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Terremoto in Giappone, punto di situazione.

Dal blog di Roger Pielke jr una segnalazione interessante. Si tratta del report di un geologo americano di fama mondiale appena tornato da una survey sulla costa orientale del Giappone. Alcune sue considerazioni sono decisamente interessanti, oltre a fornire un’immagine abbastanza completa di quanto accaduto. Con il report che ha pubblicato in rete, tra immagini, link e spiegazioni varie, ci si può fare un’idea di come siano andate le cose, cosa sia accaduto in passato e, seppur molto grossolanamente, cosa possa riservare il futuro.

Questa per esempio è la rappresentazione grafica di tutti gli eventi sismici che abbiano raggiunto e/o superato la magnitudo 8.4 a partire dal 1900. A quanto pare, ma per chi è del mestiere questa non sarà una novità (per me invece lo è), gli eventi più intensi accadono in serie o, guardando l’immagine, si potrebbe dire a grappolo.

Altrettanto interessante una fase di “stasi” degli eventi intensi da metà anni ’60 a metà 2000, seguita poi dall’insorgere di un nuovo grappolo di terremoti distruttivi iniziato con quello in Indonesia del dicembre 2004, da cui derivò un altrettanto distruttivo tsunami.

Questa sopra è invece una rappresentazione delle zone di segmentazione della subduzione soggette a rottura prima del 1982, mentre in violetto è indicato l’evento de marzo scorso. Nelle considerazioni di Roger Bilham, quanto accaduto potrebbe essere preparatorio del grande terremoto di Tokai atteso ormai da decenni. Al riguardo, sono alquanto scioccanti le sue dichiarazioni inerenti l’opportunità di costruire delle centrali sulla costa con questo genere di riferimenti storici.

Il reattore nucleare di Fukushima si è spento con successo per il terremoto di magnitudo 9. Questo deve essere considerato un successo, perché l’intensità delle sollecitazioni è stata a quanto sembra prossima al VII grado della Scala Mercalli. Trenta minuti dopo lo tsunami ha sommerso le infrastrutture del reattore. Con il senno di poi appare impossibile credere che le centrali nucleari siano state costruite su una linea di costa senza tener conto delle difficoltà ingegneristiche relative ad una prolungata immersione provocata da un intenso tsunami. Nel 1896 uno tsunami di 33 metri sommerse la la linea di costa di Sanriku 200 km a nord di Fukushima. Un’onda di 23 metri arrivò sulla stessa costa nel 1933 e nel 1993 un’onda di 30 metri travolse l’isola di Okushira. La centrale di Fukushima era protetta da una barriera  di 5.7 metri, ma l’altezza dell’onda a quanto par ha superato i 10 metri, inondando i generatori e i cablaggi elettrici delle fondamenta e dei livelli più bassi della centrale. Le centrali nucleari semplicemente non sono progettate per essere immerse nell’acqua di mare.

NB:

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Published inAttualitàNews

4 Comments

  1. Filippo Turturici

    In questi casi sarebbe stato meglio progettare i diesel per lavorare in “immersione”: sarebbe bastato dotarli di prese d’aria che arrivassero sul tetto, senza dover alzare le dighe. Oppure sistemarli in locali rialzati, ai piani superiori. Come dice Fabrizio, il maremoto ha allagato i locali diesel provocandone lo spegnimento – e, aggiungo, devastato l’intera zona distruggendo ogni connessione elettrica esterna. La centrale era progettata per operare anche completamente isolata dalla rete, e dal resto del mondo, ma i gruppi diesel fuori uso hanno vanificato tale impostazione.
    Con una centrale di nuova generazione, dotata di sicurezze passive, probabilmente ci saremmo già dimenticati delle centrli nucleari colpite dal sisma.

  2. Fabrizio

    Tre cose :

    1) immagino che sia scala richter e non mercalli

    2) concordo che ci sia stato un errore di progettazione.
    Non tanto nei reattori nucleari di per se,
    che hanno superato il terremoto e si sono spenti
    immediatamente dopo la scossa;
    ma nel sistema dei generatori diesel di emergenza, che se non
    ho capito male erano addirittura sotto il suolo !!

    E’ la mancanza di elettricita’ che ha causato gli
    incidenti successivi (esplosioni chimiche e non nucleari).

    3) Attenzione che (forse) i migliori reattori nucleari sono quelli
    installati nei sottomarini.

    Reply
    Maurizio, nel report c’è scritto Mercalli.
    gg

  3. con tutto quello che costano, qualche impermeabilizzazione in piu’ alle connessioni elettriche non dovrebbe essere la fine del mondo

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