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IPCC e Greenpeace, Delingpole al veleno

Insomma, non è proprio una gran figura quella che ci fa il Sancta Sanctorum della scienza del clima “pizzicato” per l’ennesima volta a fare largo uso di letteratura non scientifica per compilare i propri report e a prediligere quanto suggerito da queste discutibili fonti per la comunicazione mediatica.

Non è una gran figura neanche quella che ci fa Greenpeace. Se infatti quella di arrivare a influire sul processo decisionale è una legittima aspirazione di una associazione così impegnata nei temi dell’ambiente, arrivarci attraverso l’attività di lobbyng istituzionale non è il massimo per chi ha sempre fatto dell’indipendenza da certi processi la propria bandiera.

Ci sono però in gioco valanghe di quattrini, e si sa che in questi casi tutti i confini tendono a divenire molto meno definiti.

Un po’ più nette invece (forse troppo?) le parole di James Delingpole sul Telegraph. Ne ha per tutti, ma in particolare ne ha per l’oliatissima macchina burocratica salva-pianeta dell’AGW. Ecco la sua opinione:

L’industria del riscaldamento globale di origine antropogenica è una bufala, una truffa di dimensioni epiche, alimentata dalla più grande epidemia mondiale di isteria di massa, fomentata da politici che muoiono dalla voglia di trovare una scusa per imporci più tasse e più regolamentazione mentre si fanno vedere “alle prese con” una questione di massima urgenza, nutrita dalle menzogne stridule e dalla propaganda strappalacrime di attivisti che non possiedono alcuna comprensione del mondo reale oltre a un odio istintivo e scomposto del capitalismo, fornita di una patina di rispettabilità scientifica da scienziati post-normali che credono che il loro lavoro sia quello di comportarsi da politici, piuttosto che da ricercatori spassionati della verità, acclamata da imprese che vogliono vivere di parassitismo e sussidi, finanziata dalla UE, dall’ONU e dalle fondazioni di beneficenza di ricchi vittime del senso di colpa, e promossa in ogni dove da insegnanti, docenti universitari, scatole di muesli biologico, pacchetti di patatine, la BBC, CNBC, Al Gore, il Principe di Galles, David Suzuki, la British Antarctic Survey, Barack Obama, David Cameron e Knut – il defunto, difficile-per-i-dislessici, piccolo di orso polare, già allo Zoo di Berlino.

Niente male come didascalia.

NB: Grazie a Maurizio Morabito

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7 Comments

  1. C.D.

    E’ facile credere al buffone di turno (James Delingpole) che parla senza avere la benchè minima competenza in materia. Allora perchè non credere a Grillo?

    Reply
    Primo: perché no?
    Secondo: c’è sempre un buffone in turno.
    Terzo: la storia della competenza non attacca. Confutare se possibile.
    gg

    • C.D.

      certo certo la competenza non è un argomento alla vs. portata.
      4) non c’è nulla da confutare!

      Reply
      Brutta cosa il caldo eh? Speriamo che non aumenti… 🙂
      gg

    • Guido Botteri

      Di che competenza ci sarebbe bisogno per capire che essere revisori di sé stessi non è quello che la gente comune percepisce come “revisione paritaria” ?
      …anche se devo ammettere che un revisore che sia lui stesso…più pari di così non si può…cioè, uguale uguale. 🙂
      Ma era questo il senso che si voleva dare alla revisione “paritaria” ?
      Ci vuole una laurea in ché, per capirlo ?

    • Andrea G.

      La cosa fastidiosa non è il caldo ma, almeno qui a Roma, l’umidità.

  2. E per essere buoni almeno una volta, risparmiamo pianto e stridore di denti ai lettori cambioclimatisti sottolineando che Delingpole non e’ fesso, per cui parla della INDUSTRIA del riscaldamento globale, e non della “scienza”.

    Da sempre, il problema principale e’ stato il carrozzone, piu’ che le teorie piu’ o meno bislacche di chi vede Mazze da Hockey dappertutto come il povero Cole Sear vedeva fantasmi nel “Sesto Senso” ((c) Josh 2011) (e come altri, vedono il Picco di questo e il Picco di quell’altro dietro ogni notizia).

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