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Il neutrino-Superman ci dice cos’è la scienza – Mirror posting da “La Bussola Quotidiana”

Fabio Spina ha pubblicato il post che segue su La Bussola Quotidiana. E’ una efficace spiegazione della notizia più interessante degli ultimi giorni, che forse potrà anche diventare tra le più interessanti di sempre. Buona lettura.

gg

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Solo Superman nei fumetti poteva affermare: “Via, più veloce della luce”. Da alcuni giorni è stato annunciato che esiste realmente una particella-superman, detta neutrino, che viaggia ad una velocità di poco superiore a quella delle onde elettromagnetiche. Grazie a questo risultato, se Dante Alighieri, descrivendo il suo viaggio insieme a Beatrice verso il Paradiso, avesse pensato ad una “fantastica” freccia con la velocità dei neutrini, i versi 23-24 del Canto II del Paradiso non sarebbero stati illogici anticipando prima le conseguenze dell’azione poi descritta in seguito:

“e forse in tanto in quanto un quadrel posa

e vola e da la noce si dischiava,” .

Rimanendo sempre nel fantastico, l’osservatore posto “relativamente vicino” al bersaglio avrebbe visto prima gli effetti dell’arrivo della freccia che la sua partenza (in realtà quella che usa Dante Alighieri è la figura retorica dell’hysteron proteron che consiste nell’enunciazione di una successione di eventi nell’ordine cronologico inverso).

La scoperta del Superman-Neutrino è frutto di un esperimento che può essere così sintetizzato in modo semplice: se partono insieme dal Cern di Ginevra un raggio di luce ed un neutrino per raggiungere, con un percorso rettilineo, il laboratorio sotto il Gran Sasso, arriva incredibilmente primo il neutrino per 20cm 18mt (il valore precedente riportato è riferito al margine di errore della misura – admin). La sorpresa è dovuta al fatto che finora generalmente si riteneva la velocità della luce, pari a quasi 300000 Km al secondo, la massima misurata e possibile nell’universo.

Il risultato dell’esperimento, nonostante l’autorevolezza del gruppo di ricerca e la grande pubblicità già data alla notizia, è ancora in corso di verifica. Viste la ridotta differenza all’arrivo e le alte velocità dei “concorrenti”, ci potrebbero ancora essere dell’incertezze tali da inficiare il risultato. Queste possono essere dovute ad errori relativamente piccoli dei quali il gruppo può involontariamente non aver tenuto conto, per esempio in seguito a minime imprecisioni sulla misura del tempo alla partenza ed arrivo, alla sincronizzazione dei due cronometri, alla misura della distanza tra i laboratori di partenza ed arrivo.

Il neutrino è una particella la cui esistenza fu postulata nel 1930 da Wolfgang Ernst Pauli (1900 – 1958) ed il cui nome fu coniato da Enrico Fermi come diminutivo del nome di un’altra particella neutra, il neutrone. Se ne occuparono famosi scienziati italiano come Ettore Majorana e Bruno Pontecorvo. Fu nel 1956 che i fisici Clyde Cowan e Fred Reines durante un test con il reattore di Savannah River, negli USA, riuscirono a mostrare delle reazioni provocate proprio dai neutrini. Finalmente la loro esistenza fu provata.

La conferma del risultato sperimentale del superamento della velocità della luce avrebbe inevitabili ripercussioni su alcune teorie fisiche, primo effetto sarebbe una revisione ed evoluzione della teoria della relatività di Albert Eistein, senza che ciò significhi la sua scomparsa. La teoria della relatività prevede che un corpo accelerando debba aumentare anche la sua massa, quest’ultima diviene infinita ad una velocità pari alla luce: per questo finora era ritenuto impossibile il raggiungimento della velocità della luce da parte di oggetti dotati di massa diversa da zero come lo sono i neutrini. Però va notato che la teoria della relatività non esclude l’esistenza di particelle più veloci della luce e finora mai rilevate, i cosiddetti tachioni (queste sono particelle “strane” sulle quali non possiamo dilungarci senza entrare nello specialistico, un effetto curioso è che, a differenza delle particelle ordinarie, la velocità di un tachione aumenta al diminuire della sua energia).

Ripercussioni a livello filosofico-scientifico sono principalmente sul “principio di causalità” e sulla possibilità di viaggiare nel tempo. Il “principio di causalità” postula che ogni effetto sia preceduto nel tempo da una causa rilevabile, la presenza di particelle che viaggiano più veloci delle onde elettromagnetiche può rendere l’applicabilità del principio non universale. La possibilità di viaggiare oltre la velocità della luce in teoria apre spiragli per pensare ad un viaggio nel tempo, però non nel senso che spesso vediamo nei film, modalità inibita dal famoso “paradosso del nonno”. Il paradosso suppone che un nipote torni indietro nel tempo e uccida suo nonno prima che incontri sua nonna, dunque prima che potessero sposarsi ed avere discendenza. Se ciò fosse possibile, il nipote non sarebbe mai potuto nascere, dunque non sarebbe mai potuto tornare a ritroso nel tempo ed uccidere suo nonno. Tale paradosso può trovare una soluzione ipotizzando non la presenza di un unico Universo ma la presenza di universi paralleli (o anche multiversi), ma sono scenari molto diversi dalla vita reale e dal viaggio del tempo che avviene nei film e nei sogni.

Molti sui quotidiani si sono domandati se tale scoperta può avere effetti sulla teologia. Siccome non si deve dare mai una lettura letterale con ricadute scientifiche al libro della Rivelazione ciò è impossibile; invece tali scoperte potrebbero far rivedere alcune teorie scientifiche che, partendo dal Big Bang ed invadendo il campo teologico, già avevano dato per certa l’inutilità della presenza di un Dio.

Si sono finora riportati effetti potenziali nel caso i risultati fossero confermati, alcune insegnamenti però la scoperta del neutrino-Superman già li ha forniti comunque vada.

La scoperta è avvenuta mentre le ricerca era indirizzata ad altro. Ancora una volta è “il caso” o l’errore ad aprire verso nuova conoscenza. Si tratta delle famose “scoperte non intenzionali” che avvengono solo se si permette economicamente di effettuare esperimenti e si hanno gli occhi e la mente per accorgersene.

La scienza sperimentale, nonostante l’importanza dei modelli matematici e delle simulazioni, è ancora indispensabile alla verifica e scoperta scientifica nella traccia indicata dal motto “Provando e Riprovando” dell’Accademia del Cimento. Un lavoro sperimentale richiede anni di sacrificio e duro lavoro indipendentemente dal risultato.

L’unanimità tra scienziati è normalmente difficile da trovare, neanche all’interno del gruppo di ricerca del CERN si è trovato l’accordo sul risultato. La scienza è metodo ed ha necessità della verifica degli “scettici” per progredire. In questo caso il gruppo che ha effettuato l’esperimento ha chiesto esplicitamente che i dati siano verificati, in generale però occorre sempre diffidare da chi non vuole neanche far parlare scienziati che la pensano diversamente dalla maggioranza.Il neutrino-Superman ci dice cos’è la scienza

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Published inAttualitàNews

82 Comments

  1. donato

    Ci siamo fatti trascinare molto, molto in basso. In qualche caso sarebbe opportuno dar retta al Divino Poeta:

    Fama di loro il mondo esser non lassa;
    misericordia e giustizia li sdegna:
    non ragioniam di lor, ma guarda e passa.
    D. Alighieri, Divina Commedia, Inferno, canto 3°, vv 49-51.
    Ciao, Donato.

  2. Maurizio Rovati

    Nella Guida Galattica per autostoppisti s’incontra un personaggio dotato di una rarissima caratteristica. E’ Immortale.
    Per il resto soffre di un disturbo abbastanza comune anche sulla terra.

    Wowbagger l’Eterno Prolungato è un alieno, uno dei pochissimi esseri immortali dell’Universo. Lo scopo che Wowbagger si è prefisso nella vita è insultare l’Universo. Wowbagger non è immortale per nascita, ma lo è diventato per un inesplicabile incidente con un acceleratore di particelle, un pranzo liquido e degli elastici. Con il passare del tempo, Wowbagger aveva cominciato ad annoiarsi della vita e non godere più del suo essere immortale, sviluppando anche un odio profondo per l’Universo ed i suoi abitanti. Aveva quindi intrapreso il progetto di insultare, uno per uno e in ordine alfabetico, tutti gli abitanti dell’Universo; un compito che probabilmente lo avrebbe impegnato per tutta la sua interminabile esistenza. Quando incontra Arthur Dent, sulla Terra primitiva, lo chiama «Cretino» e «Deficiente integrale»; Wowbagger incontrerà Arthur una seconda volta, nel futuro, sempre sulla Terra, ma non riterrà necessario ripetere l’insulto.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Personaggi_della_Guida_galattica_per_gli_autostoppisti#Wowbagger

  3. Io con quest’ultima risposta ho esaurito la mia scorta di cibo per troll. Faccio presente ai lettori che C.D. accusa noi di non aver voluto rispondere ad un suo punto, cosa che invece è stata fatta. Lui invece è inelegantemente sfuggito a tutti i punti che ha sollevato, dalla relatività alla crittografia, che peraltro hanno portato – di sua iniziativa – il post off topic e di molto. In tutti i temi sollevati ha dimostrato di saper discutere solo con poche frasi fatte, evitando ogni approfondimento evidentemente per tentare di celare la propria scarsa conoscenza dei temi. Dice che è professionista della matematica, ma secondo me millanta (a meno che non sia un prof. delle medie in pensione) perché qualsiasi laureato in matematica che conosco sa discutere con più argomenti e conoscenze. Concludo solo augurandomi di trovare qualche nuovo interlocutore valido per questa piccola comunità, più capace di C.D. Perché C.D. al massimo può dare la soddisfazione di quella pubblicità che canticchia “Ti piace vincere facile”, che però è roba da bambini: non soddisfa né il sottoscritto, né i padroni di casa e gli altri ospiti di questo sito.

    • La provenienza di C.D. e’ ormai nota, visto che ripete l’antica e orrenda ineleganza di ricamare sulle mie attivita’ extra-climatiche dal basso del suo totale anonimato.

      E il suo ostinarsi a usare il “voi”, come se fossimo li’ a carbonare un giorno si’ e l’altro pure, rivela una forma mentale dedita al pecoronismo, il pensare tutti allo stesso modo. Motivo in piu’ per non dedicare a C.D. altra che la piu’ minima decenza che sono sicuro non concederebbe a molti su questo sito.

  4. C.D.

    la math è la mia materia. spiacente non sono come voi, ad ognuno il proprio settore di competenza. saluti

    • Guido Botteri

      Mi scusi, prof math, c’è una cosa che vorrei ancora chiarire. Lei ha detto che Majorana, parlando della componente immaginaria della massa facesse matematica pura, e che io invece penserei a qualcosa di “tangibile”. Magari conoscerà a fondo il pensiero di Majorana, non so, ma che ne sa del mio ?
      Io penso che l’impedenza di un condensatore è fondamentalmente immaginaria, e che questo non è affatto qualcosa di misterioso o magico. Non mi sembra niente di “immaginario” se non nel nome. Per la massa, non ho conoscenze sufficienti per immaginare cosa succeda esattamente, ma non troverei scandaloso immaginare una massa con una componente immaginaria. Sempre, naturalmente, che i risultati dell’esperimento del CERN vengano confermati.

      Avrà notato, ancora una volta, come il mio discorso sia, volutamente, poco aulico. Lei ha parlato di lezioncina per i periti. Sbaglia, il mio è uno sforzo di semplicità ancora maggiore, io mi rivolgo a tutti, anche quelli che non sono periti, e cerco di essere elementare nelle mie spiegazioni, pensando a loro. Non tutti quelli che leggono sono ricercatori. Ci sono anche persone, magari coltissime e magari preparatissime nel loro campo lavorativo, e non solo, ma che non hanno fatto studi scientifici, e io vorrei che anche loro capissero quello che penso, giusto o sbagliato che sia. Questo sforzo di semplicità, rendendo evidenti le mie idee, mi espone anche a rendere manifesti i miei eventuali errori, ma io non me ne dolgo, perché amo la verità molto più delle mie idee, e se nei miei ragionamenti ci fosse qualcosa di sbagliato (non sono perfetto, sono solo umano) e qualcuno me lo facesse notare, con ragionamenti convincenti, io gli sarei grato, perché non mi ritengo vincolato ad idee che risultassero sbagliate. E’ già successo, di fronte a ragionamenti convincenti, e Lei ne facesse, io non avrei nessuna remora ad accettarli. Finora non è successo. Da quando mi interesso di climatologia, i miei dubbi si sono solo rafforzati, e la mia ostilità all’ipotesi AGW è enormemente aumentata. Non è colpa mia, io mi farei convincere, se diceste cose convincenti. Provi col bi-lapliaciano, se proprio non Le riesce di essere semplice. Non sono un matematico, ma ho superato, a suo tempo, l’esame di Analisi I, Analisi II e Complementi di Analisi. Non studiavo mai le dimostrazioni, le inventavo sempre sul momento (ai tempi in cui ero ancora intelligente 🙂 ), e non solo quelle di matematica. Proverò a capire, Lei provi a spiegare 🙂

    • C.D.

      Senta Botteri, non ho intenzione di polemizzare all’infinito con voi ma voglio essere chiaro ancora una volta:ho già scritto che non ritengo questo il luogo adatto dove parlare di scienza o di ricerca. Perchè? perchè la vs mission sembra essere quella di spazzolare il web in cerca di notizie e/o documenti di scarso o nullo valore scientifico su cui costruire articoletti il cui unico scopo è quello di screditare il mondo della ricerca. Parlate di finanziamenti, ma non avete idea di come funzionino; parlate del mondo accademico, ma per voi è un mondo alieno; criticate il sistema di referaggio, ma non sapete neanche di che parlate. Siete convinti di avere mezzi culturali sufficienti per criticare o approvare il lavoro dei professionisti della scienza ma non capite che tra voi e loro c’è un abisso. Tutto ciò lo dico non per difendere un mondo che indubbiamente va riformato, ma per tutelare il lavoro di chi ancora crede in quello che fa e non è disposto ad essere deriso dal primo che passa. Certo che potete parlare di clima, neutrini, informatica anche di arte ma se volete crescere ed essere credibili dovete avere rispetto degli altri e l’umiltà di ammettere i vs limiti.
      p.s. se vuole mettere alla prova il suo livello, le posso consigliare di tener d’occhio questo: http://www.sissa.it/main/ . Segua qualche conferenza e decida un pò lei se certi argomenti sono spiegabili con argomentazioni semplici comprensibili anche dalle massaie(con tutto il rispetto per loro). saluti

    • Guido Botteri

      Penso di aver dato sempre prova di umiltà, a differenza di altri che pretendono di aver posto una pietra sulle conoscenze climatiche. Non è mia l’asserzione che la scienza climatica sarebbe “settled”.
      Provi a leggere le dichiarazioni della Royal Society (l’illustre May, in particolare), e quelle del premio nobel al gore…
      Personalmente non sono qui per “screditare il mondo della ricerca”, e non posso parlare a nome degli altri, ma penso e credo che nemmeno gli altri abbiano questa intenzione, tutt’altro.
      Vorrei una scienza trasparente, onesta, vera, che pensi alla ricerca e non ai finanziamenti…chiedo troppo ?
      Lo so, la ricerca ha sempre sofferto dell’incomprensione (anche economica) da parte di chi dovrebbe finanziarla (qualcosa l’ho visto anch’io, nel mio piccolo), e forse qualcuno pensa che spaventare la gente con falsi allarmi sia un peccatuccio che valga la pena di compiere per far sborsar quattrini. E a dir la verità, l’efficacia di questa politica è sotto gli occhi di tutti, visto che fiumi amazzonici di denaro, secondo Jonova, stanno scorrendo in certi ambienti.
      http://jonova.s3.amazonaws.com/artwork/mudslinger-map/climate-scare-machine-800.gif
      Qualcun altro usa la ricerca come un’arma per realizzare i suoi sogni utopistici ideologici:
      http://wattsupwiththat.com/2010/11/18/ipcc-official-“climate-policy-is-redistributing-the-worlds-wealth”/
      Insomma, non credo di essere io tra quelli che stiano facendo del male alla scienza… tutt’altro, mi sto battendo per restituirle il suo ruolo scientifico e di ricerca della verità.
      Quando i nodi verranno al pettine, l’intero mainstream scientifico potrebbe avere uno sconquasso epocale, una perdita di credibilità totale e saranno persone come me che salveranno la faccia della scienza,
      secondo me.
      E poi, ci vada piano a parlar di caverne, perché io sono per il progresso, non sono io a chiedere la “decrescita felice”, a parlar di un massimo di popolazione di mezzo miliardo di persone, non sono io il partito del NO che si oppone ad ogni progresso scientifico, ad ogni attività umana… ci ha pensato, la CO2, secondo me, non governa il clima, ma è un indicatore dell’attività umana. Quando la Società umana è attiva e progredisce e produce, la produzione di CO2 aumenta, quando la Società va in crisi, aumenta la disoccupazione, muore tanta gente, e diminuisce la CO2… colpire la CO2 vuol dire quindi, indirettamente, mettere in ginocchio la civiltà occidentale (e far morire milioni di persone nel terzo mondo).
      E son stati i “prometeo” (come me) a portar la gente fuori dalle caverne, mentre l’attuale movimento ambientalista rischia di riportarceli…
      Secondo me.

    • Ma perche’ gli rispondi, Guido? C.D. pensa che siamo tutti una combriccola di cospiratori “in cerca di notizie e/o documenti di scarso o nullo valore scientifico su cui costruire articoletti il cui unico scopo è quello di screditare il mondo della ricerca“.

      Ma ti sembra possibile che ci sia niente da scrivere di fronte a un’idiozia del genere? Questo C.D. e’ al livello dei peggiori sciachimisti. Prova a chiederglielo, ti dira’ che una buona parte di “noi” e’ al soldo di una multinazionale della cattiveria o stupidaggini del genere.

    • C.D.

      Le rispondo anche se non è stato lei a chiedermelo ma il Morabito:no,non credi siate al soldo di una qualche multinazionale. Credo guardino molto più in alto. A parte ciò, non capisco il senso della sua risposta. Io credevo di portare il discorso sulla differenza tra scienza di base e tecnologia. Voi non volete farlo, bene! Però risparmiatemi le prediche sul rapporto tra CO2 e civiltà occidentale. Mi pare leggermente limitativo pensare cose del genere e mi pare confondere causa con effetto il pensare che solo il ns progredire può impedire al terzo mondo di morir di fame. Guardi, io non sono ambientalista ma anche i bambini sanno che se noi siamo ricchi è perchè sfruttiamo e dissanguiamo il ns ed il terzo mondo e con questo usiamo metodi che poco hanno a che vedere con lo spirito dell’occidente. Ma qui non si diceva che non si fa politica? Forse Morabito che non fa mistero della sua militanza, certe cose ce le può spiegare meglio.

  5. Una vita passata a sgusciare dialetticamente. Se adesso mi venisse in mente di chiedere a C.D. un esempio relativo ad un uso “impreciso” (lasciamo perdere la supponenza) della matematica in un’applicazione informatica con crittografia, scommetto che non verrò accontentato.

    • C.D.

      ovviamente la perde! Anche perchè o non legge o non sa leggere o, ancora, non sa di che parla. Lei non distingue tra rigore e precisione e tra teoria ed applicazione. Qui si sta parlando di rigore nella teoria.
      p.s. mi stupisce che non sappia che le applicazioni informatiche, tutte le applicazioni informatiche, sono imperfette.

    • Maurizio Rovati

      Tratto da Good morning Vietnam. Un grande film!

    • C.D.

      meno spiritosi che intelligenti. ah ma qui si parla di scienza con estrema competenza…….

    • Guido Botteri

      Mi sembra che Lei non abbia ancora capito cosa sia un computer, visto il suo atteggiamento di superiore condanna dell’imperfezione (necessaria e utile alla realizzazione pratica delle cose) dei computer.
      Magari Lei sarebbe capace di realizzare un computer capace di mantenere in memoria in maniera esatta una decina di numeri di kenderman, per esempio k(160), k(240), k(500)….(intendo il risultato del calcolo, non la formula). Oh, certo, con la sua capacità di essere perfetto non dubito che ci riuscirebbe, ma mi spiegherebbe come ? 🙂

    • Guido Botteri

      Vorrei aggiungere, per commentare questo Suo disprezzo verso l’informatica, che molte realizzazioni pratiche sono possibili solo perché questo mondo è imperfetto, per fortuna.
      Un esempio è la tv. Non sarebbe stato possibile realizzarla se non si fosse sfruttato proprio i difetti umani, e in particolare l’incapacità dell’occhio di distinguere due strisce di colore molto vicine.
      Sugli schermi dei cinescopi si creavano strisce dei c.d. “fosfori” (che non erano “fosforo”, l’elemento P). che colpite dal fascetto elettronico del rispettivo cannone, si illuminavano di luce verde, rossa o blu, rispettivamente. Per questo i rispettivi cannoni erano chiamati cannone verde, cannone rosso e cannone blu, nonostante fossero identici, ed emettessero elettroni, semplicemente.
      Lo schermo, guardato dalla distanza normale, da una persona normale, appariva di vari colori, che non esistevano a livello dello schermo. Per esempio il giallo era una combinazione di verde e rosso, il bianco una combinazione dei tre colori, ma non c’erano fosforo che si illuminassero di giallo o di bianco. Questi colori erano creati dalla mente umana. Se l’occhio umano fosse stato perfetto, non sarebbe stato possibile creare (quasi) tutti i colori a partire dai tre fondamentali, RGB.
      Avvicinandosi molto allo schermo, magari con una lente di ingrandimento, era possibile distinguere le strisce dei vari colori, e non vedere più il giallo, ma le strisce di rosso e verde…
      Dunque, viva le imperfezioni, senza le quali la vita su questo pianeta forse non sarebbe possibile !
      E in ogni caso, e da una valida gestione delle imperfezioni che nascono le cose pratiche e vere, che ci fanno vivere bene, e ci hanno permesso di abbandonare quelle caverne da cui, se ci fossimo attenuti alla perfezione, NON saremmo MAI usciti.
      Non credo che sia un caso che si dica che l’ottimo è nemico del buono…
      Secondo me.

    • C.D.

      a me pare di palar col muro:ha letto il mio post? credo di no. 1)Per quel che riguarda l’articolo di repubblica, Majorana pensava alla massa come ad un’entità matematica lei come qualcosa di tangibile. Mi pare ci sia una certa differenza e cmq non c’è nulla di dimostrato né dal punto di vista teorico né da quello applicativo e lo dice anche l’unipd. Non festeggi troppo e pensi che gli autori di star trek hanno indovinato parecchie cose.
      2) computer: credo di conoscere abbastanza a fondo l’architettura di una macchina e la teoria algoritmica e proprio per questo so perfettamente distinguere tra teoria algebrica rigorosa(gruppi anelli, ecc.ecc) che vive nella sfera matematica ed applicazione pratica o informatica della teoria.
      Vede, la sua non è una lezioncina di scienza ma di applicazione tecnica per periti. Bravo ha fatto i compiti, ma lascienza è un’altra cosa.

    • Guido Botteri

      Solo una precisazione:
      io NON ho MAI detto che la massa del neutrino ABBIA una componente immaginaria, ho solo detto che POTREBBE averla, POSTO CHE i risultati dell’esperimento del CERN fossero CONFERMATI.
      Se gli autori stessi dell’esperimento hanno chiesto conferme, in particolare da parte statunitense e giapponese, perché dovrei io sbilanciarmi, che non ho la possibilità di verificare personalmente ?
      Piuttosto, Lei che va distribuendo patenti di vario genere (a Majorana quale patente intende dare ?), come la spiegherebbe una velocità maggiore della luce, NEL CASO CHE i risultati dell’esperimento fossero confermati ? Visto che è materia Sua, non avrà difficoltà a rispondere su questo punto, vero ?

  6. Con gli ultimi round C.D. è andato ancora più in orbita. Non sapremo mai quali sono i motivi per cui qui siamo “incompetenti” a parlare di relatività, in compenso vedo che siamo arrivati a parlare di finanziamenti alla ricerca. Che c’azzecca con il topic iniziale non si sa.

    In ogni caso, per evitare che qualche lettore non esperto sia tratto in inganno da certe lapidarie affermazioni di C.D., come quella che la matematica non porta brevetti, faccio presente che se è vero che una formula matematica non è brevettabile, si possono brevettare i software che si basano su di essa. Tanto per fare due esempi in croce, crittografia e compressione dati sono due discipline prettamente matematiche che hanno dato origine ad un numero rilevante di brevetti in informatica ed un notevole business (il mondo di oggi non sarebbe lo stesso senza queste cose). Faccio presente che in questo caso specifico non sto parlando di modelli matematici che poi vengono validati sperimentalmente ed infine usati per scopi pratici: il teorema in sé (per esempio quelli collegati alle cosiddette curve ellittiche) una volta dimostrato matematicamente è già “buono” per scopi pratici (per esempio la crittografia asimmetrica). Tutta l’attività sperimentale che segue al teorema è semplicemente un’ottimizzazione dell’implementazione ed un’integrazione con altri sistemi.

    Questo anche per far notare l’ennesimo strafalcione di C.D., ovviamente.

    • “Asimmetrica” con una esse sola, ovviamente. Piccolo suggerimento per la redazione: se la cosa non dovesse costare molto in tempo da perderci, sarebbe bello mettere la possibilità di modificare i propri commenti per i dieci minuti successivi all’inserimento (o, visto che tutti i commenti sono moderati, fino al momento in cui vengono approvati). Questo permetterebbe di correggere i refusi.

      Reply
      Fabrizio, di fatto è così. Se dopo aver commentato (appare per chi scrive in attesa di moderazione) si nota un refuso, basta fare come hai fatto, segnalarlo con un commento successivo. Quello sarà cancellato e l’altro corretto. Quanto alla possibilità che di commenti in ‘pending’ per un certo periodo dopo l’invio, la vedo un po’ complessa, a meno che non ci sia qualche plug-in di WP che lo preveda. Ci dobbiamo documentare. Aggiungo anche che spesso siamo tentati di correggere i refusi, ma intervenire sui commenti altrui (se non violano la netiquette) non è mai piacevole, a meno di specifica richiesta da parte dell’interessato.
      Grazie per il suggerimento.
      gg

    • C.D.

      in quanto a strafalcioni se ne può discutere:crittografia e compressione sono applicazioni di teorie matematiche con tutti i limiti ed i distinguo del caso. Voi informatici usate la matematica ‘un tanto al chilo’ come si dice dalle ns parti, con molte imprecisioni e tanta supponenza. Se tu avessi capito qualcosa di ‘Algoritmi e strutture dati’ avresti osservato che la matematica viene usata com molta imprecisione, non viene sviluppata ex-novo. Auguri

    • Guido Botteri

      Nei computer i dati sono memorizzati con una certa precisione, nel senso che gli viene riservato un certo spazio. C’è un limite fisico, e quindi un compromesso tra la precisione e la possibilità di rappresentare i numeri all’interno di un computer. La memoria costava molto, ed era necessario usarne una quantità economicamente concepibile. Ora costa molto meno, ma avrebbe senso un numero con un miliardo di cifre significative ? Eppure, potrebbe non bastare, perché la mia mente è capace di pensare ad un miliardo di miliardi di cifre significative. A che servirebbe una simile precisione ? Non ne ho idea, ma è pensabile, senza però essere praticabile. Intendo dire creare una memoria in cui ogni singola variabile contenga un miliardo di miliardi di cifre significative. E se qualcuno realizzasse un simile mostro, esso entrerebbe in crisi con dei numeri di kenderman anche relativamente bassi.
      per chi non lo sapesse, i numeri di kenderman sono così definiti:
      s:=n;
      for i=1 to n
      s:=s^s
      next i
      k(n):=s
      Con valori anche relativamente bassi, non basterebbe una precisione di un miliardo di miliardi di cifre significative, per rappresentarlo. Provare per credere.
      con k(n) si intende il numero n-mo di kenderman
      Le variabili i e n potrebbero anche essere definite come interi, tanto per iniziare, mentre s è un numero non rappresentabile su un computer anche per valori piccoli di n.
      Cosa voglio dire con questo ? Che l’informatica ha dei limiti pratici ed economici che la matematica pura non ha. Comunque, vorrei proprio vedere se riuscisse a calcolare (e rappresentare) k(64) (il numero di kenderman della mia età).
      Matematica e in formativa sono due cose diverse, necessariamente.
      Secondo me.

  7. donato

    In merito alla ricerca di base C.D. ha perfettamente ragione. Matematica, fisica teorica e chimica teorica sono discipline che non possono essere messe alla stregua delle altre. Un matematico può speculare per anni su un problema senza mai giungere a risolverlo, però, nel contempo, riesce a produrre materiale che può aiutare altri o lui medesimo a risolvere problemi diversi. Mi sembrava un fatto talmente evidente da non meritare una specifica puntualizzazione. Sono un “carpentiere” della scienza, ma non uno sprovveduto. Ad ogni buon conto prendo atto della precisazione e, tra l’altro, condivido anche le osservazioni di C.D. in merito. In modo particolare concordo con C.D. a proposito del lavoro improbo a cui si deve sottoporre chi vuole far capire l’importanza di tali ricerche. Ci vuole tanta pazienza e tanta buona volontà sia da parte di chi fa il divulgatore sia di chi legge i lavori di divulgazione. E con questo il cerchio si chiude: è necessario che chi fa ricerca cerchi di far capire alle persone di buona volontà gli scopi ed i fini del suo lavoro (non necessariamente economici e/o produttivi). Questo, con estrema modestia e consapevolezza dei miei limiti, è ciò che chiedo: essere informato di ciò che bolle in pentola, delle evoluzioni delle varie ricerche e di essere aggiornato sullo stato dell’arte della scienza. Se, inoltre, mi permetto di esprimere qualche giudizio maturato sulla base di ciò che ho capito a seguito della divulgazione, non credo di offendere nessuno, né di arrecare danni ad alcuno.
    Ciao, Donato.

    • Guido Botteri

      Sono ben conscio dell’importanza della ricerca pura. Essa gode e soffre di un certo suo “isolamento e incomprensione”, nel senso che uno scienziato serio e volenteroso, nonché capace, potrebbe star facendo un utilissimo lavoro, e non essere capito dalla gente. E questo è un male, e certamente è capitato tantissime volte nella scienza. La gente vuole i risultati e subito. Nel periodo che ho fatto ricerca applicata per un privato, il patto era chiaro: risultati entro sei mesi, o fine della ricerca. Beh, quello è un tipo di ricerca con legami ben chiari al mercato. D’altra parte, con la miopia che c’era in giro all’epoca nei riguardi della scienza, devo solamente ringraziarlo di avermene dato l’opportunità. E in effetti quello è uno dei periodi della mia vita lavorativa che ricordo con maggiore soddisfazione, anche per i risultati raggiunti.
      All’epoca la scienza era pagata troppo poco, e questo era un male.
      Poi sono usciti gli allarmi, secondo me in gran parte inventati, ma ottimi per far aprire le borse e far sganciare i quattrini, ed ora la scienza soffre del problema inverso, un mare di denaro per ricerche a volte bizzarre (quanta CO2 consuma un matrimonio, un divorzio, se consuma più CO2 l’uomo o la donna, se consuma più CO2 un atleta….tutte cose che avrei potuto dirgli io, gratis, in modo informale e magari grossolano, senza che ne discenda alcunché di pratico…. e ricerche dagli esiti contraddittori, come mostrato nel link già citato da me sulla warmlist).
      Si ha l’impressione di un pregiudizio (che il caldo faccia tanto male) da attaccare a tutto, senza, immagino, prova reale alcuna (ricordo che, contrariamente all’andazzo persecutorio nei confronti di una temperatura più calda, la mortalità mensile è maggiore nei mesi freddi che nei mesi caldi, sia nell’emisfero settentrionale, che in quello meridionale!). Certo, quando ti vengono dette le conclusioni, che puoi opporre ? Ma se mi mettessero in una commissione d’inchiesta, e potessimo seguire passo passo queste fantasiose ricerche, o almeno certi aspetti (perché certe conclusioni, per me pregiudiziali, sembrano a volte attaccate con lo sputo a ricerche magari più serie, magari per far contento qualcuno, chissà…) credo che potremmo far chiarezza sulla consequenzialità (o meno) di certe conclusioni rispetto alle ricerche davvero fatte.
      E allora, questo mare di denaro, che potete vedere qui:
      http://joannenova.com.au/2011/10/map-the-climate-change-scare-machine-the-perpetual-self-feeding-cycle-of-alarm/
      non aiuta ad una opportuna freddezza ed obiettività dei risultati, a mio parere.
      E poi, che ne so io, che tra ricercatori onesti e seri, non si infilino, attirati dal denaro, persone che nella ricerca entrano per farsi i fatti propri ? Gente magari che durante le ore di lavoro, lavora, sì, ma non per la ricerca pura, ma per interessi propri ? Lo svantaggio di non poter ottenere sicuramente un risultato (quest’è ricerca pura) per certi individui si può tradurre nel vantaggio di non poter essere controllati.
      Questo è un problema a cui non è facile porre soluzione, perché servirebbe un controllo qualificato, che vedo molto problematico, e allora è uno scotto da pagare. Ma è importante esserne consci, che tra gente che onora la scienza pura, c’è anche qualcuno che se ne approfitta da vero parassita.
      Quanto più la ricerca è pura, quanto più è a livelli elevati, tanto più è difficile un vero controllo.
      E allora ? Possiamo mica togliere i finanziamenti alla ricerca ? Certamente no, la ricerca deve andare avanti, ma credo che non sarebbe male effettuare un minimo di controllo.
      Una volta sotto accusa era il consumo di ossigeno, che qualcuno voleva associare allo stress. Ma quanto stress viene generato consumando tutto quell’ossigeno in una partita di calcio tra amici ? Quanto stress viene generato in cose assolutamente piacevoli, ma che ci fanno consumare ossigeno ?
      Per fortuna l’ossigeno ne è uscito fuori senza accanimenti persecutori, forse perché hanno messo in mezzo un altro capro espiatorio, la CO2…
      E allora, io cercherei di indirizzare la ricerca su obiettivi più utili all’umanità.
      Per esempio, all’umanità servirebbe tanto una capacità di immagazzinamento dell’energia, pratica e conveniente. La natura ne ha già inventati vari, i giacimenti di petrolio, per esempio, quelli di gas, uranio, carbone e via dicendo. Servirebbe qualcosa di più immediato, e credo che fare ancora più ricerca in questo campo sarebbe importante.
      Servirebbe, inoltre, far vedere ai ciechi e far sentire ai sordi, e questo, ne sono convinto, è possibile, perché la vista e l’udito non si formano negli occhi o nelle orecchie, e, rovinati questi organi, non tutto è necessariamente perduto.
      Vista e udito si formano nel cervello, e la prova sono i nostri sogni, che ci propongono immagini e suoni che sono dentro di noi. Abbiamo inventato le webcam, che si interfacciano a computer, si tratta di inventare un collegamento bionico che interfacci una specie di webcam con il cervello umano. Difficile ? certamente, ma non impossibile, e non, purtroppo, immediato. Ma servirebbe maggiore ricerca. Già in Australia se ne sta occupando un ricercatore di origini greche, ma credo che una collaborazione estesa a vari campi sarebbe utile per ottenere uno scopo meraviglioso, restituire i sensi perduti a tanta gente !
      Oh, come vorrei una ricerca diretta al bene dell’umanità, e non a stabilire che le donne consumino più CO2 degli uomini ! Si, va bene, è vero, e allora ? Uccidiamo tutti gli uomini per “salvare il pianeta” ? Cioè, in termini pratici, qual’è il valore pratico di una ricerca del genere, che ha dato un risultato che si sapeva da prima ? Vogliamo finanziare una ricerca per sapere se consumano più cibo gli uomini o le donne ? farei male a farmi una crassa risata ?
      E allora, tutto questo per dire che io non sono affatto contro la ricerca, ma sono per una ricerca più controllata e più finalizzata ad obiettivi utili all’umanità.
      Secondo me.

    • Guido Botteri

      A riprova di alcune mie affermazioni su CO2 e donne-uomini, matrimoni, divorzi… ecco perché non potrò mai essere ambientalista:

      abbasso gli uomini, inquinano:
      http://www.ecoblog.it/post/11858/secondo-uno-studio-gli-uomini-inquinano-molto-di-piu-delle-donne

      vietato divorziare, inquina:
      http://www.tgcom.mediaset.it/tgmagazine/articoli/articolo390828.shtml

      vietato sposarsi, inquina:
      http://www.ecologiae.com/matrimonio-anidride-carbonica/42276/

      la prostituzione ecologica:
      http://news.illecito.com/esteri/germani-prostituta-escort-bici-sconto-berlino-ecologia.html

      niente figli, inquinano:
      http://www.corriere.it/cronache/10_settembre_17/iodonna_figli_raffaelli_e70263d8-c25e-11df-a515-00144f02aabe.shtml

      …e potrei continuare, ma penso che questi esempi possano bastare.
      Un grazie caloroso a Carmen per il prezioso aiuto datomi nella ricerca dei link.

  8. C.D.

    @rovati: mi nutro della tua intelligenza e rileggo umilmente il tuo post: niente da fare, continuate a fingere o ad illudervi di parlar di scienza e in realtà parlate e anche in modo superficiale di politica. Se non vedi oltre il suo naso e spari sentenze, pur accusando il sottoscritto di farlo, è solo un tuo problema ma chiarisce oltre ogni ragionevole dubbio quanto poco profondo possa essere ogni tuo pensiero.

    Reply
    Proprio non ce la fai eh? Possiamo abbandonare questi toni da forum (ragione per cui non li frequento) per favore?
    gg

    • C.D.

      quindi rovati può fare e scrivere quel che vuole?

      Reply
      No. Rovati ha risposto alla tua provocazione (sbagliando) dicendo che sei più educato che intelligente. A meno che tu non pensi di essere maleducato questo e’ un complimento, che comunque ti sei meritato. Se invece sai di essere maleducato, e molto, allora sei comunque anche intelligente. Anche questo e’ un complimento. Dopodiché, trattenendo a stento l’esultanza per averlo costretto a scendere al tuo livello, hai ricominciato a lanciare strali senza senso. Non sei riuscito a mantenere l’equilibrio neanche per lo spazio di un commento. Aggiungo anche che, contrariamente a quello che mi viene quotidianamente suggerito, e ascoltando le richieste di quanti invece mi chiedono di continuare a sopportarti, continuerò appunto a moderare tutte le tue esternazioni. Del resto, tu mi insegni, ho tempo da perdere, e, ti insegno io, molto da guadagnare in termini di analisi della psiche di certi atteggiamenti, antropologicamente decisamente interessanti.
      gg

    • Maurizio Rovati

      Eddai, non ci fare caso, se l’opinione che ti sei fatto di CM è tanto cattiva di queste cosette puoi solo essere orgoglioso, o no?
      Caro CD, un piccolo “martirio” sul web è pur sempre qualcosa da condividere con gli amici. Ti ho fatto un favore, tutto sommato.
      E adesso basta. Se vogliamo discutere torniamo agli argomenti e bando ai pregiudizi.

    • C.D.

      caro gg, per cortesia, usi il suo sarcasmo con qualche suo parente più prossimo, grazie.

      Reply
      Felice di accontentarti se accontentato. Comprì?
      gg

    • agrimensore g

      Lei preferisce continuare con questi toni anzichè discutere tranquillamente.
      Ora, può darsi senz’altro che il tema che le ho proposto non le interessi affatto, o che non abbia letto il mio commento, però mi sembra strano che così frequentemente quando c’è da scegliere tra discutere e polemizzare si preferisca la seconda alternativa. Quando intervengo in un dibattito, penso, ovviamente, di poter dire cose sensate e di poter sostenere le mie eventuali tesi, e mi dà fastidio se la discussione s’incanala verso la lite proprio perchè faccio più fatica a esprimere le argomentazioni. Perciò mi meraviglio che quando qualcuno è convinto di aver ragione provilegi gli insulti agli argomenti.

  9. agrimensore g

    Perdonatemi, ma al di là del fattore denaro e del suo utilizzo, vorrei ritornare sul tema di quanto e se siano lecite le critiche (o dubbi, od osservazioni) sull’AGW da parte di chi non è propriamente uno scienziato del clima.
    A me pare che la scienza del clima si possa dividere in due parti. La prima inerente ai meccanismi fisici, ove sono necessarie nozioni di termodinamica, spettrometria, chimica, ecc. e di conseguenza le eventuali osservazioni sono possibili solo per una platea comunque molto preparata nei suddetti campi (fermo restando che chiunque, se si mette a studiare a fondo, può dire qualcosa di sensato anche senza titoli).
    La seconda ha a che fare con la stima della sensibilità climatica. Qui entrano in gioco altre competenze, la statistica innanzi tutto, e la platea degli eventuali critici (o scettici) si allarga di molto. In qualsiasi modo vengano estratti i proxy data, c’è comunque bisogno di un’interpretazione che non dipende né dalla chimica nè dalla fisica.

    Chiedo quindi, anche e sprattutto a CD, quale categoria di persome possono sensatamente dubitare (criticare) dell’AGWT in qualche suo aspetto? (ovviamente la domanda non è intesa esere posta sui temi economici)

  10. Guido Botteri

    IO una volta mi ero inventato una fantateoria, per il solo subdolo scopo di giustificare dei raccontini ambientati nel passato. L’avevo chiamata “avuronica”. Era basata sull’immaginare (in maniera arbitraria…era solo una scusa per scrivere romanzi di fantastoria) tutta una serie di analogie con cose realmente esistenti. Ma il tutto non rientra nella scienza, ovviamente.
    Vi do solo un piccolo esempio:
    immaginate la pizza di un vecchio film, un nastro di fotogrammi. Ora immaginate che ognuno di questi “fotogrammi” sia un “universogramma” e che si passi da uno all’altro in modo discontinuo (i fotogrammi NON sono continui)…e che sia possibile duplicare la pizza (per i film è possibile)…ora potremmo pensare a due “pizze” uguali ma “proiettate” con degli sfasamenti temporali…e potremmo pensare ad una possibilità di saltare da una pizza all’altra…in questo modo sarebbe possibile viaggiare nel passato, che però sarebbe un altro universogramma…. beh, dopo avervi stimolati con queste fantasie che non hanno nulla di scientifico, ma appartengono alla pura fantascienza, mi fermo qui.

    • Maurizio Rovati

      M’immagino che nelle bobine -pizze non mi piace, esteticamente:)- si possa passare, trasversalmente, dal centro all’esterno e viceversa, da un fotogramma all’altro facendo un giro completo e quindi saltando i fotogrammi intermedi… mmmmh spazio e tempo avvolti in una spirale… vado a nanna. 😉

  11. Donato, sì, chiaramente molte teorie sull’origine del cosmo sono più metafisica che fisica. Credo che la Hack, solo per fare un esempio, abbia sempre definito “filosofia” la teoria dei multiuniversi.

    Per essere precisi, sono teorie matematiche finché non capita qualche evidenza sperimentale per cui potrebbero diventare un modello in grado di spiegare i fatti meglio degli altri. Nel qual caso potrebbero entrare nel dominio della fisica: è bene che esistano e che ci si lavori proprio per questa considerazione. D’altronde, nessuno pretende di derivare decisioni politiche da multiuniversi e stringhe e quindi è tutto ok. Il problema nasce quando si hanno teorie non confermate e si pretende di usarle per risolvere questioni concrete.

    • donato

      Sottoscrivo in toto.
      Ciao, Donato.

    • C.D.

      ed è qui che casca il palco! sviluppare teorie costa, costa parecchio e i soldi li stanziano i politici. La scienza di base,la scuola e l’università non hanno bisogno di continue critiche ma semmai di soldi, soldi che aiuterebbero il paese a ripartire. Il riferimento all’agw non posso commentarlo altrimenti gg mi censura.

    • Punto primo
      Qui nessuno e’ mai stato censurato. Si chiede, semplicemente, di rispettare le regole del dialogo, dove uno parla e l’altro, se crede, dissente, motivando le proprie ragioni. L’invettiva a prescindere non rientra in queste regole.
      Punto secondo
      Concordo sul fatto che la formazione culturale, a qualsiasi livello, sia il combustibile di un paese. Allo stesso tempo, dato che quel combustibile e’ di proprietà del paese, cioè dei suoi cittadini, e’ giusto pretendere che sia ben speso. L’isolamento di questo o quell’ambito scientifico in nome di una non meglio specificata incapacità di comprendere dell’interlocutore, non aiuta questa percezione.
      Punto terzo
      Su queste pagine non si e’ mai criticata la scienza e tanto meno la ricerca. Ci mancherebbe. Si critica, per le ragioni di cui al punto secondo, l’abuso di posizione, ovvero la ‘vendita’ di verità scientifiche che tali non sono.
      Tanto per fare un esempio, mi piacerebbe leggere il CD della situazione che confuta le quotidiane presentazioni di classifiche di temperature (cioè delle autentiche puttanate) con la stessa veemenza con cui partecipa a queste discussioni. Ma questo non accade, perché quelle sono opinioni amiche. Su queste basi nutro qualche dubbio che una migliore (e auspicabile) disponibilità di risorse corrisponderebbe a migliori risultati.
      gg

    • Maurizio Rovati

      Sviluppare teorie costa… poco. Comunque di gran lunga meno che verificare i risultati. Per questo i grandi macchinari come il CERN di Ginevra, il Gransasso, Kamiokande, i grandi telescopi delle Hawaii o sulle Ande, i centri spaziali eccetera, vengono costruiti col supporto delle finanze statali. Invece, sviluppare modelli costa molto poco rispetto alla verifica sperimentale, purtroppo con i modelli la realtà è sempre virtuale finchè un esperimento non la fa condensare in Realtà osservata. Oggi i centri di calcolo fanno impressione per potenza e velocità, l’immagine che passa al pubblico è che più grosso è il supercalcolatore, più veri sono i risultati. Invece, qualsiasi sia il calcolatore, se la teoria contiene errori, i risultati sono sbagliati (anche se occasionalmente potrebbero esser giusti per sbaglio) e (“e” inteso come operatore AND) se i dati sono sbagliati… Garbage in = garbage out.
      La Realtà è una brutta bestia ed è sempre in grado di battere la fantasia, soprattutto sui costi.
      Ergo a qualcuno potrebbe far piacere di sostituire la realtà osservata con quella virtuale, meno costosa e più malleabile, ma purtroppo non è la stessa cosa.
      Infatti una macchina complessa come un aeroplano o un vettore spaziale vengono calcolati al computer ma nessuno li userà prima di aver fatto dei test di verifica. Fare test e prototipi costa sempre molto di più che generare il progetto… C.V.D.
      La ricerca è certamente importante nell’economia di una nazione, ma anche per l’umanità, quindi è giusto sostenere collettivamente la ricerca. Non vale però sostenere che dato che la ricerca costa e ha bisogno di soldi, la soluzione è pomparceli dentro e basta. Questo alla lunga stimolerà, e già l’ha fatto, un certo parassitismo e una certa propensione a galleggiare e costruirsi la propria nicchia a spese del contribuente. In un ambiente “garantito dalla politica” alla fine si massimizza il costo di gestione e si minimizzano i risultati. Il flop della NASA degli ultimi anni è abbastanza emblematico, lo Shuttle s’è mangiato quasi tutte le risorse in bilancio e allo stato attuale non c’è un successore “heavy lift” in grado di sostituirlo. In compenso la costosissima macchina organizzativa che gli stava dietro rischia il licenziamento. Alla base di questo c’è stata una deliberata sottostima dei costi di esercizio degli Shuttle (di quasi 10 volte), mentre contemporaneamente si menava vanto della natura quasi ecologica di queste macchine che venivano in gran parte riutilizzate.
      Oggi è abbastanza chiaro che se si fosse scelto di non ricilare il materiale quel progetto sarebbe costato molto meno, anche in termini energetici, e si sarebbero liberate risorse per fare altro, ma la Realtà è andata diversamente.

    • C.D.

      dai post pubblicati si capisce che nessuno di voi ha la più pallida idea di cosa significhi ‘ricerca di base’ e di quanto sia arduo far capire l’importanza di tale lavoro. La NASA non ne può essere un esempio perchè essa vive dei risultati della ricerca di base e li applica quotidianamente. Ricerca di base significa: 1)matematica
      2)fisica teorica 3)chimica teorica. Ricordo che per formare un buon teorico si ha bisogno di una preparazione scolastica di base costosa e che a livello di scuole superiori significa ottima preparazione anche nelle seguenti materie: italiano, filosofia (non storia della) e storia. Matematica,fisica teorica e chimica teorica non portano mai a dei brevetti e le loro applicazioni ed i tempi di applicazione non sono prevedibili. Quindi dal punto di vista di un ragioniere non sono degne di interesse. Invito chiunque ad andare a controllare quanto investe in queste materie un paese come l’India e quindi visti gli attuali ritmi di sviluppo se ne riparla. Formare i giovani in tutti i settori e renderli capaci di imparare è l’unico modo per garantire un futuro a loro e al paese.
      infine vorrei farvi notare che quando parlate di spreco di denaro legato alle politiche pro-agw voi fate sempre un’analisi parziale del problema. p.e. non ho mai visto un link agli studi di economia sanitaria in cui si elencano i costi diretti ed indiretti nel ns. modello di sviluppo. e si potrebbe proseguire….

    • Maurizio Rovati

      Da quello che scrivi si capisce che sei sicuramente più educato che intelligente, i miei più sentiti complimenti per il prestigioso traguardo che tanti anni di formazione ti hanno fatto raggiungere.

      Purtroppo non hai capito quello che ho scritto sui costi delle “macchine” per la sperimentazione, pazienza.

      Due parole sugli “studi di economia sanitaria in cui si elencano i costi diretti ed indiretti nel ns. modello di sviluppo”.

      Il nostro modello di sviluppo ha consentito di allungare e migliorare la vita di tutti i cittadini. Ha reso disponibili le risorse per permettere un’ istruzione diffusa di livello superiore, cibo in abbondanza, mobilità, sanità, divertimento, cultura e tanto altro. Questo è sotto gli occhi di tutti ed è talmente normale che alcuni non lo notano più dato che non fanno confronti col passato in cui studiavano in pochi, si campava 50 anni e si viveva di stenti. Se dovessimo pesare i costi e i benefici vedremmo chiaramente che questi ultimi superano largamente i primi.
      I risultati delle indagini sanitarie possono indicare alcuni problemi connessi al modello di sviluppo (per es. l’aumento dell’obesità legato all’abbondanza di cibo o i vari inquinamenti riconducibili alle attività industriali) ed indicare le correzioni necessarie, ma il quadro d’insieme è di un sostanziale progresso a livello globale.

      Ovviamente il modello occidentale, nonostante sia oggettivamente il migliore ad oggi, è comunque imperfetto.

      Come ogni cosa, tranne CD il bilaplaciano.

  12. Maurizio Rovati

    Mi conforta un po’ pensare che quello che noi viviamo adesso come esperienza di tutti i giorni, soltanto 200 anni fa era da considerarsi magia.
    Le teorie della fisica e la cosmologia sono sempre molto più in là della comprensione della gente comune (come me) e degli strumenti d’indagine che si possono realizzare oggi, domani si vedrà.

  13. donato

    Su “Le Scienze” di ottobre è stato pubblicato un articolo che, ad onor del vero, non ho ancora letto. Mi ha colpito, però, il titolo e mi ha fatto venire in mente diversi altri articoli e libri che ho letto sullo stesso argomento. Il titolo in questione è molto accattivante:
    “L’esistenza di universi paralleli al nostro potrebbe essere impossibile da dimostrare scientificamente
    di George F. R. Ellis”
    In altri termini si dice che l’ipotesi del multiverso, di cui ho fatto cenno nel precedente commento, diventa difficile se non impossibile da dimostrare. Il multiverso è una delle soluzioni al problema dell’origine del nostro universo: il big bang si può considerare una singolarità dello spazio tempo. Se esso si è verificato una volta non esiste nulla che impedisca la ripetizione del fenomeno in un’altra parte dello spazio tempo e questo apre la porta a infiniti universi. Secondo alcune varianti di questa teoria ogni volta che la funzione d’onda associata ad un certo sistema collassa, determinandone lo stato, si origina un altro universo.
    Tutto questo sembra non sia dimostrabile. A questo punto mi viene spontanea una considerazione. La differenza tra scienza e metafisica consiste nella possibilità di verificare sperimentalmente un certo fenomeno (vedi neutrini che cambiano il loro stato passando da Ginevra al Gran Sasso e percorrendo tale spazio a velocità maggiore di quella della luce). Se una teoria scientifica non potrà mai essere verificata sperimentalmente ho l’impressione che essa cessa di diventare scienza e si trasforma in religione. In altre parole concepire il nostro universo come il frutto di una fluttuazione spazio temporale o concepirlo come frutto di un atto creativo unico ed irripetibile è del tutto equivalente: nessuna delle due ipotesi può essere provata scientificamente. Questo, però, è solo un esempio. Molte altre teorie scientifiche versano in questo stato, non ultime la teoria delle stringhe o quella M. Allo stato degli atti tutte queste teorie non sono suscettibili di verifica. Tutte hanno lo status di teorie metafisiche. Non sono io a dirlo ma esimi fisici che insegnano e fanno ricerca nelle più rinomate università. Persone, pertanto, che mai potranno essere accusate di tirare la volata a chi taglia i fondi alla ricerca scientifica.
    E allora? Probabilmente torniamo al discorso che faceva Guido Botteri: se io non ho capito qualcosa è difficile che possa farlo capire a qualcun altro. Se una cosa esiste solo da un punto di vista matematico e per definirla debbo scrivere un’equazione di 3 righe, è ovvio che nessuno che non sia un addetto ai lavori potrà capirla. Siamo, però, certi che l’abbia capita? Io ho i miei dubbi. Nella vita modello strutture edilizie. Creo matrici, autovalori, autovettori, che consentono di risolvere sistemi di centinaia e centinaia di equazioni mediante programmi di calcolo che generano dei grafici. Questi, nelle mani dei carpentieri, si trasformeranno in travi, pilastri e solai. Nessun carpentiere capisce un’acca di matrici, autovalori ed autovettori, ma è perfettamente in grado di capire un disegno e trasformarlo in un oggetto reale. Se l’oggetto così costruito regge alla verifica sperimentale del collaudo statico, del terremoto, del vento e della neve senza crollare, il cittadino comune, anche il più ignorante, non avrà motivo di dubitare della bontà delle facoltà d’ingegneria, dei ricercatori e dei docenti che in esse lavorano. Compito del divulgatore, pertanto, è di far capire a me “carpentiere” della fisica delle particelle elementari e dell’astrofisica che le equazioni generano qualcosa di reale, di tangibile. Se la teoria delle stringhe, per esempio, non ha neanche una matematica in grado di rappresentarla che razza di credibilità scientifica può avere? Si riduce a metafisica.
    Ciao, Donato.

  14. “Per il resto, non ho capito l’accenno al pubblico: io mi sento autorizzato a criticare un film, anche se non finanziato dal pubblico, e non sono un regista, sto sbagliando?”

    Certamente. La mia era una implicazione a senso unico (se è pubblico ho diritto), non una doppia implicazione (se non è pubblico non ho diritto); inoltre “critica” può essere inteso in molti modi. Se vado a vedere l’ultimo film di Tizio e lo ritengo una ciofeca (esprimo un giudizio estetico), tuttavia non esprimo un giudizio sull’opportunità di averci speso soldi se è una produzione privata. Diverso è se sono stati usati soldi pubblici.

    Per il resto, anch’io ho letto “L’universo elegante”. E’ proprio questa lettura che mi ha convinto che la maggior parte della gente non può capirci niente. 🙂

    Quindi il problema esiste. Io proprio non so come possa essere risolto, tenendo presente che più si va avanti più le cose sono complesse.

  15. Primo veloce commento: i troll si riconoscono dalle tendenze divergenti. Questo thread ne è un chiaro esempio. Il troll ha iniziato accusando i qui presenti di parlare senza competenze, ma non lo ha dimostrato. Su precisa richiesta di farlo, ha allargato il discorso, via via divergendo verso nuove mete e allontanandosi dal punto su cui è stato sollecitato. L’argomentazione generica che ha espresso, cioè che uno dovrebbe parlare solo di cose di cui può comprovare la conoscenza, potrebbe facilmente essere ritorta contro chiunque, troll incluso, e quindi è inservibile.

    Sulla questione interessante sollevato da agrimensore g, ho innazitutto una risposta molto pragmatica: se coinvolge i soldi pubblici, sono titolato automaticamente ad esprimere un giudizio, indipendentemente dal fatto che sia valido o no. Punto.

    Detto questo, ragionando più a fondo, è innegabile che più la conoscenza diventa specializzata, meno l’uomo della strada ne capisce, più si instaurano meccanismi di delega incontrollabili. Per esempio: il CERN ed il Gran Sasso costano un sacco di soldi pubblici. A meno di non trovare subito una teoria del tutto confermata (sono scettico), più avanti si andrà peggio sarà, perché la fisica delle particelle richiederà energie sempre più elevate e sempre più costose. L’opinione pubblica ha mai espresso un proprio consenso informato su queste spese? Ovviamente no. Al massimo possiamo rilevare un consenso per le spese in ricerca pura, che però comprende tantissime altre cose oltre le particelle elementari. E’ un problema tipico della ricerca pura: quella applicata, ovviamente è ancorata a problemi concreti da risolvere, che possono essere mappati decentemente sulle priorità politiche. La ricerca pura ha notoriamente ricadute pratiche non prevedibili e proprio in quanto tali non può essere agganciata ad un’agenda politica. Quindi, se vale la pena spendere tanti soldi per il bosone di Higgs, a scapito di altre aree, non lo possiamo capire né noi né i politici, che possono solo fidarsi di un cospicuo numero di scienziati che esprime un parere. Ma chi garantisce che non si formi un cartello che pensa solo al proprio tornaconto di parte?

    Traparentesi, sulla questione delle laplaciane sono in disaccordo con Guido e Donato. Fino alla relatività la scienza era spiegabile più o meno agevolmente ai profani: bastava un buon divulgatore perché i concetti erano “visualizzabili”. Grossomodo da Schroedinger in poi le equazioni comandano e i risultati possono essere controintuitivi. Prendete per esempio la teoria delle stringhe: spiegarla con l’analogia delle “corde che vibrano” a me pare completamente inutile. Questa crescente difficoltà di divulgazione rende ancora più complesso il problema delle scelte politiche.

    PS Sia chiaro che non sto criticando la scelta di finanziare il CERN o il Gran Sasso: personalmente sono favorevolissimo. Sto ponendo un problema di metodo.

    • donato

      Caro Fabrizio tu dici: “Fino alla relatività la scienza era spiegabile più o meno agevolmente ai profani: bastava un buon divulgatore perché i concetti erano “visualizzabili”. Grossomodo da Schroedinger in poi le equazioni comandano e i risultati possono essere controintuitivi.” Concordo con te sul fatto che nella meccanica quantistica chi decide la strada da intraprendere sono le equazioni e l’intuito se ne va a farsi benedire. La meccanica quantistica è, per definizione, controintuitiva. A partire dallo stramaledetto gatto mezzo vivo e mezzo morto tutta la logica classica che, sino a quel momento, aveva guidato il fisico, ha lasciato il campo alla matematica più spinta. Cio, però, non significa che io debba rinunciare a capire in che direzione si muove la fisica e la conoscenza. Perché se io non capisco (e con “io” intendo la pubblica opinione) cominciano a sorgere problemi grandi come una casa (anzi un LHC). Una volta uno scienziato si alzava la mattina e poteva illustrare a tutti la sua scoperta: buona parte di chi lo ascoltava riusciva a capire di che cosa si stava parlando ed esprimeva il suo giudizio con cognizione di causa. Soprattutto perché intuiva le possibili applicazioni pratiche di quella scoperta. Oggi lo scienziato si occupa di particelle, antiparticelle, materia oscura, energia oscura, buchi neri, entropia di un buco nero, stringhe, membrane pluridimensionali, multiversi ed altre diavolerie varie che l’opinione pubblica non riesce neanche ad immaginare. In tempi di vacche grasse al cittadino normale può anche star bene che si finanzino cose di cui egli non ha la più pallida idea: se ha la pancia piena, i servizi assicurati e la pensione garantita non succederà mai nulla. Il problema nascerà, secondo me sta già nascendo, nel momento in cui le vacche dimagriscono e si comincia a fare la fame. Siamo sicuri che l’opinione pubblica continuerà a salassarsi per finanziare progetti scientifici il cui unico scopo è quello di scoprire se il nostro universo è spiegabile o meno con il principio olografico? Il medio evo iniziò nel momento in cui le esigenze della vita divennero tali da non poter più distogliere risorse preziose da quelli che erano i bisogni quotidiani per destinarle alle arti, alla filosofia ed alle scienze pure di cui il cittadino medio non vedeva le possibili ricadute pratiche. La stragrande maggioranza delle statue e dei marmi che avevano fatto la gloria di Roma furono trasformate in calche per costruire i tuguri in cui vivevano le persone normali! Al signor Rossi sapere che due particelle siano entangled non interessa proprio nulla se il figlio non può studiare perché lo Stato taglia le corse dei treni o aumenta le tasse scolastiche. Il primo tribuno che proporrà di ridurre i finanziamenti alla ricerca per ripristinare le corse dei treni soppresse, riceverà una valanga di voti. E’ già successo. Da pochi mesi. Nessuno, se non un’elite estremamente esigua, ha chiesto le dimissioni del nostro Ministro dell’economia perché ha detto che con la cultura non ci si riempe la pancia. Moltissimi, anzi, lo hanno apprezzato per questo. Non sono apparsi in televisione per dirlo ma, ti posso garantire, erano tanti. Per giungere a questa conclusione non servono né bi-laplaciani né equazioni di primo grado: serve solo il buonsenso. Ecco il motivo per cui è fondamentale che, controintuitivo o no, il maggior numero possibile di cittadini abbia, se non una visione approfondita, almeno un’idea di dove sta andando a parare la ricerca scientifica (soprattutto quella pura).
      Ciao, Donato.

    • C.D.

      soprattutto voi non vi rendete conto che da questo pulpito contribuite a screditare la ricerca. Tutte le vs critiche, se non ve ne siete accorti, sono di stampo politico mai tecnico.Lavorate da ‘utili idioti’ per tirar la volata a chi vuole smantellare definitivamente la scuola, l’università e la ricerca.

      Reply
      Ok. Questo è il tuo ultimo commento privo di contenuti. La rete è piena di arrabbiati di professione come te. Buon lavoro CD.
      A grande richiesta, per me ineludibile data l’impostazione di questo blog, ho pensato che tutti meritino una seconda occasione, anche se invece è la terza, la quarta, la quinta etc etc.
      Se riesci, non deluderci.
      gg

    • Non e’ neanche difficile da riconoscere. Qualunque commento possa essere copiato papale-papale in un altro blog che tratti un argomento completamente diverso, e’ ovviamente un commento di scarsa o nulla qualita’.

    • agrimensore g

      Non so chi sia incluso in quel “voi”, ma le mie critiche (direi dubbi) sull’AGW sono stati esclusivamente di tipo tecnico. In questo blog, poi, ho letto moltissimi articoli con critiche di tipo tecnico.
      @Giudici- teorie delle stringhe: un amico mi ha regalato il libro “L’universo elegante”, io l’ho prestato a mio padre e credo che tutti e tre adesso abbiamo un seppur vaga idea di cosa sia la teoria delle stringhe. E’ vero che abbiamo una formazione scientifica, è vero che già ne avevamo letto qualcosa, ma non siamo scienziati. Per il resto, non ho capito l’accenno al pubblico: io mi sento autorizzato a criticare un film, anche se non finanziato dal pubblico, e non sono un regista, sto sbagliando?

    • Fabio Spina

      Purtroppo leggo solo i post e non ho possibilità di “rispondere” ad ognuno degli interessanti commenti, mi spiace non poterlo fare pur appartenendo alla categoria dei nullafacenti come scritto dal Signor. C.D. Mi sembra che il Signor C.D., del quale leggendo i post non mi permetterei mai di scrivere dire che sta lavorando come un “idiota inutile”, spesso faccia delle affermazioni storicamente smentite.
      Galileo scrisse in volgare per coinvolgere anche le persone fuori dalle Torri d’Avorio del sapere, sarebbe stato meglio che avesse continuato a parlar di scienza in latino? Certo tutto è perfettibile e può essere fatto meglio, ma lo sforzo di certe attività è apprezzabile. Come non è detto che in Scienza abbiano contribuito sempre e solo i “dotti”, la storia è piena di personaggi senza il pedigree giusto per parlare che hanno fatto cose encomiabili. Nella scienza le risposte sono sempre migliorabili, ma fondamentali sono anche le domande (che sono sempre giuste). In questo mondo in cui il “know how” ha preso il sopravvento è da vedere con grande piacere che qualcuno prima si ponga domande, il “know why”. Proprio questa capacità d’affascinare, a mio parere, manca all’attuale scienza, o meglio a molti rappresentanti televisivi di essa attuali. La mancanza di mistero e di dibattito sta uccidendo, dal punto di vista dell’iscrizioni, le facoltà scientifiche, dove mai nessuno si è iscritto per far soldi (come adesso ci vogliono far credere). Come mai per il neutrino si è subito discusso sui minimi errori, tutti li conoscono e pubblicano, mentre per la climatologia chi chiede l’errore è un eretico? Particelle e “Climatologia” non applicano gli stessi criteri scientifici? Eppure da una parte si fa attenzione ai ns, dall’altra tutti i quotidiani e telegiornali pubblicano che è stato raggiunto il record della temperatura di settembre sull’Italia negli ultimi 150 anni del Nord, senza preoccuparsi, in stragrande maggioranza, di scrivere il valore e nessuno si domanda l’entità dell’errore. Non a noi, ma a questo modo di fare “banalizzante”, incistato e semplicistico si deve imputare a chi smantella la scuola, la ricerca, etc. Ogni proposta è politica e quindi nei vari post può emergere anche quest’aspetto, altro è fare attività partitica. Forse le sue accuse di fare “attività politica”, come Lei credo l’intende, andrebbero fatte ad esempio a chi nell’UE decide come assegnare i fondi per la ricerca, in particolare sull’AGW. Io nel post sopra ho sbagliato e sono stato corretto, questo è il bello di internet e non è possibile con altri mezzi di comunicazione.
      Non posso assicurarti che in futuro non continueremo a far nascere domande, dal tuo punto di vista sarà visto come fare i tuttologi e contribuire alla perdita di qualità dell’intero sistema formativo italiano, però parafrasando “A’ livella” di Totò ti prego:
      “Perciò, stamme a ssenti…nun fa ”o restivo,
      suppuorteme vicino-che te ‘mporta?
      Sti ppagliacciate ‘e ffanno sulo ‘e vive:
      nuje simmo serie…appartenimmo à o blog!”
      Ciao
      PS con blog intendo ciberspazio

  16. agrimensore g

    Tralasciando i toni da troll , da questo thread mi pare sia emerso un tema interessante.
    Nella pressoché totalità dei campi dell’attività umana, chi opera ed espone i risultati al pubblico è giudicato da persone che spesso sono meno titolate in merito.
    Gli spettatori di un film giudicano il regista di norma senza sapere nulla di regia e di sceneggiatura, ciascuno si sente autorizzato nel giudicare Tremonti o il ministro dell’economia di turno, anche se non ha una laurea in Economia, per non parlare dello sport in cui anche il più sedentario, persino se non ha mai praticato alcuno sport, si sente in diritto di criticare l’allenatore della squadra del cuore.
    Ora, preso singolarmente ciascuno di questi giudizi può essere ingiusto o immotivato, così come capita che il tempo trasformi le critiche in elogi, ma nessuno pensa che per esprimere un giudizio bisogna essere titolati.
    C’è poi una categoria di critiche che è ritenuta qualificata anche se non titolata semplicemente perché il campo è affine. Così il giudizio di un’artista è ritenuto importante anche se ciò che sta giudicando non è esattamente il suo campo, il giudizio di un imprenditore sul ministro dell’economia è considerato anche se l’imprenditore non è esperto di politica economica e via dicendo.
    Per la scienza del cima è così? E’ lecito che uno statistico, o un matematico, o un economista, o un meteorologo esprima il suo giudizio? O il “clima sul clima” è talmente avvelenato che ogni critica, e persino ogni dubbio, giusti o sbagliati che siano, vengano letti nell’ottica di una guerra per il raggiungimento di un obiettivo? E se così fosse, che senso avrebbero i blog che tentano di spiegare la scienza del clima? Non sarebbe più normale un semplice sito web informativo?

  17. donato

    dice C.D.:
    “Il problema è che certe cose sono complesse per loro natura e se si cerca di spiegarle ad un bambino si sbaglia perchè la comprensione è una via in salita che ti porta sempre verso mete più difficili. Tutta la divulgazione scientifica soffre di questo problema.”

    Ora dopo ora, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana cerco di spiegare cose complesse ad adolescenti che non riescono a capirle. La complessità, infatti, non è assoluta. Esiste una cosa che per noi è semplice ma per un giovane è difficile, è complessa. Cercare di far capire cose complesse ai giovani che anno dopo anno mi si siedono davanti nelle aule delle nostre scuole medie di 2° grado (le vecchie superiori) è difficile, trovare argomenti che li interessano è complesso, individuare strategie per far capire ad uno studente di prima o seconda liceo le disequazioni letterali ed il loro significato geometrico è faticoso, molto faticoso. E’, però, il mio lavoro quotidiano. Guai a me se rinunciassi a priori a far comprendere cose complesse a chi non le ha ancora capite, se non provassi e riprovassi una, due, dieci volte prima di arrendermi! A volte capita di non riuscire a far comprendere cose complesse ad un adolescente, si fallisce e fa male dentro. L’unica consolazione è averci provato, non aver lasciato nulla d’intentato. Altre volte, invece, contempli l’espressione di gioia e di meraviglia dello studente che esclama: “ah! Ho capito, non era poi tanto difficile!”. Posso garantire che non esiste soddisfazione più grande. Ebbene, si! Io ho l’onore ed il piacere di aiutare centinaia di adolescenti a percorrere “una via in salita che ti porta sempre verso mete più difficili”. Diceva Napoleone che nello zaino di ogni soldato possiamo trovare un bastone da maresciallo. Io ne sono convinto: in ogni studente può annidarsi uno scienziato, un artista, uno statista. Mai rinunciare ad aiutare qualcuno a raggiungere mete più difficili.
    Lo stesso discorso, credo, valga per il divulgatore scientifico. Deve riuscire (almeno tentare) di far capire cose complesse a chi non è addetto ai lavori. A volte ci riesce, altre volte no. Chi glielo fa fare ai vari scienziati che pubblicano su Nature, Science e via cantando a scrivere anche per Scientific American o Le Scienze? Forse essi non hanno paura a parlare di cose complesse a gente che non è loro pari (nel senso che non ha le stesse conoscenze di chi scrive l’articolo). Io ringrazio di vero cuore questi uomini e queste donne in quanto aiutano persone come me a percorrere una “via in salita che ti porta sempre verso mete più difficili”.
    Ciao, Donato.

    • Guido Botteri

      Caro Donato, dici bene. Ma ci sono persone, nella vita, che non hanno la minima intenzione di insegnare, nel senso di “far capire”, anche se magari quella è la loro professione. Ne ho conosciuti vari, nella mia vita, e non solo in ambito scolastico. Il nostro CD è uno che non ha la minima intenzione di spiegare alcunché, per esempio. Che poi, se lo volesse, ne fosse in grado…questo credo che sia un dubbio, ahimè legittimo. Crederò che conosca la sua materia quando la esporrà in modo semplice e comprensibile, perché condizione perché si possa parlare in modo semplice, ripeto, è aver ben chiaro ciò che si vuol dire. “Tene rem, verba sequentur” diceva il buon Catone, ma se una la res non la tenet, come può fare a parlare in maniera semplice ? Sarebbe subito scoperto, e sarebbe subito evidente che i suoi ragionamenti sarebbero sbagliati. Per cui chi dice cose false, o chi ha qualcosa da nascondere, o semplicemente non vuole che altri capiscano, non può che buttare fumo davanti agli occhi, e cioè formule il più possibile complesse, dietro le quali nascondere il suo torto.
      Chi invece ha ragione, o per lo meno ne è convinto, chi vuole divulgare davvero le sue idee e farle veramente capire, si sforza di parlare il più semplicemente possibile, ed è quello, per esempio, che faccio io. Sì, sono convinto di avere ragione, e cerco sempre il modo più semplice per esprimere le mie idee.
      Non posso garantire che le mie idee siano quelle giuste (dovrei essere giudice di me stesso, e non ho titolo per questo ruolo), ma posso garantire che io, nelle mie idee, ci credo, e che cerco di esporle il più chiaramente possibile. Altri si nascondono dietro un bi-laplaciano, ma son problemi loro.
      Secondo me.

    • C.D.

      clap clap clap

  18. C.D.

    lievemente autoreferenziali eh, caro gg? si applaude anche guardandosi allo specchio?

    Reply
    No, lo scruto. Col terrore di vederci dentro uno come te. Sin qui non e’ accaduto. Ritenta, non hai idea di quanta pazienza possa avere. Praticamente infinita.
    gg

  19. donato

    Sono un vecchio lettore di “Le Scienze”. Poiché non ho competenze specifiche degli argomenti trattati nella rivista, leggendola perdo tempo ed acquistandola perdo soldi. Questa è l’impressione che ho avuto leggendo alcuni commenti. Se ragionassimo secondo questa ottica nessuno dovrebbe acquistare riviste di divulgazione scientifica a meno che non sia competente in tutte le disipline che esse trattano. In uno degli ultimi numeri di “Le Scienze” vi è un bell’articolo sui neutrini. Io non mi occupo di neutrini nella vita di tutti i giorni: che faccio strappo i fogli in cui è contenuto l’articolo e li butto o cerco di capire che cosa l’autore tenta di comunicarmi? Dopo aver letto l’articolo non sono diventato un fisico nucleare, ma qualche concetto elementare credo di averlo acquisito. Se, successivamente, uso quel concetto elementare, insieme ad altri che ho acquisito nel tempo, per discutere qui su CM e per commentare una notizia che ha a che fare con i neutrini, non credo di meritare il biasimo di chi per professione fa, per esempio, il fisico nucleare. Poichè tutti abbiamo il diritto-dovere di informarci sull’evoluzione della scienza, della tecnologia, della sociologia e di tutto ciò che ci circonda e che influenza il nostro modo di vivere, credo che abbiamo anche il diritto di esprimere la nostra opinione. Questo mi sembra pacifico visto che sulle problematiche del nucleare, per esempio, tutti i cittadini sono stati chiamati ad esprimere un giudizio vincolante indipendentemente dal fatto che avessero o meno delle competenze in materia di produzione di energia nucleare. In quell’occasione TUTTI hanno pontificato sui rischi ed i benefici di questa fonte di energia. Non mi è sembrato che il dibattito fosse limitato agli esperti del settore. Questi, in verità, si sono appena intravisti.
    Ciao, Donato.

    • Guido Botteri

      Caro Donato, mi sarei aspettato, da un luminare della fisica delle particelle, che conoscendo la sua materia come nessun altro, fosse in grado anche di spiegarla in modo semplice a noi trogloditi cavernicoli, che di neutrini sappiamo ben poco. Einstein ha spiegato la fisica senza far ricorso a formule complicate….quelle servono a un certo livello, ma per spiegare le cose in modo semplice bisogna averle DAVVERO capite.
      Per la semplice ragione che quando spari un bi-laplaciano puoi sperare che non ti riescano a seguire tutti, ma se vuoi parlare in maniera semplice, non puoi farlo se non hai capito PERFETTAMENTE la tua materia.
      E’ lì che si vede l’eventuale bluff: se uno non è in grado di spiegare la sua materia in modo semplice, vuol dire che non la conosce abbastanza.
      Quindi, aspetto una spiegazione semplice semplice…o dovrò pensare che….troll-allero troll-allalà… 🙂

    • C.D.

      Botteri Botteri, se è per questo Einstein sosteneva anche che Dio non gioca a dadi con l’universo. Bella cazzata! Però essendo lui intelligente tempo dopo ammise di essersi guadagnato il diritto a commettere errori. E lei? Se lo è guadagnato? Si ricorda di Christiaan Huygens e della sua teoria sugli abitanti di Marte tutti marinai? Il problema è che certe cose sono complesse per loro natura e se si cerca di spiegarle ad un bambino si sbaglia perchè la comprensione è una via in salita che ti porta sempre verso mete più difficili. Tutta la divulgazione scientifica soffre di questo problema. Ma non è questo il punto! Voi entrate in ambiti che non vi competono e come se non bastasse avete anche il vizio di giudicare. Per giudicare bisogna conoscere e ,mi dica, quali titoli, oltre a quello di studio, può vantare per parlare non con saccenza ma con competenza di certi argomenti? Nessuno! Perchè se avesse competenze in merito troverebbe ben altri canali per pubblicare le sue idee. Sì sì lo so che voi non credete nel sistema del referaggio e sostenete ci sia un complotto mondiale per zittire certe voci ma invece il più del lavoro consiste nel zittire chi cerca di pubblicare solo perchè crede nella relazione ‘pubblico ergo esisto’.
      Io non conosco la mia materia? perchè lei conosce gli argomenti di cui scrive quotidianamente? Io sì ed è per questo che qui non ne parlo.Non sono dunque io a dover scendere dal pulpito ma voi che non avete nessun diritto a salirvi.
      troll-allero troll-allalà.

      Reply
      E con questa bella requisitoria abbiamo finalmente compreso il tuo pensiero.
      Ad ogni modo sì, da queste pagine a volte escono anche dei giudizi, che però non sono mai proprietari, proprio per rispetto delle competenze e consapevolezza dei propri limiti, ma vengono da chi quelle competenze le ha ed è, a insindacabile giudizio di chi esprime la propria opinione esponendosi comunque all’errore, risultato più convincente di altri. Questo non vuol dire che sia nel giusto ma, tant’è, dato che hai parlato di divulgazione scientifica.
      E da qui si capisce anche quanto sia off topic l’atteggiamento che hai preso in questa serie di commenti, dato che l’argomento è stato semplicemente discusso, senza dare alcun giudizio. Ci mancherebbe, vista l’incertezza e la delicatezza dello stesso. Tu potresti farlo? Perché invece di ammorbarci con questa morale da quattro soldi non metti al servizio della divulgazione il tuo sapere e ci fai sapere che ne pensi? Siamo troppo bambini? Troppo scemi? Troppo cosa? O forse sei tu ad essere troppo compreso nel tuo ruolo di moralizzatore da giudicare più opportuno eliminare chi (a tuo giudizio e basta) non comprende, piuttosto che consentirgli di abbeverarsi alla fonte del tuo sapere?
      Ecco, siamo tornati dove abbiamo iniziato: al tuo pensiero. Spero sinceramente siate in pochi a pensarla così, ma ho qualche dubbio. E se come dici sei ben addentro al mondo della ricerca, capisco anche perché siamo arrivati dove siamo.
      Bravo. Proprio bravo.
      gg

    • Guido Botteri

      No, CD, non ci siamo proprio. Lei dimostra solo di essere troll-allero troll-alà, come si è giustamente firmato. Non porta nessun contributo utile alla discussione, solo denigrazioni e giudizi. Già, solo a Lei, superuomo, estremo conoscitore di ogni recondito angolo del sapere, è permesso giudicare…noi, trogloditi cavernicoli (che però nel nostro piccolo ci battiamo perché il progresso vada avanti, mentre i suoi amici si battono per arrestarlo) non saremmo degni nemmeno di sbagliare (ammesso che sbagliamo).
      Einstein stesso ha sbagliato, me lo vuole insegnare ? Guardi che anche nelle caverne dei trogloditi arrivano libri e informazioni. Se è per questo, possono sbagliare tutti, proprio tutti, e questa consapevolezza dovrebbe portare anche i più eccelsi detentori della scienza e del sapere ad essere prudenti, a non considerarsi infallibili, e, come corollario, a non chiamare “negazionista” chi non la pensa come lui. Soprattutto quando le previsioni degli illuminati falliscono miseramente, e la realtà dimostra di non leggere i report dell’IPCC…
      Io ? ma chi sono io ? non sono mica uno scienziato come Lei ! Non mi permetterei mai. “Scienziato” a me…non “me” l’ha mai detto nessuno !
      Ma guardi che le conseguenze pratiche dell’ipotesi AGW (vera o falsa che fosse) non stanno chiuse in una fortezza d’acciaio, in una cassaforte blindatissima e superprotetta… no, siamo bersagliati da continue dichiarazioni assurde e spesso contrastanti, come può ben verificare qui:
      http://www.numberwatch.co.uk/warmlist.htm
      dalle evidenti contraddizioni potrà rendersi conto di come certe attribuzioni siano apodittiche e prive di evidenze scientifiche.
      Ma se questo è argomento da barzelletta (per amaro che possa essere vedere la ricerca diventare barzelletta…) o da inchieste serie (che dovrebbero verificare su quale base di prova scientifica siano state fatte certe dichiarazioni…) le conseguenze dell’ipotesi AGW sono tra di noi, nelle bollette che paghiamo, nelle disposizioni su come devono essere le nostre case, le nostre automobili, le nostre città, nei finanziamenti dati (secondo me: buttati) e via dicendo.
      Non mi sto occupando di qualcosa che non mi riguardi, ma di qualcosa che entra pesantemente nella mia vita e nella vita della mia nazione, col deliberato scopo di avviare una decrescita, ironicamente definita “felice”… ma la disoccupazione, la fame, la morte non sono mai “felici”.
      Ecco perché me ne devo occupare. Ecco perché è giusto che se ne occupino tutti, tant’è vero che i messaggi ambientalisti non sono rivolti ad una elite ristretta di superscienziati della climatologia, ma sono rivolti a tutti, dalla commessa del supermercato al fruttivendolo sotto casa. E allora, se i messaggi catastrofisti vogliono parlare a tutti, perché dovrebbero essere autorizzati a parlare solo quelli che si allineano e si piegano alle direttive del mainstream ?
      Questo non è un bar, dove si fanno quattro chiacchere senza senso, questo è un sito dove si discute su cose che ormai ci riguardano tutti, per deliberata e insistita volontà del mainstream, si prende visione di notizie e studi, ci si forma un’idea in piena libertà e senza condizionamenti…quei condizionamenti che qualcuno vorrebbe imporre classificando come “negazionisti” coloro che dissentono, e stabilendo chi possa parlare e chi no.
      Ma quando mi tirano soldi fuori dal portafoglio, o cercano di tapparmi la bocca, ho diritto o no di dire la mia ? In un Paese democratico, sì, e finché questo Paese continuerà ad esserlo, io dirò la mia.
      Secondo me.

      Reply
      Clap clap clap.
      gg

  20. matteo

    che razza di modo di fare hanno questi saccenti dell’AGW…ma sono proprio antipatici..per forza aumentano gli scettici!

  21. C.D.

    cari signori, l’ho detto e lo ripeto: questo non è il luogo per parlare di cose di mia competenza e siccome il mio lavoro lo rispetto, non ne faccio chiacchere da bar. Di che vogliamo parlare? del bi-laplaciano? della teoria delle bolle? non mi pare proprio il caso. Se ancora non è chiaro, la mia critica nei vs confronti non è nel merito ma nel metodo da voi usato per trattare di argomenti complessi e profondi.
    La tuttologia non è un merito anzi tipicamente è usata solo per dar aria alla gola.
    In ultimo vorrei dire al sig. gg che il termine ‘perditempo’ calza più a lui che a me.Io non passo le mie giornate davanti allo schermo di un elettrodomestico nel tentativo di trovar notizie che possano screditare una categoria (o preferite il termine casta?) senza il cui lavoro difficilmente anche voi tutti sareste usciti dalle grotte.

    Reply
    Però, per essere uno che ha poco tempo ne scrivi di stupidaggini…ops, chiedo scusa, sono i modi di fare dei cavernicoli che ogni tanto escono fuori.
    Grunt…
    gg

    • Guido Botteri

      Ha scritto Einstein che un fisico dovrebbe essere in grado di spiegare a parole le sue idee. Poi c’è il momento dei calcoli, che è altra cosa. Chi butta avanti formule, lo fa, dice Einstein, o perché in realtà non ha capito, o perché vuole nascondere qualcosa, o perché non vuole che si capisca.
      Qui certamente non è il luogo per le formule, ma per i ragionamenti. Quelle poche formule che ho mostrato io sono elementari e alla portata di tutti. Non ho chiaramente inteso far fumo.
      Poi, se fossero sbagliate, son pronto a prenderne atto, ma sembra che CD si senta troppo superiore (e forse lo è, ma questo è tutto da dimostrare, e questi suoi atteggiamenti da grande…non aiutano) a noi poveri mortali, che facciamo, dice, chiacchere da bar.
      No, CD, non posso parlare a nome degli altri, perché qui ognuno ha una sua testa libera, funzionante ed efficiente, e io posso rappresentare solo il mio pensiero, ma io sono qui per ragionare, per imparare e per capire, NON per fare chiacchere da bar. Non vado da nessuna parte a leggere come la penso, la penso da me, e ciò mi espone, naturalmente, a fare degli errori, ma vorrei che questi, se davvero fossero errori, fossero contestati nel merito e non sulla base di fumose e autoritarie prese di posizione, basate su un’autorevolezza che personalmente non le riconosco, mi scuserà.

    • Maurizio Rovati

      @ CD (?) : Decisamente preferisco “CASTA”.

      @ Guidi : Non moderare CD non è indice di pluralismo, è autolesionismo, rispondergli poi è anche peggio, si rischia di fare il suo gioco.
      Quando CD si deciderà a esporre qualche fatto, magari dando i numeri non soltanto in senso metaforico, allora si potrà prenderlo in considerazione, come il desaparecido Asf, che insultava abbastanza ma dava anche i numeri, un po’ mistificati, ma li dava.

      Reply
      Maurizio, in effetti un po’ autolesionista credo di esserlo. 🙂
      gg

    • In questo caso gg non è stato per niente autolesionista: è bastato chiedere qualche delucidazione a C.D. a proposito delle sue critiche per smontarlo.

  22. Siccome la critica ha senso se costruttiva, vorrei chiedere al signor C.D. quale parte, in questo post, relativa ai numeri complessi l’ha così sconvolto. Sono sicuro che vorrà dimostrare quanto sostiene.

  23. C.D.

    caro gg, io non mi sveglio mai storto! Noto soltanto che, come al solito, vi dilettate a parlare di argomenti che non conoscete minimamente. Peggio ancora, chi crede di conoscerli non si vergogna a dimostrare al mondo la sua totale ignoranza. Se lei rileggesse i post dei suoi soliti lettori/collaboratori, sono sicuro che rivedrebbe totalmente la politica di questo sito.
    p.s. la disquisizione sui nr complessi dimostra la totale incapacità di compresione della natura di certi argomenti. senza essere offensivo ragazzi, ma secondo me dovreste cercar di capire che star trek è fiction, la matematica e la fisica sono altro.

    Reply
    Ma perché ti ostini a negare il diritto altrui di parlare? Dì la tua e lascia campare il prossimo…è terribile questo atteggiamento, altro che politica del sito.
    gg

    • Alla guerra come alla guerra, caro Guido. E’ per quello che C.D. non ti (ci) tollera.

    • C.D.

      per favore, non scadiamo nel ridicolo.

      Reply
      Appunto, astenersi perditempo.
      gg

    • Guido Botteri

      Caro CD, se hai correzioni da fare, falle. Se sono giuste ne prenderò atto, come ho sempre fatto quando qualcuno mi ha fatto notare qualche mio errore.
      Perché mi vuoi lasciare nel dubbio di aver scritto qualche “strafalcione” ?
      Se l’ho fatto, mostramelo, e io per primo te ne sarò grato. Sono sempre felice di poter correggere i miei (eventuali) errori.

    • Guido Botteri

      Quello che c’è di positivo negli errori (quando te li fanno notare), è che ti perfezionano, eliminandoti qualcosa di sbagliato.
      Gli errori sono fondamentali e utilissimi, tanto che in uno dei lavori che ho fatto nella mia vita, e di cui sono più orgoglioso, c’era una persona adibita a “sbagliare”.
      Un programma fatto da uno che non sbaglia, alla prova dei fatti fallirà miseramente, il più delle volte.
      E allora noi avevamo questa persona specializzata nello “sbagliare”. Dopo essere passato sotto le sue mani, un programma diventava robusto per resistere a qualsiasi manomissione.
      Faccio un esempio banale. Inserisco una data, tipo il 31 aprile… o il 29 febbraio 2007… metto lettere dove si aspetta numeri, mi butto tutto a sinistra dove il fuoco avversario non mi colpirà mai e via dicendo. Sbagliare può essere un’Arte.
      Dagli errori si impara. Se non ho fatto errori non ho nemmeno la possibilità di migliorare. Meglio così, qualche volta (quasi sempre), ma quando l’errore non è distruttivo, rende più vasto e completo il sapere.
      Un’occasione per perfezionarsi.
      Questo non vuol dire che uno debba lanciarsi allo sbaraglio, né che groppi errori siano un vanto, ma in fondo lo dice anche il proverbio “sbagliando s’impara”.
      Non abbiate paura degli errori, purché abbiate amore per la verità. Gli errori si correggono, la presunzione e l’arroganza molto più difficilmente.
      Io non mi sento in competizione con nessuno, sono qui per imparare e per discutere.
      Detto questo, CD, scopri le tue carte, che voglio vedere cosa hai in mano 🙂
      Amo la verità più delle mie idee, l’ho sempre detto e ne sono orgoglioso.
      Qualcun altro invece non ammetterebbe un errore neanche evidente, e si arrampica sugli specchi pur di non ammetterlo, o semplicemente fugge, per poi tornare ad acque calme.

  24. C.D.

    dalla lettura dei vs. post scopro che siete anche dei luminari nel settore matematico e della fisica delle particelle. Siete stati dunque voi a suggerire al ministro quel comunicato stampa delirante!

    Reply
    Dalla lettura del tuo noto che anche oggi ti sei svegliato storto. Coscienti della tua necessità di prendertela con qualcuno, continuiamo la nostra opera di misericordia offrendo fianco e commenti al tuo intuito salace. 🙂
    gg

  25. donato

    Più che la matematica, credo, che sia la fisica ad aborrire l’infinito. La mente umana razionale, infatti, non riesce a concepire una grandezza non misurabile e poiché la fisica si occupa di misurazioni di grandezze fisiche, non si può accettare, fisicamente parlando, che una grandezza assuma valore infinitamente grande. Concordo con F. Spina quando ci dice che le particelle superluminali hanno cittadinanza nella teoria della relatività. La capacità dei neutrini di viaggiare a velocità superiore a quella della luce, però, comporta una serie di conseguenze a cascata che, se vero, comporterebbero severe revisioni di tutte le teorie sulle quali oggi si verifica il “consenso”. In primo luogo la teoria della relatività perderebbe il suo carattere di generalità e seguirebbe le sorti della teoria newtoniana: entrambe sarebbero un caso particolare di una teoria più generale che dobbiamo ancora scoprire. Da un punto di vista concettuale con questa scoperta, se confermata, si è stabilito che la velocità della luce non è più il limite superiore della velocità raggiungibile nell’universo in quanto ne esiste uno maggiore. Questo comporterà la revisione di molte delle costanti che oggi si usano in fisica e, conseguentemente, di molte teorie fisiche e cosmologiche. In altri termini quelle che noi oggi consideriamo teorie generali diverrebbero casi particolari di teorie ancora più generali. A questo punto, però, mi viene un dubbio: esiste una Teoria del Tutto? Alcuni sostengono che la teoria delle stringhe o la teoria M sono le migliori candidate a questo ruolo. Altri, però, reputano che queste teorie sono più simili a “religioni” che a teorie scientifiche. Probabilmente dobbiamo rinunciare a teorie definitive ed accontentarci di teorie che riescono a spiegare il mondo che ci circonda compatibilmente con lo stato dell’arte della scienza in quel particolare momento storico. Una cosa è certa: chi disse che ormai in fisica non vi era più nulla da scoprire, che essa era “settled”, disse una grande bestialità. Di “settled” in campo scientifico non vi è nulla, come queste notizie dimostrano.
    E, ora, due piccole riflessioni. Gli studiosi del Gran Sasso hanno scoperto questa “anomalia” eseguendo una semplice divisione: s/t=v. Niente modelli, niente supercomputer ma una semplice calcolatrice tascabile (non scientifica). La scoperta, infine, si può definire un effetto collaterale: i fisici cercavano di dimostrare che i neutrini cambiano aspetto (da neutrini elettronici a tauonici) secondo la teoria di B. Pontecorvo. Hanno dimostrato che Pontecorvo aveva ragione e che effettivamente i neutrini oscillano, cambiano stato. Tale scoperta, però, è passata in secondo piano rispetto ai nutrini superluminali. Vedi i casi della vita.
    Ciao, Donato.

    • Donato, concordo con quanto hai scritto e ho capito in che senso parli di un “semplice” v = s / t, ma a chi ci leggesse senza avere una formazione scientifica di base è necessario ricordare che quel calcolo è in realtà complicatissimo per via della stima corretta di s e t con la necessaria precisione. Infatti non essendoci un percorso ottico tra punto di partenza e di arrivo non si possono fare misure di spazio p.es. con un telemetro laser, e per il tempo bisogna tenere sincronizzati due orologi con la precisione del nanosecondo. Mi sembra un’osservazione molto pertinente in generale anche per il core business di questo blog, visto che spesso si è ripetuto che per misurare la temperatura della Terra non è sufficiente spargere un po’ di termometri e leggere il valore. Nella scienza moderna il diavolo sta spesso nei dettagli delle misurazioni.

    • donato

      Si, Fabrizio, questo è fuori di dubbio. Il problema della verifica della scoperta è insito proprio nei due parametri che tu hai illustrato: tempo e spazio. Si tratta, infatti, di due grandezze la cui misura è estremamente delicata. Nel caso dell’esperimento di cui stiamo parlando, per quel poco che ne so, il tempo è stato misurato grazie a due orologi atomici al cesio. Di essi, uno si trova sotto il Gran Sasso, l’altro al Cern. Circa la loro sincronizzazione credo ci siano pochi dubbi. Poiché l’esperimento OPERA deve individuare piccolissime differenze di fase nelle oscillazioni dei vari tipi di neutrini, credo che i due orologi se non sono sincroni, poco ci manca. Per lo spazio, invece, le misurazioni sono state eseguite con scrupolo e, sempre per quel poco che ne so, hanno determinato la distanza tra sorgente e bersaglio dei neutrini con una precisione di circa dieci centimetri. Da quel poco che ho letto le triangolazioni necessarie allo scopo sono state ripetute molte volte anche per tener conto di eventuali spostamenti della crosta terrestre in concomitanza del sisma de L’Aquila.
      Gli anni di misure sono stati spesi tutti nella determinazione di queste due grandezze: tempo e spazio. Se errore vi è stato, riguarda la misura di queste due grandezze. Lo sapremo, se tutto va bene, tra un paio d’anni (stando alle parole del team leader del gruppo di ricerca).
      Ciao, Donato.

      Reply
      La sincronia degli orologi l’ha curata una società svizzera. Chi l’avrebbe mai detto. 🙂
      gg

  26. Guido Botteri

    Vorrei commentare questa frase:
    “La teoria della relatività prevede che un corpo accelerando debba aumentare anche la sua massa, quest’ultima diviene infinita ad una velocità pari alla luce: per questo finora era ritenuto impossibile il raggiungimento della velocità della luce da parte di oggetti dotati di massa diversa da zero come lo sono i neutrini.”
    Io la vedrei da un altro punto di vista.
    Consideriamo la famosa formula di Einstein:
    E = mc^2 / radq (1 – v^2/c^2)
    dove E è l’energia, m la massa, con “radq” intendo la radice quadrata, v è la velocità dell’oggeto, e c è la velocità della luce.
    Quando un oggetto è fermo, v=0 e quindi otteniamo
    E = mc^2
    quando v è molto piccola rispetto alla velocità della luce, possiamo considerare che sia ancora valida la precedente formula,
    ma per v sempre più vicina a c,
    v^2 / c^2 tende a 1, e quindi il denominatore tende a zero.
    Qualcuno ha definito la matematica come la paura di dividere per zero… e in effetti, man mano che il denominatore si avvicina a zero, la frazione tende all’infinito… ed ecco che ritroviamo la frase da cui eravamo partiti.
    Ma ricordandomi del buon Achille e della ostinata tartaruga, tendo a guardare con sospetto l’estremizzazione della rappresentazione matematica della realtà, convinto che la realtà abbia qualche segreto che neanche (l’attuale) matematica conosce 🙂
    Ora, il radicando deve essere positivo, altrimenti avremmo un qualcosa che elevato al quadrato dà un numero negativo. Questo qualcosa fu chiamato da matematici spaventati da questa occorrenza “numero immaginario”. Immaginario ? Ma nei circuiti elettrici funziona così, e se son immaginari i circuiti elettrici, perché non dovrebbe esserlo qualcos’altro…per esempio la massa ?
    In effetti, il radicando diventa negativo quando v supera c. Dato però che c^2 è positivo (non ha senso una velocità immaginaria) solo una massa “immaginaria” potrebbe rendere la E reale quando v supera c.
    E allora tutta la questione è se la massa possa essere rappresentata da un numero complesso (formato da una parte reale ed una immaginaria). Perché no ? In fondo Einstein stesso ci suggerisce che in fondo la massa non sia che una delle forme in cui si manifesta l’energia.
    Io qui mi fermo, aspettando conferme o smentite all’esperimento dei neutrini, e poi, se sarà il caso, ne riparleremo.
    Secondo me.

    • Guido – una massa immaginaria a riposo, beninteso.

      m=massa a riposo

    • Guido Botteri

      da
      http://www.repubblica.it/scienze/2011/10/08/news/einstein_neutrini-22884906/
      [ Fabrizio Tamburini e Marco Laveder dell’università di Padova ricorrono alle idee di Majorana per giustificare la violazione del tetto della velocità della luce. “Rileggendo i suoi appunti di circa 80 anni fa – spiega Tamburini in una nota diffusa dall’Istituto nazionale di astrofisica – mi sono convinto che la sua teoria non è in disaccordo con i dati di Opera. L’idea di Majorana prevede infatti che i neutrini possano avere massa “immaginaria”. Sarebbero dunque “svincolati dai limiti imposti dalle equazioni della relatività e potrebbero viaggiare più veloci della luce”. ]
      Toh, guarda, su La Repubblica qualcuno dice esattamente quello che avevo scritto io… ora CD bacchetterà anche La Repubblica e l’università di Padova ?
      …ma qualche critica sul concreto la farà, prima o poi, oltre ai soliti giudizi senza riscontro ?

  27. gbettanini

    “il laboratorio sotto il Gran Sasso, arriva incredibilmente primo il neutrino per 20cm”

    Se ricordo bene il dt misurato è di circa 60 ns il che vuol dire che il neutrino taglierebbe il traguardo quando la luce è ancora distante circa 18 metri.
    20 cm è invece citato come l’errore di misura sulla distanza tra emettitore e ricevitore.

    Reply
    Hai ragione. Ti dirò di più, credo che 20cm sia l’errore assegnato alle misure che riguardano le tratte non misurabili con il GPS, mentre la misura effettuata da satellite assicura una precisione al centimetro. Essendo però presenti delle tratte con margine di errore più alto, l’errore totale è appunto di 20cm. Correggo.
    gg

    • Fabio Spina

      Grazie della correzione, purtroppo avendo scritto il post per un sito più divulgativo di questo ho dovuto eliminare un po’ di numeri e nella fretta notturna ho lasciato l’errore per trasformarlo in “circa 20 m” ma poi mi sono dimenticato. Comunque non volevo giustificarmi e mi scuso.

  28. Usare numeri immaginari è proprio quello che sta alla base dei cosiddetti tachioni, che però a me paiono pura speculazione matematica.

    Scusate però se ora do’ un giudizio netto: trovo che siano inutili tutte le discussioni a proposito di cosa succederà se l’esperimento fosse confermato, a partire dalle conseguenze sul principio di causalità fino ai viaggi nel tempo o il Big Bang (che peraltro è già superato secondo Hawking).

    Faccio un ragionamento semplice: quando la relatività superò la fisica classica, introdusse una serie di conseguenze che non erano affatto previste *né prevedibili* dalla fisica classica. Il risultato dello sforzo della fisica classica di spiegare le evidenze sperimentali “inspiegabili” come Michelson-Morley fu l’etere: una direzione completamente sbagliata.

    Così adesso se si tenta di interpretare cosa succederebbe se ‘c’ non fosse più un limite insuperabile, ma rimanendo ingabbiati dentro lo schema della relatività, probabilmente si andrebbe di nuovo nella direzione sbagliata. Cioè tanti ragionamenti per nulla. Nel caso, credo che sarà semplicemente il caso di aspettare qualcuno che proponga una teoria articolata e comprensiva.

    Questo sempre ricordando che la cosa più probabile è un errore nella valutazione del margine di incertezza della misurazione.

  29. Guido Botteri

    Riporto qui un commento di qualche giorno fa:
    Maggiore è l’impatto della notizia, maggiore dovrebbe essere la prudenza nel prenderne atto (cosa che mi augurerei avvenisse anche in altri campi scientifici…). Ma se l’impedenza di un semplice circuito elettrico, contenente capacità ed induttanze, non è esprimibile con i soli numeri reali, ma richiede l’uso dei numeri complessi, perché dovrebbe essere così inaccettabile che anche la massa sia esprimibile con un numero complesso ? Sappiamo che all’avvicinarsi alla velocità della luce, aumenta la massa…e allora mi aspetterei che i fotoni fossero pesantissimi…e invece ! Se la massa fosse complessa, la cosa mi sembrerebbe più comprensibile. Magari sto scrivendo eresie (segnalatemi in questo caso un buon esorcista…), ma troverei più comprensibile una fisica in cui esistano i tachioni, che una come quella che è stata descritta finora. Quanto alla causa-effetto, non mi pare una conseguenza “necessaria”, perché, caduto un postulato, la teoria potrebbe rivelarsi diversa anche in altri punti, chissà, vedremo. piuttosto vedrei aprirsi la possibilità (remota e tutta da inventarsi) di viaggiare nell’universo, non essendo più precluse velocità elevatissime, teoricamente (salvo a verificarne la realizzabilità, che non sarebbe cosa né immediata né facile, né scontata). Perché poi ci dovrebbe essere l’impossibilità per un oggetto normale di diventare un oggetto superluminale ? Penso al povero Achille che non avrebbe dovuto raggiungere la tartaruga, e invece quella sera se la fece in brodo… non sarà mica perché il mondo non è così continuo come a volte il pensiero matematico ci porta ad immaginare ? In fondo i filosofi greci non conoscevano la meccanica quantistica… e, sempre a proposito dei Greci, vorrei ricordare che scoprirono l’elettricità, ma l’umanità dovette aspettare fino alla nostra epoca per vederne realizzare le conseguenze…una cosa è una scoperta “interessante e potenziale” altra sono la sua applicabilità e praticità immediate. Chiedo scusa per questi pensieri poco ortodossi, e dei quali mi vergogno obbrobriosamente, ma che continuerò a pensare fin quando qualcuno non mi convincerà che son scemate… Secondo me.

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