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Vedono rosso

Il tempo vola. Si possono condensare gli ultimi 120 anni di clima in soli 26 secondi. Basta fare come ha fatto la NASA producendo un suggestivo video che “rappresenta” l’andamento delle anomalie della temperatura globale rispetto al periodo di riferimento 1951-1980.

Naturalmente, come giustamente osservato da Andrea, il lettore che me lo ha segnalato, il fatto che sia stato scelto il periodo di riferimento più freddo della ultime decadi è puramente casuale. Del resto, J. hansen, che è a capo del GISS della NASA, il gruppo che gestisce il dataset delle temperature globali, ha chiaramente detto di ritenere che quel periodo rispecchi efficacemente il clima dell’Olocene, cioè 30 anni sono buoni per valutarne 12.000, vuoi che non lo siano per valutarne 120?

Ma c’è di più.

Nell’immagine sotto il grafico estratto dal sito del GISS cui ho aggiunto un box per evidenziare il periodo 1951-1980, quello, per intenderci, paradisiacamente rappresentativo dell’attuale era climatica. L’AGW, quello cattivo fatto dai cattivi è arrivato dopo. Il balzo verso l’alto delle temperature che va dal 1910 al 1940 – pari a quello della fine del secolo scorso per pendenza e valore assoluto – è stato invece ufficialmente “naturale” in assenza di altra più convincente spiegazione disponibile.

Nel frattempo, mi giunge notizia che la NOAA, che attraverso il National Climatic Data Center gestisce un altro dataset delle temperature medie globali, ha provveduto a dare un’altra “limatina” alle sue procedure di omogenizzazione, proseguendo nell’opera di neutralizzazione di ogni genere di informazione contenuta nei dati grezzi a beneficio di un risultato pulito nella direzione del riscaldamento. Il freddo di ieri è più freddo, il caldo di oggi è più caldo.

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Published inAttualità

13 Comments

  1. donato

    A proposito di curva delle temperature e modelli climatici, oggi ho letto un breve intervento del fisico A. Pasini pubblicato su “Le Scienze” di settembre. Nell’articolo si confrontano le temperature superficiali misurate (SST) con le previsioni dei modelli climatici. Il prof. Pasini, tra l’altro, analizza l’andamento delle temperature globali nell’ultimo decennio e riconosce che non sono aumentate. Il trend praticamente orizzontale registrato nell’ultima decade, però, è ampiamente compatibile con un trend rialzista. Secondo studi teorici basati su modelli statistici, infatti, in un periodo di oltre cento anni (160, per la precisione) la presenza di periodi decennali in cui le temperature sono costanti o in diminuzione è compatibile con un quadro caratterizzato da temperature mediamente in aumento. L’autore, inoltre, tiene a precisare che, come tutti sappiamo, dieci anni non sono clima, ma che per parlare di tendenza climatica bisogna considerare periodi di almeno trent’anni.
    Questo fatto è arcinoto a chi frequenta CM per cui la mia potrebbe essere ritenuta una inutile ripetizione. Sarà, però, ripetere fa bene alla memoria.
    Ciò che, però, mi è sembrato molto interessante nell’articolo di A. Pasini sono state alcune considerazioni circa le previsioni dei modelli climatici. Il prof. Pasini riferisce delle conclusioni di uno studio pubblicato su “Atmospheric Science Letters”.
    Qui l’abstract:
    http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/asl.383/abstract
    Gli autori della ricerca, basata rigorosamente su modelli matematici, riferiscono che nel prossimo futuro il riscaldamento, MOLTO PROBABILMENTE, continuerà, ma con velocità inferiore rispetto a quanto previsto dai vecchi modelli. In particolare i tassi di riscaldamento maggiori ipotizzati in passato dai modelli sono MENO PROBABILI (le enfasi sono mie). Secondo quanto riferisce A. Pasini, includendo nei modelli anche le osservazioni degli ultimi dieci anni, si può stabilire con minore incertezza quale degli scenari di emissione di gas serra si stia verificando e, quindi, si può definire meglio l’incertezza delle proiezioni future.
    Ciò che mi sembra molto importante in questo articolo è il fatto che la distanza tra le tesi che si portano avanti su queste pagine e quelle dei sostenitori dell’AGW, alla luce di questi risultati, sono alquanto più vicine. Se non erro nei vari articoli pubblicati su CM e nei relativi commenti, quasi nessuno dubita che le temperature siano aumentate e molti, tra cui il sottoscritto, convengono che una parte di questo aumento è attribuibile alla CO2 che ha modificato il bilancio radiativo del pianeta. Ciò che si contesta è l’entità del riscaldamento globale, in modo particolarmente forte quello futuro. Mi sembra che i risultati dello studio inglese siano molto più accettabili rispetto ai catastrofici “6 gradi Celsius entro il 2100” sbandierati dai “pasionari” del CAGW.
    Ciao, Donato.

    • Donato,
      che dieci anni non siano clima più che saperlo lo sapevamo. Abbiamo smesso di pensarlo quando gli scenari climatici hanno sentenziato che la temperatura, causa forcing antropico, sarebbe aumentata costantemente e con essa sarebbero divenuti via via più tangibili gli effetti di questo aumento. Quando è diventato palese che questo non stava succedendo, è stato rispolverato il periodo climatico classico, cioè 30 anni. Su questo aspetto sono assolutamente concorde, basta aspettare e vedere che succede. Nel frattempo vale però la pena far notare che gli anni non sono dieci ma quindici, parola di Phil Jones della CRU (da dieci anni invece il trend, rigorosamente NON climatico, è leggermente negativo, semmai).
      Circa l’aggiustamento del tiro, che sarebbe facilitato dall’acquisizione di informazioni più aggiornate sugli scenari di emissione, mi verrebbe da dire grazie tante! L’attuale comportamento delle temperature è sotto lo scenario minimale, nel senso che data una tot sensibilità climatica e se questa fosse reale, con le attuali temperature dovremmo aver fatto passi da gigante nelle emissioni. Cosa che, ovviamente, non è. Questo significa che siano o meno realistici gli scenari, la relazione causale tra forcing antropico (essenzialmente CO2) e temperature contenuta nelle simulazioni NON è quella giusta. E’ chiaro però che i modelli di oggi ‘vedono’ meglio le temperature di oggi, né più né meno come quelli di ieri vedevano bene le temperature di ieri con opportuno tuning. Il problema è domani, naturalmente. Il domani di ieri non è l’oggi, questo mi pare assodato. Cosa sarebbe cambiato per cui quello di oggi sarà effettivamente come prospettato?
      gg

    • donato

      Guido, tu chiedi:
      “Cosa sarebbe cambiato per cui quello di oggi sarà effettivamente come prospettato?”
      Per quel che mi riguarda praticamente nulla. Probabilmente tra dieci anni le cose saranno completamente diverse da come le vediamo oggi allo stesso modo in cui, oggi, sono completamente diverse da come erano state previste dieci anni fa. Noi esseri umani, però, amiamo fare le previsioni sul futuro. Non ci accontentiamo di vivere alla giornata e cerchiamo di prefigurarci il mondo prossimo venturo. Il problema è sorto nell’istante in cui abbiamo cominciato a credere di essere VERAMENTE in grado di prevedere il futuro! 🙂
      La potenza di calcolo dei computer oggi a nostra disposizione è tale da fornirci questa illusione. Se a questo uniamo un po’ di fantasia, la naturale tendenza dell’essere umano a compiacersi nel creare degli scenari catastrofici atti a soddisfare un certo grado di masochismo che è insito in ognuno di noi, abbiamo creato il coktail ideale per …. rovinarci l’esistenza. 🙂
      E, in questo, siamo insuperabili!
      Alla luce di questi ulteriori sviluppi, mi auguro che la comunità scientifica sia in grado di comunicare meglio il grado di incertezza insito nelle previsioni e che i decisori politici siano in grado di calibrare le loro scelte sulla base di tali margini di incertezza. Mi auguro, inoltre, che qualcuno la smetta, una volta per tutte, di gridare al “peggio di quanto pensassimo” ad ogni starnuto del nostro sistema climatico e a profetizzare l’imminente fine del mondo. Mi auguro, in altre parole, che la distanza tra le varie posizioni si riduca in modo da poter, finalmente, tornare a conclusioni condivise anche in quella parte della scienza che conosciamo come climatologia.
      Per questo reputo importanti delle conclusioni che, in fondo in fondo, non modificano di molto i termini della questione. Essi, però, servono a spuntare un po’ gli artigli dei falchi delle due parti. E non è poco.
      Ciao, Donato.

    • Donato,
      è probabilmente un errore che commettiamo anche noi, io per primo sulle nostre pagine. Ma sinceramente tendo a restare perplesso nel contemplare un cielo popolato di falchi e colombe che si scambiano il piumaggio a giorni alterni 😉
      gg

    • donato

      “Ma sinceramente tendo a restare perplesso nel contemplare un cielo popolato di falchi e colombe che si scambiano il piumaggio a giorni alterni”
      La tua perplessità è anche la mia, caro Guido. Mi fischiano ancora le orecchie dopo l’ultima rampogna. 🙂 🙂
      Ciao, Donato.

    • agrimensore g

      Donato, sono d’accordo con le tue considerazioni. Permettimi però di sottolineare che se in qualche blog qualcuno avesse ipotizzato quanto scritto nei risultati della ricerca (nota: ne ho letto solo l’abstract e il tuo commento), o avesse semplicemente affermato che non era abbastanza provato il contrario, sarebe stato bollato come “negazionista”. E temo lo sarebbe tuttora.

    • donato

      Purtroppo si. Questo, in fondo, in fondo è il dramma. Ne sa qualcosa J. Curry, tanto per citare una ricercatrice che è convinta dell’influenza antropica sul GW, ma non è convinta dell’esclusiva responsabilità dell’uomo e lo attribuisce anche a cause naturali non ancora individuate.
      Ciao, Donato.

  2. Guido Botteri

    Quel grafico ha un impatto visivo forte. La gente vede le temperature crescere in maniera decisa.
    Questo sito è frequentato da persone di un certo livello scientifico, e queste mie considerazioni le conoscono meglio di me. Ma vorrei far notare che questo grafico arriva anche a persone con basi scientifiche più deboli.
    Intendiamoci, io voglio bene a questa gente, che, se magari ignora la legge di Henry, o pensa che la cella di Hadley sia quella in cui Gary Cooper imprigionava i cattivi in “Mezzogiorno di fuoco” (che si svolge ad Hadleyville), magari è un genio in altri campi, o comunque un’ottima persona che svolge un ruolo assolutamente positivo in questo pianeta.
    Insomma, le persone vanno rispettate, e per questo è bene che qualcuno spieghi loro anche qualche banalità, come per esempio che la pendenza non si misura in centimetri, e quindi l’aspetto visivo può essere ingannevole.
    La pendenza di quel grafico è data dalla variazione delle ordinate divisa per la variazione delle ascisse, e cioè decimi di grado divisi per anni.
    Cioè, stiamo parlando della variazione di “meno di un grado in 130 anni” ! Questo è tutto.

    • donato

      Tra poco vedrai cosa succederà nei prossimi 100 anni! La curva diventerà verticale: (almeno) tre decimi di grado per ogni decennio! 🙂 🙂
      Nell’ultimo decennio, però, è diventata orizzontale! Poffarbacco, c’è qualcosa che non va! Giusto, sono solo 10 anni e, quindi, è tempo e non clima (vedi che succede a non essere esperti)! Quando il cambiamento climatico comincerà a mordere, SICURAMENTE la curva si impennerà. Parola di modello (climatico)!
      Ciao, Donato.

  3. Scusate, io ho qualche difficoltà a capire quale sia l’attuale “teoria standard” dei sostenitori dell’AGW. Se il grafico qui sopra è considerato il più recente ed accurato, come dice Guido non c’è sostanziale differenza nelle pendenze prima e dopo gli anni ’40. Insomma, l’hockeystick è andato a farsi benedire e dovrei dedurne che il riscaldamento (generato da attività umane secondo loro) è iniziato ai primi del secolo XX. Il che, oltretutto, sanerebbe anche l’incongruenza relativa allo scioglimento dei ghiacciai, che effettivamente è iniziato ben prima dei mitici anni ’50. Perché gli AGWisti continuano a considerare gli anni ’50 come il momento del cambiamento?

    • Perché quella curva non c’è modello che sia riuscito a ricostruirla secondo la visione CO2centrica del mondo. Quindi meglio evitare di parlarne.
      gg

  4. alessandro barbolini

    ma per carita ,ma che professionalita è questa!

  5. donato

    Per la miseria! La Terra tra poco finirà arrosto (e noi con lei)! 🙂
    Un finale in crescendo degno della migliore tradizione del cinema dell’orrore. Veramente impressionante (credo, però, che lo scopo del video sia proprio questo).
    Ciao, Donato.

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