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El Niño, il Sole e il Mare

Qualche giorno fa abbiamo letto un documento dell’OMM con il quale si annuncia l’imminenza dell’affermarsi di condizioni di El Niño per le prossime settimane. Una previsione che non stupisce perchè in effetti la transizione del segno dell’ENSO è iniziata già da qualche mese. Dunque l’Oceano Pacifico equatoriale, lo “scaldabagno” del pianeta sta per tornare a scaldarsi, cioè a presentare significative anomalie positive nello strato superficiale. Nel comunicato stampa dell’OMM però, l’elemento di novità è rappresentato dal fatto che l’evento che si prevede dovrebbe essere piuttosto debole e anche non particolarmente lungo. Nell’immagine sotto troviamo una efficace raccolta di tutte le simulazioni modellistiche disponibili.

http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/analysis_monitoring/enso_advisory/ensodisc.pdf

Sarà come al solito interessante capire cosa ci riserva il futuro a breve, anche perché come noto le oscillazioni dell’ENSO hanno un impatto enorme sia sul tempo atmosferico che sul clima per molte zone del pianeta tra cui, indirettamente, anche la nostra.

Il ciclo solare, invece, si dirige pigramente verso il picco, un ciclo tra l’altro che si sta rivelando molto debole, confermando un trend di diminuzione dell’attività solare che sembra essersi stabilito da qualche tempo.

Ho messo insieme queste due informazioni per introdurre il commento ad un post che ho letto su Tallbloke qualche giorno fa riguardante l’andamento delle temperature di superficie del mare (SST).

Come tutti sanno, anche le SST, come la tempertaura misurata sulla terraferma, stanno crescendo a livello a globale. E anche per questo parametro, ci sono parecchie incertezze circa l’ampiezza di questo aumento e le oscillazioni di breve periodo che può aver assunto in passato. Oscillazioni che, ovviamente, sommate tra loro danno vita al trend positivo cui abbiamo appena accennato. Una di queste in particolare, occorsa attorno al 1940, cioè in pieno secondo conflitto mondiale, è stata al centro di acceso dibattito e oggetto di studi approfonditi, perché arrivava al termine di un periodo di riscaldamento del pianeta molto pronunciato (pari a quello delle ultime decadi del secolo scorso) per il quale certamente non si può avocare il forcing antropico.

Dagli studi di cui sopra è risultato che il salto delle SST in tempo di guerra sarebbe attribuibile ad una modifica delle tecniche di misurazione. Dal prelievo di acqua di mare con dei secchi dalle fiancate delle navi si sarebbe passati all’utilizzo diffuso di termometri installati nelle prese a mare degli impianti di raffreddamento dei motori. Questo avrebbe innescato un bias positivo, cui, ad esempio nel dataset delle SST della CRU si è posto rimedio con una correzione pari a 0,3°C, di fatto eliminando dalla curva quello ‘strano’ salto delle temperature di superficie.

Qualche anno fa, all’epoca del rilascio del nuovo dataset, Steve McIntyre ebbe parecchio a che dire circa l’opportunità di fare questa correzione, soprattutto perché pare che il cambiamento nelle tecniche di misurazione non sia stato affatto così repentino. Per cui, forse, il salto delle temperature oceaniche potrebbe avere più di una chance di essere reale e non strumentale.

All’origine del salto, leggiamo su Tallbloke, potrebbe esserci stata anche la persistenza di condizioni di El Niño molto pronunciate nella prima metà degli anni ’40, con condizioni di La Niña addirittura quasi del tutto assenti per l’intero decennio.

E a questo punto si torna a parlare di Sole, perché utilizzando il dataset delle SST antecedente alla correzione e mettendolo in parallelo con i cicli solari si scopre che quando il ciclo solare è al minimo (come in quegli anni) ci sono alte probabilità di sviluppo di condizioni di El Niño molto pronunciate, mentre nella fase di discesa dell’attività solare, gli eventi tendono ad essere deboli. L’eccezione, si sa, ha il brutto vizio di confermare la regola, per cui nella prima metà degli anni ’40, con l’attività solare prima in discesa e poi al minimo, ci furono invece due forti eventi di El Niño, il cui impatto sulle SST non può che essere stato positivo.

Con la correzione, però, gli effetti di quel contributo si perdono nel trend, con un’andamento delle SST molto più spianato.

Domanda: perché le SST, in quegli anni salivano anche senza forcing antropico?

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NB: sempre nel post di Tallbloke si fa un cenno ad una faccenda per me del tutto nuova, ossia l’esistenza di misurazioni della concentrazione di CO2 pre-Mauna Loa che assocerebbero a quel periodo di riscaldamento anche una risposta significativa della concentrazione di CO2. Siccome su quelle misurazioni e sui metodi di chi le ha raccolte pare si siano levate molte critiche, mi riservo di approfondire la questione prima di parlarne. Vedremo.

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Published inAttualitàClimatologia

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