Salta al contenuto

Abbasso il nucleare (epic cit.)

Poche settimane fa è stato celebrato l’anniversario del terribile terremoto cui è seguito un devastante tsunami che ha colpito e messo in ginocchio una regione del Giappone. In un assurdo susseguirsi kafkiano degli eventi, i morti per il terremoto e lo tsunami sono stati presto dimenticati a causa delle esplosioni presso il reattore nucleare di Fukushima. Da quel momento in poi, si è parlato solo di radiazioni. Oggi non vogliamo parlare di tutte le polemiche sortite da quell’evento, piuttosto vogliamo porre l’attenzione sul fatto che, ad un anno di distanza, il Giappone abbia spento tutti i propri reattori nucleari.

In molti hanno gioito per questa decisione, ma per motivi diversi. In Giappone la gente se l’è (giustamente) fatta addosso e ora festeggiano la fine del loro “incubo” nucleare. In Occidente invece gli ambientalisti stanno facendo le danze di gioia perchè vedono un movimento più ampio contro il nucleare. Prima la Germania, poi il Giappone e domani chissà.

Sia ambientalisti (occidentali) che giapponesi, però, non stanno per fare un buon affare e tra poco capiremo perchè.

La cronaca, innanzitutto. Il Giappone ha spento tutti e 50 i reattori per una serie di ispezioni ordinarie, al termine delle quali non verranno riavviati. Il governo sostiene che tuttavia potranno essere riavviati all’occorrenza in futuro, ma senza una specifica programmazione. Senza il nucleare, il Giappone ha smantellato il proprio mix energetico, togliendo una fonte di certo contestatissima ma, ed è innegabile, a bassissime emissioni di CO2.

Dal momento che il Giappone ha potuto contare da sempre sulla affidabile corrente generata da reattori nucleari, si è potuto permettere di trascurare le fonti rinnovabili. Oggi il Giappone conta un 9% da fonti rinnovabili (come gli USA) e la maggior parte di questo 9% è costituito da fonti idroelettriche.

In Giappone hanno le idee un po’ confuse ancora, ma hanno comunque capito che bisognerà lavorare molto sul lato dell’efficienza energetica e inoltre verrà reso obbligatorio l’acquisto di corrente da fonti rinnovabili, tramite una tariffa feed-in. Stanno per entrare anche loro nel club di quelli che la corrente la pagheranno carissima. E infatti il governo teme che tutto questo possa avere un riflesso negativo sulle attività industriali. Come dargli torto.

Tanto per fare una sbirciatina in Italia, si pensi alla moria di aziende per il conto energetico troppo salato.

Torniamo al Giappone. I tecnici del governo stanno mettendo a punto un nuovo mix energetico che verrà proposto entro l’estate. Fino ad allora, per supplire alla mancanza del nucleare, stanno importando quantità colossali di gas e petrolio.

Ma non è finita qui. Se da un lato il conto energia del Giappone è destinato a schizzare alle stelle (senza il nucleare) dall’altro lato è condannato ad abbandonare per un bel po’ le proprie velleità di raggiungere i target di emissione secondo Kyoto. E dire che il Giappone, proprio grazie al nucleare, ce l’aveva fatta! Adesso sta emettendo il 15% in più dei livelli fissati da Kyoto al 1990. Quindi non se ne parla affatto di raggiungere la riduzione del 25% (rispetto al 1990) promessa durante il summit di Copenhagen.

E quindi, evviva! Siamo senza il nucleare (in Giappone) ma:

1) i giapponesi dovranno abituarsi a pagare una valanga di soldi per installare e ripagare le energie rinnovabili prossime venture;
2) gli ambientalisti dovranno abituarsi al fatto che Kyoto finirà (ma intanto ci era già finito) nel cestino.

Per concludere vi propongo una dichiarazione di Ulrich Benterbusch, direttore del Directorate for Global Energy Dialogue, che sintetizza perfettamente il concetto:

If you want to have something at a reasonable cost in terms of low carbon-emissions, then nuclear has to play a role. If you have more renewables in the mix, it’s going to be more expensive.

“Se desideri qualcosa a basse emissioni di anidride carbonica e che abbia un costo ragionevole, allora il nucleare deve essere contemplato. Se hai un maggior contenuto di rinnovabili nel tuo mix, allora sarà più costoso”.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inAttualitàEnergia

11 Comments

  1. “Quanti morti ha provocato il danno ai reattori giapponesi? Da quello che mi risulta nessuno. ”

    E’ quello che so anch’io. Quasi sicuramente qualcuno si sarà ammalato, oppure ha aumentato le probabilità di ammalarsi. Ma nessuno ci ha detto più niente. Eppure il messaggio all’epoca era chiaro: il personale eroico (eroico senza dubbio, a prescindere) che operava nei pressi del reattore era condannato a morire in poco tempo, come venticinque anni fa gli eroici pompieri di Chernobyl.

  2. donato

    Quanti morti ha provocato il danno ai reattori giapponesi? Da quello che mi risulta nessuno. Qualche tecnico è morto a causa degli effetti dello tsunami, ma di morti causati dalle radiazioni (direttamente ed indirettamente) non mi sembra che ce ne siano stati. Eppure, nell’immediatezza dell’incidente, sembrava che dovessero essere centinaia (stando ai resoconti dei giornalisti italiani comodamente alloggiati a Seoul)!
    Per il resto comincio a stancarmi di questa stucchevole ed infinita polemica tra chi sostiene che il petrolio ed il gas sono esauriti o in via di esaurimento, che il carbone produce troppa CO2, SOx, NOx, ecc., ecc., ecc., che il nucleare è pericoloso e che l’unica soluzione sono le energie alternative e chi, come me, dall’altra parte, ribatte che dobbiamo andarci cauti cercando di differenziare quanto più possibile il mix energetico di cui disponiamo senza rinunciare a nulla (fossile, nucleare ed alternative). Sono arrivato al punto da augurarmi che, dall’oggi al domani, vengano chiuse tutte le centrali a gas, a carbone, a petrolio e nucleari oltre alle raffinerie. Vorrei proprio vedere cosa succederebbe. Vorrei vedere come farebbero i treni, gli autobus, i camion a muoversi e rifornire i supermercati delle nostre città. E’ bastata una settimana di neve per esaurire le scorte alimentari e non solo. Basterebbero 48 ore di “deprivazione energetica” per far sparire dalla scena tutti coloro che cincischiano con decrescite felici, smart grid, green jobs, picchi di petrolio, gas, uranio e chi più ne ha più ne metta. Chi glielo spiega all’arrabbiato di turno che il cellulare non funziona più, che il tablet è un soprammobile e che la sera si resta a casa perchè le strade sono buie, i locali chiusi e la macchina non è utilizzabile perché manca la benzina? Niente più televisione, computer, riscaldamento e condizionamento, lavatrici, lavastoviglie, forno a microonde, acqua calda corrente. Niente più antibiotici, integratori e farmaci salvavita. Oh, felice ritorno allo stato primordiale dell’uomo!
    Poi, però, mi ravvedo e mi auguro che la parte razionale dell’uomo prevalga per cui continueremo ad utilizzare gas, petrolio, carbone, idroelettrico, geotermico ed atomo con un po’ di rinnovabili (anche se un po’ costose) perché fa chic e contribuisce a far crescere l’economia cinese. Da noi le fabbriche chiudono perché l’energia costa troppo? Quisquilie, tanto noi siamo il paese del sole, noi viviamo di “pane e cerase” che volete che ci importi di sviluppo e benessere. Salvo poi a scandalizzarci se gli imprenditori ed i disoccupati si suicidano perché non riescono a pagare le tasse, i contributi, gli stipendi o, semplicemente, perché non riescono a mantenere la famiglia. Certo non possiamo attribuire la responsabilità esclusiva alle energie rinnovabili, ma il concorso di colpa c’è.
    Ciao, Donato.

    • donato

      “Quanti morti ha provocato il danno ai reattori giapponesi?”

      Con questa domanda ci eravamo lasciati nel mese di maggio. Premesso che anche un solo morto ci dovrebbe far riflettere molto, oggi, probabilmente, possiamo cominciare ad azzardare una risposta. Secondo un dispaccio ANSA
      http://www.ansa.it/web/notizie/specializzati/energiaeambiente/2012/07/17/Fukushima-prima-stima-impatto-salute_7197310.html
      che si rifà ad un articolo pubblicato sulla rivista Energy and Environmental Science, sulla scorta di un modello matematico (ebbene si, anche in questo caso la risposta ce la da un modello matematico) elaborato da ricercatori dell’università di Stanford, il numero di persone che FORSE morirà a causa delle radiazioni emesse nell’ambiente dopo la catastrofe di Fukushima, sarà compreso tra 15 (quindici) e 1300 (milletrecento), mentre il numero di coloro che FORSE si ammaleranno di cancro sarà compreso tra 65 (sessantacinque) e 2500 (duemilacinquecento) persone.
      Ciò che mi lascia MOLTO perplesso è la forbice tra i due numeri (quello minimo e quello massimo): si tratta di due ordini di grandezza (circa). Che grado di affidabilità possono avere simili stime? Io credo poca. Se, però, mi sbaglio sarei felice che qualcuno mi correggesse indicandomi, ovvviamente, la natura dell’errore. Sembra assodato, comunque, che fino ad oggi non vi sono morti direttamente connesse alle radiazioni.
      E, per finire, un’ultima stima. I ricercatori di Stanford stimano in 600 (seicento) i morti causati dall’evacuazione conseguente ai problemi ai reattori di Fukushima. Tali morti riguardano, essenzialmente, malati cronici ed anziani e le cause, secondo il mio modesto parere, poco hanno a che fare con le radiazioni, ma dovranno essere cercate altrove. Sempre secondo la ricerca americana se nessuno fosse stato evacuato, alla fine, si sarebbero contati 245 morti dovuti alle radiazioni: l’evacuazione ha provocato più morti delle radiazioni!
      Il disastro di Fukushima ha aumentato il rischio che ognuno di noi corre durante la sua vita. Se non fosse successo sarebbe stato molto meglio, però è successo. Per questo dovremmo rinunciare a tutti i vantaggi che il nucleare ci offre? Non credo, ma è una mia opinione personale. Non credo, però che sia un’opinione del tutto peregrina e, per giustificarla, faccio ricorso ad una faccenda strettamente personale.
      Oggi ho fatto una visita medica e ho scoperto che, per ragioni genetiche, debbo considerarmi un “sorvegliato speciale” (da un punto di vista medico, ovviamente 🙂 ): la probabilità che, in futuro, possa sviluppare un tumore è circa 3 volte maggiore di quella di una persona normale. Che faccio comincio a disperarmi, mi chiudo in casa ed esco solo per recarmi a fare qualche accertamento diagnostico rinunciando a vivere o mi attrezzo per convivere con il rischio senza rinunciare al piacere di vivere? Certamente opterò per la seconda scelta. Non mi priverò di nulla e, nel contempo, conscio del rischio che corro, cercherò di prendere le opportune precauzioni in modo da poter affrontare nelle migliori condizioni la battaglia qualora, malauguratamente, la statistica dovesse essermi sfavorevole. Credo che questa scelta sarebbe la scelta della stragrande maggioranza di noi.
      In campo energetico (e non solo, purtroppo), invece, sembra che ogni cosa che aumenti di qualche frazione di punto qualche rischio debba essere messa al bando.
      Ciao, Donato.

  3. Paolo B.

    Per mezzo Giappone l’incubo nucleare vero è appena iniziato: http://aspoitalia.blogspot.it/2012/05/fukushima-la-crisi-non-e-finita.html#links. Ma sì, meglio il mostro nucleare a zero emissioni di CO2 ma con le scorie impossibili da smaltire e l’intrinseca pericolosità delle centrali attuali (aspettando reattori più sicuri chissà quando o la leggendaria fusione nucleare), che le rinnovabili, no?

    • No, assolutamente no! Non e’ meglio e nessuno lo vuole. Ma propugnare l’idea che si possa avere un sistema a bassa intensità di carbonio e abbordabile economicamente escludendo il nucleare e sopperendo con le rinnovabili e’ ad oggi mistificatorio. I numeri del Giappone lo confermano, purtroppo.

  4. licaone s.n.d.

    Questa è alta politica energetica-globale, grazie!
    In Italia, invece, non si può segnalare che il nucleare, dopo la catalessi provocata dal referendum, è certificato morto con il rimandare (2030 ?) alla ricerca sui reattori di quarta-quinta………generazione super-sicuri.
    Già che ci siamo aspettiamo il sole in (la fusione per il 2050? ) bottiglia e rieduchiamo, […] qualche altro dirigente che lavora sul nucleare.
    l.m. tuttacanna

    Admin
    Calma per favore.

    • licaone s.n.d.

      Il dirigente Ansaldo nucleare non è stato GAMBIZZATO? Ben gli sta?
      Così rieducato diverrà operaio montatore di pannelli FV, e dato che non è vecchio potrà ulteriormente riscattarsi-civilizzarsi tra 5-20 anni: smaltendo in sicurezza il silicio di cui le discariche cominciano a riempirsi o dedicarsi al recupero agricolo dei campi solari desertificati!
      Calma un accidente, suddito non domo-antiverdame.

      Admin
      Forse non ci siamo capiti. Queste discussioni su CM non le vogliamo. Punto.

    • licaone s.n.d.

      Comandante, sono un testone e forse ho capito che temete d’irritare gli alti loci, che vi lasciano un po’ di corda ma non sufficiente per strozzar(LI)vi. Comunque se non è chiedere troppo, censurete anche chi si ostina a far “sciogliere i ghiacci” invece di fondere o squagliare o liquefare?
      Antiverdame punto

      Admin
      Mi dispiace ma se farai un giro su CM capirai che non sono questi gli argomenti che usiamo. Padrone di farlo dove e come vuoi ma non qui. E’pieno di posti dove si abbaia alla Luna. Personalmente respiro benissimo, specie l’aria di CM.
      Ultimo avvertimento.

    • licaone s.n.d.

      ULtimo avvertimento: se no mi mandate qualche verdame dalla luna a rieducarmi? M’impedirete di leggervi o commentare? Antiverdame

      Admin
      Marò, che fatica. Eppure è semplice: se non mi piace quello che scrivi semplicemente lo cancello. Come dire, faccio pulizia a casa mia. Così è se vi pare e le alternative sono due. O la pianti di giocare al Troll o lo fai sperecando bit e tempo, perché i tuoi commenti non passeranno.

  5. A proposito di Fukushima… qualcuno è in grado di dire quanti sono, ad oggi, i morti causati dal danno al reattore?

Rispondi a Gianni Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »