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Niente minimo solare, siamo inglesi!

Alcuni giorni fa, abbiamo pubblicato un post dal titolo un po’ drammatico:

Se il Sole muore – CM 25 gennaio 2012

Già dalle prime righe, tuttavia, ci siamo anche affrettati a specificare che non c’ea alcun bisogno di essere tragici, piuttosto che di una dipartita, per la nostra stella si potrebbe trattare di poco più di un raffreddore.

Lo spunto alquanto criptico in realtà, serviva per introdurre il commento ad un paper di recente pubblicazione in cui si presagisce una decisa diminuzione dell’attività solare per il prossimo ciclo, il 25°. In calce al commento, che se volete potete rileggere, una breve considerazione: se davvero dovesse andare così, si potrà definitivamente dire addio al Periodo Caldo Moderno, cioè al global warming ruggente.

In occasione di questo commento, non avevamo notizia della pubblicazione in contemporanea di un lavoro curato dal Met Office (al link il press release del Servizio Meteo di Sua Maestà), con il quale pur confermando le elevate probabilità che per parecchie decadi – il lavoro si spinge fino al 2100 – si prospetta una effettiva diminuzione dell’attività solare, questa riduzione nelle loro stime difficilmente potrà fare poco più del solletico al riscaldamento globale.

Decline in solar output unlikely to offset global warming – 23 January 2012

In termini numerici, si parla un effetto raffreddante di 0,08°C per fine secolo, a fronte di un riscaldamento antropico che secondo lo scenario B2 (non uno dei peggiori, anzi) sarebbe per lo stesso periodo di 2,5°C. Praticamente un’inezia. Ma c’è di più. Secondo questo studio, se l’attività solare dovesse eguagliare i livelli del Minimo di Maunder, quello della Piccola Età Glaciale per intenderci, il global warming sarebbe ridotto soltanto di poco di più, cioè 0,13°C. Due inezie.

Appena due giorni fa, poi, è entrato in scena il Mail on line, con un articolo per nulla criptico:

Forget global warming – it’s Cycle 25 we need to worry about (and if NASA scientists are right the Thames will be freezing over again) – Met Office releases new figures which show no warming in 15 years

L’argomento è lo stesso, non a caso il grafico dell’attività solare è esattamente quello che si era visto circolare in occasione della pubblicazione del primo paper. Così come il grafico delle temperature riproduce, sebbene giornalisticamente edulcorato (qui sotto), il trend che mostrano i dati prodotti proprio dal Met Office, benché relativi esclusivamente agli ultimi 15 anni.

A questo punto, apriti cielo! Il Met Office, profondamente offeso dai toni dell’articolo, provvede a pubblicare sulle sue pagine web una rettifica di quanto scritto sul Mail. Se effettivamente pensano che le loro parole non siano state riportate fedelmente ne hanno ovviamente facoltà, il Mail se vorrà potrà dire la sua. Non è chiaro però perché si scaldino tanto leggendo che secondo i loro dati le temperature hanno smesso di salire vertiginosamente da 15 anni. Il primo a fare questa affermazione è stato Phil Jones, capo della Climatic Research Unit (proprio del Met Office), già più di un anno fa.

Secondo lui, il trend delle temperature per il periodo in esame non è stato statisticamente significativo (cosa che mi pare evidente), cioè, siano tanti o pochi, in questi anni il global warming si è preso una pausa. Ciò non toglie che l’ultima decade sia stata comunque la più calda da quando si misurano le temperature con tecniche moderne, dicono sempre al Met Office. Vero, però dimenticano di dire che sempre nella stessa decade il trend (pur breve e statisticamente non significativo) sia stato negativo.

Oscillazioni di breve periodo, senz’altro. Non c’è problema, basta aspettare che la curva torni a puntare verso l’alto, magari proprio durante il ciclo solare 25.

Dal momento che siamo tornati a parlare del topic di questo post, vale forse la pena spendere due parole circa l’individuazione di un misero raffreddamento di 0,08°C attribuibile alla flessione dell’attività solare. Non sono riuscito a trovare il paper (anzi, chi lo avesse mi farebbe un favore segnalandolo). Ma se si parla di scenari, vuol dire che è stato utilizzato un modello climatico. Non mi risulta che ne esistano che prendano in considerazione l’attività solare nella sua totalità, con ciò intendendo non solo la TSI (radiazione totale incidente), ma tutti quei meccanismi che si ipotizza possano avere un peso per le dinamiche del clima. Non ce ne sono perché non sono noti i meccanismi fisici di questa eventuale relazione di causa effetto, naturalmente, mentre la TSI è considerata costante o quasi, nel senso che le sue variazioni al variare dell’intensità dei cicli solari è trascurabile, come lo sono 0,08°C/100 anni.

Sicché, per definire l’impatto sulle dinamiche della temperatura nel lungo periodo generato dalla componente magnetica dell’attività solare, oggetto della diminuzione di cui si parla, gli specialisti del Met Office hanno preso in considerazione tutto (incluse le solite vagonate di CO2) tranne quella componente. E’ a questo punto incredibile che abbiano ottenuto un risultato. Deve esserci un errore.

Ripeto, qualcuno mi aiuti a trovare questo studio, abbiamo urgente bisogno di capire che modello hanno usato e come funziona, magari riusciamo a trovare l’errore e a dare una mano anche noi. Di tempo ne abbiamo, certo non tanto quanto ce ne vorrà per arrivare al 2100, ma almeno per il ciclo solare 25, fatti i dovuti scongiuri, si può pensare di esserci.

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Published inAttualitàSole

3 Comments

  1. Bene, fughiamo ogni dubbio. Lo studio considera esclusivamente la TSI come forcing solare. Direi che si possa tranquillamente affermare: Niente di nuovo sotto il Sole.
    gg

  2. Come ho scritto dalla Curry, certi modelli non esistono perche’ non possono esistere…un modello che rischi di dar peso al Sole potrebbe mostrare un raffreddamento nei prossimi decenni, e se ci fosse un raffreddamento, tutti gli sforzi contro il GW non avrebbero senso, e se non avessero senso, decine di politici di spicco in tutto il mondo farebbero la figura degli idioti. Per cui, zitti e mosca, e il Sole non e’ importante per il clima.

  3. donato

    La reazione del Met Office non deve meravigliare. Rose, nella chiosa del suo articolo, cita una dichiarazione di B. Peiser, direttore della Global Warming Policy Foundation, in cui si dice chiaramente che ci troviamo nella seconda decade di pausa nel trend rialzista delle temperature globali e che se non emergono prove convincenti del riscaldamento globale entro il 2015, sarà evidente che i modelli hanno toppato e questo comporterà implicazioni anche molto gravi per alcuni scienziati. Poiché molti di questi “alcuni scienziati” fanno capo al Met Office, si capisce chiaramente il motivo della replica piuttosto piccata.
    Ciò che, però, mi meraviglia maggiormente nella replica del Met Office è l’ossessiva ricerca del record nelle temperature globali: il 2010 è stato l’anno più caldo di sempre; quello dal 2000 al 2010 è stato il decennio più caldo mai registrato; dal 2009 al 2015 ci saranno anni più caldi del 1998 (almeno tre su sei) ecc. ecc.. Una litania estenuante e priva di senso. Se consideriamo che le temperature globali sono il risultato di un’analisi statistica, mi chiedo che senso ha parlare di centesimi di grado in più o in meno. Me lo chiedo da anni e non riesco a farmene una ragione (colpa, forse, della mia dura cervice 🙂 ). Ad ogni buon conto sembra che con l’avvento di HADCrut 4 le cose saranno messe a posto in quanto scenderanno in campo le temperature rilevate dalle stazioni polari. E qui si potrebbe aprire una lunga discussione circa l’affidabilità di temperature interpolate su griglie di migliaia di chilometri di lato, ma oggi sono particolarmente stanco e non mi va neanche di scrivere (anche perché sulla questione è intervenuto in modo esauriente M. Morabito nei giorni scorsi).
    Ciao, Donato.

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