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Qualche conto da rifare

Questa mattina è uscito sull’inserto Tutto Scienze del quotidiano La Stampa un articolo molto interessante. Si tratta di un programma di ricerca dell’INGV sulle emissioni naturali di gas metano.

E’ noto che il metano è un gas serra potenzialmente molto più efficace dell’anidride carbonica. La concentrazione di questo gas ha avuto una costante tendenza all’aumento fino alla fine del secolo scorso, per poi divenire sostanzialmente stabile. Le cause di questa inversione di tendenza sembra non siano note, così come non è chiaro come il rateo di crescita della sua concentrazione possa essere stato attribuito interamente al fattore antropico quando in atmosfera l’accumulo di metano da origini fossili è stato superiore alla quantità emessa dalle attività umane.

Forse, nella furia di analizzare in ogni minimo dettaglio il ruolo della CO2 nelle dinamiche del sistema clima, sono stati trascurati molti aspetti di non poco conto. Ci hanno pensato dei ricercatori italiani identificando nelle emissioni naturali di gas una percentuale del 17% delle emissioni globali di etano e del 10% di quelle di propano e metano. Un contributo naturale all’effetto serra da non trascurare e la conferma che la strada da fare è ancora lunga per arrivare a comprenderne la dinamica.

Il paragone riportato sull’articolo è emblematico: questo fattore equivale alle emissioni di duecento milioni di automobili. Lo studio è stato pubblicato su Science, qui trovate l’abstract dell’articolo.

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2 Comments

  1. Giusto, grazie Antonello.
    Il metano è evidentemente solo nell’abstract. Grazie anche per averci segnalato il tuo approfondimento. Sono stato tratto in inganno dal virgolettato dell’articolo di Tutto Scienze, cioè dalle dichiarazioni attribuite all’autore. Questi giornalisti non ne azzeccano una, sono peggio di quelli delle previsioni del tempo. A mio modestissimo parere i numeri hanno tutti un significato, e non credo di essere molto lontano dalla realtà, considerato che senza aver letto ancora il tuo articolo, ho scritto che questa importante scoperta ha delle implicazioni non trascurabili, proprio come la nota dell’autore che tu hai inserito. Ora se ne sa di più, può essere solo meglio.
    Grazie a te per continuare a seguire CM.
    gg

  2. Scusatemi, vorrei far notare che nell’articolo comparso su Science non si parla assolutamente di metano, bensì di etano e propano che sono precursori (con bassissimo potenziale di produzione) dell’ozono.
    Dato che ho letto l’articolo su Science e ne ho parlato con un coautore (un collega del CNR), invito tutti a leggersi il mio post, dove i numeri assumono il loro vero significato…:
    http://antonellopasini.nova100.ilsole24ore.com/2009/02/alla-terra-manca-il-respiro.html
    Grazie per l’attenzione
    Antonello Pasini

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