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Corrono gli alberi (o forse no)

Da una ricerca appena presentata a Cambridge:

Gli alberi non sono così velocemente invasivi dell’Artico come precedentemente previsto”

Si parla della “linea (artica) degli alberi”, quel confine ideale oltre il quale fa troppo freddo perché crescano alberi. Se l’Artico si riscalda, tale linea deve andare verso il Nord. O no? E quanto velocemente si sta spostando? Ecco quanto dicono gli autori:

[info]

“Per generalizzare i nostri risultati, la linea degli alberi sale decisamente verso nord, in media, ma non vediamo alcuna prova per velocità cosí elevate come 2 km l’anno in nessun punto lungo l’Artico.”

[/info]

e

[info]

“i nostri risultati suggeriscono che un tasso di circa 100 metri all’anno è più realistico. In alcuni luoghi, la linea degli alberi si sta spostando verso sud. La previsioni di una perdita del 40 per cento della tundra per la fine del secolo è probabilmente troppo allarmistica”.

[/info]

Due chilometri all’anno, roba da Usain Bolt della Foresta. O da Giorno dei Trifidi!

Comunque uno si chiederebbe anche cosa ci sia di allarmante nella trasformazione da tundra a foresta, ma lasciamo perdere. Leggiamo un altro commento degli stessi autori:

[info]

“Quello che stiamo dicendo è che quando si passa da un modello climatico a un modello di vegetazione, può darsi che lo si faccia in un modo che esagera ciò che sta realmente accadendo.”

[/info]

Insomma siamo alle solite con il clima: le osservazioni non seguono le aspettative basate sui modelli. E dire che ci sono ancora molti “scapestrati” che vogliono stabilire le politiche energetiche ed ambientali su quegli stessi modelli!!

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Published inAmbienteAttualità

8 Comments

  1. Guido Botteri

    E’ la solita storia, i modelli climatici prevedono certe cose, la realtà ne mostra altre. A questo punto c’è qualcuno che “corregge” i dati, ma le correzioni non fanno crescere alberi dove non sono cresciuti, e gli alberi continuano a fare sdegnosamente gli scettici, quei negazionisti che continuano a non leggere i report e a non adeguarsi ai modelli.
    Comunque in genere si dice “è peggio di quel che pensavamo”…stranamente questa volta non l’ho sentito dire….fosse che questa volta i ricercatori credessero davvero ai modelli ? Oh dio, potrebbe anche essere, visto che hanno detto “La previsioni di una perdita del 40 per cento della tundra per la fine del secolo è probabilmente troppo allarmistica”, e hanno incominciato a pensare che ci fosse un po’ di esagerazione. Niente niente avessimo a che fare con degli “eretici” ? 🙂

    • donato

      Se l’eresia comincia a dar fastidio a qualcuno vedrai che, in un modo o nell’altro, tra qualche tempo potrebbero essere costretti ad “abiurare” (come è successo per il contenuto di calore degli oceani, del resto). 🙂
      Ciao, Donato.

  2. max pagano

    “We understand a bit about what’s going on, but definitely not enough,” Rees said.

    questa dovrebbero stamparsela sullo specchio del proprio bagno casalingo tutti vari filo-catastrofisti-climatici….

  3. donato

    Notizia veramente molto interessante e, soprattutto, piuttosto tranquillizzante. Qualche anno fa ho avuto modo di leggere un articolo di “Le Scienze” sullo stesso argomento: http://www.lescienze.it/news/2005/09/12/news/l_albedo_dell_artico_si_sta_riducendo-584496/
    Successivamente ho seguito un documentario sullo stesso argomento trasmesso da un’emittente televisiva di cui non ho presente il nome.
    In entrambi i casi si mettera in risalto l’avanzata degli arbusti che stavano colonizzando le tundre artiche e si temeva una riduzione dell’albedo che avrebbe portato ad un maggior riscaldamento dell’atmosfera ecc., ecc..
    I risultati di questo studio sono molto incoraggianti in quanto, se non altro, riducono di 20 volte (da 2000 a 100 metri l’anno) il ritmo di avanzamento della linea degli alberi di cui, ovviamente, gli arbusti rappresentano l’avanguardia. Ancora più interessante la notizia che in alcune aree la linea degli alberi è in regresso: sarebbe utile (ed interessante) capire di quanto sono aumentate, globalmente, le foreste a danno della tundra o viceversa.
    Ciao, Donato.

    • Ciao Donato,
      le tue osservazioni sono interessanti ma per risponderti dovrei leggere gli articoli. Una cosa è certa che di ecologi forestali capaci in circolazione nel mondo non ce ne sono molti perchè la formazione è sempre più spinta verso i modelli piuttosto che sullo studio dei processi del passato e l’osservazione attenta di quelli attuali.

    • donato

      Grazie per l’attenzione. Noto con profonda soddisfazione che su alcune cose la pensiamo allo stesso modo: “… la formazione è sempre più spinta verso i modelli piuttosto che sullo studio dei processi del passato e l’osservazione attenta di quelli attuali.”. Condivido in toto questa considerazione. E’ vero, infatti, che la modellazione è alla base del processo di comprensione di molti fenomeni complessi, ma è assolutamente necessario che i risultati dei modelli siano sottoposti a verifica attenta sulla base dello studio dei processi del passato e l’osservazione di quelli attuali. Guardandomi attorno noto che questa faticosa, ma necessaria, opera di verifica è sempre più trascurata. Alla luce di quanto scrivi, infine, credo di aver capito il senso del virgolettato del primo commento (“ricercatori”). 🙂
      Ciao, Donato.

  4. 2 km all’anno è la velocità di ricolonizzazione massima che si è avuta in Europa nel postglaciale su archi temporali di 500-2000 anni, ma l’ecologia del confine tra taiga e tundra segue sicuramente altri dinamismi anche perchè il riscaldamento è iniziato da circa 30 anni. Insomma siamo alle solite questi “ricercatori” non sanno neppure interpretare i dati del passato, figuriamoci se sono in grado di costruire un modello predittivo!

    • donato

      Sono restato un po’ sconcertato dalla parola ricercatori tra virgolette. 🙂
      Successivamente ho cercato di approfondire la questione, ma mi restano molti dubbi. Se ho capito bene i 2 km annui devono intendersi riferiti alla ricolonizzazione che si è avuta in Europa nel post-glaciale e NON all’avanzamento della “linea degli alberi” nelle zone artiche. In altre parole il tasso di avanzamento della linea della taiga non è mai stato di 2 km/anno. In parole povere o il dr. Rees ha preso una cantonata citando i 2 km all’anno, oppure la cantonata l’hanno presa coloro che avevano previsto un’avanzamento di 2 km/anno della taiga e Rees ha messo le cose a posto. Quale delle due “opzioni” è quella corretta, secondo lei?
      Potrebbe anche darsi che abbia frainteso completamente il problema. In tal caso una sua opinione sarebbe oltremodo gradita!
      Ciao, Donato.

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