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Sempre la stessa storia…

Premetto che ho dedicato alla ricerca sul web sull’argomento di questo post non più di dieci minuti. Se fossero stati di più probabilmente avrei trovato anche molto altro, ma direi che basta. Sì, basta perché non se ne può più. E’ decisamente ora di liberarci di questi ciarlatani, di questi spargitori di allarme, di questi venditori di fumo.

Potremmo cominciare dal 2001, con questo articolo del National Geographic:

Penguin Decline In Antartica Linked To Climate Change

Oppure fare un salto nel 2007, dove da Science Daily riceviamo notizia di una ricerca del WWF:

Penguin in peril as climate warms

O magari andare al 2008, dove sempre da Science Daily e sempre dal WWF apprendevamo che:

Climate Change To Devastate Or Destroy Many Penguin Colonies

Capito? Pinguini in pericolo, colonie devastate e distrutte, pinguini in drastico calo. Specie minacciata, specie in estinzione, mannaggia al clima, mannaggia ai combustibili fossili, mannaggia all’effetto antropico.

Ma, come volevasi dimostrare, nessuno li aveva mai contati. Cioè, lo avranno anche fatto, chissà quanti bei soldini sono stati spesi in spedizioni per tirar fuori queste perle di saggezza.

E oggi?

Oggi scopriamo che la popolazione dei Pinguini Imperatore è più del doppio di quanto si pensava che fosse. Ecco qua, ironia della sorte, sempre da Science Daily:

Twice as Many Emperor Penguins as Thought in Antarctica, First-Ever Penguin Count from Space Shows

Il doppio. E sulla base di cosa ci hanno torturato di allarmi fino a ieri?

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Published inAmbienteAttualità

10 Comments

  1. Simone

    Egr sig Botteri,
    penso di si, parliamo proprio due lingue diverse. Ho forse paragonato i modelli a Dio e messo in relazione il calo demografico dei pinguini con la diminuzione dei ghiacci antartici? Lei ha scritto: “Secondo voi (voi chi? a quale categoria si riferisce?), sarebbe causato dalla diminuzione dei ghiacci antartici, che invece sono aumentati, rispetto al 2007”…..Mai pensato, detto e scritto, anzi ho scritto che le popolazioni note e studiate da oltre 5 decadi sono in calo dagli anni 70, quando ancora non si parlava ne di cambiamenti climatici ne di estensione/diminuzione dei ghiacci, e quest’ultimo fattore non era ne correttamente considerato ne rappresentava un dato disponibile e utilizzabile. Più precisamente, ho citato i 4 principali parametri utilizzati, insieme ad altri, in ecologia delle popolazioni e nei modelli demografici di crescita.
    Paradossale ironizzare sui modelli, che sono alla base della moderna meteorologia e climatologia, ovvero i due principali argomenti di codesto blog. I modelli, con tutti i loro margini di incertezza, non meritano solamente quando avvalorano le proprie convinzioni per poi gettarli nella spazzatura quando accade l’opposto. Nessun miracolo della scienza signor Botteri, essi sono parte integrante del metodo scientifico e con i loro limiti e con alcune forzature (verissimo che ci sono, ma credo non sia questo il caso), sono necessari per comprendere e per capire.
    Inoltre, le dinamiche di una popolazione dell’Antartide o dell’Artide che sia, non dipendono unicamente dalle fluttuazioni della superficie del ghiaccio, e questo vale anche per i pinguini Imperatore, quindi cosa c’entra il fatto che “dal 2007 la superficie ghiacciata è aumentata” non mi è chiaro per nulla. Non esiste un solo studio che prenda in considerazione questo fattore isolato, semmai considerano il clima nel suo complesso e soprattutto le variazioni di temperatura.

    Come è possibile che la popolazione continui a calare? Immagini un grafico ove sull’asse y delle ordinate vi sia il numero totale di individui, e sull’asse delle x delle ascisse il tempo. Immagini un grafico in discesa. Quando vengono censiti nuovi individui, che succede al grafico? Viene dislocato praticamente verso l’alto, la pendenza non cambia, il trend pure, rimanendo invariati i tassi di natalità e di mortalità della specie. Matematica semplice ed elementare.
    Se non cambiano i fattori limitanti la crescita/decrescita, il fatto di aver censito 39 colonie invece di 46 non cambia nulla, poiché in questo caso il numero complessivo degli individui non è un fattore limitante la crescita/decrescita della popolazione.
    Ovviamente non si è giunti alle attuali conclusioni in questo modo, ma ripeto, secondo normali modelli applicati in moltissimi campi della statistica, dall’economia alla demografia.
    Quali sono i modelli? Negli anni ne sono stati proposti moltissimi, tuttavia sono due gli approcci principali: modelli parametrici, ove è indispensabile stimare dei parametri, e modelli statistici non parametrici ove si è svincolati dalla stima dei parametri.
    In molti studi recenti e meno recenti, si è fatto riferimento a dataset che sono disponibili, per alcune zone dell’Antartide, sin dal lontano 1962, integrati a modelli parametrici che considerano una serie di fattori (parametri) gia citati, come il numero di individui maturi, individui non maturi, classi di età, tasso di mortalità ecc…utili per la stima dei tassi di crescita/decrescita. Tra i tanti ricordo il vecchio tag recobvery, il modello Jolly-Seber , Fisher ecc…Inutile credo, fare un elenco dei modelli, che spesso cambiano per piccoli accorgimenti, ma chi avesse intenzione di approfondire l’argomento, consiglio The principles and practice of statistics in biological research, di Sokol et al. 1995, al quale molti ecologi si sono ‘ispirati’.

    In un recente studio è utilizzato un metodo non parametrico noto come Metodo Monte Carlo, che come noto, pur non avvicinandosi nei risultati a quelli previsti dal sommo creatore, presenta margini di incertezza via via migliori quanto maggiore è il numero delle variabili e la complessità del problema.
    Ma voglio aggiungere una cosa apparentemente banale, di ogni popolazione non è mai possibile avere una conoscenza esaustiva e, anche con immagini satellitari ad alta definizione non è possibile suddividere gli individui in classi di età, sesso, ecc..Se volessimo per esempio stimare il trend di crescita/decrescita degli abeti canadesi, sarebbe necessario contarli? Assolutamente no, chi potrebbe farlo? Ecco perchè nei modelli parametrici una popolazione è considerata infinita, non in senso assoluto, ma nel senso che lo è per quanto concerne la nostra capacità di misurazione, ovvero non è possibile attuare un modello basato sul numero reale degli abeti. Ecco che si ricorre a sottoinsiemi che in statistica sono detti campioni. La statistica e i modelli sono semplici, ma se non li si conosce si rischia ugualmente di parlare a sproposito.

    Signor Guidi, le stime rimangono valide sino a quando non subentrano dei fattori detti limitanti, ovvero, nel caso specifico dei pinguini Imperatore, dei fattori che alterino il tasso di natalità e quello di mortalità; purtroppo, il fattore ‘numero totale di individui’ come spero di aver chiarito, non rappresenta un fattore limitante e non incide ne sul tasso di natalità ne su quello dei decessi, perchè il gioco della crescita (o del declino) è tutto qui, ovvero se i nuovi nati sono in grado di rimpiazzare (o meno) chi passa a miglior vita, indipendentemente dal numero iniziale di individui.
    Quello che cambia, è il solo fattore tempo, se declino deve esserci, il collasso avverrà un pò più tardi.
    Mentre stavo scrivendo, mi è tornato alla mente un caso simile, quello dei merluzzi dei Grand Banks; all’epoca si discusse allo stesso modo, in un contesto ovviamente ben diverso da questo. Il DFO (Canada’s Department of Fisheries and Oceans), ostacolò a tal punto le conclusioni di uno sparuto gruppo di ecologi, molto bravi e che misero in gioco le proprie carriere, solo perchè le loro stime sui campioni (non sulla popolazione) appunto, erano avvolte da un grado di incertezza statisticamente considerato troppo alto. Proposero al DFO le stesse argomentazioni e spiegarono che, anche supponendo la popolazione doppia o tripla, sarebbe comunque collassata, forse solo un poco più tardi. E infatti, le popolazioni di merluzzi collassarono.
    Spero di essere stato un poco più chiaro ….spero!!!

    • donato

      Simone, se ho capito bene il senso del suo discorso il trend di crescita della popolazione di pinguini Imperatore, determinato per via statistica, è negativo. In altre parole, assunto un campione statisticamente significativo della popolazione di pinguini Imperatore dell’Antartide, si è verificato che, nel medio termine, la popolazione tende a decrescere. A questo metodo statistico ne sono stati associati altri che, partendo da presupposti diversi, hanno portato alle stesse conclusioni. Poiché i pinguini sono un “fatto materiale” il riscontro sperimentale è possibile: contando le unità di alcune colonie campione si può dimostrare la bontà delle previsioni statistiche. Il tempo a disposizione (quarant’anni circa) ha consentito, credo, di verificare abbondantemente le previsioni dei modelli matematici. Due dubbi, però, mi rimangono. Il primo riguarda la possibilità che nelle nuove colonie scoperte il tasso di crescita sia diverso da quello delle colonie conosciute. Potrebbero, infatti, esistere delle condizioni ambientali diverse che invece di favorire la diminuzione del numero di pinguini potrebbero farlo aumentare. A questo primo dubbio, infine, è strettamente legato il secondo: perché il tasso di crescita dei pinguini Imperatore è negativo? In altre parole mi piacerebbe conoscere la sua opinione circa le cause che determinano la decrescita della popolazione dei pinguini Imperatore. Da quello che mi risulta, infatti, anche i pinguini di Adelia sembra che tendano a diminuire in modo anche più spiccato di quelli Imperatore. Dalle poche notizie in mio possesso, il loro declino è imputato al “cambiamento climatico” inteso come conseguenza del riscaldamento globale. A me la cosa sembra piuttosto semplicistica e riduttiva. Approfitto della sua competenza per saperne qualcosa in più (sempre che lei sia disponibile, ovviamente).
      Ciao, Donato.

    • Guido Botteri

      Egregio Simone, innanzitutto grazie per la risposta.
      Le avevo dato del tu, come si usa di solito in internet, ma se preferisce il Lei, mi adeguo.
      Ho capito il suo ragionamento, si tratta ora di sapere (lo dico per me) se il numero doppio di pinguini sia conseguenza di un conteggio migliore delle stesse colonie, o della scoperta di colonie non conosciute prima.
      Vede, io sono convinto che il movimento ambientalista ci marci su questi allarmi, esagerandoli e dandone interpretazioni arbitrarie.
      Quando si dice che gli orsi polari si sarebbero ridotti a cinque mila, e che starebbero diminuendo, per colpa dell’AGW, e quindi dell’uomo, e dopo vari anni si scopre che sarebbero tra i venti e i venti cinque mila, cosa dovremmo pensare ?
      Quel dato iniziale che fu usato per condizionare la gente, traendone enormi profitti, sia di immagine, che politici ed economici, era vero o falso ?
      Se era vero, allora gli orsi non sono in pericolo, visto che sono aumentati.
      Se era falso, bisognerebbe capire se fu dato quel dato falso in buona o in mala fede. Del resto vari guru ambientalisti hanno detto o scritto che sarebbe lecito mentire per rendere più efficace il discorso. Non mi sorprenderebbe dunque che quel dato (e altri analoghi) fosse volutamente falso (“esagerato”, se preferisce).
      Nei due casi, il movimento ambientalista non ci esce bene, perchè ha lanciato allarmi sulla base di dati falsi, per incapacità di disporre di dati attendibili, o per pura malede, e la conseguenza di questi allarmi (non mi riferisco solo agli orsi o ai pinguini) ha creato danni immensi all’umanità, crisi economiche, povertà, che è il vero stragista dell”umanità e uccide molta più gente.
      Con l’aggravante, a fronte di dati falsi, di atteggiamenti arroganti e fascisti verso chi dubitava di quei dati falsi. Dico questo perché dare del “negazionista” a chi dubita di dati che alla lunga si son rivelati falsi, è per me un atteggiamento assolutamente antidemocratico ed intollerabile. E, per inciso, è la ragione che ha spinto me a trascurare altri studi per interessarmi di questi problemi.
      Quando le conseguenze sono di grande importanza, e la faccenda del presunto ruolo trainante dell’AGW lo è, NON è perdonabile fornire dati falsi. Anche se si trattasse di un errore in buona fede.
      Se condannassero una persona a morte, basterebbe dire “scusate, ci siamo sbagliati, era innocente” ? No, assolutamente no. Un errore va giudicato anche per le sue conseguenze !
      Va di moda accusare il progresso di tutto (parliamoci chiaro, è questo l’obiettivo di certe lobby, fermare il progresso), e quindi anche dei pinguini si dà la colpa all’AGW. Poi si scopre che i dati non sono quelli. Male.
      Non so di cosa si occupi Lei, ma nel mondo comune l’idea che si percepisce e che viene spinta dai media (con megafoni per ogni evento favorevole e tacendo su quelli sfavorevoli) è che i pinguini starebbero diminuendo per colpa del riscaldamento globale e dello scioglimento dei ghiacci. Cosa che evidentemente è assolutamente falsa.
      Lei, dunque, potrebbe e dovrebbe alzare la voce per chiarire i veri termini della questione.
      Altrimenti la sua testimonianza, per quanto apprezzabile, sembrerebbe solo voler giustificare l’ingiustificabile.
      Non so se sono stato chiaro, voglio dire che se é falso che lo scioglimento o meno dei ghiacci c’entri con le vicende della popolazione dei pinguini, più che a noi, dovrebbe dirlo a quelle organizzazioni ambientaliste che di questa, e altre, falsità ne hanno fatto una bandiera.

  2. Simone

    Egr sig Guidi, mi hanno segnalato questo post, ammetto con una certa insistenza, per far luce sulla questione. Onde evitare di essere accusato, come gia successo (non qui, ovviamente), di fare pubblicità al sito per cui scrivo, ometto link e quant’altro. Mi permetto innanzi tutto di scrivere che 5 minuti sono pochi per affrontare un problema di ecologia di popolazioni. Vero che i dati sulle popolazioni antartiche sono frammentati, non è molto semplice (ne economico) redarre un progetto per censire i pinguini (è costoso persino un piano di fattibilità, almeno in Italia, perchè come scrive, sono tanti, troppi, gli “affamati”), e i dati ottenuti negli ultimi anni sono il risultato di “integrate date” provenienti da più studi, alcuni concertati altri indipendenti.
    Di fatto, la popolazione di pinguino Imperatore rimane in calo (è un trend negativo e costante dal 1970), per ragioni assai semplici: quando si scopre una nuova colonia, si inseriscono negli stessi modelli di previsione, il numero di individui e il tasso di riproduzione, oltre che quello delle nascite e di mortalità ad essi associati (sono dati noti da decenni), fatto tutto questo emerge, senza sorprese, che i modelli danno esattamente lo stesso responso di prima poiché (aggiungo), il fatto che una popolazione sia in calo, e questa è statistica elementare, non ha alcuna relazione con in numero totale di individui. Possono essere anche 2 miliardi, ma rimanere in calo costante. Poi il problema delle estinzioni è correlato anch’esso al numero di individui e alla loro presenza in un determinato territorio, alla loro fitness ecc…, ma qui subentrano molti, troppi fattori e si fa prima a concludere che la specie in oggetto, al momento non corre tale pericolo, di fatto però, rimane in calo demografico. Quindi nessuno scooop (tre vocali valgono più di due), nessuna contraddizione.
    Lo avevo gia scritto, purtroppo un blog interessante come questo sta dirigendosi verso tesi e antitesi, e dispiace, anche perchè in lingua italiana sono pochi coloro che si contrappongono a interessi e meccanismi di pseudoassociazioni ambientaliste dalle borse piene di dollari, che puntualmente mettono nel calderone i cambiamenti climaticie in relazione con tutti i mali del mondo.
    Per concludere, è stata scoperta una nuova colonia di pinguino Imperatore, il numero di individui totali censiti è raddoppiato, la popolazione tuttavia, secondo i modelli attuali, rimane in calo.
    Simone

    • Simone,
      innanzi tutto grazie per il contributo, nel corso del quale avresti potuto tranquillamente postare il link dell’area con la quale collabori. Non è un problema di pubblicità, si tratta di semplice scambio di informazioni.
      Ciò detto, so perfettamente che i minuti dedicati alla stesura di un post non sono certamente sufficienti ad esaurire questo argomento, ed è la ragione per cui l’ho scritto. Tuttavia vorrei che ci spiegassi meglio la situazione. Hai parlato di costi e di difficoltà a censire delle popopazioni animali così numerose e in posti così impervi. So di cosa parli perché da quelle parti ci sono stato ed ho visto dei ricercatori al lavoro anche sulle popolazioni di questa specie. Però ci parli di modelli, ovvero di stime, che indicano la diminuzione del numero. Mi chiedo e ti chiedo: ma se la popolazione “osservata” raddoppia, come può essere quella stima ancora valida? E se c’è (o c’era) una così grande incertezza sulla consistenza della popolazione, come può essere accettabile (ovvero con accettabile margine di errore) un eventuale trend della consistenza?
      Era ed è questo il senso del mio post.
      Ti offro perciò la possibilità di approfondire per noi. Le pagine di CM sono a tua disposizione.
      Fammi sapere.
      gg

    • Guido Botteri

      Simone, forse parliamo due lingue diverse, perché stento a capire il senso del tuo discorso. Attendo fiducioso tue spiegazioni che illuminino il buio della mia comprensione. Se si trovano più esemplari di quanti previsti, basta forse far girare dei modelli ad hoc perché risultino in diminuzione ? Miracolo della scienza o trick ben congegnato ?
      Vedi, a me pare che manchino anche le condizioni logiche, secondo la vostra teoria, perché la popolazione di pinguini diminuisca. Secondo voi sarebbe causato dalla diminuzione dei ghiacci antartici, che invece sono aumentati, rispetto al 2007.
      Allora, da dove verrebbe fuori questo calo ? Dai modelli ? E poi qualcuno li conta, e trova un dato diverso, ma può mai la realtà prevalere sui modelli ? Ma chi sono questi modelli, Dio ? Chi l’ha progettati, un essere soprannaturale ed infallibile ?
      Aspetto la tua spiegazione.

  3. Guido Botteri

    Dunque un mito ambientalista si rende conto di aver esagerato nell’estrapolare, e che non ci sia in realtà tutto questo allarme.
    Gli errori, si sa, sono umani. Però, quando determinano grossi danni non sono così facili da perdonare (se ne ricordino coloro che ancora non hanno capito che il vento sta cambiando). A onore di James Lovelock resta però il fatto che comunque, in questo momento, dire verità scomode è, appunto, assai “scomodo”. Lo sanno bene gli scettici che si trovano spesso aggrediti, derisi, insultati, denigrati per la loro propensione ad usare la propria testa.
    Se e quando sarà chiaro a tutti che l’allarme climatico è stato esagerato, che ne sarà dei manicomi in cui avrebbero voluto internare noi scettici, e delle case degli scettici che avrebbero voluto bruciare, e di tutte le violenze che la fanatica convinzione spingeva, ed ancora spinge, senza un’adeguata prova delle proprie idee ?
    Basterà loro dire tranquillamente:
    “scusate, ci siamo sbagliati” ?
    Perchè tutto torni come prima, come se niente fosse, e senza che nessuno faccia ammenda e vergogna delle proprie esagerazioni ?

  4. Piero Iannelli

    Pare che i poveri pinguini stirano le zampette comunque per il “CLIMA”..

    17 giugno 2010: 500 pinguini africani muoiono per il “F-R-E-D-D-O” a causa dell’ondata glaciale che ha toccato la Provincia del Capo orientale in Sud Africa 500 African penguins freeze to death in South Africa

    http://www.allvoices.com/contributed-news/6086915-500-african-penguins-freeze-to-death-in-south-africa

    E’ comunque assodato che il FREDDO è provocato dal CALDO?..

    🙂

    Dunque leggiamo che al Polo Nord si sciolgono i ghiacci artici e l’Europa intera è sotto i ghiacci cattivi.

    Il freddo polare sarebbe determinato dagli effetti dell’anidride carbonica Recenti studi hanno spiegato che il freddo polare di questi giorni è dovuto allo scioglimento dei ghiacciai del Polo Nord
    http://www.ecoo.it/articolo/il-freddo-polare-sarebbe-determinato-dagli-effetti-dell-anidride-carbonica/19287/

    SORPRESA !
    Le temperature dell’Artico sono le più basse dal 1996
    http://www.meteoit.it/le-temperature-dell%e2%80%99artico-sono-le-piu-basse-dal-1996/

    Comunque si stanno “SCIOGLIENDO”..anzi incartando, non i ghiacci ma i troppi SALVAPIANETA in servizio permanente effettivo.

    ROTTURA: James Lovelock fa marcia indietro in caso di allarme clima
    MSNBC riporta che la mancanza di aumento di temperatura negli ultimi 12 anni ha convinto ambientalista James Lovelock (ipotesi Gaia) che l’allarmismo climatico non era giustificato.
    http://wattsupwiththat.com/2012/04/23/breaking-james-lovelock-back-down-on-climate-alarm/

    Speriamo ci possa ripensare anche sulla sua auspicata “VERDEGNOLA DITTATURA”:

    La Stampa 30/03/2010: Lovelock annuncia che l’uomo è troppo stupido e occorre sospendere la democrazia

    http://francesco-word.blogspot.com/2011/01/dittatura-scientifica-e-superstizioni.html

  5. Maurizio Rovati

    In un documentario BBC si asseriva che il numero delle balene (azzurre) è diminuito, a seguito della caccia, di un ordine di grandezza, da 10^5 a 10^4.
    Poi si aggiungeva che il krill di cui si nutrono i cetacei era (forse) in calo a causa del GW… mettendo in pericolo la sopravvivenza delle balene, che però attualmente dovrebbero avere una grande sovrabbondanza di cibo essendo molto meno numerose di un secolo fa, o no?

    Un altro documentario sul canale DTV DMAX avrà ripetuto 100 volte la frase “a causa del surriscaldamento globale…” e via con le peggio catastrofi, attuali e future. Un vero Lavaggio del cervello!

    Questi o non ci sono con la testa o pensano che siamo tutti scemi, non vedo alternative.

  6. Non trarre conclusioni troppo azzardate. Magari scoprono che il riscaldamento globale provoca fenomeni ottici per cui i satelliti vedono doppio quando fotografano i pinguini.

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