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Ghiacci di casa nostra, tutto e il contrario di tutto

Alcuni giorni fa ho letto su Meteoweb una notizia interessante. Il ghiacciaio del Calderone, nel massiccio del Gran Sasso, pare goda di ottima salute.

Possibile? Urge approfondimento. Primo passo la fonte ufficiale della notizia, l’associazione AQ Caput Frigoris -un nome un programma- dalle pagine della quale leggiamo praticamente le stesse cose riportate su Meteoweb riguardo la descrizione del ghiacciaio, al netto pero’ di giudizi di merito sulla salute del sito. Ci sono comunque parecchie immagini degli ultimi anni, dalle quali si evince che almeno recentemente, fatti salvi un paio d’anni di scarso innevamento, il ghiacciaio appare in crescita.

Considerato che si tratta del ghiacciaio più meridionale d’Europa, primato conquistato verso la meta’ del secolo scorso dopo la scomparsa del ghiacciaio Corral del Veleta sulla Sierra Nevada, la cosa suscita più di qualche perplessità.

Secondo tentativo su Wikipedia , e qui la cosa si fa ancora più interessante. La biografia del ghiacciaio infatti inizia con uno scritto di Francesco del Marchi del 1573, dove si descrive a grandi linee l’estensione del ghiacciaio. Seguono poi le solite notizie in ordine alla posizione ed alla quota, condite con una serie di considerazioni in tono tragedia climatica il cui autore, nell’ansia di rendere partecipi i lettori, non si accorge di cadere in contraddizione più o meno ogni due righe.

La prima contraddizione e’ un classico del dogma AGW. Il ghiacciaio rischia di scomparire a causa dei cambiamenti climatici in atto. Subito dopo pero’ apprendiamo che dopo essere scomparso e riapparso un certo numero di volte nelle grandi glaciazioni, il ghiacciaio ha fatto il suo sin qui definitivo ritorno verso la meta’ del XV secolo, cioè in piena Piccola Eta’ Glaciale, giungendo a quote ben al di sotto delle attuali. Evidentemente, quei cambiamenti climatici non contano, ne’ si possono considerare valide ai fini del punteggio le supposte precedenti sparizioni o espansioni.

A partire dalla meta’ dell’800 pero’, scrive il solerte wiki-autore, e’ iniziato il declino. Segue relativa tabella dove scopriamo che tra il 1794 e il 1894 se n’è andato un buon 25% del volume. Poi una trentina d’anni di quiete e poi parte un altro 30% circa in appena 18 anni. Altri 30 anni circa e salutiamo un altro 20% buono, per poi arrivare dal 1960 al 1990 a quella che viste le misure e’ poco più di una palla di neve.

Curiosamente, alcuni, senza essere evidentemente andati a vederlo, considerano il ghiacciaio già scomparso, a dispetto della presenza del ghiaccio. Altri, come l’esperto citato su wikipedia, presagiscono una totale e definitiva dipartita per il 2020, in questo caso a dispetto del trend di crescita degli ultimi anni.

Scopriamo anche che, diversamente da quanto accaduto per tutti i ghiacciai alpini e per quelli pirenaici, la riduzione non e’ iniziata con la fine della PEG, ma e’ iniziata con lo sviluppo dell’attivita’ industriale, specie nell’area abruzzese, noto polo siderurgico e industriale europeo, il cui inquinamento, leggiamo, sarebbe all’origine dell’aumento di temperatura di quasi due gradi che avrebbe conosciuto la zona negli ultimi 80 anni, quelli appunto in cui in Abruzzo si produceva l’acciaio con cui sono stati edificati i grattacieli di mezzo mondo.

Per finire la proposta indecente, coprire il ghiacciaio con teli riflettenti – ma solo nelle estati più calde pero’- per proteggere il ghiacciaio dalle nostre malefatte climatiche.

Qualcuno si starà chiedendo perché sono andato a far le pulci a questa voce di wikipedia, quando si sa che il suo scopo e’ la condivisione delle informazioni, non certo la divulgazione scientifica. E’ giusto, sino ad avvenuta correzione, ognuno e’ libero di scrivere quel che vuole, esponendosi appunto al rischio/beneficio di essere corretto, come e’ in effetti avvenuto per parte di questa voce. Il punto e’ un altro. Ogni considerazione contenuta nella voce in materia di evoluzione del ghiacciaio, poteva essere affrontata in modo neutro dal punto di vista climatico, attribuendo cioè le dinamiche di crescita o riduzione del ghiacciaio alle variazioni climatiche a prescindere dalle cause. Questo e’ stato fatto per la storia più antica del sito, ma non per quella più recente, rivelando quanto l’opinione comune sia scorrettamente influenzata e condizionata da dogmi e assunzioni che si dimostrano alla prova dei fatti privi di ogni fondamento. E’ un classico caso di penetrazione nella società civile di convinzioni divenute tali non in ragione della loro provata autenticita’, ma per effetto della continua e instancabile ripetizione. Così accade che nella discussione due editor si arrovellino sull’opportunità di scrivere il nome del ghiacciaio con la lettera maiuscola o minuscola, ma non si rendano conto di aver scritto che la storia del ghiacciaio l’ha scritta la naturale evoluzione del clima, mentre il suo presente lo stanno scrivendo loro basandosi sul nulla. Il tutto, naturalmente, in perfetta buona fede.

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Published inAttualitàNews

5 Comments

  1. cito direttamente dal sito METEOGIORNALE:

    “Al contrario dei ghiacciai delle Alpi, che vedono il loro minimo pluviometrico in Inverno, e sui quali le nevicate primaverili ed autunnali sono decisive per il loro pieno sviluppo o mantenimento, il ghiacciaio del Calderone “vive” grazie alle grandi nevicate invernali, ed alla sua esposizione a Settentrione, all’ombra delle ripide pareti del Gran Sasso.

    Il cambiamento della circolazione invernale che ha provocato le continue siccità sul Nord Ovest della Penisola, ha favorito invece forti precipitazioni nevose sui rilievi abruzzesi, che hanno indubbiamente alimentato il Calderone più che negli anni passati.

    Tale linea di tendenza, se confermata nei prossimi anni, potrebbe anche portare al paradosso di un ghiacciaio appenninico in avanzata mentre quelli alpini si ritirano.

    E’ un’ipotesi curiosa, che potrebbe verificarsi solo se tali cambiamenti nella direzione di moto delle masse d’aria durante la stagione invernale fossero dovute ad un effettivo mutamento climatico duraturo, ma questo non lo possiamo sapere, almeno nel breve periodo, e potrebbe trattarsi di una semplice oscillazione naturale di breve periodo.

    Marco Rossi”

    ———————–
    comunque, AGW o no, è un dato di fatto che invece molti dei ghiacciai alpini da almeno 7-9 decenni conoscono regressioni notevoli, sarebbe però interessante investigare seriamente su cause sia “microclimatiche locali”, che su oscillazioni meteo su periodi di lunga durata, piuttosto che gridare ” al lupo al lupo arriva l’AGW” ad ogni folata di vento, freddo o caldo che sia 😉

  2. Piero Iannelli

    Perdonate.. ho la “RISPOSTA”!

    Colpa di BERLUSCONI!
    Sembra assurdo ma basta leggere e “INFORMARSI”:

    Ghiacciai, Vatinno:
    «Pericolo scioglimento, il Governo Berlusconi cosa fa?»
    http://www.alleanzaperlitaliaenna.it/alleanzaperlitalia.it/ghiacciai-vatinno-lpericolo-scioglimento-il-governo-berlusconi-cosa-far.html

    Ovvio parliamo anche dell’innalzamento di ben 4 metri del livello del mare con sommersione di molte isole ed anche parte di terraferma».

    Nel 3000.
    Quindi fra 989 anni, comunque certo del fenomeno un canotto l’ho già messo in balcone.

    Ghiacciai italiani in ritirata del 50% con l’aumento delle temperature ..a rischio estinzione. A dare la triste notizia è l’Università di Pisa tramite il professor Carlo Baroni, presidente del Comitato glaciologico italiano (CGI).

    L’art.conclude che :“SERVE” un “catasto” dei ghiacciai, con monitoraggi continui”..

    http://www.ilreporter.it/index.php?option=com_content&view=article&id=14492%3Aghiacciai-italiani-in-ritirata-del-50-con-laumento-delle-temperature&catid=76&Itemid=125

    Cosa potrebbe costare il CATASTO dei ghiacciai e i monitoraggi continui?

    Ma poi se già sappiamo che si ESTINGUONO nel 3000 li monitoriamo per 989 anni? Anche domenica e festivi?

    Nell’attesa mi dedico in esercizi di autostima con lo specchio.

    Ugo Bardi , docente presso il dipartimento di Chimica dell’Università di Firenze, vediamo asserire riguardo gli scettici del riscaldamento globale:
    ” Non gli viene da sputare nello specchio del bagno tutte le mattine appena alzati? ”
    http://ugobardi.blogspot.com/2010/04/bugie-bugie-bugie.html

    Il 19 luglio 2011 altra batosta, poveri a noi..

    Prof. Bardi ed i Diversamente Encefalizzati…Ora, lo so che ci sono persone diversamente encefalizzate, là fuori, che hanno preso questa cosa come una conferma che “il riscaldamento globale si è fermato” e quindi come occasione di gioire. Ahimè, cari diversamente dotati di tessuto neuronale, rendetevi conto che non è decisamente il caso di gioire…
    http://daltonsminima.altervista.org/?p=15212

    Siamo nella catastrofe e nessuno l’ascolta il Prof. Bardi, fortunatamente : In arrivo i caschi verdi ONU per difendere l’ambiente?
    ..una nuova categoria di persone disperate, ossia i rifugiati del riscaldamento globale..
    http://www.thelocal.de/national/20110713-36277.html

    E Berlusconi continua a non interessarsene? Cose da pazzi.

    Cordialmente.

    Piero Iannelli

  3. alessandro

    A parte l’affermazione “oggi il ghiacciaio è presente nonostante la costruzione del traforo del Gran Sasso, che creò seri problemi alle falde acquifere del comprensorio” quanto riportato da Wikipedia non mi pare così delirante.
    Al contrario delirante è l’articolo di Meteoweb. Esso afferma che il ghiacciaio del Calderone sia di anno in anno sempre più spesso come dimostrato “dai dati fotografici e meteorologici” forniti dall’associazione “AQ caput frigoris”. A parte il fatto che l’articolo citato non dice nulla circa lo stato di salute del ghiacciaio, va detto che:
    1) i riferiti dati “meteorologici” sono del tutto assenti (almeno io non li ho trovati).
    2) i dati fotografici sono relativi ad istantanee scattate a luglio (inizio o fine mese?), ovvero circa 2/3 mesi prima della fine della stagione di ablazione. Essi indicano solamente la presenza di residui nevosi stagionali a quella data;
    3) essendo il Calderone un “ghiacciaio” (ma lo è davvero?) debris covered, il dato fotografico è del tutto inadatto a dare una possibile indicazione sul suo reale stato di salute (servirebbero altri dati quali i bilanci di massa).

    Alessandro

    • il guaio, che sfugge ad Alessandro almeno per il momento, e’ che un’affermazione campata in aria come “a causa dei Cambiamenti Climatici in atto rischia anch’esso di scomparire” viene inserita come il prezzemolo, perche’ tutto sommato si puo’ inserire da tutte le parti. Questo dovrebbe far riflettere sul fatto che (a) non c’entri niente e (b) non fornisca alcuna informazione, e quindi andrebbe cancellata come un riferimento a Mussolini nella pagina di Catone il Censore. Ecco dunque perche’ e’ un classico caso di penetrazione nella società civile di convinzioni divenute tali non in ragione della loro provata autenticita’, ma per effetto della continua e instancabile ripetizione.

      E se non e’ delirante il prezzemolo dello “a causa dei Cambiamenti Climatici in atto”, cos’e’??

  4. Wikipedia, come la democrazia, e’ indifesa rispetto all’attivismo piu’ bieco e ossessionato. Per questo e’ una grande fonte di informazione sull’astronomia, ma in politica e AGW non vale una beneamata mazza (da hockey).

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