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Cerco l’estate tutto l’anno e all’improvviso eccola qua […] Sembra quand’ero all’oratorio, con tanto sole, tanti anni fa. (Azzurro – 1968 )

Ieri [18/6] a Roma alle 14 la colonnina dell’Osservatorio Meteorologico del Collegio Romano, il piu’ antico della capitale, ha registrato 35,4 gradi. ”E’ il record assoluto della seconda decade di giugno dal 1782, quindi degli ultimi 230 anni – spiega Franca Mangianti, gia’ responsabile dell’Osservatorio ed ora presidente dell’Associazione Bernacca -. Il precedente record di questa decade era di 35,2 gradi che si era verificato due volte: il 20 giugno del 1961 ed il 18 giugno del 2002” (Ansa qui).

Facciamo finta di non sapere che nel 1782 la Torre Calandrelli, sede dell’Osservatorio Meteorologico, non era ancora stata costruita e chiediamoci: il 20 giugno 1961, al record assoluto della seconda decade di giugno degli ultimi 180 anni, come è stato descritto l’evento? Come trattavano 50 anni fa l’arrivo dell’onda di calore simile al fenomeno che oggi chiamiamo “Scipione l’africano”? Erano preoccupati che tale caldo fosse l’indicazione di anomalie atmosferiche irreversibili?  Prendiamo un articolo di un autorevole quotidiano senza illuderci che possa essere esaustivo di tutto quanto si scriveva all’epoca:

Avete letto bene! Dopo l’articolo in prima pagina del 21 giugno, titolo “Il caldo ha preceduto l’inizio dell’estate”,  ne seguiva il giorno seguente uno a pagina 7 dal titolo sorprendente:” Inutile lamentarsi, è un frutto di stagione. E’ arrivato il caldo e forse durerà. Negli ultimi anni in questo periodo si sono avute le temperature più alte – Qualche temporale rinfrescherà l’aria – L’Europa centrale ed il Mediterraneo occidentale interessati dall’anticiclone delle Azzorre”. Nel testo è descritta la situazione meteorologica e l’approccio al caldo delle persone e dei mass-media, ma nessun accenno a fenomeni irreversibili o ricerca di colpevoli [*].

Nel 1961, dopo la fase di calda di giugno ne arrivò una ancora più intensa a luglio. All’epoca sulla seconda onda di calore (che oggi qualcuno chiamerà Caronte) il 4 luglio La Stampa pubblicò a pagina 9 “La canicola imperversa su tutto il continente. In Europa fa più caldo che nel centro del Sahara”.

Il 5 luglio, sempre a pagina 9, c’era l’informazione che “L’ondata di caldo in Europa causa in due giorni 150 vittime” (morti attestati da certificato e non statistici).

Oggi invece Luca Mercalli intervistato sul caldo di giugno 2012 locale e temporaneo sull’Italia subito lo mette in relazione causale con fenomeni globali: «Vi preoccupate per il caldo di questi giorni? Sarebbe meglio che ci preoccupassimo, tutti, per quello dei prossimi anni […] ormai non c’è più nessuno nella comunità scientifica che non ci creda. E purtroppo si tratta di qualcosa di irreversibile” (da qui).

Fortunatamente che c’è anche chi appare più competente e meno opportunista come il Prof. Navarra: “”Occorre mantenere alta la vigilanza e monitorare questi eventi – ha spiegato l’esperto – per capire se siano un sintomo e il segno di cambiamenti climatici in corso o si tratti invece di una variazione atmosferica”. ”Il fatto che questo caldo sia arrivato adesso, a metà di giugno – ha proseguito Navarra – non è eccezionale. Si tratta di una tipica situazione estiva caratteristica del Mediterraneo che si trova in una posizione di ‘bordo’ tra l’aria dei paesi temperati e quelli subtropicali. Quindi in estate prevalgono i secondi” (da qui).

Concludendo, dal 1961 i cambiamenti sono stati enormi a livello sociale, tecnologico, culturale. Provocatoriamente si può affermare che la cosa che è cambiata di meno forse è il clima. Anche oggi, fortunatamente, ogni volta che cerchiamo “l’estate tutto l’anno e all’improvviso eccola qua” rimaniamo ancora meravigliati dalla variabilità naturale, non lasciamo che qualcuno faccia divenire sempre tale “sorpresa” un’occasione di preoccupazione.

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[info]

[*]Alcuni brani dal testo:” Roma, 21 giugno. Dall’I al 15 di giugno (il primo del mesi estivi) le condizioni- atmosferiche sull’Italia sono state variabili e spesso perturbate; si è avuto cioè uno strascico della primavera che sul nostro paese è una stagione capricciosa anzichenò, che ama fare le bizze e giocare tratto-tratto i tiri più impensati. In effetti, nella prima quindicina del mese, i meteorologi hanno atteso invano quel dilatarsi verso levante del benefico anticiclone atlantico che di norma dovrebbe avvenire in tale periodo. L’anticiclone atlantico pareva stesse benissimo a casa sua, nei paraggi delle isole Azzorre, e non se ne- dava per inteso; in compenso si succedevano sulle nostre regioni numerose e fastidiose, per quanto leggere, depressioni di origine atlantica, che di per sé, e per le Invasioni dì aria fredda in quota che le accompagnavano, mantenevano su di noi un tempo incerto e variabile, accompagnato un po’ dovunque, ma specialmente sull’alta Italia, da manifestazioni temporalesche, spesso assai intense. Col giorno 15, finalmente, la situazione ha cominciato ad evolversi. L’anticiclone atlantico si è deciso ad estendersi sull’Europa centrale e sul Mediterraneo occidentale, le perturbazioni esistenti si sono allontanate e quelle nuovamente sopraggiungenti da ovest sono state deviate sull’alta Europa. Così pure si sono attenuati gli arrivi dì aria fredda in alto, che però hanno fatto qualche saltuaria ricomparsa (vedi i temporali dei giorni 16 e 17). Nel complesso, tuttavia, le condizioni atmosferiche sono decisamente migliorate: il che non ha impedito (dato che l’uomo, e specialmente l’homo italicus, è un animale incontentabile per natura) che sorgesse subito una nuova causa d’impazienza e di lamentele: il caldo […] Oggi 20 le massime non sono verosimilmente inferiori a 30 gradi a Torino Caselle, a 32 gradi a Roma. Il fenomeno non è certo insolito: negli ultimi anni, in questo medesimo periodo, esso è avvenuto abbastanza spesso, e anche in maggior misura. Cosi a Torino, nel 1960, si sono raggiunti i 30 gradi il 19 e il 20 giugno (mentre a Roma si toccavano i 32); nel 1959 il termometro ha segnato i 30 gradi il 23 giugno (e a Roma i 31 gradi il 15); nel 1957 si sono avuti 30 gradi il 30 giugno (e a Roma ben 36 il 20); nel 1955, infine, la temperatura di 31 gradi è stata toccata a Torino il 22 giugno. Questo non impedisce, come si diceva, che la gente già cominci a sbuffare, a brontolare, a protestare, né si creda che sotto questo punto di vista i meteorologi costituiscano (come dovrebbero) una eccezione: chi scrive è forse il primo ad abbandonarsi a questi atti inconsulti. Eppure, pensandoci un momento, una simile condotta è veramente Irragionevole: che cosa ci sì può attendere d’estate, se non il caldo? La situazione che oggi ci domina è prettamente estiva. Il grande anticiclone delle Azzorre, robusto e bene sviluppato, si estende dall’Oceano fino alle isole britanniche, all’ Europa centro-orientale, al Mar Nero e a tutto il Mediterraneo occidentale e centrale. Non c’è quindi da meravigliarsi se il termometro sale. Infatti il tempo anticiclonico reca poche nubi, e quindi permette al sole, alto sull’orizzonte (siamo al solstizio d’estate) di riscaldare fortemente il suolo; inoltre è caratterizzato da venti deboli, che non consentono scambi efficaci di aria fra regione e regione. Nelle località costiere le brezze di mare mitigano notevolmente il calore; ma ciò non avviene sulla Val Padana, do ve le calme sono di regola molto frequenti (a Torino, di giugno, si hanno 17 giorni di calma, 20 di luglio e altrettanti di agosto). A ciò si aggiunga l’umidità piuttosto elevata della zona, che contribuisce in modo determinante alla sensazione di afa. Conviene quindi aver pazienza e sopportare filosoficamente i frutti della stagione. Quanto a sapere se il caldo durerà la questione, se posta in generale, è un po’ ingenua, dato che andiamo verso luglio, che in quasi tutta l’Italia è il periodo più caldo dell’anno; sicché la risposta sarebbe tanto facile da risultare ugualmente ingenua. Se invece ci si riferisce a questi giorni in particolare, diremo che per il momento la situazione sembra abbastanza stabile, ma che anche in questo scorcio di giugno si potrà avere qualche acquazzone e qualche temporale refrigerante: meno probabile però sul Piemonte che non su altre regioni settentrionali, come le Vanesie. Quanto al prossimo luglio, « Solo Dios sabe con certeza lo que occurrirà, cerne disse un noto meteorologo spagnolo;[…] Ad Asti oggi nebbia per il caldo; il termometro ha registrato 32,5 gradi all’ombra. Si sono sviluppati ovunque incendi per autocombustione. Il più grave è avvenuto in frazione Valmanera, dove il cascinale del contadino Guido Pellegrino è andato parzialmente distrutto. I danni superano i due milioni di lire. Le fiamme sono state domate dopo dura lotta dai vigili del fuoco. Ieri sera verso le 19 è stato rinvenuto il cadavere del garzone di campagna Fedele Gugliotti, di 25 anni’, nato a San Lorenzo Bellivri (Cosenza) e residente a Mombaruzzo presso l’agricoltore Giovanni Leva, del luogo. Il poveretto, mentre lavorava in un vigneto in regione Casalotto, veniva colpito da malore rimanendo fulminato. Il decesso, secondo il referto del medico condotto dott. Pietro Giacchino, tempestivamente accorso sul posto, era attribuito a probabile emorragia cerebrale e collasso cardiaco da insolazione. Aosta, 21 giugno. Un’ondata di caldo di eccezionale intensità si è abbattuta quest’oggi sulla Valle d’Aosta. Il termometro ha raggiunto alle 13 la punta massima registrata nella stagione: in città segnava 31 gradi, mentre in alcune zone della periferia sfiorava i 33 gradi. Verso sera la calura è stata mitigata da un breve acquazzone che ha fatto tornare la temperatura entro limiti sopportabili.[…] Il consumo del ghiaccio e delle bibite è aumentato del doppio. I depositi dell’acquedotto consorziale non possono far fronte al consumo dell’acqua, tanto che le scorte nei serbatoi si esauriscono prima di sera. L’acquedotto ha invitato pertanto la popolazione a limitare il consumo dell’acqua essenzialmente agli usi domestici, proibendo l’innaffiamento di strade orti e giardini. Due casi d’insolazione si sono registrati a Ceregnano e a Lama[…]”.

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Published inAttualità

2 Comments

  1. donato

    Onestamente, non ho che un commento o, per essere più precisi, una citazione da fare (vale più di mille parole):
    “Quello che è stato è quel che sarà; quello che è stato fatto è quel che si farà; non c’è nulla di nuovo sotto il sole.”
    Ecclesiaste 1;9
    Ciao, Donato.

  2. e chissà cosa scrivevano riguardo a quella avvenuta a fine Giugno 1935 con record stracciati che resistono ancora adesso

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