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Solyndra : l' Azienda modello – Aggiornamento

All’inizio del suo mandato presidenziale il presidente Obama aveva indicato alcune aziende come modelli di sviluppo della nuova società economica americana, tra queste troviamo la Solyndra. Questa azienda produce, o meglio produceva, pannelli solari nell’assolata California, dico produceva perché a quanto apprendiamo dall’ANSA l’azienda in oggetto sarebbe fallita lasciando a casa 1100 dipendenti. L’amministrazione americana, inoltre, era passata dalle parole ai fatti concedendo un prestito di oltre 500 milioni di dollari alla società oggi apparentemente fallita. Naturalmente i repubblicani non si lasceranno scappare l’occasione di evidenziare un clamoroso buco nell’acqua, pardon nel silicio.

Se questo è il modello di sviluppo che ci salvera dalla crisi ho già i brividi lungo la schiena e non certo per l’emozione. Sarebbe interessante capire perchè questa azienda non è riuscita a sopravvivere e generare profitto, forse è stata solo sfortuna o forse, senza poderosi oneri a carico della comunità come accade nel nostro Paese, non c’è oggi futuro per il fotovoltaico costruito al di fuori di quel paese dove la manodopera costa zero il cui nome è Cina.

Se volete approfondire andate qui, sul NYT.

Aggiornamento:

La notizia approda anche sulle pagine di Repubblica. Particolari poco edificanti che stanno emergendo per effetto delle indagini avviate dopo la comunicazione del fallimento.

Non è un classico esempio del fatto che ‘tutto il mondo è paese’, non è la dimostrazione del fatto che pompare quattrini in attività che esistono solo in ragione di quel sostegno è sbagliato, non è la dimostrazione del fatto che la green economy è ben lungi dall’essere quella panacea di tutti i mali che vorrebbero farci credere. No, è solo colpa della ‘troppa fretta di rilanciare la crescita‘.

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15 Comments

  1. donato

    Se è green NON può essere cattivo o negativo. Probabilmente qualche lobby negazionista cerca di sfruttare a suo vantaggio le sventure di Solyndra utilizzando tutti coloro che si occupano di media e che sono sul suo libro paga! Non vi è altra spiegazione perché, ripeto il concetto (di Repubblica, ovviamente), green è bello, green è buono, green è grande e basta con le insinuazioni!
    Ciao, Donato.

  2. Ho come l’impressione che nel nuovo slancio per creare posti di lavoro, ieri Obama abbia…dimenticato…il cambiamento climatico, le energie rinnovabili etc etc.

    Magari ho letto male?

    Reply
    Sssssssssolyndra……
    🙂

    • L’amministrazione americana, ormai, ha parole taboo per ogni occasione, ad esempio per domani 11 settembre una della parole proibite sarà terrorismo “islamico”, penso che durante questo discorso sul lavoro due parole taboo erano riscaldamento globale e cambiamento climatico. 🙂

    • Conierà il termine “Evoluzione termodinamica cinetica”, sulla falsariga di quanto fatto per la Libia.

    • Fabrizio, fantastico. Stai attento che ti assumono alla casa bianca 😉

  3. Penso che la vera notizia non stia solo nel fallimento di questa azienda ma nel fatto che ha ricevuto mezzo miliardo di soldi pubblici in un momento nel quale di soldi a disposizione ce ne sono ben pochi. E si parla di mezzo miliardo di dollari non una decina di milioni. Altro che i costi della politica, questi sono i costi di scelte politiche.

    • gbettanini

      Vero che mezzo miliardo di $ è una cifra enorme, ma leggendo in giro pare che questi si aggiungano ad 1 miliardo di $ di investimenti privati (sempre che sia vero).
      Se è vero la condivisione del rischio è secondo me accettabile… ripeto sempre che quel ‘privati’ non si riferisca ad agenzie governative e simili.

    • Accettabile o no, comunque una cosa sono i soldi privati, una cosa i soldi dei contribuenti. Mezzo miliardo di dollari diviso mille dipendenti sono mezzo milione di dollari a testa, in un anno. Hai voglia a pensare in quanti modi sarebbero stati spesi meglio, tra riduzione delle tasse, corsi di formazione per trovare un altro lavoro, assistenza ai più bisognosi, eccetera.

      L’altro punto è che il finanziamento pubblico droga ideologicamente la valutazione del rischio: in parte perché crea un clima di falso ottimismo (quei soldi saranno stati spesi anche in comunicazioni, tipo “oh quanto è proficua la green economy”, non contando che ovviamente questo era anche il messaggio diretto della politica), per cui alcuni privati non avrebbero investito se non fossero stati rassicurati dalle istituzioni; in parte perché, molto semplicemente, comunque riduceva di un terzo il capitale da investire e quindi il rischio.

      Mi sembra molto importante il primo commento, che cita altre aziende fallite o in grave crisi, in USA e Germania; aggiunto alla precedente esperienza negativa della Spagna, indicano chiaramente un trend.

      Ovviamente, le cose possono cambiare. Sappiamo che se volesse mai essere incisivo sulla produzione di energia, il solare deve incrementare in modo notevole la propria efficienza, quindi saranno necessarie tecnologie innovative. Magari qualche paese occidentale ne troverà una, brevettandola, e riuscendo a guadagnarci. Ma come ho scritto per ora niente è andato oltre una dichiarazione ai giornali.

      Già che ci siamo: ma le innovazioni sull’eolico come vanno? Il kite italiano, quello americano, eccetera. Ci sono novità o dall’ultima volta che se ne è parlato, mesi fa, è rimasto tutto fermo?

    • Non e’ detto che i privati ci abbiano rimesso cosi’ tanto. Fra rimborsi spese, compensi, acquisti da societa’ proprie etc etc c’e’ sempre il rischio dell’imbroglio. Infatti adesso e’ coinvolta l’FBI.

  4. Stavo per porvi una domanda, ma i link di Fabio mi hanno quasi del tutto risposto. Non sono esperto del settore, ma mi sembra che la tecnologia dei pannelli solari attualmente usati per le installazioni di massa sia alla portata di tutti e non vincolata da brevetti (altra cosa sarebbero le mirabolanti novità che ogni tanto escono su un giornale, promettendo incrementi sostanziali dell’efficienza, ma che poi si perdono per strada prima di arrivare alla commercializzazione). Potete confermare?

    Se ho scritto una premessa corretta, allora la Cina ha tutto: la tecnologia e le materie prime (il silicio ce l’hanno tutti e se sono necessari materiali come le terre rare, mi pare che la Cina ne disponga in abbondanza). Si gioca tutto sul costo del lavoro e se il rapporto è 1:15 come dice l’articolo del Sole è evidente che non c’è niente da fare.

    L’unica possibilità per le aziende occidentali sarebbe proprio l’avvio della produzione di massa di pannelli con nuove tecnologie, opportunamente coperte da brevetto. Ma, come ho scritto prima, fino ad ora non siamo andati oltre gli annunci mirabolanti.

    • Fabio Spina

      L’import italiano per dispositivi a cellule fotovoltaiche è stato meno di 300 MEuro nel 2006, 556 M€ nel 2007, 1.2 G€ nel 2008, 2G€ nel 2009 ed 8.3 G€ nel 2010. Tra aprile 2010 e marzo 2011 ha toccato la cifra di 10 G€ facendo scendere il saldo con l’estero per il manufatturiero a 40 G€, a livello del 2004. Mentre senza importazioni di “dispositivi fotosensibili a semiconduttore, incluse cellule fotovoltaiche” sarebbe stato in risalita rispetto anni precedenti, infatti è stato 62.7 G€ nel 2008, sceso a 46.1 G€ nel 2009, crollato a 39.3 G€ nel 2010 (ai livelli 2004). L’Italia eccelle e vanta brevetti nel solare termico o tecnologia ad idrogeno, invece le celle fotovoltaiche vengono quasi completamente dall’estero, nel 2010 i principali fornitori sono stati: 3.4 G€ dalla Cina, 1.9 G€ dalla Germania, 577 M€ dalla Spagna, 380 M€ dall’Olanda, 274 M€ da Taiwan, etc. Il distacco tra made in Italy e made in Germany senza Green Economy non sarebbe abissale come è invece attualmente. Inoltre da tener conto che tutti gli incentivi sono caricati in bolletta e incentivati dallo Stato. Il massimo sono gli enti locali che investono denaro pubblico in impianti che divengono convenienti grazie all’incentivo Statale (altro denaro pubblico). Sperando di non aver sbagliato qualche cifra, i dati sono estratti dall’ultimo rapporto ISTAT e dalla relazione annuale 2010 della Banca d’Italia. Ciao

    • gbettanini

      Si, gli enti pubblici hanno mano libera sulla dimensione/ubicazione dei pannelli fotovoltaici… è veramente il massimo.
      Particolarmente estrose sono state a luglio le dichiarazioni del ministro della difesa (mi perdoni Guidi) che vorrebbe ripianare il bilancio della Difesa con una massiccia installazione di impianti FV e per cui ha creato una società ad hoc….. robe da matti.
      Su ecoblog avevo scritto una, diciamo, lettera aperta al Ministro per inquadrare meglio la situazione.
      http://www.ecoblog.it/post/12840/pannelli-fotovoltaici-per-alimentare-le-caserme-italiane

    • donato

      Alla faccia del bicarbonato di sodio! Questo, secondo me, sarebbe stato il commento del pincipe de Curtis.
      Ciao, Donato.

  5. gbettanini

    In Italia invece, le imprese che producono celle fotovoltaiche sono ben poche, ma ci sono una miriade di aziende che comprano pannelli all’estero (80% extra UE) e installano impianti sul territorio con un atteggiamento del tutto simile a quello dell’orchestra che continuava a suonare mentre il Titanic affondava.
    In Italia siamo oramai vicini a superare i 10.000 MWp di FV installato.
    La spesa in incentivi per quanto è stato installato nel solo anno 2010 è pari a circa 40 miliardi di euro (praticamente come la manovra finanziaria di Tremonti) che i contribuenti pagheranno in 20 anni in comode rate nelle bollette elettriche ed in maggior costo dei beni di consumo che acquisteranno.
    Nel 2011 nonostante i limiti imposti dal IV conto energia probabilmente si bisserà…. il Pil del Paese se ne gioverà con all’incirca un punto in più, punto che separa l’Italia dalla recessione (sulla carta) ma a spese di un debito folle ed intrinsecamente recessivo che graverà nei prossimi anni sul reddito disponibile dei cittadini.

  6. Fabio Spina

    I video dell’inaugurazione di Solyndra sono su:
    Pr. Obama at Solyndra (1) California Solar Plant http://www.youtube.com/watch?v=KYiJ-_K9NCo
    e la visita successiva President Obama Visits Solyndra

    Pochi giorni fa la notizia del fallimento in USA della famosa Evergreen Solar http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2011-08-18/pannelli-cinesi-sole-scalda-104300.shtml?uuid=AaUcQ9wD ,
    mentre in Germania il tramonto del solare «Il 16 agosto è stato un giorno nero in borsa», ha scritto la Frankfurter Allgemeine Zeitung, «la Phoenix Solar ha perduto il 6%, Solarword e Sma Solar il 5%». I tedeschi devono affrontare propri problemi specifici.http://www.lettera43.it/economia/industria/23529/sulla-frankfurter-allgemeine-zeitung-la-crisi-del-fotovoltaico_breve.htm , l’articolo conclude:
    Se questi sono i casi più eclatanti, l’intera branca rischia di dover dire addio ai sogni di gloria futura. «Alla fin fine l’industria del fotovoltaico sembra essere caduta nella trappola che già molti esperti avevano previsto», ha concluso la Frankfurter, «ovvero quella delle sovvenzioni statali. Le imprese sono rimaste troppo dipendenti dagli incentivi della politica».

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