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La prima giornata di lavori a Durban

Come ormai tutto il mondo sa, oggi è iniziata la conferenza di Durban, sotto una pioggia battente, a tratti torrenziale che ha addirittura causato delle vittime. Il tempo è stato talmente inclemente che Christiana Figueres durante la sua prima conferenza stampa ha espresso le proprie condoglianze per le famiglie delle vittime. Se non ci fossero stati dei morti, sarebbe quasi da ironizzare sull’effetto “Gore” di queste conferenze sul clima. Noi non aggiungiamo nulla su questo avvenimento, invece la Figueres prende la palla al balzo, e con una orribile caduta di stile, ci dice:

What we witnessed last night was unseasonable weather for Durban and it is the type of unseasonable weather we are seeing all over the world as greenhouse gas concentrations in the atmosphere continue to rise. To make the world climate safe and avoid climate change from spinning out of control, this meeting needs to take the next decisive steps in a global response to climate change

In altre parole il tempaccio che ha imperversato su Durban durante la notte, è gemello del tempaccio in giro per il mondo e questi sono tutti figli dell’aumento dei gas serra nell’atmosfera. E poi ovviamente la morale: per salvare il mondo da questi cambiamenti climatici fuori controllo, questa conferenza deve prendere decisioni definitive sui cambiamenti climatici.

Caduta clamorosa di stile a parte, abbiamo avuto il primo colpo di scena piuttosto imbarazzante: Jacob Zuma, Presidente del paese ospitante, appunto il Sud Africa è giunto con un clamoroso ritardo di 40 minuti all’apertura dei lavori.

Il primo ministro sudafricano apre la seduta con un proclama davvero impegnativo:

We are in Durban with one purpose: to find a common solution that will secure a future to generations to come

Ovvero, in italiano: “Ci troviamo a Durban con un solo scopo: trovare una soluzione comune che garantisca un futuro per le generazioni a venire”. Ce lo auguriamo davvero tutti, e lo dico senza ironia.

E mentre partono i messaggi per la salvezza del mondo, Cina e USA già si fronteggiano a mezzo stampa, sostenendo che sarà difficile conciliare le due posizioni e che quindi i colloqui potrebbero già fallire (ancor prima di iniziare). Allo stallo Cina – USA, aggiungete la solita Europa che da sola vorrebber salvare il mondo, investendo centinaia di miliardi di euro (che non ha) e che bacchetta un po’ tutti a destra e a manca: “Bando ai combustibili fossili qui”, “Largo al biofuel lì”, “Apriamo al carbon trading qua”, “Mai più nucleare là”. Il Canada, per rendere tutto più semplice, ribadisce una volta di più che potrebbe non ratificare più un nuovo Kyoto.

Non male come inizio, no? Rimanete sintonizzati per ulteriori succulenti aggiornamenti.

Intanto ascoltate Alden Meyer, membro della Union of Concerned Scientists

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Published inDurban

2 Comments

  1. A l’Europa ormai con SarcoNo E [EDIT] ormai credono di comandare su tutto e tutti, i salvatori del mondo: guerre, economia, politica e ora anche clima.
    Inchiniamoci al duo tutto fare.

    Messaggio editato. SarcoNo è simpatico, l’altro no. Sono sicuro che comprenderai.

    CG

  2. Ma che schifo, che gentaglia! E non uso epiteti ancor più offensivi.
    Ma come si fa a strumentalizzare le vittime del maltempo per fomentare paura per un assurdo disastro climatico?
    Ma questa gente ha un minimo di coscienza?

    No, no, ti prego Daniele, fermiamoci qui con gli epiteti.

    CG

    Reply
    Daniele, se fosse una del mestiere le si potrebbe chiedere di motivare scientificamente la sua affermazione, così come abbiamo fatto per gli emuli nostrani di recente. Risultato: almeno sono stati zitti per un po’…
    gg

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