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Nubi e raggi cosmici al CERN

Tra qualche mese comincerà la fase cruciale di un esperimento molto interessante al CERN di Ginevra. Si tratta del CLOUD Esperiment (Cosmics Leaving OUtdoor Droplets), con il quale ci si propone di approfondire la conoscenza su uno degli aspetti più controversi della scienza del clima.

Ad oggi il fattore limitante più incisivo sull’attendibilità delle simulazioni climatiche è il comportamento delle nubi, con riferimento alla loro formazione alla loro tipologia e, ovviamente contenuto di vapore. In questi processi si pensa che i raggi cosmici, cioè quelle particelle cariche che bombardano la Terra proveniendo dallo spazio, possano avere un ruolo molto importante ma, sin qui, le verifiche sperimentali non hanno fatto molta chiarezza. Riunendo studiosi da ben diciotto istituti di ricerca di nove diverse nazioni si tenterà di fornire delle risposte a molti degli interrogativi su questo argomento.

Sfruttando le potenzialità del nuovo acceleratore sarà inviato un fascio di particelle in  una camera di reazione per studiarne gli effetti sugli aerosol, ovvero su quei piccoli nuclei di materia indispensabili per la formazione delle goccioline in condizioni di saturazione del vapore acqueo. Questo dovrebbe fornire molte informazioni sulla microfisica delle nubi, di cui in effetti si sa ancora molto poco.

A questo link è possibile vedere un filmato molto interessante strutturato in due parti e realizzato da Jasper Kirby che illustra i contenuti dell’esperimento e mette in evidenza quanto ancora ci sia da scoprire sull’influenza che lo spazio esterno -sole compreso- ha sulle dinamiche del nostro pianeta. Qui invece trovate il documento che spiega quali siano gli intendimenti di questo progetto di ricerca.

Buona visione e buona lettura.

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Published inNews

Un commento

  1. Achab

    Esperimento molto interessante anche se molto costoso. Non credo pero’ che potra’ dare informazioni dirette sul comportamento in atmosfera. Piu’ probabilmente potra’ delucidare alcuni meccanismi micro-fisici sulla relazione fra raggi cosmici e la formazione di CCN. Questo sara’ senz’altro utile per dare fondamento fisico alle parametrizzazioni oggi usate da mettere in relazione alle misure “sul campo”.

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