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Un Pianeta che scotta al punto di gelare

Succedono cose strane. Lo scorso anno a CO2penhagen i leader mondiali dovettero rinunciare a siglare un accordo che avesse un minimo di contenuti anche perché il gelo impedì loro di fermarsi nella città della sirenetta abbastanza a lungo per essere ammaliati dai canti delle sirene del riscaldamento globale.

Quest’anno a Can’tCun, anche se una certa stampa molto volenterosa ha riportato che le cose sono andate un po’ meglio, mentre si discuteva alacremente del futuro climatico e finanziario del Pianeta, il paese caraibico ospitante sperimentava temperature basse da record.

Per chi ama il freddo c’è da sperare che questi appuntamenti continuino, pare si tratti di una sorta di assicurazione contro il climarrosto.

Nel nostro piccolo, abbiamo sperimentato questa maledizione anche noi. Ieri a Roma è stato presentato a Roma il nuovo libro di Luca Fiorani e Antonello Pasini, entrambi del CNR, dal titolo il “Pianeta che Scotta”. Nell’ANSA qui sotto alcune dichiarazioni degli autori:

18:23 – Esperti: “Nonostante freddo, temperature pianeta aumentano”

17.12.2010

ROMA, 17 DIC – Il freddo di questi giorni e’ una questione ’’abbastanza locale’’, ma la Terra sta bruciando. Lo sostengono i due scienziati Luca Fiorani dell’Enea e Antonello Pasini del Cnr a margine della presentazione del libro ’Il Pianeta che scotta’, di cui sono gli autori. Il gran freddo che avvolge l’Italia, dicono i due esperti, rientra in quella che puo’ essere definita ’’una fluttuazione meteorologica, e non climatica’’. Secondo questo modello, spiegano, si tratta di ’’una situazione locale’’ che ci indica la presenza di ’’una bolla d’aria fredda’’. Ma, avvertono, non bisogna farsi ingannare, in altre parti del mondo si ’suda’: per esempio, gennaio 2010, nonostante il freddo avvertito, e’ stato ’’il primo o il secondo piu’ caldo degli ultimi 30 anni’’. Nel libro si parla in modo ’’divulgativo e rigoroso’’ dei cambiamenti climatici, mantenendo la semplicita’ per aiutare la comprensione della materia: ’’Si tenta – dicono Fiorani e Pasini – di offrire una risposta non preconfezionata’’. Quanto al nodo della responsabilita’ antropica del riscaldamento globale, i due ricordano che per ’’il 97,4% degli scienziati’’ le attivita’ dell’uomo sono alla base di un aumento di temperatura dovuto all’incremento di gas serra. Secondo Fiorani (sulla base di alcuni studi), al ritmo attuale di incremento di emissioni, la temperatura dovrebbe ’’salire tra i 2 e i 4 gradi per la fine del secolo’’. E per Pasini, che ricorda la posizione su cui si concentra e si trova concorde il dibattito scientifico, ’’il riscaldamento globale negli 150 anni e’ generato da una causa antropica’’. (ANSA)

La foto ricordo pare sia stata fatta in sala perché fuori nevicava.

Roma, il Pantheon 17/12/2010

Ma, si sa, come leggiamo dal lancio d’agenzia, si tratta di eventi locali e quindi strettamente attinenti al tempo meteorologico, il clima è un’altra cosa, una cosa seria.

Allora chissà se quei poveri incauti certamente preoccupati per il futuro scottante che ci aspetta, avranno dedicato i loro pensieri a questo evento, magari ascoltandone il resoconto alla radio, mentre passavano la notte intrappolati sull’autostrada passando dal freddo “locale” di Roma a quello “locale” di Milano, Bari, Napoli, Torino, Firenze, Pescara etc. etc. Qualcuno, magari, doveva raggiungere un aeroporto (chiuso per neve) per andare verso un altro freddo “locale”, magari in Scozia, o in Russia o, addirittura in nord America. Tutte zone del mondo dove il riscaldamento globale è così forte da far morire la gente di freddo.

Locale. Nella mappa qui sotto vediamo quanto sia stato “locale” il freddo dell’inverno scorso rispetto agli ultimi trent’anni.

http://data.giss.nasa.gov/gistemp/maps/

Per quello che deve ancora cominciare (sì, dite a quelli sull’A1 che l’inverno comincia tra qualche giorno, questo è ancora autunno…) vi faremo sapere tra qualche mese. Non siamo sicuri di poter usare un lancio dell’ANSA ma vedremo cosa si può fare. Nel frattempo, con riferimento a quanto già “lanciato”, attendiamo fiduciosi le smentite degli autori, per i quali nutriamo stima e considerazione.

Addendum

Per chi dovesse giustamente nutrire dei dubbi circa la scelta del periodo di riferimento per calcolare la mappa delle anomalie, dato che l’ultimo trentennio dicono sia stato -quello sì- scottante, di seguito ne mettiamo un’altra calcolata sul trentennio precedente, quello preso normalmente a riferimento dai gestori di questo dataset, ma anche quello più freddo del secolo scorso.

Urka! Dove le temperature si misurano invece di tirare a indovinare interpolando fa più freddo ora di allora. E sì che all’epoca qualcuno andava dicendo che eravamo alle soglie dell’era glaciale.

Non c’è niente da fare, più climate disruption di così non è possibile. Se tutto va bene finiremo congelati.

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Published inAttualitàNews

7 Comments

  1. Giuseppe Tito

    ENEA leggasi: Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, fino al 2007 Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente, fino al 1991 Ente Nazionale per l’Energia Atomica. Questa gente, che dell’ambiente si interessa nella misura in cui può sfruttarlo, per sfruttarlo appunto fa il gioco di quelli che cercano in tutti i modi di dirottare l’opinione pubblica e quindi gli investimenti verso il loro primario interesse.
    Nelle due carte prevalgono i colori caldi è vero, ma guarda caso il rosso coincide, tranne qualche rara eccezione, o con le basse o con le alte latitudini. La maggior parte dell’opinione pubblica vive invece alle medie latitudini, pertanto non esiste nemmeno la percezione di un pianeta che scotta: fa più caldo dove già fa caldo, o dove se fa più caldo è sempre molto freddo comunque, specie in inverno. Potenza dei media!

  2. Paolo Mezzasalma

    E’ permessa una critica all’autore di questo post?

    Riguarda l’ultima frase, quella che comincia con “Nel frattempo…” in cui si appropria di una prima persona plurale quando invece esprime giudizi personali che richiedono il singolare.

    Per quel che mi riguarda, chi parla di “bolle di aria fredda” (e che sono?) e di “Pianeta che scotta” va annoverato in pieno in quella corrente definita dei “catastrofisti”, dai quali conviene stare lontani se si vuole passare un periodo sereno di festività.

    Almeno a Natale, un po’ di ottimismo, nooo?

    • Fabio Spina

      “Bolla” calda (o africana) o fredda si usa in meteorologia da quando è un termine che ha assunto connotazioni negative dopo l’esplosione della bolla speculativa in borsa o titoli tossici, relativamente poco tempo. Tutto fa riferimento più al circuito della comunicazione che alla scienza dell’atmosfera, prima al massimo c’erano le mille bolle blu di una famosa canzone…ma nessuno dei “climatologi” le citava perché non creavano angoscia. Insomma una componente subliminale, come continuare ad usare smog anche se non c’é più né fumo né nebbia.
      Uno speranzoso augurio di buon Natale.

  3. Il 97.4% deegli scienziati? Wow. Immagino abbiano pubblicato le due liste, una con il conteggio di tutti gli scienziati (climatologi) del mondo e l’altra con i nomi di quelli che sostengono l’AGW. Oppure abbiano fatto riferimento ad un sondaggio. Ne hanno dato i riferimenti?

  4. velazquez

    Ma gli autori di questo nuovo prezioso manuale, dove vivono?
    Ricordo alcuni anni fa che il gruppo di lavoro di cui facevo parte, venne chiamato a fare assistenza meteorologica ad un evento aeronautico. Il previsore di turno era concentratissimo sui modelli a scala locale che non prevedevano alcuna attività temporalesca da li a due ore. Mentre rassicurava tutti su quella previsione si sentì fuori un bel tuono. Tra tutte quelle carte, aveva dimenticato di affacciarsi dalla finestra, perdendosi così un cumulo torreggiante che cresceva rapidamente (purtroppo non previsto da alcun modello!).
    Consiglierei ai due autori, di affacciarsi più spesso fuori dai loro uffici e guardare con occhi meravigliati il continuo mutare della natura che ci circonda. Sarebbero meno apocalittici e più vicini alla realtà. Auguri

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