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Rispuntano gli alberi

E’ autunno, la Natura dovrebbe andare a nanna. E invece gli alberi rispuntano fuori. Gemme? Fiori? Foglie? Macchè, niente di tutto questo, siamo pur sempre nella mezza stagione sbagliata. Tornano gli alberi nel dibattito sul clima. Tornano gli alberi, o meglio i loro anelli di accrescimento, sul palcoscenico delle pubblicazioni scientifiche.

Ecco qua dalla rivista Holocene, con la firma nientepopòdimeno che di Keith Briffa e vari altri:

Potential bias in ‘updating’ tree-ring chronologies using regional curve standardisation: Re-processing 1500 years of Torneträsk density and ring-width data

La volete vedere una figura?

Figure 5. Temperature reconstructions created using the 650-tree (‘alltrw’ data) TRW chronology (a) and the 130 tree (‘S88G1112’ data) MXD chronology (b). Chronologies were created using two RCS curves and were regressed against the Bottenviken mean May–August monthly temperature over the period 1860 to 2006. The shaded areas show two standard errors (see SI15, available online, for details) plotted either side of the mean where standard errors were scaled to fit the temperature reconstruction. The TRW and MXD temperature reconstructions of (a) and (b) are compared in (c) after they were normalised over the common period 600 to 2008 and smoothed with a 10 year spline. The lower two panels compare the reconstructions using the TRW chronology (d) and MXD chronology (e) with the mean of May to August monthly temperature from Bottenviken over the period 1860 to 2006.

Non c’è più l’hockey stick perché per una volta hanno resistito alla tentazione di appiccicare i dati strumentali a quelli proxy. E c’è invece il Periodo caldo Medioevale (anno 1000 o giù di lì). Come è possibile? Beh, lo scopo era quello di individuare e correggere un eventuale bias nelle serie proxy, pare ci siano riusciti. E così, per l’ennesima volta il caldo di oggi risulta uguale a quello di ieri.

Dal paper:

[info]

Se il buon accordo tra questa crescita degli alberi e i dati di temperatura si mantiene alle scale temporali più lunghe indicate dalle cronologie (Figure 5c e S20d, disponibili online), si può inferire l’esistenza di estati generalmente calde nel 10° e nell’11° secolo, a livelli simili a quelli del 20° secolo.

[/info]

Ma Hansen non ci aveva detto che le estati recenti erano il chiaro segno del cambiamento della distribuzione statistica degli eventi estremi?

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Published inAttualitàClimatologia

5 Comments

  1. Claudio Costa

    solo che la coyaud mette un altro link

  2. Claudio Costa

    giro un commento della Coyaud che chiarisce una volta per sempre i suoi metodi e le sue capacità
    mi ha censurato il link a questo post giustificandosi così

    “il paper di Briffa et al.http://www.agu.org/pubs/crossref/pip/2012GB004312.shtml dal quale l’hockey stick risulta in gran forma e che C. Costa sparge la bufala di un blogger pagato dallo Heartland per spargerle”

    • Claudio per l’ennesima volta, quello che succede su altri blog NON mi interessa, se poi é il blog dell’oca non me ne frega proprio niente!
      gg

  3. Claudio Costa

    la morte definitiva dell’hockey stick
    bisognerebbe informare il Caserini che dedica un capitolo intero a difesa dell’hockey stick di Mann 98 (che abbaglio poverino)
    e pensare che ho preso centinaia di insultisu CA su Oca sapiens o dai […] serristi di Metonetwork ecc solo per aver dubitato del famigerato Hockey stick

    Commento moderato
    Claudio per favore!
    Admin

  4. andrea

    Buongiorno.
    Mi chiedo….ma se la storia mette in evidenza tutte queste fluttuazioni di temperatura…perchè insistere con la causa “antropica” della moderna oscillazione verso l’alto ??

    Inoltre…credo che sia inutile anche cercare di controbattere o tentare di far cambiare idea alla gente pubblicando continuamente “prove” dell’incertezza su cui poggia l’argomento ” cambiamenti climatici “….

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