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Sole e Clima: Rumore di fondo sempre più forte.

Un paper la cui discussione comincia così:

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La discussione nel workshop ha sottolineato la complessità dell’atmosfera terrestre di cui gli aspetti essenziali sono ancora lungi dall’essere compresi. Ciò è in contrasto con la semplice e trasparente struttura di quella del sole. Ma questi pensieri mi hanno fatto ricordare un colloquio in un istituto astronomico durante il quale il docente ha affermato ”Una stella è una struttura molto semplice.” E allora una voce dal pubblico aggiunto ”Anche lei, signore, sarebbe una struttura molto semplice ad una distanza di dieci anni-luce.” Il Sole si trova a soli otto minuti luce. Questo lo rende la stella più complicata che conosciamo, ma lungo questa linea di ragionamento, la sua atmosfera è ancora abbastanza semplice rispetto a quella della Terra. Di seguito, discuterò alcuni degli elementi essenziali e le discussioni conseguenti delle presentazioni effettuate durante le tre sessioni del workshop che è stata dedicato al forcing solare sul clima.

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A questo link trovate tutto il resto.

Leggendo riflettete su questo: possibile che ci sia tutta questa gente che studia, scrive e pubblica su queste cose, non ricevendo nessuna attenzione dal mainstream della scienza del clima? IPCC, se ci sei batti un colpo.

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Published inAttualità

4 Comments

  1. Luigi Mariani

    Christy ama iniziare i propri discorsi con un “al nostro attuale livello di ignoranza”, e questo potrebbe essere un bel punto di partenza per una ricerca non ideologica sul clima. Purtroppo un tale approccio è rifiutato dai più perchè è molto più comodo fondare la propria ricerca su degli a priori accuratamente selezionati sulla base del “politically correct” del momento.
    Luigi

  2. Luigi Mariani

    Caro Guido,
    anch’io, grazie anche ai tuoi recenti scritti sull’argomento, sto riflettendo in questi giorni sulla questione e sono giunto alle considerazioni seguenti.

    Il XX° secolo ha vissuto la ben rara congiunzione fra:
    – un’attività solare intensissima: per trovare un sole tanto attivo si deve tornare al gronde optimum postglaciale – circa 8000 anni orsono
    – livelli di CO2 che non hanno precedenti da centinaia di migliaia di anni.
    – un aumento delle temperature globali di 0.7°C in 150 anni.

    Per cercare di piegare l’aumento delle temperature globali si è così fatto ricorso a due teorie fra loro alternative:
    -La teoria solare che attribuisce l’incremento delle temperature globali all’aumentata attività solare
    -La teoria AGW che attribuisce l’incremento delle temperature globali all’aumento di CO2.

    Entrambe queste due teorie hanno alcuni punti di forza ma un enorme elemento di debolezza e cioè che l’aumento di energia al suolo indotto sia dal forcing da CO2 sia da quello da maggiore attività solare è troppo contenuto per giustificare un riscaldamento globale di entità rilevante.
    Da ciò deriva che i seguaci della due teorie si sono messi alla caccia di amplificatori (feed-back positivi).
    I seguaci della teoria solare hanno individuato come amplificatori più accreditati:
    – le interazioni stratosferiche con l’UV solare il cui effetto si propaga nella troposfera (teoria top-down)
    – l’effetto dei raggi cosmici galattici (GCR) sulla copertura nuvolosa.
    La teoria AGW vede come amplificatori più accreditati:
    – il vapore acqueo
    – il calo di copertura nuvolosa.

    Ad oggi a mio avviso nessuna delle tue teorie è del tutto convincente, per cui sarebbe saggio farle “correre” entrambe (finanziando ricerche orientate nelle due direzioni) in modo tale da vedere il più presto possibile quale delle due si rivelerà vincente.
    Putroppo questa idea “laica” si scontra con un muro irto di preconcetti ideologici, gli stessi che impediscono di valutare in modo sereno quanto di nuovo sta uscendo in questi anni sulle relazioni sole-clima.

    • Luigi, conosco il tuo pensiero e mi fa piacere che tu abbia voluto ribadirlo su CM, a dimostrazione, semmai ce ne fosse bisogno, della differenza che c’è tra un approccio mentale aperto e il riduzionismo che oggi va per la maggiore. So di dire una cosa eccessiva, ma in molti casi temo che non sia la ‘voglia di sapere’ a fornire il carburante, quanto piuttosto le idee preconcette, che forniscono il cemento su cui poggiano i pilastri del movimento di dimensioni globali che è stato messo in piedi.
      gg

    • Guido Botteri

      Non è tra le teorie più accreditate, ma Svensmark ha aggiunto anche un’ipotesi che sarebbe da esplorare, secondo me, e cioè l’influenza del cosmo, e cioè le energie che ci arrivano da fuori del sistema solare, come quando, per esempio, si ha la nascita di una supernova.
      Senza voler mettere risultati avanti alla ricerca, credo che sarebbe interessante tener d’occhio quest’immenso universo, che dispone di immense energie, e che conosciamo così poco, e di cui dovremmo incominciare a monitorare il comportamento.
      Gli unici grafici che ho visto sulle supernovae sono quelli di Svensmark, e confermerebbero una correlazione (tutta da verificare, se vogliamo) col riscaldamento globale.
      http://wattsupwiththat.com/2012/04/24/svensmarks-cosmic-jackpot-evidence-of-nearby-supernovae-affecting-life-on-earth/
      Al solito, quando uno cita qualcosa, si pensa che l’abbia fatta sua. Personalmente non ho preso ancora posizione, da scettico blu incallito, prima di prendere qualcosa per buono aspetto conferme o smentite.
      Ma, che immense energie viaggino nello spazio, questo è un fatto che difficilmente può essere smentito. Si tratta di capire a quali livelli arrivi sulla Terra, con quali fluttuazioni, e se questi contributi di energia abbiano davvero effetti, e quali, sul nostro clima.
      Spazio per ricercatori seri e intenzionati a capire senza preconcetti, senza soluzioni in tasca, ma prendendo atto di quello che diranno dati e misure.
      Secondo me.

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