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(Dis)Equilibrio energetico

Eh, beh, nucleare sì, nucleare no, pare proprio soprattutto no. Bene, se moratoria sarà, ci adegueremo. Del resto una moratoria in genere sospende qualcosa, qui a ben vedere non era iniziato quasi niente di concreto, a parte le zuffe a tutti i livelli della discussione, cittadini compresi. Magari per un anno saranno sospese anche quelle. Prospettiva ambiziosa ma vale la pena farci un pensierino.

Come apprendiamo dal Quotidiano Energia, sembra diverso il discorso per la moratoria che avrebbero deciso di attuare in Germania. Loro in genere fanno le cose per bene. Nucleare sì? Pronti, 17 reattori e una buona fetta di fabbisogno. Nucleare no? Sempre pronti, 7 li spengono perché obsoleti (o almeno tali rispetto ai rinnovati timori per la sicurezza dopo i fatti giapponesi), sugli altri si vedrà ma non li vedo bene.
Così, senza pensarci più di tanto, meno 5% sulla capacita’ produttiva.

All’amministratore di E .ON è venuto un coccolone. Quando si è ripreso ha annunciato che il rischio blackout è serio, anzi probabile, perché potrebbe diventare estremamente difficile mantenere la stabilità della rete, non essendo progettata per gestire drastiche riduzioni della capacità di carico, per cui ulteriori chiusure sarebbero impossibili da assorbire. La gran parte della capacità verra’ meno nel sud del paese, e non ci sono le infrastrutture per portare lì la produzione eolica del nord della Germania.

Però, pare che alla fine saranno proprio i gestori delle utilityes a guadagnarci, perché la riduzione di capacità finirà per assorbire l’eccesso di produzione che attualmente affligge i loro bilanci. Così sappiamo anche che l’eolico genera eccesso di produzione, perché ora c’è ora non c’è, mentre nucleare, carbone, petrolio et similia ci sono sempre e per questo hanno un costo, che ci sia o no la forza di Eolo ad accendere le lampadine. Morale, più energia di quanta ne serve ma non quando serve, cioè maggiori costi. A questo si aggiungeranno i benefici dell’aumento dei prezzi dell’elettricità, già aumentati di 5 Euro per MWh dall’inizio dei guai del Giappone.

Chi lo pagherà il conto? Dalle nostre parti diremmo Pantalone, quando aumentano i costi di chi distribuisce servizi primari paga chi ne fa uso. Non so se in Germania funzioni diversamente ma non credo.

Nel frattempo il fotovoltaico non collabora. Magari lo farà con l’estate, chi lo sa. Per ora, in un contesto che ha visto comunque crescere la capacita’ FV installata del 75% rispetto all’anno passato, hanno incassato un clamoroso errore di previsione. Dei 9.500 MW che si pensava di istallare nell’ultimo anno e con cui e’ stato calcolato il sovrapprezzo in bolletta, sono operativi 7.400 MW, ma il recupero per i clienti (Pantalone) potrà arrivare solo nel 2012. Per allora, probabilmente, si saranno (ma non ci saremo) dimenticati della moratoria.

Nel frattempo il mondo difficilmente si sarà fermato, come del resto dimostrano i fatti di questi ultimi mesi nel Nord Africa. E così, accade che su Il Riformista, leggiamo che pare sia stata fatta una simulazione del peggiore degli scenari possibili, quello che vedrebbe scomparire totalmente l’approvvigionamento di materie prime energetiche dal Mediterrano meridionale, cioè gas e petrolio.

Una situazione certamente difficile ma che si stima di poter sostenere invertendo i flussi nei gasdotti che attraversano longitudinalmente il nostro paese, per portare il gas che viene dalla Russia verso il meridione. Va da sé che questo ci vedrebbe in condizioni di dipendenza totale (o quasi) da quello che avviene nell’est europeo. Così potrebbe forse arrivare anche la sospensione della moratoria alle trivellazioni off-shore, frutto di un’altra crisi ambientale, l’incidente alla piattaforma nel Mar dei Caraibi.

Come detto in tempi non sospetti, pare proprio che a guadagnarci, si fa per dire, sarebbero proprio le fonti fossili, almeno nel breve-medio periodo.

Quanto sopra, dentro e fuori dai nostri confini, per quanti pensano che si possa rinunciare all’opzione nucleare tout court (senza giudizi di merito), o che le fonti rinnovabili siano pronte a far fronte alle necessità energetiche del nostro complesso modo di vivere.

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Published inAttualitàEconomiaEnergiaNews

2 Comments

  1. Lorenzo

    Il fatto che in un paese come la Germania disattivando di botto ben 7 (!) centrali nucleari, si rischi soltanto, invece di averne certezza, il black out è un ulteriore dimostrazione che di esso si può fare tranquillamente a meno senza troppi drammi.
    La capacità fv installata inferiore alle attese è stata causata dalla riduzione non prevista delle tariffe incentivanti a metà 2010 http://www.qualenergia.it/node/8040 , la realtà è che appunto la riduzione programmata degli incentivi non riusciva a tenere il passo con la diminuzione dei costi di installazione! per questo sono dovuti correre ai ripari con la decurtazione di maggio, ciò ha causato evidentemente una flessione della nuova capacità installata, che però nonostante tutto è stata del 90% superiore all’anno precedente! http://www.rinnovabili.it/in-germania-il-solare-tocca-quota-725-gw-403997
    …se questo vuol dire non collaborare 🙂 faccio presente che in Germania la produzione energetica di 10 GW di potenza fotovoltaica è circa uguale a quella di reattore nucleare EPR 1600….ciò significa che in un anno e 4 mesi la Germania mette in produzione una potenza fv che genera la stessa quantità di elettricità di un reattore nucleare, che invece richiederebbe 15 anni per essere messo in funzione!…ecco perchè prima del 2022 i nostri cugini teutonici potranno tranquillamente rimpiazzare le centrali nucleari che andranno disattivando…

    e certo, nella fase di transizione, ristruttureranno la rete in versione smart per potere gestire meglio le fonti rinnovabili e al contempo potenzieranno la produzione da gas naturale….non temendo gli effetti della CO2 non vedo soluzione più opportuna di questa anche per la nostra povera Italia, come da diverso tempo vado ripetendo…

    😉

    Reply
    Io aspetterei che passi il periodo caldo elettorale…Ad ogni buon conto metterei nel conto (scusa l’allitterazione) anche l’impossibilità di concorrere nei costi di produzione dei pannelli con la Cina, che però incidentalmente usa il carbone (lercio, non solo sporco) per avere l’energia necessaria a mantenere questo ritmo industriale. Morale: paghiamo il loro sviluppo economico accoppando il nostro.
    gg

    • Lorenzo

      Con la Cina non possiamo competere in quanto a produzione con alcun prodotto, non solo riguardo ai pannelli. Inutile tirare in ballo una questione geopolitica generale che riguarda qualsiasi manufatto (e non solo perchè usano carbone lercio, tra l’altro) per bollare come sbagliata la scelta di puntare sul fv.
      Certo si può essere dispiaciuti che in questa fase una parte degli incentivi finiscano in asia, ma un bel pò di nostri soldi finiscono in asia, al momento non se ne può fare a meno…in ogni caso la germania prevede la cessazione degli incentivi nel 2016 ed avevo già linkato un dossier che mostrava come prima della fine del decennio il costo per kWp installato fosse intorno a 1,5 euro (quindi competitivo con le altre fonti), senza ricorrere a prodotti asiatici.

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