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Orsi, petrolio e (in)utili scienziati

E’ incredibile quanto possa essere interessante andare in giro per il web a caccia di notizie climatiche o pseudo-tali. E non bisogna neanche andare lontano, le fonti più prolifiche sono più o meno sempre quelle, il blog di Antony Watts, quello di Roger Pielke Jr e qualche quotidiano d’oltremanica.

Negli ultimi giorni sono usciti dei post che hanno rispolverato l’argomento orsi polari, ovvero la sconvolgente “fondatezza” che hanno le notizie che li vedono ormai alla mercè di un clima sempre più caldo e di una sempre minore presenza di ghiaccio nel loro habitat.

Nel primo post: Al Gore’s “drowned polar bear” AIT source under investigation ritroviamo l’esegesi della inesorabile ascesa di questa razza di primati plantigradi agli onori della cronaca. Evento clou, l’osservazione di 4 carcasse di orso presumibilmente annegati ma certamente morti, da cui derivò una allarmante ma decisamente strampalata percentuale di possibili orsi morti/morenti/morituri a causa del global warming. Notiziola che neanche a farlo apposta fece il giro del mondo. Pare che qualcuno però, sebbene a distanza di 5 anni, abbia deciso di vederci chiaro.

Infatti nel secondo post: Inspector general’s transcript of drowned polar bear researcher being grilled il suddetto ricercatore/osservatore/allarmatore è sulla graticola nella trascrizione del testo degli accertamenti condotti sul metodo con cui è stata condotta l’osservazione e sono stati fatti i calcoli… ehm…, beh, leggetevi con quale scrupolosa procedura è giunto alle sue conclusioni e capirete. Che queste procedure possano aver fatto sollevare qualche sopracciglio scientifico?

Neanche per idea. Nel terzo post Federal Official: Monnett suspension unrelated to “drowned” polar bears, si spazza via ogni dubbio. Le ragioni degli accertamenti non hanno nulla a che vedere con il lavoro del 2006, che dunque mantiene, malgrado tutto (?), il suo carattere di scientificità. Sta di fatto che non si sa perché questo ricercatore, che ha ammesso comunque di non aver fatto un gran lavoro con quello studio del 2006, sia oggetto delle attenzioni degli investigatori.

E così dalle pagine del Guardian e dal blog di Pielke jr apprendiamo che la motivazione dell’interesse potrebbe essere diversa e ben più “sporca”. L’istituzione per cui questo ricercatore ha lavorato ha gestito qualcosa come 50 mln di dollari negli ultimi anni. Ora però l’amministrazione americana starebbe decidendo di implementare il proprio programma di perforazione off-shore dove si aggirano gli orsi e i loro osservatori, sicchè, ventila il quotidiano inglese (che non è la Bibbia tuttavia), che si vorrebbero tappare bocca e occhi di eventuali scomodi reporter dello stato dell’ambiente.

Pielke si lancia anche in una considerazione circa il fatto che un atto del genere somiglia più allo stile della passata amministrazione americana che a quello di quella attuale. Questo sinceramente non ci interessa. Piuttosto direi sia assolutamente condivisibile – e dovrebbe suonare per tanti impegnati sostenitori dell’AGW come campanello d’allarme- la sua conclusione;

[Scientist] your status with partisans is a function of your perceived usefulness to their political agenda of the day.

[Scienziati] “La considerazione di cui godete presso i partigiani di un’idea politica e’ funzione della vostra apparente utilita’ alla loro agenda”.

Sicchè, un lavoro peer-reviewed con un posto d’onore nella fiction climatica di Al Gore è utile finché fa comodo a qualcuno. Quando non serve più si scopre che è una colossale puttanata (ma lo era anche prima). Forse scrivere delle cose più oggettive e meno prone a quella famosa agenda, eviterebbe commistioni che quando cambia il vento possono farti volare via, rendendo al contempo un miglior servigio alla conoscenza.

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Published inAttualitàNews

3 Comments

  1. donato

    Com’era facilmente immaginabile già si sono formate due scuole di pensiero: da una parte coloro che considerano Monnett un martire dell’ambiente, dall’altra quelli che vedono nella sospensione dalle funzioni e dallo stipendio (si direbbe in Italia) di Monnett un atto riparatore per i danni che il suo lavoro ha determinato. Tanto, per quanto ho capito, si desume dalla lettura dei post indicati nell’articolo. In una battaglia ideologica e sempre meno scientifica, un fatto del genere è inevitabile. Se avessero ragione coloro che vedono nella sospensione di Monnett la mano delle lobby petrolifere, mi dispiacerebbe molto sia dal punto di vista umano che scientifico. Mi auguro, perciò, che l’ispezione che ha portato al provvedimento sia stata veramente indipendente.
    Ciao, Donato.

  2. Franz

    Il fumetto dice già tutto, ma attenzione! Gli orsi sono plantigradi, non primati!
    Trovare primati morti in mezzo ai ghiacci polari sì che sarebbe una notizia! 😉

    Reply
    Ah ah ah che spettacolo! Becchime per le oche!!!
    Grazie, ora correggo.
    ssp

    • CarloC

      Non vorrei esagerare in pignoleria, ma:
      “clou” e non “clow”
      e
      “La considerazione di cui godete presso i partigiani di un’idea politica e’ funzione della vostra apparente utilita’ alla loro agenda”.

      Reply
      Ci mancherebbe, chiedo scusa e ringrazio.
      Admin

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