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Ma i morti di Panama non ci hanno insegnato nulla?

La storia della costruzione del canale di Panama è segnata dalla strage di migliaia persone morte a causa della mancanza di sicurezza nei cantieri, ma soprattutto a causa delle malattie tropicali contratte durante i lavori.

Il progetto iniziale del 1875 fu dei francesi, ma fallirono nell’impresa sia Ferdinand de Lesseps, già costruttore del Canale di Suez, sia Gustave Eiffel. Uno tra i motivi più importanti del fallimento fu l’incapacità di controllare e limitare l’insorgenza delle malattie tropicali, soprattutto delle febbri trasmesse dagli insetti pungitori cioè: malaria, febbre emorragica, febbre gialla etc. Morirono 22.000 persone tra tecnici e operai per lo più provenienti dal caribe, una vera ecatombe.

Riuscirono invece nell’impresa gli americani ma non prima di aver pilotato un colpo di stato che rese l’area dello stretto di Panama stato indipendente dalla Columbia, che si opponeva al progetto e alla successiva gestione americana dello stretto. La priorità degli americani all’inizio dei lavori, nel 1914, fu quella di rendere Panama un luogo salubre. A questo penso’ un ufficiale americano che iniziò una colossale opera di bonifica delle paludi intorno ai cantieri e di disinfestazione con sostanze chimiche molto tossiche nebulizzate in tutta l’area e in continuazione; mise le zanzariere ai letti e fece coprire gli operai con indumenti a maniche lunghe.

Durante gli anni del tentativo francese la conoscenza delle malattie tropicali era quasi nulla, sebbene già nel nel 1712 Giovanni Maria Lancisi intuì il coinvolgimento delle zanzare nella diffusione della malaria e incoraggiò quindi la bonifica delle paludi nell’Agro Pontino. A fine 800, però, erano ancora radicate delle credenze erronee sul contagio. Fu solo nel 1880 che Alphonse Laveran, osservò per primo il parassita nelle cellule del sangue periferico umano delle persone che soffrivano di febbre malarica, scoperta che gli valse il Nobel. Successivamente, nel 1885, Camillo Golgi (anche lui vinse il Nobel nel 1906) dimostrò l’associazione tra periodicità delle febbri malariche e il ciclo del plasmodio e, nel 1898, Giovanni Battista Grassi identificò il vettore della malaria nelle zanzare Anopheles, ottenendo la prima trasmissione sperimentale.

Purtroppo i francesi a Panama non bonificarono le paludi, ma misero in atto una soluzione che si rivelò catastrofica. Credendo che le malattie fossero trasmesse dagli insetti striscianti (scarafaggi, scolopendre, formiche ecc.) immersero i piedini dei letti in tazze d’acqua, pensando di evitare il contagio notturno. Fu invece in queste tazze dove l’acqua stagnava per dei mesi che si moltiplicarono le larve delle zanzare che li sterminarono.

Come spiegato più volte la diffusione delle malattie tropicali non dipende tanto dal riscaldamento climatico come dichiarato dal catastrofismo dell’IPCC, quanto dalla bonifica delle paludi e dalla disinfestazione. Senza quelle avremmo la malaria in mezza Europa . Infatti si sono riscontrate nei secoli scorsi ( più freddi di ora) epidemie di malaria in Svezia e in Siberia e di febbre emorragica a Philadelphia.

La storia raccontata nel documentario “Il Canale di Panama” su History channel è l’esempio perfetto che quando si sbaglia la diagnosi di un problema per mancanza di conoscenza, la soluzione al problema non solo è inefficace ma potrebbe essere addirittura dannosa. Lo stesso si può affermare per la mitigazione climatica con la riduzione delle emissioni: essendo le forzanti naturali sottostimate e quelle antropiche sovrastimate come già visto qui le proiezioni non possono essere attendibili, quindi nessuno può sapere davvero se i cambiamenti climatici nei prossimi 100 anni saranno effettivamente dannosi. Inoltre la riduzione delle emissioni mitiga ben poco se le forzanti dominanti sono altre.

Purtroppo sono in molti a credere che ridurre le emissioni sia comunque un bene a prescindere dalla reale mitigazione climatica, ma è un errore grave di valutazione.

“ Anche se la teoria del riscaldamento globale antropogenico fosse sbagliata, riducendo le emissioni avremmo fatto comunque una cosa giusta in termini di politica economica e di politica ambientale”

Questa è una frase detta dall’allora T. Wirth sottosegretario di stato Usa per gli affari globali.

Non si deve confondere la riduzione delle emissioni con il miglioramento delle politiche energetiche e ambientali che sono da perseguire a prescindere dalla mitigazione climatica e che solo in alcuni casi sono concomitanti.

Non si deve confondere la mitigazione con il miglioramento dell’efficacia energetica delle centrali o con la ricerca di fonti energetiche davvero alternative e magari rinnovabili: non c’è nulla di alternativo nelle centrali a sequestro di carbonio, e il nucleare, pur essendo l’unica vera alternativa, non è considerato rinnovabile e nemmeno pulito perché lascia le scorie.

Non si può confondere la mitigazione climatica con la lotta all’inquinamento: non c’è niente di pulito nelle bioenergie o nei biocarburanti da colture dedicate. Infatti i fumi della combustione sono inquinanti e i carburanti, i concimi di sintesi e i pesticidi usati per le colture non sono certo rinnovabili, e nemmeno puliti. Una vera beffa far credere che le bioenergie siano utili e necessarie: sono invece uno spreco di soldi e di terra che determina competizione alimentare. Sono cose dette mille volte, ma chi ancora confonde gli argomenti lo fa solo per distogliere l’attenzione dall’assoluta inefficacia della mitigazione climatica.

Tutto il catastrofismo climatico generato negli ultimi 20 anni tra cui l’allarme per l’aumento di malattie tropicali, morti per sete, per annegamento, per uragani, per colpo di calore etc, fino al delirante allarme di Hansen sull’estinzione dell’umanità, hanno come scopo la mitigazione climatica. Un climatologo che voglia essere preso sul serio dovrebbe anteporre ad ogni appello alla mitigazione climatica, l’efficacia di questa fantomatica mitigazione con la riduzione delle emissioni.

Quindi quanto ci è costato finora ridurre le emissioni? E quanti millesimi o milionesimi di grado °C abbiamo mitigato finora?

Quanti ne mitigheremo con la 20 20 20?

Perchè se i climatologi non mettono bene in chiaro l’assoluta inefficacia di mitigazione nel ridurre le emissioni, non solo diventano complici della più grande ecotruffa del mondo, ne diventano artefici!

“La pretesa di correggere il riscaldamento globale, con la riduzione delle emissioni umane, è paragonabile al tentativo di raggiungere la luna, salendo su uno sgabello”.
F.Battaglia

Al riguardo vi rimando ad un articolo del corriere della sera del 31 marzo 2012 molto pragmatico “Il costo dell’energia verde“. Un breve estratto:

“l’energia verde costa, a tutti, più del petrolio. Le stime: nel 2012 il conto per la «promozione della produzione di energie da fonti rinnovabili» potrebbe salire dai 7,2 miliardi del 2011 a 10,4 miliardi di euro. Nel 2012 andranno al solo settore fotovoltaico 6 miliardi di euro, una cifra del 50% più alta rispetto a un anno prima.”

…e tutto questo per niente!

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Published inAmbienteAttualitàClimatologia

9 Comments

  1. Carole Massagrande

    Un tempo i bimbi andavano a ripulire i boschi e portavano alla loro mamma la legnetta secca per riuscire a portare ad ebollizione l’acqua per la pasta. Le campagne abbandonate abbondano in tutta Italia. Ogni albero ha dei rami morti che si possono spezzare senza motosega. Lo potremmo chiamare wood hunting. Ora i bimbi non conoscono nemmeno il loro territorio ed il terrore infuso nelle madri fa sì che, a detta dei panai, solo qualche bimbo straniero vada a comprare il pane: per loro il lock down è “pane” quotidiano come per le persone anziane che invece un tempo, sedute davanti all’uscio, restavano in contatto con la loro realtà.
    Grazie ad una pubblicità stile bombardamento a tappeto tutti si sono infognati col pellet. Ne ho visto addirittura nelle case in mezzo ai boschi con la legna che ti cade in mano. Il che vuol dire esser dipendenti dalla corrente e morir di caldo perché non la si può fermare… Una follia.
    Un inventore di Bolzano mi ha insegnato ad utilizzare i ponti termici positivi posizionando negli angoli dei minuscoli fornelli di ceramica o di coccio o di metallo ( si inventano con ciò che si ha a disposizione ). Occorre cominciare prima che i muri ed i pavimenti, ossia la massa, si raffreddi: a settembre, in Trentino o nel Veneto . Con una decina al massimo di tea lights candeline da quattro ore della Lidl o otto ore della Prices con la base in alluminio, son riuscita da dieci anni a sta parte a riscaldare ambienti immensi con un paio di euro al dì. Così pure la mia auto /casa anche sotto zero quando ho dovuto scappare per due anni nei boschi per fuggire all’ecomafia. Ciò che salta agli occhi in Italia è la quantità di vedove che vivono in case che un tempo ospitavano famiglie patriarcali: autentiche caserme. Totalmente inadatte ad una sola persona. Opto per il piccolo è bello. Poi penso che un po’ più di amicizie permetterebbe a quelli del sud di ospitare quelli nord d’inverno e viceversa d’estate. Per quanto riguarda le nazioni un’amica vedova svedese al primo ottobre è già a zero gradi. Nel Regno delle due Sicilie non dovrebbe “bruciare”metà pensione per scaldarsi… Per quanto riguarda la salute (amo le soluzioni semplici a costo zero) contattatemi. Da poliglotta ho raccolto le soluzioni popolari più efficaci per rimettersi in sesto oltre al sapere d’oltre cortina che ci viene nascosto perché metterebbe in crisi tutto l’impero farmaceutico per la sua grande efficacia con alimenti semplici, straordinari nello stimolare il sistema immunitario se associati… Scoperta che risale a cinquant’anni fa… Uno dei miei obiettivi è di distruggere l’industria del malato. carolamassagrande@gmail.com

  2. Guido Botteri

    Grazie a tutti per i graditissimi auguri. Spero di tornare al meglio tra qualche giorno. Mi piacerebbe assistere alla conferenza di Donato, tantissimo !

  3. donato

    A proposito di “energie verdi” vi devo raccontare un aneddoto molto particolare. L’altro giorno sono stato “invitato” dal mio Dirigente scolastico ad offrirmi “volontario” per partecipare, quale referente della scuola in cui insegno, ad un progetto. Essendo l’unico ingegnere in servizio mi è stato chiaramente fatto capire che, rifiutare l’offerta, non rientrava tra le alternative possibili. Fino a qui niente di male. Il problema è che il progetto, in collaborazione con l’Amministrazione Provinciale, prevede l’installazione di pannelli fotovoltaici sul tetto dell’edificio scolastico (a spese della Provincia, proprietaria dell’immobile)! Il mio compito dovrebbe essere quello di illustrare agli alunni, udite, udite, i vantaggi dell’energia solare fotovoltaica! 🙂
    Mi ci vedete a decantare i vantaggi del fotovoltaico agli alunni?
    Dopo aver tentato in tutti i modi (invano) di defilarmi, ho dovuto accettare per forza!
    Neanche Dante Alighieri sarebbe riuscito ad applicare la “legge del contrappasso” in modo così crudele! 🙂

    p.s.: Mi sa, però, che dopo aver ascoltato quello che ho da dire sul fotovoltaico, qualcuno si pentirà della scelta! 🙂
    Ciao, Donato.

  4. donato

    Proprio oggi mi chiedevo come mai i commenti di Guido Botteri si erano diradati negli ultimi tempi. Mi dispiace moltissimo per l’intervento, ma, come si suol dire, tutto è bene quel che finisce bene. Ciao Guido e, mi raccomando, torna presto! Un abbraccio.
    Ciao, Donato.

    • francesco salvadorini

      Aggiungo ai precedenti, i miei auguri di pronta guarigione a Guido Botteri.
      In bocca al lupo e buona convalescenza.
      Cordiali saluti, Francesco

  5. claudio

    OT:
    ne approfitto per salutare un amico di CM: il Guido Botteri, che è in convalescenza dopo un delicato intervento chirurgico.
    “Guido stai sereno che la nuttata è passata, ti aspettiamo per un abbraccio”

    • Maurizio Rovati

      A presto Guido Botteri! Ti aspettiamo con un sorriso ed un abbraccio.
      Maurizio.

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