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Tornado e climate change, giochiamo d’anticipo.

Qualcuno di voi avrà sentito che nelle ultime settimane gli Stati Uniti sono stati flagellati da una serie di Tornado che hanno causato danni molto ingenti e parecchie vittime. Un vero e proprio Tornado Outbreak che, pur arrivando nella stagione in cui solitamente sono attesi questi fenomeni, ha interrotto, in termini di numero e intensità degli eventi, un lungo periodo di relative quiete.

Si tratta indubbiamente di eventi estremi, tipicamente riferibili al tempo meteorologico, ma siccome sempre di atmosfera si tratta, ecco pronto un articolo su Time (CNN) che stampa un bel titolone: “Tornadoes, Climate Change and the Disaster Gap“. Il pezzo semina il dubbio che possa esserci lo zampino del global warming in questa improvvisa recrudescenza di eventi distruttivi, ma in effetti non va a fondo. Si preferisce puntare il dito – giustamente- sulla necessità di migliorare la predicibilità delle condizioni che li generano e sulla preparazione delle popolazioni che vivono nelle zone a rischio.

Onde evitare facili quanto inopportuni collegamenti con le dinamiche di un clima sempre più caldo e sempre più condizionato dall’impronta antropica, consiglio ai lettori questa approfondita analisi di Joe Bastardi dalle pagine di Weather Bell.

Sorpresa, è il ritorno del freddo che ha portato i Tornado. Infatti, negli anni ruggenti dell’AGW, il numero delle tempeste si è tenuto sempre basso. Per trovare medie annuali paragonabili a quella di quest’anno bisogna andare indietro ai “favolosi anni ’70”, cioè prima che le temperature iniziassero la loro scalata. E prima, per esempio, che l’Oscillazione Decadale del Pacifico (PDO) passasse in territorio positivo.

Ma, trattasi meteorologo, cui come per tutti quelli che fanno il suo mestiere, è sostanzialmente proibito discettare di clima e affini, a meno che non voglia ammettere che il tempo non è il clima se fa freddo, ma l è se fa caldo. Per cui meglio leggere quanto pubblica la NOAA al riguardo nella pagina FAQ della sua Tornado-Guide:

Does “global warming” cause tornadoes? No. Thunderstorms do. The harder question may be, “Will climate change influence tornado occurrence?” The best answer is: We don’t know. According to the National Science and Technology Council’s Scientific Assessment on Climate Change, “Trends in other extreme weather events that occur at small spatial scales–such as tornadoes, hail, lightning, and dust storms–cannot be determined at the present time due to insufficient evidence.” This is because tornadoes are short-fused weather, on the time scale of seconds and minutes, and a space scale of fractions of a mile across. In contrast, climate trends take many years, decades, or millennia, spanning vast areas of the globe. The numerous unknowns dwell in the vast gap between those time and space scales. Climate models cannot resolve tornadoes or individual thunderstorms. They can indicate broad scale shifts in three favorable ingredients for severe thunderstorms (moisture, instability and wind shear), but as any severe weather forecaster can attest, having some favorable factors in place doesn’t guarantee tornadoes. Our physical understanding indicates mixed signals–some ingredients may increase (instability), while others may decrease (shear), in a warmer world. The other key ingredient (lift), and to varying extents moisture, instability and shear, depend mostly on on day-to-day patterns, and often, even minute-to-minute local weather. Finally, tornado recordkeeping itself also has been prone to many errors and uncertainties, doesn’t exist for most of the world, and even in the U.S., only covers several decades in detailed form.

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