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Due piccioni con una fava ovvero, come ti giro la frittata

Su Livescience una ricerca che documenta come l’invasione dei Mongoli al seguito di Gengis Khan abbia consentito l’assorbimento di ben 700 milioni di tonnellate di CO2 da parte delle foreste riformatesi in seguito allo sterminio di “appena” 40 milioni di persone. Un toccasana per la crescite demografica e un autentico miracolo in termini di effetto serra.

La terra, finalmente libera dagli oppressori accaniti coltivatori (non i Mongoli, ma quelli che con quella terra ci campavano), tornò allo stato primordiale, consentendo così quella che il titolo dell’articolo definisce un’alterazione dei livelli di CO2 in atmosfera.

Messaggio chiaro, anche allora gli uomini facevano danni alla bella Gaia. Curiosamente, le pestilenze e le carestie che provocarono altrettante tragedie più o meno nello stesso periodo, non consentirono un recupero così prodigioso in termini di CO2.

C’è da crederci, quella era solo la Natura contro l’uomo, nel caso dell’invasione dei Mongoli erano uomini contro uomini. Impatto antropico garantito.

Che spettacolo.

Bene, sin qui quanto apparso sui media, contributi anche nostrani, ripresi pari pari da quanto scritto su Livescience, lodi all’eco-conquistatore comprese.

Di seguito, il messaggio che voleva mandare lo studio da cui sono stati “inventati” gli articoli.

Abstract

Historic events such as wars and epidemics have been suggested as explanation for decreases in atmospheric CO2 reconstructed from ice cores because of their potential to take up carbon in forests regrowing on abandoned agricultural land. Here, we use a coupled climate–carbon cycle model to assess the carbon and climate effects of the Mongol invasion (?1200 to ?1380), the Black Death (?1347 to ?1400), the conquest of the Americas (?1519 to ?1700), and the fall of the Ming Dynasty (?1600 to ?1650). We calculate their impact on atmospheric CO2 including the response of the global land and ocean carbon pools. It has been hypothesized that these events have contributed to significant increases in land carbon stocks. However, we find that slow regrowth and delayed emissions from past land cover change allow for small increases of the land biosphere carbon storage only during long-lasting events. The effect of these small increases in land biosphere storage on global CO2 is reduced by the response of the global carbon pools and largely offset by concurrent emissions from the rest of the world. None of these events would therefore have affected the atmospheric CO2 concentration by more than 1 ppm. Only the Mongol invasion could have lowered global CO2, but by an amount too small to be resolved by ice cores.

Eventi storici come guerre ed epidemie sono stati suggeriti come spiegazioni per la diminuzione della CO2 atmosferica ricostruita dai carotaggi nel ghiaccio, a causa del loro potenziale assorbimento di di carbonio nella ricrescita della foreste o nell’abbandono delle terre coltivate. Qui usiamo un modello accoppiato clima-ciclo del carbonio per definire gli effetti climatici e carbonici dell’invasione mongola (1200-1380), della Morte Nera (1347-1400), della conquista dell’America (1519-1700) e della fine della dinastia Ming (1600-1650). Abbiamo calcolato il loro impatto sulla CO2 atmosferica includendo la risposta delle carbon pools globali sugli oceani e sulla terraferma. E’ stato ipotizzato che questi eventi abbiano contribuito in modo significato all’immagazzinamento del carbonio sulla terraferma. Tuttavia, abbiamo scoperto che la ricrescita lenta [delle foreste] e le emissioni tardive scaturite da passati cambiamenti della copertura del suolo, giustificano un piccolo aumento della capacità della biosfera di immagazzinare carbonio soltanto in occasione di eventi di lungo periodo. Gli effetti di questi piccoli contributi della biosfera sulla CO2 globale, sono ridotti dalla risposta delle carbon pools globali e largamente annientati dalle contestuali emissioni nel resto del mondo. Nessuno di questi eventi avrebbe quindi influenzato la concentrazione di CO2 atmosferica per più di 1 ppm. Soltanto l’invasione mongola potrebbe aver abbassato la CO2 globale, ma di una quantità troppo piccola per essere letta dai carotaggi nel ghiaccio. (grassetto aggiunto)1

In conclusione, questi eventi epocali per la storia degli uomini, non hanno avuto impatti leggibili nei dati paleoclimatici di cui disponiamo. Sicché non solo Gengis Khan resta uno spietato assassino e non può assurgere al ruolo di eco-conquistatore, ma pare proprio che gli uomini non avessero tutto questo impatto sul clima, o, se lo hanno avuto, asserirlo è pura speculazione, perché quello di cui si dispone non lo dimostra.

Morale: la concentrazione di CO2 letta nei carotaggi del ghiaccio variava per i fatti suoi, a prescindere da quello che gli uomini facevano e l’impatto antropico torna ad essere quello che è, una faccenda dei tempi moderni. I media invece, compresi quelli che dicono di fare divulgazione scientifica (ogni riferimento a Livescience è voluto), hanno stravolto il senso dello studio a proprio piacimento, confezionando un messaggio del tutto artefatto. Nel farlo, hanno anche trovato l’entusiasta consenso degli esperti di turno che, nel caso di Livescience hanno prima scritto il paper e poi ne hanno modificato i contenuti, nel caso del Corriere forse non lo hanno proprio letto.

Doppio spettacolo.

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  1. http://hol.sagepub.com/content/early/2011/01/15/0959683610386981.abstract []
Published inAttualitàNews

6 Comments

  1. giovanni pascoli

    Prendendo con i molletoni questi calcoli risultanti dagli stermini del passato, ai quali aggiungerei anche le valutazioni sulle flatulenze degli erbivori preistorici e ai quali vedo bene anche l’aggiunta dei risultati ottenuti dagli ecolo-nazisti negli anni ’40, (ah forse loro no visto che invece delle ecologiche spade di gengiskhan usavano i gas ( a effetto serra?)).
    giusto per giustizia numerica, vorrei ricordare che:
    l’atmosfera contiene (circa!) 750 MILIARDI di tonnallate di CO2
    la superficie degli oceani(circa!) 1000 MILIARDI di tonnallate di CO2
    vegetazione e suoli (circa!) 2200 MILIARDI di tonnallate di CO2
    le acque ocenaiche medio-profonde(circa!) 38000 MILIARDI di tonnallate di CO2

    Gli scambi annuali tra i principali “contenitori” sono:
    superfice oceani-atmosfera (circa!) 90 MILIARDI di tonnallate di CO2
    vegetazione-atmosfera (circa!) 60 MILIARDI di tonnallate di CO2
    oceanoprofondo-superficiale (circa!) 100 MILIARDI di tonnallate di CO2

  2. CarloC

    Caro CM, ho pensato che fosse il caso di creare un archivio delle “chicche” della stampa (almeno di quella nostrana). L’idea e’ che riportando e conservando le dimostrazioni di sciatteria, pigrizia e autentica ignoranza che ricorrono nel nostro giornalismo, soprattutto in questioni di scienza, si possano – diciamo- incoraggiare i giornalisti a fare un lavoro migliore, e le testate a costruirsi una reputazione di credibilita’ e di affidabilita’.
    Oltretutto credo che un archivio del genere possa costituire una lettura piuttosto divertente.
    Percio’ ho costruito un sito – piuttosto embrionale e sperimentale, lo ammetto (sono un programmatore piu’ che un web designer, e di quelli a cui piace reinventare la ruota ogni volta :))- appunto per segnalare e commentare gli “errori” di stampa e televisione. Dato che queste cose non riescono bene con un solo paio d’occhi a disposizione, mi piacerebbe avere un vostro parere e/o suggerimenti e critiche. In ogni caso il sito e’ totalmente aperto, cioe’ chiunque puo’ contribuire (funziona, o dovrebbe funzionare, un po’ come un wiki).

    L’indirizzo e’ questo: http://www.cattivastampa.it

    Saluti!
    Carlo

    Reply – Normalmente non diamo spazio, almeno nei commenti, a scambio o diffusione di link. Ritenendo interessante questa idea, avuta dal Sig. Carlo, tuttavia abbiamo fatto uno strappo alla regola. Il suo progetto è indubbiamente ambizioso ma è altrettanto interessante. Non possiamo far altro che augurarle davvero un buon lavoro, dal momento che la gestione di un sito è qualcosa di molto oneroso, in termini di tempo. Un consiglio? Proceda per piccoli passi, è l’unica cosa che ci sentiamo di suggerirle. E’ facile far crescere in fretta un sito, il problema è farlo crescere di pari passo con le risorse umane disponibili. Diversamente diventerà ingestibile. Ovviamente il link rimane a disposizione dei nostri lettori.

    Claudio Gravina

    • Non sarebbe piu’ facile mettere insieme un sito con l’elenco delle occasioni in cui i giornalisti l’hanno azzeccata giusta? Un sito facilmente gestibile, perche’ quasi completamente vuoto 8-))

    • Donato

      I climatologi, i ricercatori, gli scienziati, i simpatizzanti ed i tifosi AGW già ci vedono come il fumo negli occhi perchè poco colti, arroganti e non peer-r. E’ proprio necessario procurarci altri “nemici” anche tra i giornalisti? Se ci puntano pure quelli stiamo freschi!
      Ciao, Donato.

      Reply
      Già fatto Donato, tranquillo.
      gg

    • Donato

      Tranquillissimo anche perché in tempi di AGW stare freschi potrebbe far comodo!
      Ciao, Donato.

    • CarloC

      Claudio, grazie per aver “fatto passare” il mio link e per i consigli. Hai ragione, il progetto è senz’altro “ambizioso” e difficile da realizzare. E il sito, così com’è, è più che altro una “proof of concept”, che necessita ancora di molto lavoro e idee per diventare davvero usabile.
      Certo, se qualcuno dei lettori di CM fosse entusiasta del progetto :), avesse suggerimenti, idee e voglia di contribuire “tecnicamente” o con grafica, testi e quant’altro (o anche solo con qualche nefandezza da segnalare), potrebbe scrivermi a carlo.comis@gmail.com (facciamo passare anche questo indirizzo? l’ultimo, giuro :)).

      Ciao, continuate con il vostro ottimo lavoro!

      Carlo

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