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La lezione di Schechtman

E’ tempo di Nobel. Le notizie delle assegnazioni si susseguono di giorno in giorno. Quest’anno il premio per la chimica è andato a Daniel Schechtman. Maurizio Morabito ha tratto da un articolo scritto ben sei mesi prima dell’assegnazione, alcune interessanti ‘affinità climatiche’. Le trovate qui sotto in ordine sparso, mentre qui, sul suo blog il testo originale per intero.

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La lezione di Schechtman

  1. Ogni “principio fondamentale incontestabile” deve essere considerato transitorio, in qualsiasi campo scientifico
  2. Qualsiasi campo scientifico che è considerato “chiuso”, “solido”, “completo” è in realta maturo per una rivoluzione che brucerà ancora vivissima decenni più tardi
  3. Le nuove scoperte sono circondate dal sospetto e dal ridicolo, accompagnati da minimizzazioni mascherate da vuote razionalizzazioni
  4. Non importa se puoi mostrare agli altri la tua scoperta. Non importa se quelli sono in grado di replicare la tua scoperta nei loro laboratori. Molti si rifiuteranno comunque di crederti. Non ci siamo mossi di un millimetro dai tempi di Galileo e del telescopio che Cesare Cremonini si rifiutò di usare
  5. Molti cambieranno idea solo se la nuova scoperta è dimostrata utilizzando tecniche tradizionali
  6. Lo scienziato che fa una scoperta non tiene segrete le proprie tecniche
  7. Molte scoperte sono osservate per molti anni, prima che qualcuno si renda conto che si tratta di nuove scoperte da fare sulla base di tali osservazioni
  8. Lo scienziato che fa una scoperta è preoccupato di perdere il posto di lavoro a causa della propria scoperta
  9. Ne ha motivo
  10. È anche preoccupato di non riuscire a trovare lavoro a causa della propria scoperta
  11. Occorrono almeno due Professoroni che appoggino l’articolo che descrive la scoperta, prima che l’articolo possa passare la cosiddetta revisione “paritaria”
  12. Le famose, influenti, potenti persone invitate a dare le Letture Magistrali in occasione di conferenze scientifiche, sono molto probabilmente non nel giusto su un qualsiasi nuovo argomento
  13. Non abbiamo idea di quanti Schechtman resteranno per sempre ignoti, perché non hanno la fortuna e il coraggio di perseverare come invece ha fatto Shechtman
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4 Comments

  1. donato

    Questi nobel, però! Sostengono quasi le stesse cose che sosteniamo noi (ieri B. Schmidt, oggi Shechtman): in campo scientifico nulla è definitivo, nulla è “settled”. Non parliamo, poi, della revisione paritaria! Comunque, basta. Altrimenti qualcuno ci verrà a rampognare perchè siamo antiscientifici, pardon, volevo dire antiscienziati.
    Ciao, Donato.

  2. E’ molto bello perché sottolinea come gli scienziati non siano perfetti; cioè mette a fuoco il fatto che la scienza è grande *per il metodo* e non perché è composta da uomini presunti superiori.

    • E quindi, Fabrizio, non ha alcun senso difendere la scienza mettendosi a “difendere gli scienziati”. Specie quando sono troppo umani nei loro difetti.

    • Guido Botteri

      C’è una fastidiosa tendenza alla mitizzazione delle persone….in tempi storici certe persone diventavano dèi. Addirittura qualcuno, come Demetrio Poliorcete, lo divenne in vita, fino a quando non fu chiaro che stava perdendo, e così fu abbandonato, per primi, proprio da quelli che lo chiamavano dio.
      Ora abbiamo una religione monoteista, e non ci è concesso creare altri dèi, per fortuna, ma questo non impedisce di mitizzare persone di successo, e comunque di creare classi di autorità, che non sempre hanno basi adeguate.
      Lo si vede nella tendenza di molti a dar credito all’autorità delle persone, piuttosto che a esaminare nel concreto quello che dicono e se sia conforme alla realtà.
      Quando poi abbiamo a che fare con persone geniali, come Einstein, diventa sacro ogni sua parola, ogni scritto, al di là di quel che intendesse lo stesso scienziato.
      Non si riesce ad accettare che un uomo dice cose giuste e cose sbagliate. Una persona geniale come Einstein dirà prevalentemente cose giuste, ma non ci si deve attendere che tutto, proprio tutto, quello che è uscito dalla sua bocca o dalla sia penna sia perfetto.
      E una cosa sbagliata non annulla le altre molte cose buone che ha detto o fatto.
      Sarebbe bene se le persone dessero più credito ai fatti, alle argomentazioni, che non al credito che ha questo o quel personaggio, o istituto.
      Secondo me.

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