Salta al contenuto

La Groenlandia si scioglie. Sí, tra chi non sa scrivere e chi non sa leggere.

Ma sanno tutti parlare. Oh, se lo sanno fare. E parlano, parlano, parlano, fino sfinire chi li ascolta, fino a convincere anche l’ultimo degli scettici delle fesserie che raccontano.

Andiamo con ordine. L’argomento é di pubblico dominio, ma ci vuole un breve riassunto. I satelliti polari impiegati per il monitoraggio ambientale e climatico, hanno registrato nei giorni a cavallo della metà di questo mese un insolitamente vasto tasso di scioglimento della patina superficiale della coltre glaciale che copre la Groenlandia. Ovviamente si tratta di neve e non di ghiaccio, essendo quest’ultimo abbondantemente coperto sotto la prima, anche in questa stagione.

Ció non toglie che la misura sia molto diversa da quelle ottenute negli ultimi 30 anni, cioè da quando queste osservazioni le fanno i satelliti. Questa sotto é l’immagine che riassume il problema.

20120725-171033.jpg

Scatta naturalmente subito l’allarme. É l’armageddon climatico? Saremo tutti sommersi dalle tumultuose acque di scioglimento? Il livello dei mari salirà oltre il tetto di casa? Niente di tutto questo. Basta imparare a scrivere, poi a leggere e poi, una volta acquisita familiarità con le suddette complesse operazioni, fare anche qualche ricerchina sulla rete, tutte cose che tanto chi fa i comunicati stampa alla NASA, che ha diffuso la notizia, quanto chi scrive articoli sui giornali, che l’hanno ripresa e colorita, dovrebbero saper fare. Pare non sia così.

Prima la scrittura dunque.

Il comunicato stampa della NASA parla nel titolo di scioglimento senza precedenti. Nel corpo del comunicato si legge invece che uno dei leader del progetto di monitoraggio chiarisce che eventi di questo genere sono ben documentati dai dati storici e di prossimità e accadono circa ogni 150 anni; l’ultimo é stato nel 1889, perciò questo é perfettamente in tempo. Che imparino a scrivere, almeno i press release.

Segue la lettura.

Il Corriere della Sera riprende il comunicato, registra il “senza precedenti”, legge il resto finchè supporta efficacemente la tesi catastrofica, ma poi evidentemente il redattore si stanca, cessa la lettura trasversale e preferisce concludere con il distacco di un super iceberg grande come…quanto vi pare, piuttosto che con la vera chiosa del press release, che é quella che vi abbiamo riportato sopra.

Infine le ricerchine (che invece un caro amico di CM ha fatto in un baleno).

Stanno facendo credere che praticamente tutta la groenlandia si sta sciogliendo: peccato che praticamente tutto il ghiaccio groenlandese sia coperto di neve quindi prima di intaccare quello sarebbe ovviamente indispensabile che la neve si sciogliesse, e a quelle quote non accade basta guardare la cartina dell’attuale spessore di neve che ricopre il ghiaccio (tenendolo al fresco). Per esempio qui.

Ma continuano a far finta di non sapere che a quelle umidità relative la tensione di vapore è sottosatura rispetto all’acqua (ovviamente) e quindi sembra che sia consentita l’evaporazione, ma allo stesso tempo la tensione di vapore è soprassatura rispetto al ghiaccio, in definitiva l’acqua evapora dalla patina di acqua e cristallizza sui cristalli di ghiaccio, in questo modo si ridistribuisce anche parzialmente il calore. Ovviamente questo nelle ore più calde, mentre la notte il vapore che si era accumulato nei bassi strati ricristallizza in larga scala, ne più ne meno come la brina invernale delle nostre parti. Nell’ora piu calda del giorno al massimo si forma una patina di acqua che non evapora molto per via della elevata umidità e quella che evapora cristalizza in loco sulla neve non fusa superficialmente perchè non direttamente esposta al sole per via delle microirregolarità del suolo (la tensione di vapore sul ghiaccio è molto minore rispetto all’acqua quindi a quei livelli di umidità relativa è sempre sottosaturo).

I dati per verificare li si puo prendere dalle loro stazioni: (scegliete la stazione e mettete il numero dei giorni per cui desiderate i dati meteo nelle finestrelle sul lato destro).

Insomma, classico esempio di pessima comunicazione scientifica, di ancora peggiore divulgazione e di imperante pressappochismo di tutti quelli coinvolti nel processo. Il tutto, naturalmente, perché “fa notizia”.

***************************

NB: post aggiornato con una precisazione.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inAttualità

22 Comments

  1. […] Nel luglio scorso, la patina superficiale della coltre di neve che copre la Groenlandia e lo spesso strato di ghiaccio che la sovrasta, subì improvvisamente un rapido processo di scioglimento. Un evento anomalo ma non senza precedenti, come documentato dalle discussioni che inevitabilmente nacquero nei giorni a seguire. All’epoca, naturalmente, l’imputato numero uno era il riscaldamento globale, cioè colpa del clima e non del tempo. Questo il nostro commento “a caldo”. […]

  2. […] Su CM ne abbiamo parlato qui, dopo aver dedicato qualche minuto ad una ricerca sulla rete, grazie alla quale abbiamo scoperto che l’evento definito senza precedenti accade circa ogni secolo e mezzo, con l’ultimo episodio risalente al 1889. Ma, comunque, faceva caldo, persino in Groenlandia, per cui sotto col riscaldamento globale che scioglie tutto, anche la tosse ai bambini. […]

  3. Guido Botteri

    Quel che pensavo è successo, ora Muller, magicamente è diventato il “maggior critico contra la tesi del riscaldamento globale”, che, ovviamente “ha ammesso di essersi sbagliato”.
    Chi sono Anthony Watts, John Christy, Steve McIntyre, Tim Ball, Pat Michaels, Jo Nova, Andrew Montford, Nigel Lawson, Ross McKitrick, Lord Christopher Monckton di Brenchley e tanti altri ? Nulla, il vero, il massimo, il fulgido eroe della lotta scettica è lui, Richard Muller… il campione, ora pentito, della lotta all’AGW… ma per favore !

    Maior crítico contra a tese do aquecimento global admite que estava errado
    http://sul21.com.br/jornal/2012/08/maior-critico-contra-a-tese-do-aquecimento-global-admite-que-estava-errado/
    A principal voz da comunidade científica que contesta o fenômeno do aquecimento global admitiu que esteve errado na sua posição durante os últimos anos. Richard Muller mudou de ideia após analisar os resultados de um estudo conduzido por ele mesmo na Universidade de Berkeley, na Califórnia, onde coordena o projeto BEST (sigla em inglês para Temperatura da Superfície da Terra pela Universidade de Berkeley).

  4. Maurizio Rovati

    Temo che l’infiltrazione politica in questi enti statali sia inevitabile, come questo sciocco indottrinamento ambientalista dei bambini.

    Ma oggi la NASA ha atterrato con successo su marte il rover Curiosity. Forse po’ nel segno della continuità con le idee dell’URSS sull’esplorazione dello spazio con l’uso di robot al posto degli umani.

    Idea tutto sommato giusta questa dell’esplorazione robotica ma nata probabilmente contro il successo, inarrivabile per l’URSS, delle missioni Apollo.
    Comunque troppo onerose le ultime missioni lunari vennero cancellate e la Luna abbandonata a favore dello Shuttle che si rivelò a sua volta una rovina econnomica (e una piovra burocratica), tanto da togliere agli USA, per mancanza di un successore alla sua uscita dal servizio, la capacità di portare grandi carichi nello spazio.

    La mitica NASA è un po’ in declino ma ancora capace di tanti grandi successi (ci sono moltissime missioni attive di cui non si parla tanto), e di alcuni flop clamorosi tipo l’errore sulle ottiche di Hubble o la sonda marziana andata perduta per motivi di carattere metrico relativi alla lettura della quota (metri o piedi) oltre al summenzionato shuttle.

    Ma oggi il nome dei miei nipotini Federico e Stefano, quello della mia compagna Antonella e il mio sono su Marte scritti nel microchip a bordo di Curiosity… E allora viva la NASA, per quel che di buono sta facendo.

  5. […] le parole di Luigi Mariani in un suo recente commento ad uno dei nostri ultimi post direi si possa affermare che “ognuno ha la comunicazione […]

  6. Francesco Murano

    Non sono piu’ giovanissimo. Ricordo vagamente l’ultimo allunaggio ma posso raccontare dello Skylab e della sonde Viking lanciate alla ricerca della vita su Marte. Lo Shuttle muoveva i primi passi operativi mentre studiavo ingegneria aeronautica, conclusione inevitabile per uno cresciuto a pane e missili. Oggi leggo che la NASA e’ seriamente preoccupata e mette in relazione la siccita’ registrata quest’anno in alcuni Stati americani col cambiamento climatico. Decido di tentare e mi faccio un giro sul sito della NASA dove scopro una sezione dedicata ai bambini zeppa di informazioni sull’influenza negativa dell’uomo sul clima. Ovviamente ci sono consigli su come far scendere questa febbre planetaria. Nell’ordine i bambini possono:

    1. Piantare un albero.
    2. Urlare finche’ il babbo non compri una macchina ibrida.
    3. Piangere finche’ la mamma non sostituisca le lampadine a filamento con quelle piu’ efficienti.
    4. Spegnere tutte le lucine rosse delle TV e degli altri elettrodomestici sparsi per casa.
    5. Andare in bicicletta.
    6. Guardare in cagnesco tutti coloro i quali non fanno raccolta differenziata.
    7. Portare i propri giocattoli al piu vicino centro di riuso e baratto.
    8. Risparmiare acqua.
    9. Studiare per diventare un esperto di tecnologie ecologiche.

    Tutto basato sulla certezza che il cambiamento climatico antropico ci stia portando a sicura morte. Il nuovo millenarismo si e’ impadronito anche delle istituzioni scientifiche piu’ avanzate. Il primo incidente alla flotta degli Shuttle per me fu un colpo terribile. Persi la fiducia in una istituzione che ritenevo al vertice in campo tecnico e scientifico con conseguenze che riguardavano la stessa filosofia della scienza. L’incidente del Columbia era un cazzotto in faccia a Galileo e Popper ed ora ne capisco la ragione: anche alla NASA si stavano dando alla Wicca.

  7. stefano bergamin

    nessuno parla mai della “Redistribuzione delle masse liquide”.Che prima si trovavano ai poli sotto forma di massa statica,e ora vanno lentamenta ma inesorabilmente a gravare sulle placche tettoniche che guarda caso sotto gli oceani sono molto sottili.

  8. Luigi Mariani

    Segnalo il commento sull’argomento uscito su ULISSE (testata divulgativa del Centro Internazionale di Studi Superiori di Trieste) a firma di Sylvie Coyaud:

    http://ulisse.sissa.it/scienza7/notizia/2012/lug/Uesp120727n002/

    L’allarmismo è avidenziato dallo stesso titolo (“Vedono rosso”). Tuttavia non bisogna preoccuparsi: i geoigegneri e Bill Gates stanno pensando a noi, come si legge in altro articolo della stessa Coyaud:

    http://ulisse.sissa.it/scienza7/notizia/2012/lug/Uesp120727n005/

    Per inciso penso che ognuno abbia i “giornalisti divulgatori” che si merita.

    Luigi

    • É militanza Luigi, ideologia e militanza.
      gg

    • cd

      Prima di parlare e di straparlare della SISSA dove ,per inciso, SISSA sta per ‘Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati’ e non per ‘Centro Internazionale di Studi Superiori di Trieste’, vi inviterei ad informarvi sullo spessore scientifico ed internazionale dell’ente spessore che voi e le vostre fonti nemmeno immaginate. E’ vero che ognuno ha i ‘giornalisti divulgatori’ che si merita ma questo vale anche per voi nonostante voi facciate più propaganda che divulgazione.

    • E’ vero che ognuno ha i ‘giornalisti divulgatori’ che si merita ma questo vale anche per voi nonostante voi facciate più propaganda che divulgazione.

      Credo che Luigi intendesse proprio questo. E’ curioso come certe cose si possano leggere al contrario in funzione di chi firma il commento. Quanto alla precisazione, grazie, un “Centro” non è necessariamente una “Scuola”, pure a Trieste.
      gg

    • donato

      Meno male che abbiamo la convenzione di Londra a proteggerci da certe idiozie! Per il resto, la solita propaganda ed i soliti luoghi comuni. Possibile che chi ha fatto della difesa dei rapporti IPCC una delle sue ragioni di esistenza né ignori quello relativo agli eventi estremi? Mi sa che le verità scomode (quelle veramente scomode 🙂 ) è meglio far finta di ignorarle.
      Ciao, Donato.

  9. Fabio

    Affinchè questa campagna allarmistica cessi, occorre che le temperature medie globali scendano in modo inequivoco e abbiano un effetto coerente sul comportamento dei ghiacci artici.
    Mi chiedo quanti anni occorrano perchè l’attività solare decisamente sottotono si rifletta sul clima terrestre. Tengo a sottolineare che sono tra quelli che sospettano questo sia l’inizio di un lungo periodo di bassa attività solare, dopo decenni di attività intensa, che probabilmente sfocerà in un grande minimo.

    • donato

      Non mi sembra che a luglio (eccezion fatta per la 28-esima settimana) le temperature siano state superiori allo zero per cui, presumo, che solo qualche poco di neve superficiale si sia sciolta (fusa). In compenso il sito di wikipedia che ha citato F. Spina è stato tempestivamente aggiornato: “In July 2012, satellite imagery showed there was an “unprecedented” melt of the Greenland ice sheet. In just four days from 8 July, the area of thawed surface ice grew from 40% to almost 97% of the entire ice sheet surface.” Fonte BBC, ovviamente!
      Del precedente del 1889, ovviamente, nessun cenno e, sempre ovviamente 🙂 , si parla di superficie del ghiaccio e non di superficie della neve. La cosa è piuttosto ridicola perché poche righe più sopra ci dice che il limite delle nevi, in Groenlandia, si posiziona a 300 m s.l.m., Cape Summit a 3216 m s.l.m.. Quanti, però, faranno caso a simili dettagli?
      Ciao, Donato.

  10. donato

    In un commento al post “Lo Show dei record. Anche senza record.” Gianni ha segnalato l’articolo del Corriere della Sera che riprende il comunicato stampa della NASA oggetto di questo post. Claudio, in quella circostanza, citò un altro articolo del Corriere in cui si dicevano più o meno le stesse cose. L’articolo citato da Claudio, però, risaliva all’estate del 2005: come si vede niente di nuovo sotto il sole 🙂 .
    I nostri media, ciclicamente, come in un mantra, ci propinano le stesse identiche cose. Fabio Spina è molto attento a riferirci di eventi meteorologici eccezionali, in inverno ed in estate, verificatisi nei secoli, decenni e lustri passati. In tutte le circostanze citate da Fabio i giornali (i soli media del passato che sono giunti fino a noi) parlano di eventi eccezionali e mai verificatisi a memoria d’uomo. L’uomo, antropologicamente, ha necessità di vivere in condizioni ansiogene: si parla di “ansia vitale” con riferimento alla necessità che ha il nostro cervello di essere sempre vigile. L’uomo, in parole povere, ha necessità di prefigurarsi delle condizioni di pericolo in quanto in queste situazioni si è evoluto. Se il pericolo non dovesse esistere, sicuramente ne creerà uno più o meno virtuale.
    La cosa che, comunque, più mi ha interessato nel comunicato stampa della NASA, è la considerazione che lo stesso fenomeno osservato oggi si verificò 150 anni fa. Potrebbe trattarsi di un altro esempio di evento ciclico (come tanti altri che caratterizzano il clima terrestre e che i ricercatori cercano di indagare). Se, però, il giornalista avesse parlato di un evento che si verifica raramente con tempi di ritorno ultrasecolari, senza condirlo della giusta dose di allarmismo, non avrebbe suscitato l’eco che registriamo oggi. Del resto, non a caso, si parla di notizie “strillate” per attirare l’attenzione del pubblico. Per quel che mi riguarda cercherò di seguire le vicende groenlandesi per verificare il tempo di ritorno ultrasecolare. Ehhmm,… credo di aver fatto un piccolo errore: per me sarà un po’ difficile rivedere il fenomeno tra centocinquanta anni! Peccato, davvero peccato. 🙂 , 🙂
    Ciao, Donato.

  11. francesco

    non mi stupisce..rientra nell’ecocatastrofismo di stampo ideologico, il solito ritornello “siamo troppi sulla terra,la co2 ci sta distruggendo e sta facendo aumentare la temperatura,non fate figli, o se li avete in gestazione abortite!” Quel che è peggio è che la controinformazione non fa così notizia.

  12. L’emivita di ogni allarmismo climatico si conta ormai in ore.

    E poi…che furbacchioni! Dipingere la Groenlandia di rosso come se fosse un mare di lava. Ma chi vogliono prendere in giro?

    • Guido Botteri

      “La calotta glaciale ricopre tutto l’interno del paese e arriva a uno spessore massimo di 3000 metri. ”
      da
      http://it.wikipedia.org/wiki/Groenlandia
      cioè, sotto la neve che si è sciolta (“fusa” se preferite), si sono “dimenticati” di specificare che ci sono fino a 3 km di ghiaccio…
      Furbi, sono furbi, perché la gente vede la Groenlandia in rosso, legge che il 97% si è sciolto, è, se non è esperta e non segue queste cose, e non sa che sotto ci sono fino a 3 km di ghiaccio, indovinate che si immagina ?
      Presentare le cose facendo intendere cose diverse dalla verità…cos’è, secondo voi ?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »