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Attività solare e nubi, non solo aspetti climatici.

Come ha giustamente sottolineato uno dei nostri lettori, negli spazi dedicati alle discussioni sulle dinamiche del clima in Italia, il recente interesse internazionale per la potenziale relazione tra l’attività solare e le dinamiche del clima non sta riscuotendo molto successo. Siamo un po’ isolati al riguardo, ma siccome siamo anche dei gran testoni, continuiamo a proporre ai nostri lettori degli argomenti in qualche modo collegati a questo ambito.

L’ultimo in ordine di apparizione, dopo la pubblicazione dei risultati preliminari dell’esperimento CLOUDS al CERN e le reazioni da questi suscitate, è la pubblicazione di un articolo in cui si tenta – in parte con successo- di esplorare eventuali effetti di breve periodo delle repentine cadute del flusso di Raggi Cosmici Intergalattici (GCR) detti Forbush Decreses (FD) a loro volta provocati dalle espulsioni di massa coronale (CME – Coronal Mass Ejection. Per questi particolari eventi dell’attività solare, sono accertati una significativo aumento della frequenza di occorrenza durante i massimi solari e una decisa rarefazione – quando non totale assenza come nel recente periodo- durante i minimi del ciclo undecennale della nostra stella.

Forbush Decreases – clouds relation in the neutron monitor era – A.Dragic et al – Astrophysics and Space Science Transaction

Il verficarsi di FD è dunque messo in relazione ancora una volta con la copertura nuvolosa, ma in modo  indiretto, in quanto le osservazioni satellitari disponibili forniscono delle serie storiche ancora troppo brevi per consentire delle analisi sufficientemente accurate della nuvolosità. Sicché il parametro atmosferico impiegato come dato di prossimità è il DTR (Diurnal Temperature Range), ovvero la differenza che intercorre tra le temperature massime diurne e quelle minime notturne, un fattore inversamente correlato alla copertura nuvolosa.

L’analisi non è delle più semplici, e in effetti gli autori danno conto anche di precedenti tentativi nei quali, proprio per la brevità delle serie oggettive disponibili sulla nuvolosità, è stato possibile prendere in esame soltanto pochi eventi di FD. Il bias introdotto dalle condizioni atmosferiche – trattandosi in questo caso di valutazione degli effetti dell’attività solare nel breve o brevissimo periodo- può inoltre alterare in modo significativo il segnale dei punti presi in esame nell’osservazione, i quali possono anche aver subito gli effetti di trend di lungo periodo che introducono un ulteriore elemento di incertezza.

Ad ogni modo in questo lavoro, l’impiego delle serie relative al DTR permette di tornare parecchio più indietro nel tempo, ovvero di prendere in esame gli effetti di più eventi di FD, ricavandone quindi delle informazioni interessanti.
L’elemento forse più significativo, oltre all’ennesima conferma di una evidente interazione tra l’attività solare e le dinamiche atmosferiche, è senz’altro quello che assegna una valenza significativa in termini di effetti sul DTR e quindi sulla nuvolosità, soltanto per eventi di intensità piuttosto elevata. Nella fattispecie, gli autori hanno effettuato un taglio agli eventi in considerazione analizzando quelli per i quali la diminuzione del flusso dei GCR è pari o superiore al 7%. Ne sono risultati utili dunque ai fini dell’analisi ben 35. La deviazione del DTR riscontrata nei giorni successivi all’FD è stata di 0.3/0.4°C.


L’analisi degli eventi meno intensi non ha invece prodotto risultati statisticamente significativi, prova ne sia la differenza che assumono le rappresentazioni grafiche degli effetti di tutti gli eventi rispetto a quelli di intensità più elevata (Fig. 3 e 4 del documento linkato).

In conclusione questa analisi conferma l’interazione tra l’attività solare e le dinamiche atmosferiche, benché gli effetti siano tangibili solo per eventi di FD particolarmente intensi. Il DTR appare essere un parametro affidabile per la valutazione di questi effetti, anche più dell’esame diretto delle serie satellitari della copertura nuvolosa. Tuttavia gli autori ovviamente chiariscono che al riguardo molti aspetti devono essere analizzati in modo più approfondito:

  • Il rapporto tra l’azione dei FD e il DTR su diverse zone del Pianeta.
  • Il comportamento del DTR nei casi di incremento (e non diminuzione) dei GCR, analisi per la quale si dovrebbe trovare un segnale di segno opposto a quello evidenziato da questa ricerca.
  • Dipendenza degli effetti dalla latitudine geografica.

Un lavoro interessante, il cui materiale supplementare è disponibile a questo link.

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Published inAttualitàNews

2 Comments

  1. donato

    Articolo molto interessante in quanto stabilisce un legame statisticamente significativo tra attività solare, GCR e copertura nuvolosa. Legame che, stante ai commenti sin qui letti a proposito delle pubblicazioni di Dressel da un lato e Spencer & B., dall’altro, sembrava non esistere. Mi riservo, comunque, di approfondire la questione (impegni lavorativi permettendo).
    Ciao, Donato.

  2. Claudio Costa

    Questa è la prova che la forzante solare non si può calcolare solo con la misera variazione di TSI come hanno fatto finora all’IPCC

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