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Temperatura globale? Quale Temperatura Globale?

Ecco una piccola grande perla di saggezza. Di uno scettico? No. Di un negazionista? Nemmeno. Dei fratelli Koch? Men che meno. E’ un bel ragionamento fatto dal cambioclimatissimo Lord Oxburgh di fronte alla Commissione Parlamentare per la Scienza e la Tecnologia della Camera dei Comuni britannica, nel marzo scorso.

Qui per leggerla, se qualcuno volesse sincerarsi.

Si’, proprio lo stesso Oxburgh del conflitto d’interesse, delle note perdute, dell’incomprensione che gli ha impedito di esaminare la scienza alla Climatic Research Unit dopo il Climategate. Sentiamolo, allora:

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Graham Stringer: Ha detto, il professor Jons, quando parlava con la Sua Commissione, che in realtà era impossibile ricostruire le temperature degli ultimi mille anni?

Lord Oxburgh: Non credo lo abbia detto, ma probabilmente sarebbe stata un’affermazione vera. Beh, dipende da cosa si intende per “ricostruire la temperatura negli ultimi mille anni.” Voglio dire, l’intero concetto di temperatura globale è in realtà molto delicato e difficile da descrivere. Come si fa a decidere quale sia la temperatura del globo? Sappiamo che ci sono tanti tipi di situazioni locali associate a condizioni del tempo locali e che danno tanti tipi di variazioni su piccola scala. Sappiamo che la maggior parte delle osservazioni fino al secolo scorso erano dalla terraferma. La maggior parte della terraferma è nell’emisfero settentrionale, e così c’erano relativamente poche osservazioni riguardo la maggior parte della superficie. Quindi in realtà decidere cosa sia la temperatura globale è dannatamente difficile. Uno potrebbe essere in grado di monitorare la temperatura in una zona particolare, ma [capire] come si riferiscano quelle misure ad altre zone è cosa molto più difficile.

Sono abbastanza convinto del lavoro di Jones stesso, che si basa in gran parte sulla strumentazione e le registrazioni strumentali nel corso degli ultimi 150 anni, qualcosa del genere. Penso che le registrazioni strumentali siano i dati migliori che abbiamo. Allora quel che c’è da fare con quei dati strumentali che non sono distribuiti geograficamente così come uno vorrebbe, è interpolarli.

Devi poi fare estrapolazioni per le aree che non possono essere raggiunte. E quindi si tratta di una faccenda piuttosto difficile. Per questo motivo nelle pubblicazioni serie vengono mostrate massicce bande di incertezza nelle ricostruzioni di temperatura.

Qui per la versione originale, sempre per sincerarsi.

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Chi ha voglia di riguardare adesso le pubblicazioni passate in materia, ed elencare dettagliatamente quelle ormai da spazzatura, dove le bande di incertezza non erano “massicce”?

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2 Comments

  1. Donato

    Solo una brevissima considerazione. Poco fa ho inviato un commento di replica ad un post di L. Mariani relativo all’articolo pubblicato su CM da Fabio Spina dal titolo “L’eretica del clima”. Il tutto faceva riferimento ad un articolo pubblicato su “Le Scienze” che conteneva un’intervista all'”eretica” J. Curry. L. Mariani faceva notare come, in un box inserito nell’articolo, si attribuiva grande valore al grafico di Mann contenente l’ormai celeberrima mazza da hockey. Le parole di Lord Oxburgh sono il miglior commento a quanto l’autore dell’articolo pubblicato su “Le Scienze” sostiene nel suo scritto. Il grafico deve essere preso con le molle in quanto dice tutto ed il contrario di tutto. Ciò indipendentemente dalla qualità dei dati utilizzati per redigere il grafico e delle metodologie utilizzate per elaborarlo. Peccato che i media citano il grafico ma non le opinioni degli scettici o di Oxburgh. Forse perché noi altri siamo troppo ignoranti per capire i concetti di incertezza o di confidenza?
    Ciao, Donato.

    • Ecco Donato, chi se ne importa se non citano gli scettici, quando non hanno il coraggio di citare Oxburgh (e quindi, Jones)?

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