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Non siamo noi ad essere razzisti, sono loro che sono napoletani

Il sito comunista “pane e rose” riporta una gustosa e didattica discussione avvenuta qualche giorno fa durante la conferenza dell’Associazione per l’Avanzamento della Scienza che si tiene ogni anno a Washington d.c, trovate qui il testo integrale.

Il professore di scienza dell’atmosfera al MIT1, Kerry Emanuel, esperto di uragani, ha chiesto, rivolgendosi ai giornalisti (metto in neretto le parole che hanno catturato la mia attenzione):

“Perché la stampa continua a rappresentare il tema dei cambiamenti climatici causati dall’uomo come una controversia, o un dibattito, quando invece c’è largo consenso sull’argomento tra decine di organizzazioni scientifiche in tutto il mondo?”

La risposta di Elizabeth Shogren della National Public Radio è stata: ”Perché non avete convinto il pubblico”. Emanuel ribatte: “No, VOI non lo avete convinto”.

L’unica certezza è che ognuno è convinto che l’altro non abbia fatto bene il suo lavoro, per questo l’opinione pubblica, quella che sembrava compatta quando ci fu la firma del Protocollo di Kyoto e altri accordi ambientali, non è convinta della versione catastrofista sui cambiamenti climatici causati dall’uomo. Lo scienziato, come spesso fanno i criticati politici italiani, incolpa la stampa di non aver convinto, dimenticandosi che i mass-media dovrebbero informare non convincere, in un paese democratico non hanno il compito d’inculcare idee. Altrimenti si deve parlare di propaganda, cosa che si vede piacerebbe a tanti scienziati attivisti ecologisti ed a tanti politici.

Sono tre le spiegazioni del perché il “popolo bue” non capisce le menti illuminate che cercano di salvarlo, almeno negli USA (per l’Italia lascio alla lettura del testo sopraindicato):

  1. il basso livello medio di preparazione condizionerebbe la capacità della gente di “capire” l’allarme sui temi scientifici;
  2. “la negazione” a livello psicologico (anche se il testo parla di psichiatri), ovvero quella tendenza degli esseri umani a cancellare mentalmente pensieri spaventosi;
  3. la scarsa qualità dell’informazione e la sua condizionabilità da parte degli interessi economici che sono solo dietro il clima negazionismo, l’ignoranza dei giornalisti, ecc.

Probabilmente la causa 2 colpisce la parte di popolazione non colpita dalle altre due cagioni, perché se ignoranti (causa 1) e/o malinformati (causa 3) non avrebbero necessità di “annullare” i pensieri negativi in quanto non pensano o pensano “positivo” manipolati dagli interessi economici. Assumendo l’analisi come vera, le tre cause colpiscono pressoché l’intera popolazione.

Certo la posizione di essere “i tenutari della verità”, in un mondo fatto da gente che non può o non riesce a capirti, è frustrante. Chissà come mai tale disagio non è eliminato dalla “negazione” a livello psicologico? Forse loro non sono uomini ma superuomini?

Forse è proprio per questo che in tante interviste non c’è mai un pizzico di auto-critica, d’incertezza: sono sempre e solo gli altri a sbagliare, se le cose non vanno come dovrebbero è sempre colpa degli altri .

Una famosa battuta di un comico era: “non siamo noi ad essere razzisti, sono loro che sono napoletani”. Parafrasandolo alcuni paladini verdi sembra che dicano: “non siamo noi a non essere convincenti, sono loro che sono ignoranti, venduti e menefreghisti”. Certo che con una visione dell’uomo così negativa fanno per certi aspetti tenerezza, in quanto l’uomo più triste e solo “non è colui che non piace a nessuno, ma colui a cui non piace nessuno”.

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NB: non ce ne voglia nessun lettore, il sangue di CM è tutto o quasi sotto il 42° parallelo 🙂

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  1. L’Università che supportò scientificamente il testo “I limiti dello sviluppo” negli anni ’70, studio su cui si basarono gran parte dei movimenti ecologisti successivi. []
Published inAttualitàNews

8 Comments

  1. Noto con piacere che prosegue la campagna di educazione alla lettura da livelyscience.org.
    Circa l’articolo “Experts credibility on climate change”, farà loro piacere sapere che ce lo siamo cucinato da un pezzo.
    http://www.climatemonitor.it/?p=11358
    gg

    • Guardi, effettivamente il tono, con termini come “convinced by evidence” e cose varie può non piacere. Tuttavia trovo che nel suo commento non abbia cucinato molto. Resta l’evidenza che la grandissima maggioranza degli scienziati e degli esperti hanno una visione concorde sui cambiamenti climatici. E se come dice lei non ci sono molti studi su ipotesi alternative, è probabilmente perché queste sono tutte smontate abbastanza alla base. Come le ripeto, anche in risposta a questo post, su argomenti caldi e scomodi come i cambiamenti climatici o l’evoluzione l’opinione pubblica è spesso divisa. Spesso non riflettendo quella che è la robustezza del dato scientifico. L’esempio dell’evoluzione è illuminante.

      Reply
      Fabrizio, non guardiamo i toni, guardiamo alla sostanza. Anche nel precedente commento hai portato ad esempio il dibattito sull’evoluzionismo. C’è una differenza sostanziale: l’evoluzione è avvenuta, i cambiamenti climatici di origine antropica sono previsti. Non mi pare poco.
      gg

    • Ha ragione dottor Guidi, sulle previsioni e’ piu difficile indovinarci. L’esempio sull’evoluzione era pero’ solo riguardante la comunicazione della scienza su temi caldi (nel caso dell’evoluzione talmente schiaccianti che e’ inutile parlarne). E come nonostante molti dati a favore di una ipotesi l’opinione pubblica faccia resistenze. Non volevo fare altri parallelismi.

    • Fabio Spina

      Gent.mo Fabrizio,
      apprendo con piacere che Lei è uno dei sostenitori che il progresso della scienza sarebbe migliore se deciso su base democratica e magari utilizzando dei sondaggi su “chi ci capisce” come attualmente la politica fa sugli elettori. Certo sarebbe un problema sapere “chi ci capisce”. Tipi come Einstein che erano costretti a pubblicare sul bollettino dell’ufficio brevetti sarebbero esclusi da tale processo, ma credo che ritenga che questi sarebbero solo piccoli dettagli. Buon per Lei che è così pieno di certezze.
      Il caso dell’evoluzione è diverso, lo scontro in questo campo è spesso sull’evoluzionismo che viene contrapposto erroneamente al creazionismo anziché al fissismo. Comunque proprio chi crede nell’evoluzionismo non può pensare che l’unica cosa che rimane “fissa” sia l’evoluzionismo stesso, sarebbe una negazione della teoria. Non le pare? Negarlo no, ma sicuramente se ne può e deve discutere senza tutta quest’avversione a chi la pensa diversamente.
      Per quanto riguarda la gente per me è meno “fessa” di quanto Lei ed altri ci dicono, forse si potrebbe prendere in esame anche l’ipotesi che anziché l’uscita dei modelli ha fatto esperienza di cosa è la natura. Le variabili che posso inserire e il modo di parametrizzare i modeli sono infiniti. Certo Lei può affermare che se vari scenari coincidono quella è la previsione più probabile. Per me si tratta dello stesso criterio con cui che se leggo su tre giornali diversi oroscopi che dicono cose simili il processo di produzione dell’astrologia diviene autorevole. Tenga presente che cmq nessuno desidera convincerla o persuaderla, continui pure a pensare che tutto si evolve in natura meno il clima. Buona domenica.

    • Signor Spina, io non credo che la scienza debba essere fatta sui voti o sulla base dell’opinione piu’ condivisa, non mi fraintenda. La scienza e’ fatta sui fatti. E su dimostrazioni convincenti dal punto di vista teorico e dei dati. Voglio solo dire che al momento non esiste una sola spiegazione alternativa al come mai negli ultimi 15 anni ci sono stati 10 degli anni piu caldi degli ultimi non so quanti (credo misurati con precisione dal 1880) oltre a quella fornita da tutte le spiegazioni fisiche e i modelli che tuttora supportano l’ipotesi di un ruolo forte dei gas serra, nonostante spesso ho cercato, anche leggendo questo sito, di capire se ce ne era un’altra convincente. Voglio semplicemente dire che il consenso della comunita’ scientifica se non e’ (concordo con lei) un buon modo per decretare verita’ scientifiche, e’ se non altro una buona proxy di quella che e’ l’ipotesi piu’ ragionevole alla luce degli attuali dati. Una proxy di quanto sono affidabili quei dati, e quelle conclusioni. Perche’ se esistessero ipotesi alternative ragionevoli, quelle percentuali sarebbero minori. Io non mi occupo direttamente dei modelli fisici, ma tendo a pensare che sia piu’ ragionevole credere a ipotesi che stanno in piedi sulla base di dati e che sono ritenute plausibili da una miriade di studiosi, che idee non confermate, e sostenute da pochi, perlopiu’ non scienziati, o che comunque non pubblicano attivamente sull’argomento. E’ solo un esercizio di valutazione dell’affidabilita’ delle fonti. L’esempio dell’evoluzione e’ solo portato come esempio di temi caldi, su cui il fatto che la gente sia scettica non rifletta affatto le evidenze, ma l’impatto di media e resistenze culturali. La gente non e’ “fessa”, non lo penso, e non l’ho mai detto. Ma su certi argomenti non ha gli strumenti tecnici necessari per capire, purtroppo, e inevitabilmente. La cosa grave e’ che non riesce nemmeno a valutare l’affidabilita’ delle fonti. Da una parte dati, modelli, autorevoli pubblicazioni, dall’altra sostanzialmente poco..e riguardo all'”evoluzionismo che viene contrapposto erroneamente al creazionismo anziché al fissismo” per carita’, ora ci manca pure il fissismo :D!!(cose che ci sono, mai create, mai evolute??..ma di che stiamo parlando??)..meglio il clima va! almeno su questo posso sperare vivamente che abbiate ragione anche se lo dubito fortissimamente. Saluti!

  2. Purtroppo è vero, la comunità scientifica (quindi chi ci capisce) ha una visione più o meno concorde. La gente, influenzata da media e siti che poco hanno di scientifico, non ha gli strumenti culturali. Tutt’oggi un sacco di gente è “dubbiosa” sull’evoluzione, nonostante esista una quantità di prove infinita. Sui cambiamenti climatici il discorso è analogo. Cosiglio.

    “Expert credibility in climate change”
    William R. L. Anderegg, James W. Prall, Jacob Harold, and Stephen H. Schneider
    PNAS | July 6, 2010 | vol. 107 | no. 27 | 12107–12109
    http://www.pnas.org/content/107/27/12107.full.pdf

    “Climate of scepticism: US newspaper coverage of the science of climate change”
    Liisa Antilla
    Global Environmental Change 15 (2005) 338–352
    http://climateknowledge.org:16080/figures/Rood_Climate_Change_AOSS480_Documents/Antilla_Climate_Skeptics_GlobEnvirChange_2005.pdf

    Oppure il sito http://www.livelyscience.org/climate-changes.php, dove troverete molto materiale.

  3. Fabrizio Giudici

    Io ho i miei dubbi che il fenomeno 2 sia rilevante. Se guardiamo il successo di botteghino di film catastrofisti mi pare che la gente non rimuove nulla. Magari va al cinema per esorcizzare, ma esorcizzare vuol dire ficcarsi in mente il pensiero spaventoso supponendo che possa essere relegato al mondo della fantasia, non cancellarlo.

  4. davide imola

    NB: non ce ne voglia nessun lettore, il sangue di CM è tutto o quasi sotto il 42° parallelo 🙂

    …perchè se si vive(MEGLIO)oltre il 44° parallelo cè forse qualcosa di
    male?

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