Salta al contenuto

Ancora una scarsa attività solare

[photopress:sun.jpg,full,pp_image] La “Voce dei lettori” si arricchisce di un nuovo contributo di Marcus. Sono certo che susciterà la vostra curiosità. Buona lettura.

Siamo al 51° giorno consecutivo senza macchie solari registrate. Per la verità il SIDC ne registrò ben undici tra il 22 e 23 agosto ma da allora si è aperta una disputa, francamente inutile ai fini pratici, sul fatto di considerare quelle macchie come dei Sunspot oppure no. La realtà è che sia la NASA che la NOAA nonchè la SWO hanno continuato a non conteggiarle. Francamente se posso dubitare dei secondi e dei terzi non mi pare davvero concepibile che la strumentazione della NASA possa essere contraddetta in questo campo, nonostante che a livello di registrazioni quelle dell’istituto belga del SIDC siano le più datate risalendo addirittura all’ ‘800.
A ben vedere la vicenda presenta tuttavia molte stranezze, soprattutto sulla procedura con cui il Sidc ha provveduto alla numerazione delle macchie di agosto. Se è vero infatti che lo scienziato competente di turno ha la discrezione in merito alla numerazione delle macchie (discrezione per altro molto ben circoscritta), è vero anche che sono trascorsi quasi 10 giorni prima che si procedesse alla numerazione. Cosa questa molto singolare se non addirittura sospetta. Cambia qualcosa se il mese di agosto anzichè chiudersi con uno zero spaccato si è chiuso per il Sidc con uno 0,5 sunspot?
Ai fini pratici non cambia nulla, la debolezza del ciclo solare 24 è assolutamente straordinaria e per trovare un periodo simile occorre risalire al biennio 1912-13!!

Ai fini mediatici qualcosina di più cambia! strano tuttavia che nessun organo di informazione si preoccupi di questa vicenda, ormai vecchia di mesi, mentre molti giornalisti fanno la fila per veder affogare un orso al polo nord!
Dicevo sopra: siamo quindi al 51° giorno spotless, un evento particolarmente raro se si considera che l’attuale fase nella virtuale classifica dei periodi più lunghi senza macchie solari, si colloca attualmente al 9° posto assoluto (cicli a partire dal 1800).
Sono facilmente risalibili altre tre posizioni. Poi si inizia la scalata all’olimpo dei cicli-deboli!

La vicenda appare poi strana anche per come è stata portata avanti dallo stesso centro Sidc: incalzato dallo studioso Leif Svalgaard, il presidente del Sidc Ronald Vanderlinden, manifestava tutto il suo imbarazzo sul dietrofront con cui si è proceduto alla numerazione delle macchie.

Questa la mail di Leif:
“Ronald, we are puzzled why SIDC reports spots in the southern hemisphere in August. The spot reported by Catania was in the north. Why is Rs not zero? And Anthony, NOAA did not flip.”

La risposta di Vanderlinden:

“OK then I’m at a loss to understand the chain of spot counting…are you saying NOAA always counted this?”

A questo punto sorge una leggittima curiosità: il presidente del SIdc è imbarazzato (to be a loss) sul fatto che loro hanno assegnato alle macchie la numerazione ed invece la NOAA non lo ha fatto?
Francamente trovo più imbarazzante il fatto che non lo sapesse e il fatto che il Sidc abbia deciso di numerare le macchie dopo oltre una settimana, come se il mese di agosto non meritasse di chiudersi con uno zero spaccato. Sta di fatto che, per loro, l’osservatorio di Catania ha numerato le macchie e con ciò a Bruxelles si sono coperti le spalle.

Comunque al di là di come la vicenda sia evoluta il dato di fatto rimane: il mese di agosto si è chiuso con zero sunspot ( ovviamente non per il Sidc) cosa che non accadeva dal 1913!! E il mese di settembre pare volerne seguire la strada. Quali potrebbero essere gli effetti sul clima terrestre?

La storia climatica recente, quella degli ultimi due secoli, ha fatto registrare una buona correlazione tra cicli deboli e prolungati con periodi climatici freddi, e cicli solari corti ma intensi con periodi relativamente caldi.
Non v’è dubbio che sul clima incidono tantissimi fattorie tra questi hanno certamente un ruolo determinante i cicli oceanici. Si può forse dubitare che una PDO negativa favorisca stagioni fresche nel nord America? si può forse dubitare che un AMO negativo favorisca una stagione fresca e umida in Europa?
Tuttavia credo che il Sole nella nostra vicenda climatica abbia un ruolo importante.

Bene, ciò premesso negli ultimi mesi abbiamo registrato un sensibile trend di discesa dei valori termici troposferici. Anche agosto chiude in negativo. E’ vero che c’è stata una fase acuta di NIÑA ma è anche vero che attualmente si registra una fase di NIÑO e le termiche troposferiche continuano a decrescere.
Rispetto allo scorso anno sono calate di 3 decimi di grado ed oltre!
Magari sarà tutta da verificare la relazione che vede nel verificarsi di minimi solari, un aumento della copertura nuvolosa e un calo termico indotto, tuttavia è decisamente bizzarro che nel giorno in cui parte la sperimentazione per ricreare il big bang, nessuno sia ancora in grado di dirci né quale sarà il clima dei prossimi anni e nemmeno se su questo benedetto clima, i cicli solari ( Scwhalbe, Dalton, Maunder ecc..) abbiano un ruolo.
Perchè una cosa a questo punto è chiara: si rischia di prepararci ad un lungo periodo di rialzo termico quando in realtà una fase prolungata di cicli solari deboli ( qualcuno azzarda addirittura un minimo di Dalton in arrivo) ci potrebbe portare all’opposto in un lungo periodo molto freddo.
Chi vivrà vedrà…speriamo solo che oggi a Ginevra non facciano casino. “

Qualche breve considerazione.

Queste righe di Marcus sollevano degli spunti interessanti e meritevoli di approfondimento, sui quali stiamo lavorando e speriamo di poter intervenire abbastanza presto, specialmente con riferimento all’eventualità che nel lungo periodo continui un’attività solare piuttosto scarsa. Penso che tra gli aspetti negativi della deriva ideologica che hanno assunto la ricerca e l’informazione scientifica sul clima, il peggiore sia quello di aver generato molta confusione su un aspetto del tutto inequivocabile, quale il ruolo del sole nell’evoluzione del sistema. Le dinamiche di variazione delle forzanti cosiddette interne, quali le oscillazioni della temperatura di superficie degli oceani su scala temporale media e lunga, vengono comunque dopo e non prima delle variazioni della forzante solare. Può darsi che esse a loro volta inneschino dei feedback capaci di agire ulteriormente su questa evoluzione, ma non possono certamente avere la meglio sul fattore più determinante. Gli ultimi venti anni di confusione non possono sovvertire quanto la storia del clima ci ha raccontato per secoli. Sulla curiosa vicenda della confusione nei conti non mi soffermerei più di tanto, siamo abituati a vedere ben altro con la messa a punto delle medie globali di temperatura in termini di concorrenza tra centri di eccellenza più o meno accreditati.

Infine i media. Con la storia dell’LHC si sono superati. Peggio, molto peggio della faccenda dello Y2K e di mille altre fobie indotte prive di qualsiasi fondamento. Cosa volete che sia un pò di global warming rispetto alla possibilità che il mondo (orsi polari compresi) sia inghiottito da un buco nero? Io quasi quasi la preferirei, se non altro perchè si sveltirebbe la procedura!

Grazie Marcus.

Reblog this post [with Zemanta]
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inVoce dei lettori

2 Comments

  1. Michele

    la mia teoria e questa
    le macchie solari servono a non fare surriscaldare
    il sole tenedo la temperatura più o meno costante
    adesso pensate cosa potrebbe succedere se il sole
    in assenza di macchie in un tempo prolungate la pressione
    interna del sole aumenterebbe a tal punto e con
    la ricomparsa delle macchie la reazione sarebbe disastrosa
    per la terra e per il sistema solare provate a raffreddare
    bruscamente un ferro infuocato nell’acqua gelida
    e moltiplicate quella reazione per miliardi di volte
    ciao

  2. […] quale, malgrado numerose controversie nelle misurazioni, come abbiamo sottolineato proprio su CM alcuni giorni fa, l’attività della nostra stella è stata ancora molto […]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »