Salta al contenuto

Outlook – Bollettino dell’8 gennaio 2012

Analisi stratosferica e degli indici teleconnettivi

08/01/2012

La situazione stratosferica nei piani compresi tra 1 e 5 hPa, ed in parte fino alla quota barica di 10hPa, vede un graduale seppur non incisivo ricompattamento del VPS, dovuto all’attenuazione dei flussi di calore che hanno dato avvio al primo minor warming stagionale. Il riscaldamento stratosferico ultimatosi nella precedente settimana, riconducibile in parte allo stazionamento dell’onda convettiva equatoriale rilevabile dalla MJO (Madden Julian Oscillation) nelle fasi 3 e 4, va muovendosi verso est inibendo la convezione nella zona dell’oceano Indiano per trasferirla nella zona del Pacifico centrale.

Le previsioni dell’OLR pongono una graduale seppur debole intensificazione della convezione in area africana tra il 6 e il 10 gennaio raggiungendo il culmine attorno al periodo 16-20 gennaio. E’ dunque lecito attendersi una maggior frequenza della MJO nelle fasi 8 e 1 ma con debole magnitudo. L’attuale fase 6, avviatasi a fine dicembre, favorirà nei prossimi giorni dei parziali blocchi atlantici dovuti all’espansione meridiana dell’anticlone delle Azzorre i cui tilting verso est, causati da una vivace circolazione zonale alle alte latitudini atlantiche, attiveranno richiami d’aria fredda continentale con maggiore interessamento delle regioni meridionali italiane. Ai modelli deterministici (che iniziano a segnalare questa evoluzione) la relativa disamina delle traiettorie dei flussi.

La struttura stratosferica ha iniziato già da metà dicembre scorso un complesso mutamento che in questa fase ha principalmente interessato i piani alti mantenendo condizioni di elevata zonalità dalla quota isobarica di 30hPa verso il basso. L’assenza di corrispondenza verticale della stratosfera sta comportando delle notevoli torsioni tra i vari livelli. La QBO a 50hPa in graduale fase negativa tende a facilitare la propagazione delle Gravity Waves equatoriali verso la stratosfera depositandovi momento orientale con buona propagazione dei flussi di calore e con una ripresa del trasporto di ozono in area polare così come evidenziato dai vettori dell’EP-Flux, dall’Heat Flux e dalla mappa di concentrazione di ozono totale.

L’attività convettiva in interessamento della zona africana faciliterà la nascita di un altro anticiclone stratosferico in zona asiatica centrale attorno alla fine della prima decade di gennaio, il quale, congiuntamente alla presenza dell’anticiclone delle Aleutine provocherà lo schiacciamento del VPS alla quota isobarica di 10hPa in parziale coinvolgimento della quota isobarica di 30hPa con un netto rallentamento della circolazione zonale. L’asse maggiore di questa figura ellittica andrà a disporsi tra la Siberia orientale e il Labrador.


Alla quota isobarica di 1hPa, dopo il predetto parziale ricompattamento del VPS, dopo l’8 gennaio si assisterà ad un consistente indebolimento del vortice, a causa del nascente anticiclone in zona asiatica, in successivo notevole rinforzo a quella quota e spostamento verso la zona polare. La circolazione zonale alla latitudine di 60°N attorno alla metà del mese sarà sostituita da una sostenuta circolazione antizonale.

Così come già evidenziato nel precedente outlook e a seguito di quanto qui descritto, a partire dalla fine della prima decade di gennaio prenderà avvio un nuovo riscaldamento stratosferico in zona siberiana con nuovo Minor Warming che a partire dalla metà del mese si ritiene possa estendersi anche in area polare. Le conseguenze successive in area stratosferica andranno monitorate in quanto le modifiche previste di fase ENSO negativa tra le zone 4 e 3, la fase negativa della QBO e la bassa attività geomagnetica potrebbero portare ad un Warming di tipo Major nella seconda metà di gennaio.

Il rallentamento previsto del VPS provocherà un graduale rallentamento del VPT con una netta riconfigurazione del pattern circolatorio emisferico. L’indice AO è previsto in deciso calo con particolare riferimento all’ultima decade di gennaio. Il mese di febbraio è atteso proseguire con una fase mediamente negativa della AO come rilevabile dalla nostra mappa di prognosi delle anomalie del geopotenziale alla quota isobarica di 500hPa. E’ probabile inoltre una fase piuttosto negativa dell’indice AO tra il 10 e il 20 febbraio.

L’istaurarsi di tale pattern circolatorio favorirà una seconda parte invernale con anomalie termiche negative e maggiori probabilità di precipitazioni anche se a oggi e in questa trattazione l’evoluzione specifica è di difficile prognosi e rende necessario rimandandare gli approfondimenti alla valutazione degli output dei modelli deterministici.

Con tale configurazione è lecito attendersi l’instaurarsi di condizioni favorevoli a blocchi atlantici alla circolazione zonale alle medio-alte latitudini favorendo un cedimento dei geopotenziali nell’Europa meridionale e mediterranea.

 

 ********************************

Importante!

Com avrete notato, questo Outlook si è arricchito di un nuovo contenuto proprietario, ovvero non proveniente dalle consuete o più note fonti di informazione, la mappa delle anomalie del Geopotenziale alla quota barica di 500hPa. C’è un motivo. La mappa è frutto di una ricerca che CIMAT sta portando avanti da parecchio tempo, e che consiste nella messa a punto di un Modello Previsionale Lineare Multiregressivo (pdf), di natura assolutamente sperimentale.

L’approccio è inevitabilmente numerico (per plottare qualcosa servono numeri!) ma i contenuti concettuali sono del tutto empirici. Come leggerete nel pdf segnalato e in una più completa spiegazione che pubblicheremo quando avremo sperimentato il livello di confidenza di questo approccio, alla base di tutto ci sono anni e anni di osservazione del comportamento del sistema e degli indici di teleconnessione, nella fattispecie utilizzati come predittori.

Senza alcuna pretesa di far concorrenza a ben altri sistemi di prognosi di lungo periodo, con ben altra disponibilità di risorse disponibili, quel che si vuol fare è in linea con quanto descritto già due anni fa in occasione delle pubblicazione del primo Outlook: guardare il sistema nel suo insieme come un complesso di dinamiche che scaturiscono in una molteplicità di situazioni possibili ma di volta in volta irripetibili, di cui gli indici teleconnettivi non sono la causa, ma segnalatori di meccanismi. La nostra pietra filosofale sono quei meccanismi, la mappa pubblicata è il risultato dei primi passi.

Da un punto di vista strettamente valutativo, intendiamo condividere con la comunità dei lettori e con tutti quanti vorranno farlo il test di questi primi output, con l’unico scopo di affinarne la qualità. Per adesso, e con non poca titubanza, ci limitiamo a constatare che, fuori da ogni possibile range dei modelli numerici troposferici, per non parlare di quelli stagionali che continuano a vedere pattern completamente differenti, l’evoluzione che si comincia ad intravedere è quella di cui si era parlato già nel nostro primo bollettino del mese di dicembre e nel successivo (Outlook 20/12/2011 pdf).

A questo punto, e con molta meno titubanza, direi sia il caso di sottolineare che nelle nostre valutazioni, l’imminente nuova fase invernale, potrebbe assumere caratteristiche di consistente anomalia termica in negativo e precipitativa in positivo, con chances di entrare in competizione con inverni di cui ormai si comincia a perdere la memoria.

Staremo a vedere, e l’uso del plurale non è affatto casuale!

[success]

Crediti

Un sentito ringraziamento a Carlo Colarieti Tosti che, come i lettori più affezionati di CM ormai sanno, è la fonte principale di queste analisi, oltre ad essere l’anima del CIMAT, il Centro Informazioni Meteo di Alta Montagna.
[/success]

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inAttualitàMeteorologiaOutlook

2 Comments

  1. Empar Landete

    Me ha gustado mucho el análisis , que ha realizado del posible MINOR WARMING que se puede estar gestando para mediados del mes de febrero de este año. Yo tengo mis dudas de que llegue con cierta intensidad a España , pues tengo la climatologia como hobbie ,y me gusta hacer pronosticos climatologícos , y creo que hasta que la AO y la NAO no esten al menos un mes en fase negativa , el patrón de circulación atmosférica no será fuerte para que se produzca el MMW.
    Si los flujos de E.P. consiguen penetrar en el vórtice polar ,como comentaís en vuestro informe , si es factible el posible MINOR WARMING, que debilitarían en parte el vórtice polar , pero no creo que lleguen a interrumpir su circulación ciclónica, por los meses que ha llevado la AO con valores tan elevadamente positivos.
    Me gustaría saber su opinión a este respecto.
    Tengo una pregunta : porque habeís analizado a la OMJ , para deducir el MINOR WARMING ?

    Gracias por su atencion, un cordial saludo empar landete

  2. Roberto Breglia

    Articolo molto interessante,effettivamente se i vari tasselli andassero al posto giusto,l’Inverno potrebbe prendere un aspetto decisamente interessante. Io sono tra quei meteoappassionati che non danno assolutamente gia’per spacciata questa stagione,con questo non voglio dire che avremo sicuramente un’ondata di gelo storica,ma dare per terminata una stagione che ha ancora un bel po’ di tempo per esprimersi,mi sembra esagerato. Anche i due piu’prestigiosi modelli previsionali( GFS ed ECMWF ),dalle ultime emissioni mostrano nel lungo termine la reale possibilita’ che nuclei gelidi possano scendere verso l’Europa centrale ed avvicinarsi anche alla nostra penisola.
    Quindi l’Inverno potrebbe ancora riservarci grosse sorprese…vedremo!
    Un cordiale saluto

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »