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Liguria ma non solo, cronaca di eventi geologici.

Di questi giorni si fa un gran parlare di ciò che è stato fatto e di ciò che si sarebbe potuto/dovuto fare per evitare i tragici eventi che hanno colpito così duramente l’alto versante tirrenico e le coste liguri. Ma il problema non è certo recente, né nuovo.

In un quadro di riferimento che per molti aspetti parla da sé, per i riferimenti storici, per la conformazione orografica e per l’importante antropizzazione cui molte delle zone a rischio idrogeologico sono state sottoposte, sussistono forse tuttavia delle lacune conoscitive che in qualche modo sarebbe opportuno provare a colmare.

Ci ha provato, con una lunga serie di esperienze dirette sui territori colpiti da questi eventi, il prof. Franco Ortolani, Ordinario di Geologia e direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio dell’Università di Napoli Federico II. Non potevano mancare quindi, le analisi preliminari degli eventi occorsi di recente.

Dagli scritti del prof. Ortolani, rivolti all’attenzione di tutte le realtà amministrative che devono confrontarsi con queste problematiche, ma anche a chi si occupa di studiare il territorio, tra una lunga serie di spunti e valutazioni anche di natura non strettamente geologica, emerge anche un messaggio semplice che invece si deve rivolgere a tutti. L’idea di avere la meglio sulla Natura nel ‘possesso’ del territorio è una presunzione che costa cara. Trascurare di essere stati presuntuosi e dunque di avere in molti modi accresciuto l’esposizione al rischio costa molto, molto di più. Il deficit di conoscenza, a tutti i livelli, è invece insostenibile.

I documenti sono qui:

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Published inAmbienteAttualità

Un commento

  1. Aggiungo una cosa che ho personalmente ricostruito oggi, parlando con alcuni amici. Ne potete trovare traccia parziale in alcuni articoli di questi giorni.

    Uno dei motivi di polemica è, qui a Genova, un famoso intervento “risolutivo”, un canale scolmatore che avrebbe dovuto alleggerire il flusso d’acqua grossomodo all’altezza della confluenza tra Fereggiano e Bisagno e scaricare in mare, sulla linea di costa grossomodo all’altezza di dove inizia il riquadro bianco in figura. Si dice frettolosamente che “non è stato mai fatto”, perché “non ci sono i soldi”.

    Non è vero. I lavori iniziarono credo a fine anni ’80 / inizio ’90, in ogni caso nei primi anni ’90 erano già stati realizzati 900 metri. Tra varie lentezze e polemiche, perché i proprietari degli stabilimenti nella zona in cui avrebbe dovuto sfociare protestavano (notare che non ci sono spiagge paragonabili a quelle di Barcellona all’epoca e sicuramente negli anni ’90 tutto quel tratto di mare non era balneabile). Quando scoppiò tangentopoli, si fermò tutto e alcuni assessori coinvolti finirono sotto processo, con i lavori fermi. Da quanto ci si ricorda (da verificare), furono tutti assolti, risarciti, come fu poi risarcita l’azienda che aveva appaltato i lavori fermati. E mai più ripresi.

    Quindi: non è vero che non c’erano i soldi, in parte sono stati spesi. Ma qualcuno dovrebbe spiegarmi perché non sono mai stati ripresi e così ci ritroviamo come al solito con un’opera necessaria a metà, quindi non funzionante, e per cui sono stati sprecati soldi pubblici.

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