dei revisori dell’articolo fossero stati tra gli autori del rapporto IPCC 2001.”

Ed è esattamente lo stesso motivo per cui i cosiddetti scettici climatici fanno fatica a pubblicare sulle riviste peer review. Nel descrivere le ragioni di R. Lindzen il suo più grande antagonista a quanto leggo, James Hansen dice:

“E’ verosimile pensare che Lindzen ammetterà di essere in errore,? Probabilmente No. Piuttosto, continuerà ad asserire che i cambiamenti climatici indotti dall’uomo sono ininfluenti, e difenderà questa posizione come un avvocato difenderebbe un cliente. Un avvocato non cerca la verità, cerca la vittoria del cliente.”

Che è esattamente quello che è emerso dal climategate, un gruppo molto influente di scienziati che han fatto azioni definite tribali, non per la ricerca della verità, anzi per nasconderla, o meglio per non far emergere i dubbi, gli errori e le pressioni politiche, per non parlare della voodoo-science alla quale Rajendra Pachauri paragonò le critiche rivelatesi poi più che fondate, sulla scomoda questione dei ghiacciai dell’Himalaya.

“…i direttori responsabili delle riviste Science e Nature hanno pubblicamente annunciato la loro decisione di non pubblicare articoli che mettano in dubbio la visione allarmista del riscaldamento globale antropogenico. Anche l’American Scientist, che ha adottato una posizione più aperta, ha rifiutato perfino di esaminare articoli che mettano in dubbio le conclusioni dell’IPCC, sostenendo, come ha sostenuto il suo direttore responsabile, che pubblicare articoli del genere sarebbe come pubblicare articoli secondo cui «la teoria della relatività generale di Einstein è falsa». Peccato che nessuno di questi direttori responsabili ha alcuna preparazione in scienza del clima.”

“In particolare, mostreremo come gli organi politici agiscono per il controllo delle istituzioni scientifiche, e come gli scienziati regolino e aggiustino dati e teorie, su posizioni politicamente corrette, e come l’opposizione a queste posizioni venga liquidata.”

Richard Lindzen

E’ doppiamente paradossale il fatto che J Hansen
– ammetta le stesse “non conoscenze” degli scettici su nubi, aerosol e forzante solare indiretta
– ammetta che è molto difficile pubblicare articoli di critica all’IPCC
Che dica:

“L’opinione pubblica ha diritto ad ascoltare testimonianze non filtrate” pg 165

Ma nello stesso tempo pretenda che gli scettici non siano presenti nei media al dibattito sui cambiamenti climatici, in base al principio delle “alzate di mano” cioè di una maggioranza che esiste anche perché gli scettici faticano a pubblicare, ma che non è assoluta, sono infatti centinaia gli scienziati scettici.
Inoltre nella storia della scienza la maggioranza non ha mai avuto alcun significato.

Cito ancora il catastrofismo di Hansen nel caso in cui non fosse ancora chiaro a qualcuno (e saranno in molti ancora a giustificarlo):

“ L’umanità si muove oggi su una china pericolosa . Continuiamo a liberare gas serra nell’atmosfera, inconsapevoli di quanto potremmo essere vicini a una situazione in cui uno slittamento catastrofico diventa praticamente inevitabile, uno scivolone a causa del quale potremmo improvvisamente perdere ogni controllo ed essere trascinati verso l’annientamento” (pag. 95)

PANTERA MARINA A SETTE TESTE
Pantera marina a sette teste

L’annientamento! Magari quello della bestia del mare dell’apocalisse

“Vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo. La bestia che io vidi era simile a una pantera, con le zampe come quelle di un orso e la bocca come quella di un leone. Il drago le diede la sua forza, il suo trono e la sua potestà grande.”

da l’Apocalisse

J. Hansen vota a volte democratico a volte repubblicano, avrebbe votato McCain ma poi ha votato Obama, e contro Bush ha votato Kerry, però vinse Bush, quel giorno tornando a casa investì un cervo uccidendolo e pianse:

“non so se piansi per il cervo, per il mio paese, o per il pianeta” (pag 138)

Vi lascio con l’immagine di Hansen che piange, penso però che saranno in molti a piangere perchè si sentiranno ingannati.

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Published inAttualitàNews

10 Comments

  1. […] carbone l’uomo si estinguerà per le catastrofi climatiche!” (da Tempeste) Già denunciato qui e qui. Una cosa vergognosa come pure vergognoso il silenzio dei climatologi italiani che non lo […]

  2. Donato

    Ho letto solo ora, e di corsa, l’articolo di Claudio Costa. Ottimo lavoro. Gli argomenti trattati sono di forte peso e debbono essere opportunamente approfonditi. Ad un primo impatto non posso che fare mie le considerazioni di Guido Botteri. Un piccolo addendum a proposito dello scarso peso che hanno le opinioni degli “scettici” nel mondo della scienza “politicamente corretta”. Qualche anno fa su “Le Scienze” fu pubblicato un articolo che mi fece molta impressione. L’autore, di cui non ricordo il nome, analizzava il metodo della “peer review” e, tra l’altro, dedicava uno spazio agli articoli di climatologia. Egli faceva un ragionamento piuttosto semplice. Un articolo di climatologia era sottoposto a revisione. Se il revisore faceva parte dell’IPCC o faceva ad esso riferimento, era accettato ed ammesso alla pubblicazione solo se sosteneva tesi concordi a quelle del revisore, ovvero dell’IPCC. Poiché l’impatto dell’articolo, e quindi la sua importanza, dipendevano dal numero di citazioni in altri articoli pubblicati da altri scienziati, a loro volta soggetti a revisione, si veniva a creare un circolo vizioso: io cito il tuo articolo, tu citi il mio, entrambi citiamo l’articolo di uno che ha citato i nostri, tutti facciamo riferimento al rapporto IPCC e ….. ecco a voi il consenso servito su un piatto d’argento. Questo episodio mi è tornato improvvisamente in mente leggendo l’aneddoto dell’articolo del giovane Hansen che non venne pubblicato perché troppo critico nei riguardi delle tesi IPCC. In parole povere, come già ampiamente sostenuto in questo blog, il metodo della revisione tra pari che dovrebbe garantire il rigore scientifico, nel caso della climatologia (e dei modelli climatici, in modo particolare), si è trasformato in una mostruosità: poichè le tesi esposte non sono confutabili in modo oggettivo, sono vere “a maggioranza” (più o meno qualificata). Fa piacere sentirlo dire da Hansen in persona, ma, personalmente, sono molto dispiaciuto per la Scienza (quella vera).
    Ciao, Donato.

  3. Claudio Costa

    @ Stefano

    Ti segnalo questo articolo molto interessante sulla sensibilità climatica
    http://daltonsminima.altervista.org/?p=12754&cpage=1#comment-35967
    in particolare fig 1

    se vuoi qualcosa in inglese puoi mandare Lindzen che è un sempreverde

    http://cfa-www.harvard.edu/~wsoon/ArmstrongGreenSoon08-Anatomy-d/Lindzen07-EnE-warm-lindz07.pdf
    Richard S. Lindzen “Taking Greenhouse Warming Seriously” Energy & Environment, Volume 18, Numbers 7-8, December 2007 , pp. 937-950(14)

    • agrimensore g

      Grazie Claudio, sei davvero molto gentile a segnalare il mio articolo. Colgo l’occasione per dire a Stefano che sono solo un’hobbysta, sul tema Claudio ha studiato molto più di me.

  4. Sono d’accordo. Volevo almeno provare a spiegargli, come è anche accennato in quest’ottimo articolo, che il problema è molto più complesso. Considera che i tedeschi, quasi tutti, sono straconvinti delle affermazioni secondo me superficialissime e non provate di questo articolo (se vuoi te lo mando, mi servirebbe una tua mail, è una scansione jpeg). Ciò è preoccupante, soprattutto se consideri il fatto che il tedesco medio si interessa molto di scienza e tecnica. Grazie della risposta.

  5. Ho appena ricevuto un articolo da un mio collega tedesco con il solito grafico della CO2 che aumenta (per via delle “attività umane”) in modo lineare dai 280 ppm del 1960 ai circa 400 del 2010. E si spiega che un raddoppio della CO2 causa un aumento dai 2 ai 5 gradi negli oceani. Mi potete aiutare? Conoscete un articolo in inglese o dei grafici che possano contraddirlo? Grazie!

    Reply
    Stefano, il problema è nell’uso dell’indicativo presente “causa”. Si tratta di scenari (non ho visto l’articolo ma già il fatto che si parli di temperature oceaniche e non della libera atmosfera mi pare strano) e quindi, semmai, si dovrebbe dire “potrebbe causare”. E qui si apre tutto il mondo del dibattito sui cambiamenti climatici e sulla loro presunta origine antropica. Benvenuto nel club, in realtà non c’è niente da confutare, perché questi scenari non sono verificabili, né i modelli da cui scaturiscono sono mai stati validati sul serio. Fossi in te lascerei proprio perdere. 🙂
    gg

  6. “Jimmy Carter approvò una serie di progetti finalizzati all’estrazione di petrolio e gas dal carbone e di petrolio dagli scisti bituminosi…se tutti quei progetti fossero stati portati a termine, avrebbero potuto sterminare tutti gli esseri viventi sulla Terra.”

    Ma negli ultimi anni non hanno veramente iniziato a sfruttare gli scisti bituminosi?

    • Luca Fava

      Certo che si.

    • Sempre sugli scisti bituminosi… dunque, perché Hansen non rimette più lo sfruttamento degli scisti al top della classifica delle cose pericolose?

  7. Guido Botteri

    Splendido articolo, Claudio !
    Prendo nota su Hansen:
    1. sembra dichiararsi in pratica un fanatico religioso;
    2. riconosce che ci sono molte cose (secondo noi importanti) che non si conoscono;
    3. riconosce che c’è una deliberata azione di ostacolo a chi non è allineato e piegato al potere dell’IPCC.

    Mi sembrano cose importantissime, anche perché le sue ammissioni di non conoscenza si aggiungono a quelle, da me illustrate su CM in un recente articolo, della NASA, e a fronte di tutto ciò mi domando
    1. dov’è quella ostentata sicurezza che porta certi fanatici a proclamare che la faccenda sarebbe “chiusa” (“the debate is over”) ?
    2. poiché la CO2 non può portare DIRETTAMENTE significativi aumenti di temperatura, il mostro con sette teste di pantera che avanza, l’apocalisse, sarebbe causata dunque non direttamente dalla CO2, ma da una grande reazione scatenata da essa, e basata sulla risposta delle nubi…ma guarda caso questa risposta NON si conosce, e allora perché dovrebbe essere un feedback positivo, e non negativo come sostengono altri ?
    3. …e perché questo feedback dovrebbe essere causato dalla CO2 e non da altri fattori, come l’iradiazione solare, le variazioni del campo magnetico, i raggi cosmici o altri fenomeni ancora non ben conosciuti ?
    4. qual’è il vero consenso, visto che Hansen stesso ammette le manipolazioni e le distorsioni introdotte dal potere mediatico, e di cui perfino lui ha subito le conseguenze ?

    In conclusione, credo che questo di Claudio sia un grande articolo sul quale valga la pena di riflettere a lungo, e da non dimenticare.

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